Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
BENI RELAZIONALI E BENI POSIZIONALI
Cosa sono precisamente i beni relazionali?
Ci sono molte spiegazioni a riguardo, ma quella accettata unanimemente dagli economisti è
quella in cui i beni relazionali sono:
“quelle esperienze umane dove è il rapporto in sé a essere il bene. In altre parole, nei beni
relazionali è la stessa relazione a costituire il bene economico.”
Nella prospettiva gruppoanalitica soggettuale il bene relazionale verte su aspetti di natura
psico - relazionale. Il concetto di relazione non descrive solamente le interazioni visibili, sociali,
dell’essere umano ma include le componenti invisibili del mondo psichico inconscio delle singole
persone e dei campi psichici relazionali esistenti tra le persone e presenti nel mondo interno di
ciascuno.
Nella denominazione di bene relazionale, il sostantivo bene per prossimità semantica
richiama i concetti di funzione e produzione, nonché di input produttivi. Infatti, è possibile
immaginare la relazione interpersonale come una particolare funzione di produzione che combina
input materiali e input intangibili di natura psicoaffettiva, al fine di ottenere sia beni di natura
strettamente economica sia beni relazionali. Tutte quelle relazioni che in un determinato contesto
sociale consentono a due o più persone di ri-conoscersi come soggettività autonome in
interdipendenza, possono far emergere beni relazionali. Economisti a orientamento relazionale
sostengono, poi, che tra gli input che subentrano in tale processo produttivo è possibile individuare i
cosiddetti relational assets la cui esistenza e la cui entità dipendono dal numero, dalla qualità,
dall’intensità delle precedenti interazioni avvenute tra le persone. Bruni a tal proposito concentra
l’attenzione sulla natura dinamica dei beni relazionali, cercando di fornire un modello capace di
analizzare alcune dimensioni della dinamica della relazionalità condivisa e costruita nel tempo.
Che cosa sono i beni posizionali?
Il concetto di bene posizionale è stato introdotto in economia intorno agli anni settanta da
Hirsch. Essi conferiscono utilità per lo status che creano, per la posizione relativa nella scala sociale
che il loro consumo consente di occupare. Un’auto lussuosa è un bene posizionale, così come lo
sono anche lo zaino firmato o il telefonino di ultima generazione; l’utilità che questi beni
conferiscono non è tanto legata all’utilità che il loro uso consente, ma al fatto che il loro consumo
rappresenti un’etichetta, un simbolo sociale, con cui mi posiziono rispetto agli altri.
Mentre nei beni relazionali la presenza e il rapporto con l’altro è di tipo cooperativo, di
reciprocità, la caratteristica essenziale del bene posizionale è proprio la competizione posizionale.
Chi acquista beni posizionali non è affatto interessato al bene in sé, ma all’ordine con il quale arriva
a possederlo rispetto agli altri. I beni posizionali sono beni che perdono di valore, poiché la
soddisfazione garantita dai beni posizionali è relativamente temporanea e si consuma nel tempo
perché comunque, prima o poi, le posizioni conquistate saranno raggiunte anche da altri.
PSICODINAMICA DI HOMO MAFIOSUS, HOMO OECONOMICUS E HOMO
FAMILISTICUS
Da un vertice gruppoanalitico soggettuale, la possibilità che emergano beni relazionali e che
questi contribuiscano allo sviluppo socioeconomico in Sicilia e in Calabria (e non solo) è
sostanzialmente inibita dal problema della negazione dell’esistenza dell’altro come soggettività che
homo mafiosus, oeconomicus e familisticus condividono.
Per homo familisticus l’altro assume i volti del cliente da accudire, del portatore di voti,
dell’alleato del rivale. L’altro insomma è uno strumento atto a soddisfare l’egoistico familismo. Il
modo relazionale dell’ homo familisticus, è centrato sulla dipendenza e può concepire solo relazioni
che portano alla dipendenza psicologica dell’altro nei suoi confronti. Questa modalità relazionale
contribuisce notevolmente a costruire e mantenere un sistema relazionale (interno ed esterno)
profondamente danneggiato, naturalmente in misura minore e di altra qualità rispetto a quello
costruito e mantenuto dallo psichismo mafioso.
Per homo oeconomicus e per homo mafiosus, invece, l’altro non ha diritto di per sé a essere
pensato come persona: Più che esistere come portatore di un’esistenza e di sentimenti propri è nel
primo caso visto come un fedele e non pensante esecutore di consumismo, nel secondo caso invece
assume le sembianze di un fantoccio di guerra. Lo psichismo mafioso è considerato psicopatologia
proprio perché impedisce lo sviluppo psicologico individuale, l’autonomia soggettiva, la
condivisione intima e relazionale di chi ad esso aderisce e naturalmente anche a chi lo subisce. Per
homo mafiosus l’altro è solo un aspetto del Noi a cui deve dogmaticamente e necessariamente
appartenere, mente per homo oeconomicus l’altro è solo funzione dell’io, e di cui l’io
strumentalmente si serve per essere costantemente appagato.
BENI RELAZIONALI E GRUPPALITA’
Gli obiettivi dei gruppi che si servono del modello della gruppoanalisi soggettuale sono stati
sempre connessi alla categoria di bene relazionale e alla loro fruizione da parte dei pazienti.
Esistono tre format gruppali che condividono la possibilità di far emergere beni relazionali:
Gruppi di elaborazione clinico- sociale = è un gruppo a conduzione psicodinamica che
1) consente l’emersione di memorie, vissuti, emozioni, associazioni su un tema in
particolare. Il tema non è rigidamente precostituito ma è abbozzato. Non sono previste
scremature demografiche dei potenziali partecipanti, ma essi decidono volontariamente
di aderire all’esperienza. La relazione fra partecipanti risulta fondamentale non solo per
produrre nuove opinioni ma poiché consente una riconfigurazione emotiva di temi
profondi. L’obiettivo di tale intervento è quello di un cambiamento in senso individuale
o di gruppo. Il setting si basa sulla possibilità di riguardare dinamiche psichiche e
affettive. La conduzione non è direttiva ma si fonda insieme con il gruppo
Gruppi di microcredito = è un gruppo di sviluppo del potenziale delle persone
2) socialmente marginali e di recupero delle fasce deboli della popolazione. Attraverso i
piccoli prestiti concessi sulla fiducia, si dà la possibilità alle persone di provvedere a sé
sia dal punto di vista economico che delle relazioni personali e sociali. Elemento
fondamentale per il successo del microcredito è la presenza di gruppo perché è un
elemento di socializzazione per persone che vivono emerginate, perché è capace di
contenere le ansie che nascono dal tentativo di cambiare il proprio status e perché
permette la rielaborazione dei contenuti sociali della relazione
Gruppi di acquisto solidale = sono gruppi in cui la scoperta dei prodotti tipici, l’incontro
3) con i piccoli produttori, la comunione della spesa sono solo alcuni dei processi
rivoluzionari innescati da questi gruppi. Sono gruppi che servono a promuovere lo
sviluppo locale e globale ma anche un potente mezzo clinico – sociale per diffondere
cultura di rete. Il meccanismo d’innesco è la fiducia.
CAP 14 “SETTING E VALUTAZIONE”
Una riflessione sul setting
Come è possibile valutare il setting?
Prima di affrontare il tema della valutazione e della ricerca sul «setting gruppoanalitico» è
opportuno chiarire che cosa si intende con il termine di setting.
Nella concezione classica della psicoanalisi il termine setting:
“designa l’insieme degli elementi formali e delle regole esplicite che fanno da cornice al
processo analitico”.
In questa concezione vi è la tendenza a fissare norme teoricamente valide per ogni
situazione clinica.
Con l’introduzione delle terapie cognitive e con il diffondersi delle terapie multipersonali e
multimodali delle nuove frontiere del lavoro clinico-sociale come ad esempio, le relazioni di aiuto
nel lavoro di strada, gli interventi terapeutici con adolescenti in difficoltà, ritroviamo la costruzione
di nuovi setting.
Questi nuovi setting, se condotti attraverso consapevoli e adeguate formazioni di tipo clinico
-terapeutico, possano produrre innovazioni e conoscenze stimolanti per la riformulazione di teorie e
modelli di intervento, aumentando l’efficacia del lavoro psicoterapeutico.
Un’attenzione particolare va posta ai cambiamenti introdotti nel setting gruppale.
Nel gruppo terapeutico grazie all’azione dei suoi fattori terapeutici, i partecipanti oltre alla
possibilità di confrontarsi con modalità di pensiero diverse dalle proprie, hanno possibilità di
riconoscere i propri bisogni, i propri desideri. In riferimento a questi aspetti va sottolineato che il
lavoro terapeutico gruppale si snoda su due piani:
L’asse orizzontale, collegato alla dimensione del “qui e ora” del gruppo,
- L’asse verticale, collegato alla storia analitica personale e familiare del soggetto “là e
- allora.”
Anche il vertice d’osservazione è diverso nel setting gruppale se confrontato con quello della
relazione duale, in quanto ogni membro compreso il terapeuta è immerso nel flusso comunicativo e
in una reciprocità di sguardi.
Inoltre le regole non hanno un significato né descrittivo e né prescrittivo, ma sono processi che
assumono significati di volta in volta diversi.
Infine esistono dei cambiamenti anche per quanto riguarda la domanda, cioè la richiesta di ingresso
all’interno del gruppo terapeutico. La domanda non è più: “Il paziente va bene per questa terapia”?
Ma: “ Il gruppo va bene per quel paziente? E viceversa. Ad esempio nel caso clinico di un giovane
adulto che soffre di disturbi del comportamento alimentare è necessario prima del suo inserimento
in gruppo una fase di intervento integrato che includa un aiuto farmacologico, familiare e
individuale.
Il setting gruppoanalitico soggettuale
Nel modello gruppoanalitico soggettuale una distinzione fondamentale è quella tra:
set = comprende alcune variabili ben visibili come la periodicità e la durata delle sedute, le
- modalità contrattuali, il contesto di ambientazione, la regolazione delle relazioni e dei ruoli
ecc. Tali elementi sono funzionali alla relazione di cura poiché garantiscono la creazione di
uno spazio temporale stabile e costante diverso da quello della vita reale.
setting. Il concetto di setting appare più complesso e articolato poiché comprende tutto
- l’imp