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CAPITOLO 3 NATURA E SPIRITO
1. il pensiero di Wolfangang Pauli
Pauli è uno dei più grandi fisici teorici del secolo scorso. Iniziò ad occuparsi della teoria
quantistica dell'atomo. Conobbe Niels Bohr, il quale ha ipotizzato l'esistenza del momento
angolare intrinseco (spin) associato ai nuclei atomici. Nel 1925 scoprì il principio di esclusione
che gli valse il premio Nobel. Particolarmente interessante è la sua visione della relazione tra
scienze fisiche e scienze psicologiche.
Al livello della fisica, l'oggetto corrisponde alla conservazione dell'energia e alla quantità di
moto, mentre, a livello della psicologia, abbiamo a che fare con lo psichico-oggettivo
atemporale. Il soggetto, nell'ambito fisico, riguarda l'andamento spazio-temporale
determinato,mentre, a livello psicologico, è inerente alla coscienza di sé-tempo. A livello della
psicologia, le leggi fisiche appaiono come proiezione di associazioni di idee archetipiche. Pauli
riteneva che gli eventi della microfisica rimandassero necessariamente agli archetipi
nell'ambito psicologico.
Il livello energetico o valore della massa corrispondono simbolicamente al livello di coscienza
di sé
I concetti di materia ed energia emergerebbero da significati archetipici presenti nell'inconscio
collettivo. L'oggettivo è a-temporale e corrisponde alla nozione di inconscio e il significato di
a-temporale è quello di un'estensione indeterminata.
Possiamo applicare alla nozione di coscienza quella di misura di osservazione, mentre al
concetto di inconscio quella di energia. La misurazione operata dalla coscienza modifica
questi contenuti e quindi, rende indefinito lo scambio di energia tra gli strumenti di
osservazione e il sistema osservato. Nel caso di un Io dotato di piena coscienza, lo scambio
totale tra i due sistemi si può realizzare solo nella morte. A livello psicologico, l'apparato
psichico può essere considerato un sistema chiuso quando, a livello temporale, è determinato
dalla coazione a ripetere. Un sistema aperto invece, opera continui scambi di energia in un
determinato svolgimento temporale.
La teoria elaborata da Pauli riguarda una rivoluzionaria concezione postmoderna della natura,
che pone in un tutto unitario physis e psyche. Possiamo definire archetipo un universale ante
rem o modello che anticipa la realtà. Da questo punto di vista, l'archetipo è
un’autorappresentazione creativa e può essere considerato l'identità originaria che rendeva
pensabili delle realtà fenomeniche in avvenire. La dimensione insatura dell'archetipo fa si che
esso possa avere un tasso di saturazione incredibilmente elevato.
Per la teoria della relatività generale pubblicata da Albert Einstein nel 1917, lo spazio ha una
realtà fisica data da un campo, le cui componenti sono funzioni continue di quattro variabili
indipendenti: le coordinate dello spazio e del tempo. È appunto questa realtà fisica che,
secondo la teoria della relatività generale, può essere rappresentata per mezzo di un campo.
Lo spazio-tempo può essere paragonato ad un tempo elastico deformato da una biglia
pesante che rappresenta la massa, posta su una superficie piatta ed orizzontale. La
deformazione rappresenta la curvatura prodotta dalla biglia. La teoria della relatività generale
propone un campo gravitazionale quale deformazione ad imbuto dello spazio. Eddington
asserisce l'esistenza, per un evento qualsiasi, di un intorno limitato nello spazio-tempo in cui i
fenomeni si svolgono secondo le leggi della relatività ristretta e in assenza di gravità. La
cultura può essere invece interpretata quale forza di gravità agente sui campi materiali.
La teoria del campo si era presentata sotto forma prettamente mentale. Un campo mentale è
un portatore di relazioni e cioè di forze psichiche particolarmente elevate denominate legami
affettivi secondo il paradigma Io-Tu. Eventi mentali possono essere definiti come
rappresentazioni tendenti ad un fine; a livello originario
rappresentazioni prendono il nome di imago archetipiche.
Lo spazio tridimensionale,forma, insieme al tempo, uno
spazio-tempo quadridimensionale, il quale è costruito da punti
spazio-temporali denominati eventi. L’evento mentale può
essere considerato una nozione o un pensiero relativo ad un
luogo e ad un tempo. L’evento presuppone sempre un intorno
limitato dello spazio-tempo. La geometria dello spazio-tempo
assume la configurazione coordinate lungo un’asse
rappresentante lo spazio e delle altre coordinate lungo un
secondo asse di riferimento che rappresenta il tempo. Lo
spazio-tempo consiste di punti spaziotemporali chiamati eventi ed ognuno di essi rappresenta
un luogo particolare in un tempo particolare.
Tutti gli eventi di una vita di una persona sono connessi ad una linea universale che può
essere raffigurata da un verme quadridimensionale nello spazio-tempo. Il verme è posto sulla
linea universale dell'oggetto. La linea universale unisce la persona dalla nascita alla morte.
In qualsiasi evento ha origine un raggio di luce e cioè un lampo di luce che si diffonde in tutte
le direzioni. Le linee universali definiscono un cono nello spazio-tempo chiamato cono di luce.
La linea universale di un oggetto fisico non può mai uscire dal cono di luce che si propaga da
un qualsiasi punto del suo passato. Le linee universali che obbediscono a questo principio
sono chiamate linee di tempo. Il cono di luce è una struttura fondamentale dello
spazio-tempo. Un cono segnala un punto-evento nel passato, l’altro un punto-evento del
futuro.
La geometria dello spazio- tempo è modificata da ogni corpo e appare come un’entità fisica e
la sua conoscenza permette di seguire l’intera storia dell’universo. L’identità si sposta nel
passato e nel futuro e quindi permette la continuità tra le vecchie e le nuove generazioni, per
cui, un punto-evento del passato è unito ad un punto-evento del futuro: parliamo di nozione
transgenerazionale. È come se il passato si congiungesse con il futuro.
Ora facciamo riferimento ai buchi neri, che sono implicazioni del modello elaborato da
Oppenheimer e Snyder. Un buco nero ha una superficie sferica denominata “orizzonte
assoluto dell’evento” poiché definisce il limite entro il quale nessun segnale può uscire al di
fuori. Esso è una regione dello spazio dove è collassata una stella di neutroni. De Felice
evidenzia come il buco nero pone dei seri problemi al modello della teoria della relatività
generale, in quanto la sua formulazione si accompagnerebbe con una singolarità
spazio-temporale nell’ambito della quale la materia e la radiazione cesserebbero di esistere.
Nel caso dei buchi neri, la singolarità riguarda la struttura vera e propria dello spazio-tempo. Il
problema reale è che nel caso di non-esistenza non ha più senso la creazione di un modello e
quindi di una teoria di riferimento. Il modello, nella sua dimensione archetipica, quale
universale ante rem, non sarebbe più saturabile nel caso di non-esistenza e quindi verrebbe
confermata l’equazione tra psysis e psyche a livello della non-esistenza di entrambe.
Secondo Pauli nei sogni è possibile visualizzare i concetti quantitativi della fisica che possono
apparire sottoforma simbolica. Egli aveva ricevuto nel 1945 il Nobel per la fisica per la
scoperta del “principio di esclusione”, ma anche per l’ipotesi dell’esistenza del neutrone,
particella di massa nulla, chiamato da Fermi neutrino. Questo principio afferma che lo stesso
stato energetico non possa essere occupato da due elettroni.
Il principio di esclusione permette di spiegare la distribuzione degli elettroni in strati. Nel caso
che gli elettroni in un atomo neutro siano Z (numero atomico), potrebbero trovarsi nello stato
fondamentale di energia minima. Pauli ha invece stabilito che gli elettroni non possono
occupare in due uno stesso stato. Occorre ricordare che lo stesso Pauli aveva introdotto il
concetto di spin nell’ambito quantistico:la particella ruota perennemente.
2.temi onirici e idee
I concetti fisici che sembrano essere alla base dei suoi temi onirici sono: atomo, nucleo
atomico, guscio elettronico, onda, magnetismo, radioattività, termoelettricità. Pauli non
nascondeva il fatto ovvio che, essendo un fisico, i suoi sogni non potevano che parlare di
fisica, ma subito aggiungeva che i temi dei suoi sogni non riguardavano i moderni trattati di
fisica, bensì i testi fisici del Seicento ed in particolare i lavori di Keplero, il quale denotava col
termine archetipo l’intuizione della creazione contenuta nella mente. L’archetipo è ciò che
unisce l’universale con l’unità creatrice.
È interessante notare come sin dal XV secolo la nozione di universale venne approfondita
grazie all’opera di Nicola Cusano, il quale aveva individuato nella geometria l’unica e vera
identità che permette alla creatura di pensare il creatore.
Keplero credeva fermamente nell’anima mundi: l’intero universo è una creatura ed in quanto
tale mantiene indelebili in sé le impronte del Creatore.
Secondo Pauli la concezione archetipica di Keplero è del tutto sovrapponibile a quella di Jung;
il concetto di archetipo è inquietante poiché da una parte sembra dissolvere concettualmente
la distinzione cartesiana tra res cogitans e res extensa, dall’altra modifica radicalmente i
paradigmi che hanno permesso la distinzione tra scienze della natura e scienze dello spirito.
Nell’archetipo in sé infatti, non sarebbe possibile individuare l’opposizione tra realtà psichica e
realtà fisica.
Il processo di soggettivizzazione consisterebbe allora nella costruzione di un’identità
archetipica chiamata da Jung imago. Dal nostro punto di vista si tratta dell’identità iconica,
mentre gli archetipi riguardano il mistero della creazione.
L’universo non è infinto ma “indefinito”, in quanto costituito da una molteplicità di forme,
nell’ambito delle quali l’uno è contratto nei molti. L’identità dell’universo è allora nella
diversità, poiché contiene la quiddità contratta che sono le cose. La quiddità assoluta di ogni
elemento è Dio, mentre la quiddità contratta è l’elemento stesso.
Per Cusano universo significa universalità e quindi unità di cose. Egli pone gli universali
nell’intelletto per astrazione. Essi sono nell’intelletto, lo stesso intelletto in modo
intellettualmente contratto e quindi l’intendere dell’intelletto significa il poter pensare i
pe