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LA PRATICA FREUDIANA: NOSOGRAFIA E TECNICA

TEORIA E TERAPIA CONVERGENZE E DIVERGENZE: E' sempre difficile separare il momento applicativo dall'elaborazione teorica: l'asse sul quale più strettamente si intrecciano è quello della terapia. Nel 1937 prevale una concezione ottimistica dell'Io, considerato l'alleato naturale della terapia ed il suo principale beneficiario. Il fine della terapia, più della guarigione, è un soggetto nuovo, padrone di sé e della sua storia. Le resistenze alla cura, dapprima considerate come un corpo estraneo, si rivelano congiunte alle pulsioni e a sua volta L'Io del paziente si dimostra, nell'elaborazione del transfert, un alleato, un "sintomo". Dichiarando l'analisi "interminabile, Freud separa definitivamente la "fine della terapia" con "fine" dellaterapia: l'una è il momento pratico (inserito in una dimensione contrattuale),

L'altro è un problema teorico in relazione ad opzioni extra-psicologiche (il che non impedisce che si crei una stretta correlazione tra le due cose). Freud inizialmente distingueva la cura dalla teoria, almeno sul piano operativo.

NOSOGRAFIA E DELIMITAZIONE DI COMPETENZA: L'inizio della terapia analitica coincide con l'abbandono dell'ipnosi. Freud partendo dalla definizione psichiatrica di nevrastenia, opera una grande distinzione tra necrosi attuali e psiconevrosi: le prime sarebbero caratterizzate da una sintomatologia prevalentemente organica e deriverebbero da una disfunzione somatica della sessualità, nelle seconde sarebbe invece determinante il conflitto psichico. La psicoanalisi investe soltanto il campo delle psiconevrosi considerando quelle attuali di competenza neurologica anche se spesso una componente di nevrosi attuale è reperibile in ogni caso. Tra le nevrosi attuali Freud isola la nevrosi d'angoscia, caratterizzata (oltre che da...

disturbi diversi, marginali e fluttuanti) da un nucleo di angoscia non riportabile ad una causa specifica anche se collegabile a diverse motivazioni. I fattori etiologicamente attivi della sindrome così individuata provengono dalla vita sessuale. I soggetti che soffrono di nevrosi d'angoscia rivelano, nel corso dell'analisi, di vivere una sessualità insoddisfatta (accumulo eccitamento somatico che non trova una naturale via di scarica).

L'angoscia, provocata da tensione sessuale, non è di derivazione psichica. Infatti l'eccitazione non legandosi a rappresentazioni psichiche, rimane puramente corporea e si esprime con sintomi patologici: il sintomo quindi è un simbolo, cioè sta al posto di qualcosa che, per vari motivi, non può trovare espressione. Mentre nell'isteria è un conflitto psichico che si converte in un sintomo somatico, nella nevrosi d'angoscia è una tensione fisica che non può passare.

Nello psichico e si esprime quindi per via organica. Una malattia nevrotica insorge in base al carico complessivo di energia che il sistema nervoso si trova a sopportare in rapporto alla sua capacità di resistenza. Le "difese" sono processi psichici che si manifestano nel caso delle verbalizzazioni del paziente, come una rapida interruzione della catena associativa. La difesa entra in azione quando si produce una radicale incompatibilità tra una singola rappresentazione (in base alla vita sessuale) e l'Io. Nell'isteria ciò porta a sintomi fisici, nella nevrosi ossessiva rimane invece legato alla sfera psichica.

LA RIMOZIONE O IL DESIDERIO DI NON SAPERE: Dall'individuazione e descrizione dei fenomeni di resistenza Freud giunse a formulare la "teoria della rimozione". In questo nuovo modello esplicativo l'amnesia non appare più il risultato passivo di una sottrazione di energia ma un processo attivo in cui una barriera

La rimozione non spesso "copre" il ricordo che si vuole dimenticare. I sintomi e le manifestazioni psicologiche hanno un carattere fortemente composito e gli elementi di questa composizione sono i moti pulsionali. L'inconscio è frammentario, contraddittorio e non sarà mai interamente traducibile in fattori consci e trascrivibile a parole. Solo attraverso l'analisi degli elementi scomposti e isolati è possibile individuare le resistenze del paziente e metterne a nudo i nodi conflittuali: si scopre così che il sintomo non è che un modo di espressione, simbolizzato, di un conflitto che non ha trovato altra via d'espressione. Il sintomo, come formazione di compromesso, riesce ad esprimere sia la parte positiva (desiderio), sia la parte negativa (rimozione) del conflitto stesso. Si assiste infatti spesso al rifiuto del paziente, di fronte all'eventualità di

abbandonare il sintomo, discontinuare la terapia: il sintomo ha una funzione di soddisfacimento sostitutivo e il suo abbandono pertanto provoca una frustrazione. La cura analitica secondo Freud deve essere effettuata in stato di "privazione" in quanto spesso il paziente sposta le energie psichiche liberate dalle resistenze per investirle su oggetti sostitutivi, sottraendolo così al processo di guarigione. A ciò il terapeuta si deve opporre e deve sottrarsi anche alle richieste che il paziente avanza nell'ambito della relazione da transfert: richieste di amore, di aiuto, di approvazione. A tal proposito Freud parla di "nevrosi da transfert", una patologia provvisoria dalla quale il paziente può essere liberato con la terapia analitica. Nell'ambito della terapia il transfert si qualifica in modo contraddittorio: da una parte si presenta come una forma di resistenza alla cura, dall'altro ne è la condizione necessaria per cogliere.in situazione controllata, il conflitto nucleare infantile. Nel transfert infatti il paziente trova presentificati ed oggettivati non solo le sue esperienze rimosse ma anche i suoi desideri inconsci. Se per il paziente il transfert si presenta come un sintomo, per il terapeuta diviene invece il terreno di base per la terapia. Nello spazio del transfert, l'analizzato non solo rievoca ma rivive il rimosso. Quanto più un contenuto psichico si sottrae alla rievocazione, tanto più è soggetto a comparire come atto, come esperienza sospinto da una coazione a ripetere. Ciò che si materializza nel transfert sono le relazioni del soggetto con i suoi oggetti, anche quelli più precoci, come gli oggetti parziali. È soprattutto il rapporto con il padre quello che più frequentemente si attualizza nel corso della terapia analitica, il padre come cardine del conflitto edipico, come oggetto di intense cariche di amore e odio. Il terapeuta non è

estraneo alle vicende transferali e il coinvolgimento è un ostacolo allacura. Pertanto anche il terapeuta deve "diventare paziente" per conoscere a fondo ipropri conflitti, per controllare le proprie proiezioni, per non cedere alle lusinghe e allerichieste dell'analizzato né cogliere le sue provocazioni e i suoi tentativi di fuga. Ancheal paziente Freud raccomanda di mantenere distacco in modo che la nevrosi clinica sitrasformi in nevrosi da transfert e che quest'ultima riveli il carattere secondario diriedizione infantile. Le relazioni di oggetto sono determinanti e Jung introduce unaulteriore suddivisione tra nevrosi da transfert e nevrosi narcisistiche (psicosi). Nelleprime la libido (forza delle pulsioni sessuali) è sempre investita su oggetti reali oimmaginari, nelle seconde essa è invece investita esplosivamente sull'Io.

PRESCRIZIONI TERAPEUTICHE: Il primo passo nell'intraprendere una terapiaanalitica è quello

di accettare il paziente in via provvisoria per sondare l'opportunità di affrontare un argomento del quale non si possono fissare anticipatamente la durata e il costo complessivo. Ove possibile si deve evitare di stabilire con i pazienti e con i familiari relazioni di amicizia/sociali. Per quanto riguarda il tempo, Freud raccomanda di instaurare con il paziente un legame serrato e costante, mentre per quanto riguarda il denaro Freud è conscio che rappresenta un mezzo di sopravvivenza e di potere e l'analista pertanto deve evitare di stabilire legami di dipendenza e gratitudine che ostacolano la risoluzione del transfert. Solo coloro che non appartenevano al proletariato potevano permettersi una seduta analitica e per loro Freud appresta quella situazione protetta e controllata attualmente denominata "setting". Il paziente è pregato di stendersi su un lettino in posizione di abbandono (residuo dell'ipnosi) e il terapeuta si pone alle spalle in.modo tale che i loro occhi non si si incrocino mai. Il compito del terapeuta è di ascoltare tutto, cioè di non selezionare il materiale prodotto, di lasciarlo fluire liberamente. Il processo analitico non ha una strada già definita a priori ma questi vengono valutati e determinati nel tempo. L'INTERPRETAZIONE: L'interpretazione è uno dei nuclei organizzativi dell'analisi e si intende come costruzione di un senso che prende corpo sul lavoro analitico che ha come scopo il dar voce al desiderio inconscio. Inizialmente l'interpretazione nella psicoanalisi era mirata a dar voce a delle esperienze vissute, conservate integralmente nell'inconscio ma sottratte all'intenzionalità cosciente (psicoanalisi intesa come anamnesi, ritrovamento e ricostruzione del passato). Il lavoro analitico è chiamato a recuperare ciò che è stato dimenticato e che rimane preposto all'inibizione del ricordo. In questa fase Freud

Confronta anche i ricordi del soggetto con quelli dei familiari. Il processo di costruzione è invece diverso: l'analista deve costruire il materiale dimenticato a partire dalle tracce rimaste. Nell'ambito del lavoro analitico Freud si chiede come individuare i parametri di sicurezza tali da garantire al terapeuta di procedere nella retta via e quando il paziente smentisce la verità dell'interpretazione significa che ha resistenze all'analisi. Il luogo della conferma lo si ha indirettamente, con l'aumento della produttività del paziente che, posto di fronte ad una interpretazione o una costruzione riuscita, dovrebbe reagire connettendo sogni, ricordi, associazioni. La costruzione ha inizialmente un valore ipotetico e solo in seguito eventualmente perdere la sua condizione di provvisorietà.

OLTRE LA TERAPIA: La psicoanalisi secondo Freud è un processo limitato nei mezzi e nei fini e i suoi interventi non possono essere né totali.

Né definitivi. L'analisi di fattotermina quando il paziente e l'analista smettono di incontrarsi, ma sul piano teorico l'analisi sem

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
15 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gt992 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica 2 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Scienze Storiche Prof.