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CAPITOLO 7- RITI E PERSONAGGI
I rituali costituiscono la vera fondazione del fenomeno denominato gruppo, fondazione che
nelle popolazioni pre-letterate è di tipo magico-religioso. Tale fondazione è visualizzabile come
movimento: movimenti nello spazio; nel tempo( mutamenti stagionali, fasi della luna,altre fasi
della natura), nel corpo(gravidanza, parto, infanzia ecc), nella società(battesimo,
circoncisione, fidanzamento, matrimonio, funerali). Il rituale aveva la funzione di contenere in
una veste strutturale il prorompente irradiarsi delle emozioni che si accompagnano
normalmente ai grossi stravolgimenti a livello spaziale, temporale, corporeo. A livello di
personalità, i perturbamenti definiscono l’identità culturale, forma di tutti i cambiamenti
culturali: confini geografici o di influenza di un popolo, modificazioni ambientali, incrementi e
decrementi demografici. Nelle società pre-letterate il cambiamento culturale è previsto e
messo inscena dal rituale. Quest’ultimo può essere definito come atto puro, investito di potere
trasformativo. Il valore del rituale è connesso con l’identità culturale. Tramite il rituale si
concepisce l’identità culturale in termini di status e di ruolo.
Tragedia e rituali etiologici: I fantasmi originari o scene traumatiche sono
costitutivamente dei rituali del trauma aventi lo scopo di mettere in scena l’etiologia. Il
trauma etiologico si dipana, a due livelli: individuale nella scena originaria i fantasmi
originari inscenano il trauma a partire dal quale si fonda l’etiologia del sintomo; istituzionale: il
momento fondativo stesso a monte della città è segnato della sofferenza corporea. A questo
livello il rituale costituisce la dimensione scenica dell’atto fondativo dell’identità personale o
istituzionale. Il grande sviluppo del genio greco comportò la trasformazione e la trasposizione
dei rituali etiologici nella tragedia. I rituali etiologici erano anche rituali terapeutici, poiché la
messa in scena dell’etiologia permetteva la gestione culturale della medesima. Le vicende
della dramatis persona localizzano il transpersonale come spazio di tensione tra Super-Io ed
Io, rappresentato da fantasmi familiari emergenti dal corpo dilaniato del Puer. Il corpo assume
nella tragedia la dimensione di una maschera o Persona. Quest’ultima è appunto una
dramatis persona che mette in comune il Doppio che sta dietro ogni personaggio. La
dimensione comunicazionale è denominata campo. Questi rituali fondano il gruppo
terapeutico, quale rete psichica o Gestalt dove viene a configurarsi la sofferenza dell’identità,
quale stato di passaggio tra dissociazione e riassociazione della personalità: questo stato è
rappresentato dalla trance. I rituali sono collegati alla seguente fenomelogia: fantasma e
nozione di antenato, possessione e sintomo. La possessione è la messa in scena della follia,
quale possessione del fanciullo divino metamorfico, dalla cui forma maligna emergono tutti i
familiari possedenti. Il rituale di possessione diviene nella tragedia una relazione tra
spettatore e dramatis persona. L’Urszene è ora una rappresentazione teatrale e la
possessione è una partecipazione dell’attore-spettatore alla recitazione. A l di fuori del cerchio
dei rituali dionisiaci, del teatro greco e del gruppo terapeutico i fantasmi divengono
persecuzione o influenzamento psicotico. Il fanciullo divino ha il compito di mantenere i
fantasmi familiari da lui creati a livello di rappresentazioni, scene, possessioni ritualistiche,
imbrogli. La psicosi trasforma l’attore in un posseduto privo di controllo sull’instabilità
dinamica dell’umore e tale instabilità può essere caratterizzata da allucinazioni e percezioni
deliranti. La dramatis eprsona o doppio che trans feralmente unisce gli attori diviene una
mostruosa molteplicità di Sé. Il gruppo psicologico si presenta quale gruppalità animata
incapace ad organizzarsi in una drammatizzazione interattiva. L’istituzione caratterizzata
dalla relazione tra spettatori e personaggi diviene un campo psicotico autistico. Le psicosi
derivano da processi collegati alla nascita autistica del campo mentale. Il sapere mitico o
mega-enciclopedia culturale assume la configurazione di un buco nero, enorme centro
gravitazionale mentale, dove tendono a collassare il campo e le sue interazioni.
Psicodramma e psicologia analitica: Nell’ambito della tragedia greca è possibile
affermare una sostanziale uguaglianza tra attore e persona. Persona rimanda alla maschera
indossata dagli attori tragici, maschera attraverso la quale si esprimevano gli atti sociali;
dietro la maschera poteva parlare chiunque e poteva muoversi qualsiasi azione sociale. Nel
mondo greco gli atti sociali erano quelli più profondi poiché attraverso il veicolo della tragedia
rappresentavano il gruppo sociale stesso, quindi la polis. L’attore sociale è persona nel senso
di maschera e maschera è colui che da voce al sociale mediante atti finalizzati; la persona è
praticamente una maschera dietro la quale qualcuno parla. L’attore è dunque una persona
riconosciuta in quanto tale proprio perché immessa in un ambiente che favorisce la
socializzazione e il processo di inculturazione. La persona si fa tale proprio grazie al fatto di
essere immessa all’interno di un ambiente socio-culturale. Il primo ambiente socio-culturale
che un essere umano sperimenta e all’interno del quale è già persona è il grembo materno. Le
caratteristiche appartenenti alla persona saranno direttamente correlate alle caratteristiche
dell’ambiente di provenienza che hanno costituito, fin dal momento del concepimento, il
sostrato socializzante e acculturante della persona stessa. La relazione tra attore e ambiente
è una relazione biunivoca di reciproche trasformazioni in divenire. Il gruppo psico-drammatico,
nella misura in cui costituisce un ambiente che accoglie al suo interno attori è esso stesso un
insieme complesso di rappresentazioni psicologiche, mentali, messe in atto da persone.
L’interazione grupppale è fortemente caratterizzata dalla rappresentazione mentale e
quest’ultima è una rappresentazione collettiva. Il gruppo se visto da un punto di vista
prettamente sociologico, assume le vesti di un insieme di azioni sociali, ma da vertice
psicologico costituisce un insieme di rappresentazioni mentali messe in atto da persone. In
questo caso si accede all’ordine di un livello di analisi superiore a partire dal quale l’azione è
osservata. Dal punto di vista psicologico, gli attori sociali mobilitano il loro intervento
trasformativo nell’ambiente sociale proprio grazie alle rappresentazioni mentali dell’ambiente
socio-culturale stesso, in una evidente circolarità trasformativa. Lo psicodramma junghiano è
un tipo di psicodramma che utilizza le nozioni della psicologia analitica al fine di evidenziare la
natura fortemente emotiva degli influenzamenti interattivi. La dissociazione e riassoci azione
culturale alla base dell’interpretazione del ruolo è connessa al problema junghiano del
simbolo quale unificatore dei contrari. Gli aspetti dissociati sono quindi collegati all’archetipo
dell’Ombra. I perturbamenti dell’identità culturale messi in scena dal rituale sono, infine,
connessi ai contenuti junghiani di complesso e di imago. Sono infatti, i complessi a
determinare l’azione sociale per cui la struttura associativa del pensiero di gruppo diviene
l’imago di un ruolo da attuare.
CAPITOLO 8- I SOGNI NEL GRUPPO TERAPEUTICO
La gruppo analisi ha come premessa la teoria della gestalt, la teoria dei reticoli relazionali e la
fenomenologia di Husserl. La teoria gestaltica a sua volta ha permesso lo sviluppo della teoria
lewiniana del campo nella considerazione del fenomeno gruppo in senso olistico, sfondo o
scenario dell’azione delle figure e personaggi. Il campo sociale è quella zona dello spazio
fenomenico definito dall’operare degli attori. Per Lewin attori o situazioni sono dinamiche
oggettive, ma nello stesso tempo, il campo sociale è vissuto soggettivamente dai diversi
attori, in termini di spazio vitale. Questo spazio è il vissuto soggettivo che ogni attore
possiede rispetto alle interazioni. Il sistema totale di individui uniti nei loro influenzamenti
interattivi-intenzionanti si chiama rete. La rete è un tipo particolare di spazio vitale nel quale il
vissuto soggettivo che un attore sperimenta del campo sociale conduce alla previsione dei
risultati dell’azione nel tempo immaginario della creatività culturale all’interno del quale
l’azione sociale si identifica con l’istituzione di valori culturali. La dialettica tra campo sociale e
spazi vitali, inserisce l’azione in una temporalità virtuale caratterizzata dalla trasformazione
delle potenzialità realizzative in scene. Il tempo immaginario della creatività culturale
corrisponde alla nozione di matrice di base enunciata da Foulkes. Essa riguarda la nozione di
imago o complesso visivo e affettivo, istituente le rappresentazioni collettive le quiali
permettono la definizione formale degli archetipi dell’inconscio collettivo. La matrice di base
o foundatio matrix rappresenta lo strato psichico più profondo che abbiamo tutti in comune,
connesso alle proprietà biologiche della specie sapiens. Essa è fortemente connessa
all’identità culturale immersa nelle imago che tendono ad assumere la veste di sintomi o
irruzione dell’inconscio all’esterno di un processo formale d’individuazione. Compito di un
conduttore di un gruppo terapeutico non è tanto quello di disoccultare significati nascosti ma
di individuare le forme interattive; egli denomina tale processo col termine di localizzazione.
Si deve soprattutto a Foulkes la scoperta di come la malattia psichica interessi la
fenomenologia del campo sociale costituente il gruppo. Il gruppo terapeutico non è altro che
un modello di struttura psichica che mette in scena le tensioni tra Io e Super-io a livello dell’Es
e gli stati di tensione tra istanze psichiche riguardano l’identità culturale del Sé. Le imago
della foundation matrix sono parti della personalità connesse con le tensioni tra sistemi
psichici e quindi con il pericolo di una regressione sintomatologica. Il modello della struttura
psichica in questione è denominato Gruppo gruppo-analitico e il paradigma di questo è la
nozione di Dramatis persona. Gruppo gruppo-analitico è caratterizzato da un campo mentale
riflettente le condizioni etiologiche della matrice personale dei singoli pazienti. La
caratteristica del Gruppo gruppo-analitico è quella di una produzione visiva dei suddetti
conflitti. In termi