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TEORIA STRUTTURALE
In “Al di là del principio di piacere” (1920) sostiene che alla base del funzionamento mentale sta il
fatto che l'Io realizza il suo sviluppo verso forme di organizzazione più complesse. L'adattamento
dell'organismo è possibile in quanto sotto l'influenza delle pulsioni di autoconservazione dell'Io il
principio di piacere è sostituito dal principio di realtà. In “L'Io e l'Es” (1922) descrive
compiutamente la visione strutturale: dal calderone pulsionale e ignoto della psiche, l'Es, si
distingue un'istanza organizzata che svolge quelle funzioni psichiche che avvengono sulla superficie
dell'apparato psichico (confine, contatto tra interno ed esterno); l'Io. Il Super-io (instanza ideale che
si forma sulla base delle identificazioni dell'individuo nel corso dello sviluppo con le figure adulte e
i limiti posti) risulta essere l'avvocato del mondo interiore, in portavoce delle richieste che l'Io non
riesce a soddisfare nella realtà. La vita mentale si basa quindi sul contrasto tra reale e psichico, tra
mondo esterno e mondo interno in cui l'Io si destreggia fra tre tiranni (l'Es con le sue richieste
inconsce, profonde e ignote; il Super-io con le sue tensioni organizzatrici limitanti; la realtà esterna
con le richieste legate al principio di realtà). L'Io può operare nei confronti dell'Es ricorrendo
all'angoscia; un segnale di dispiacere che può bloccare l'impellenza pulsionale. In “Inibizione,
sintomo e angoscia” (1925) Freud individua nell'angoscia la chiave per la comprensione della
patologia; se l'angoscia è la reazione al pericolo che proviene dall'interno, in sintomi sono creati per
evitare la situazione di pericolo, segnalata dall'angoscia appunto. In “Introduzione alla psicoanalisi”
(1932), poi, le tre istanze vengono definite in maniera compiuta:
ES → istanza dominata dal principio di piacere
IO → istanza in grado di gestire l'angoscia e la temporalità
SUPER-IO → istanza deputata all'auto-osservazione, coscienza morale, funzione di ideale al quale
fare riferimento e tendere.
La teoria psicoanalitica ha quindi il compito di rafforzare l'Io nel suo compito, che ha bisogno di
supporto generato o generabile dalla terapia per poter funzionare in maniera adeguata. Il trauma è
quindi definito un disequilibrio, una disarmonia tra forze interne ed esterne. È uno stato di tesa
eccitazione che viene avvertito come dispiacere e che non può essere dominato tramite discarico.
Attraverso la terapia viene riposizionato all'interno della psiche, come indice dello squilibrio di
forze tra le istanze.
Secondo Freud quindi l'apparato psichico nasce da una lotta tra Eros e pulsione di morte, e si
sviluppa a partire dalla corporeità, che definisce la natura sessuale della condotta, differenziando le
qualità psichiche del pensiero.
La teoria psicoanalitica sviluppata da Freud è un corpus di ipotesi relative allo sviluppo e al
funzionamento mentale, sia normale sia patologico, dell'individuo; che si è costruito in un vasto
arco di tempo. Anche se ha subito varie rielaborazioni alcuni aspetti sono considerati fondamentali.
Il principio del determinismo psichico che sostiene che nella mente nulla avviene per caso e
nessun accadimento psichico può verificarsi in maniera del tutto staccata dagli altri. Ogni evento
psichico è determinato e connesso causalmente agli eventi che lo hanno preceduto; quindi ogni
fenomeno psichico ha un suo significato e non si verifica per caso. Alla base di questo sta la
definizione di inconscio secondo cui non tutti i processi psichici avvengono ad livello consapevole
(molti di essi si svolgono a livello inconscio e in condizioni normali non possono essere richiamati
alla consapevolezza). La discontinuità della vita psichica è attribuita all'esistenza di processi e
fenomeni inconsci. A sostegno di queste due ipotesi vengono presentati due tipi di fenomeni:
normali e psicopatologici. Nei normali rientrano gli atti mancati, i lapsus, le parapassie (sviste), i
motti di spirito e i sogni; trattati in “Psicopatologia della vita quotidiana” (1901); derivano
dall'inconscio ma non costituiscono aspetti sintomatologici. I fenomeni psicopatologici sono
rappresentati dalle nevrosi.
Per studiare i processi mentali inconsci viene elaborato il metodo della psicoanalisi, che viene
utilizzato per comprendere un aspetto specifico dei fenomeni inconsci collegati alla formazione del
sintomo nevrotico. Questa tecnica ha l'obiettivo di rafforzare l'Io. Bisogna però tenere i
considerazione l'esistenza dei processi inconsci, questo viene affrontato attraverso il metodo delle
associazioni libere, dove il paziente s'impegna a riferire all'analista qualsiasi pensiero gli venga in
mente, evitando di esercitare ogni tipo di “censura” o di dirigerlo consapevolmente in qualche
direzione specifica.
Freud divide in due categorie i processi mentali inconsci. Il primo tipo può essere richiamato alla
memoria mediante uno sforzo dell'attenzione e ha pronto accesso alla coscienza: preconsci. I
secondi sono i fenomeni inconsci veri e propri, elementi che non possono essere resi consci a meno
che non si trovi il modo di superare la barriera che impedisce di accedere alla coscienza (non
possono essere osservati direttamente).
In “Psicopatologia della vita quotidiana” vengono trattati gli aspetti della vita quotidiana come
paraprassie e atti mancati, che assumono un significato in quanto sono il prodotto di una azione
intenzionale anche se inconsapevole. Alla base viene ipotizzato un desiderio inconscio non
accettabile e che per questa ragione potrebbe provocare nel soggetto angoscia. Desideri di questo
tipo, infatti, vengono solitamente allontanati dalla coscienza e rimossi nell'inconscio (meccanismo
della rimozione → ha la funzione di escludere dalla consapevolezza contenuti inconsci percepiti
non accettabili dall'individuo e quindi ricollocati nell'inconscio). Il fallimento della rimozione è la
causa fondamentale di questi fenomeni. La rimozione previene la possibilità di provare ansia
rispetto al desiderio inconscio. Ma il suo fallimento lascia libere alcune manifestazioni del desiderio
stesso, tramite i comportamenti.
Dagli studi sugli atti mancati Freud trae le sue considerazioni sui processi di formazione del sogno,
(“Interpretazione dei sogni”, 1937) che viene definito come il sostituto deformato di qualcos'altro,
di qualcosa di inconscio. Il compito dell'interpretazione è scoprire questo materiale, nell'analisi non
ci si deve limitare a ciò che il sognatore racconta, ma ricercare ciò che in realtà sta dietro (o sotto) la
narrazione. Il sogno risulta composto di due elementi: il contenuto manifesto (ciò che il sogno
racconta, la storia, la manifestazione, la narrazione che avviene e che l'individuo può riferire al suo
risveglio) e il contenuto latente (insieme dei desideri e dei pensieri inconsci che cercano di
svegliare il soggetto che dorme e che sono alla base della formazione stessa del sogno. Può essere
indagato e raggiunto con la tecnica delle libere associazioni). Esiste un rapporto tra questi due
contenuti: il lavoro onirico. Il sogno ha la funzione di protezione del sonno del soggetto da due
classi di stimoli: stimoli di natura esterna (fame, sete) e stimoli interni (pensieri e idee connessi a
preoccupazioni (residuo diurno), la parte più importante del contenuto latente è quella che proviene
da rimosso). Il sogno è quindi l'eliminatore delle perturbazioni del sonno.
Il sogno è suscitato dal desiderio e il suo contenuto è il tentativo di appagamento o di gratificazione
fantastica del desiderio. Cioè la scarica di una quantità di energia psichica associata al contenuto
latente, al fine di proteggere il sonno di chi dorme. In questo processo di protezione, il contenuto
onirico latente subisce una serie di trasformazioni tale che il sogno manifesto può non risultare
immediatamente comprensibile. Il mezzo con cui i contenuti latenti sono trasformati in contenuti
manifesti costituisce il lavoro onirico, che utilizza quattro meccanismi:
1.La condensazione → meccanismo attraverso il quale si combinano insieme un certo numero di
pensieri latenti in un unico elemento “riassuntivo” manifesto: il sogno manifesto è una versione
condensata dei pensieri e dei contenuti che costituiscono il contenuto latente.
2.Lo spostamento → meccanismo attraverso il quale il sognatore sposta l'intensità psichica da un
pensiero ad un altro. È facilitato dalla censura onirica che gestisce i pensieri che premono per
scaricarsi, ed è il meccanismo più complesso da definire in quanto è contrario a ogni logica.
3.La rappresentazione plastica → il sogno manifesto è composto principalmente di immagini e di
impressioni visive e che, in generale, la maggior parte delle impressioni sensoriali ha la
caratteristica della veridicità.
4.L'elaborazione secondaria (o revisione secondaria) → il sogno assume una certa logicità e
coerenza, una forma cioè che abbia un senso; spesso il soggetto cerca di adattare il sogno alla sua
realtà, elaborandolo ulteriormente. È l'organizzazione narrativa e storica del sogno. Il soggetto
all'interno del sogno cerca di adattare il contenuto del sogno stesso alla realtà.
L'interpretazione del sogno consiste quindi nel fatto di disfare il prodotto del lavoro onirico,
invertire il processo di mascheramento per rivelare l'originale desiderio sottostante. Si possono
incontrare delle resistenze, che possono essere quantitativamente variabili e per questo il
raggiungimento del contenuto latente può risultare più o meno difficile.
Per Freud ogni processo psichico deve essere considerato da tre punti di vista di uguale importanza:
dinamico, economico e topico; strettamente connessi tra loro.
Il punto di vista economico riguarda il concetto di energia (e di scarica energetica). Sostiene
l'esistenza all'interno della mente di una forza di tipo psicologico che possiede tre caratteristiche:
può essere orientata verso un oggetto per raggiungere una scarica (meta), ha una origine specifica
(fonte) e una grandezza o intensità (dimensione quantitativa). Inizialmente Freud sosteneva una sola
energia, la libido, e solo poi in “Al di là del principio di piacere” (1920) sostiene due opposte classi
di energia: la libido e l'aggressività (teoria duale delle pulsioni). L'energia segue la legge della
scarica, che si basa sul principio di piacere, cioè a ogni scarica di energia corrisponde l'esperienza
del piacere e a ogni accumulo energetico non scaricato l'apparato