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Estratto del documento

Bambino traumatizzato: emozioni e conflitti talmente intensi che necessariamente

fanno saltare la sintonia fra il far finta e l’equivalenza psichica. Le idee inaccettabili

e dolorose collegate al trauma vengono confinate nell’ambito del far finta e private

delle connessioni con la realtà. D’altra parte, c’è una differenza anche nella

dimensione del far finta: non è giocoso e creativo ma un far finta patologico, in

realtà è successo davvero quindi coincide nella menzogna. Il genitore abusante

presenta al bambino una realtà falsa, “non è successo”, condivisione di una

credenza menzognera. Distacco dalla mente dell’adulto per sopravvivere, blocco

della mentalizzazione. Il bambino però ha bisogno di qualcuno a cui appoggiarsi e

regredisce a uno stadio di fusionalità che implica un azzeramento del pensiero.

Identificazione con l’aggressore: identificandosi con ciò che fa paura non ha più

paura, vive sé stesso come colpevole, la distanza è azzerata.

Approccio terapeutico basato sulla mentalizzazione: psicoterapia basata non

sui contenuti ma sul funzionamento psichico, osservazione della mente,

specialmente pz gravi. L’obiettivo è strutturare una mente che funzioni, che sia in

grado di mentalizzare e arrivare all’affettività mentalizzata.

Lacan

Visione psicoanalitica complessa, contaminazioni dalla linguistica, dalla filosofia,

dall’antropologia e dalla letteratura. Pensiero in sintonia con quello dei filosofi

francesi dell’epoca.

Ripresa della teoria freudiana e critica alla psicologia dell’Io: troppo peso alla

coscienza, ritorno alla centralità dell’inconscio che è la sede della verità. L’inconscio

non può essere riducibile alla coscienza, il linguaggio dell’inconscio è retorico

(linguaggio dei sogni assimilabile a figure retoriche, in particolare metafora e

metonimia). Meccanismi principali: condensazione corrisponde alla metafora

(condensa due immagini creandone una nuova) e spostamento che corrisponde

alla metonimia (immagini che si implicano reciprocamente ma restano distinte).

Fase dello specchio: durante la tesi di dottorato, osserva la scissione interna al pz

paranoico, in cui il soggetto si identifica con un’immagine idealizzata di sè vs.

l’immagine reale, l’immagine idealizzata rappresenta l’ideale dell’io. Questa

scissione interna al paranoico si trova in realtà in tutti noi: l’io di chiunque si

costituisce relazionandosi all’immagine idealizzata di sè. Rappresentato dal

bambino di fronte allo specchio, dai sei ai diciotto mesi il bambino gioisce quando

vede la sua immagine riflessa che però è idealizzata: il corpo è percepito ancora in

maniera frammentata mentre allo specchio vede l’immagine intera -> ideale dell’io,

si identifica in quell’immagine.

Corpo in frammenti, jo. L’immagine allo specchio è idealizzata, è il moi.

Alla base dell’identità c’è una disposizione narcisistica (moi) ma anche disposizioni

paranoiche (la convinzione di essere un io -senso unitario- deriva da una

scissione). L’alienazione è intrinseca all’essere umano, ci percepiamo sempre

come scissi tra un moi e un jo. A cosa ci si riferisce quando diciamo io? Moi è la

parte alienata, lacerazione originaria.

In questa fase mette insieme il moi e il jo che poi diventeranno moi= conscio, jo=

inconscio.

L'altro fa la funzione dello specchio. Barbieri obietta che l’immagine di noi stessi

che rimanda lo specchio è molto diversa da quella creata dall’altro.

Identificazione: riconosco me stesso nell’immagine che lo specchio restituisce, io

esisto perché esiste l’altro e l’unitarietà è possibile grazie alla consapevolezza di

una scissione.

Dimensione dell’immaginario: collegato a idealizzazione, scissione e

identificazioni. Quando uno di questi tre elementi è presente siamo

nell’immaginario.

Esistono anche una dimensiona simbolica e una dimensione reale, sono tre

prospettive logiche che aiutano a spiegare il mondo.

L’immagine riflessa costituisce il super-io del bambino. [In Freud le espressioni

super-io e ideali dell’io vengono usate come sinonimi]

L’aggressività non è come per Freud connessa alla frustrazione né una pulsione

innata ma si genera in relazione all’immagine dello specchio invidia per l’immagine

idealizzata (è migliore, è più forte, ecc).

In questa fase la dimensione è immaginaria perché manca una connessione con la

realtà. Si può pensare che la realtà sia l’immagine allo specchio (moi) perché è

tangilibile. Lacan identifica la menzogna con la coscienza e la verità nell’inconscio.

Complessi famigliari: nella maggior parte delle famiglie occidentali ci sono tre

ruoli principali, ossia madre, padre, fratello. Con ciascuna di queste tre figure attiva

un tipo di relazione particolare basata su specificità che assumono tratti costanti,

modalità relativamente fissa di relazione che prende il nome di complesso

famigliare.Percezione frammentaria di sé che passa dal corpo.

Madre-svezzamento -> vissuto come un passaggio traumatico per il bambino, è un

secondo distacco dal corpo dalla madre (il primo è la nascita, trauma originario), il

corpo in frammenti deriva da lì, l’angoscia del distacco è angoscia di

frammentazione dato che prima era tutt’uno con il corpo materno, ad un certo punto

si spezza tale unitarietà; ogni ricerca di sensazione di piacere non è altro che, a

livello simbolico, la riproposizione del desiderio di fusionalità, l’oggetto che genera il

piacere è un bersaglio che ripropone la ricongiunzione con il corpo materno,

superando così l’idea di frammentazione.

Fratello-complesso di intrusione -> perdita dell’esclusività del rapporto con i

genitori, il fratello è vissuto come un doppio e prende posto della propria immagine

riflessa, rapporto di identificazione problematica poiché il fratello è percepito come

un’ostacolo.

Padre-complesso d’Edipo -> sia il maschio sia la femmina, si connette al

desiderio di fusione con il genitore. Se viene frustrato produce l’angoscia di

frammentazione. Temono la castrazione ma intesa in modo diverso rispetto a

Freud: è una castrazione simbolica, consiste nella frustrazione della simbiosi.

Identificazione con il padre, quando vede la sua immagine riflessa aggressività

perché vede lui. Padre come incarnazione morale della legge -> divieto d’incesto, si

riferisce a un tabù.

Dimensione simbolica: appassionato di linguistica in particolare Jacobson e le

ricerche antropologiche di Levi-Strauss. Linguaggio - significante - legge.

Il passaggio dall’immaginario al simbolico concede con il passaggio dall’immagine

al significante -> secondo molti linguisti il segno linguistico comprende tre livelli che

sono significante = suoni, segno vero e proprio, il significato = immagine mentale

che ognuno si fa del significante, referente= oggetto reale. Lacan fa riferimento ai

primi due. Il linguaggio è fulcro del sistema logico simbolico e della nostra mente.

Nel senso comune il linguaggio è visto come strumento che utilizziamo in maniera

duttile e in base alle esigenze mentre per Lacan preesiste all’individuo e non è il

soggetto a usare il linguaggio ma viceversa = nel momento in cui utilizziamo il

linguaggio faccio sì che la mente si strutturi in base alle sue leggi, la mente viene

plasmata dal linguaggio. Alienazione linguaggio - individuo, importanza della

dimensione culturale (non come concetto sociologico -Fromm- ma puramente

linguistico). Linguaggio inconscio non a caso assimilato a figure retoriche.

Il significante domina sul significato.

Lo psicanalista va alla ricerca del senso, travalica il significato. (?)

Dimensione reale: teoria dell’alienazione - separazione o dottrina della causazione

del soggetto, si basa su due processi alienazione-separazione.

L’alienazione implica una frattura, uno spazio vuoto: il significante (cioè il

linguaggio) è alienato rispetto al soggetto, deriva dalla dipendenza del soggetto

dall’ Altro (=linguaggio), ne è sottomesso, agente passivo. Non è conseguenza ma

c’è dall’inizio.

-> revisione del concetto di identità, dipende dal linguaggio quindi è alienata per

definizione.

La separazione si pone in relazione con l’alienazione, è una separazione del

soggetto dal soggetto dal significante, da agente passivo ad attivo, appropriazione

del codice linguistico ma anche di una separatezza da esso, si acquisisce una

soggettività.

Alienazione e separazione , implicano un rapporto con Altro (linguaggio). Il

desiderio è la spinta che orienta a cercare di ritrovare la parte perduta di noi stessi.

La caratteristica del soggetto è una “mancanza ad essere”, c’è un vuoto interno che

vuole essere colmato. Il desiderio però non è mai appagato: per definizione si

riferisce a qualcosa che non si possiede, è irraggiungibile, se/quando lo si possiede

non è più desiderio. L’oggetto appartiene a una dimensione a cui non abbiamo

accesso, è un oggetto rimosso primariamente, è collegato al tabù dell’incesto ->

l’oggetto irraggiungibile per definizione è la madre. Non è però la madre reale ma la

madre legata alla legge morale. Esiste qualcosa che si sottrae al linguaggio: se non

è dicibile non è pensabile.

Il reale non è altro che una mancanza, un vuoto, è ciò che non è dicibile e quindi

si sottrae al linguaggio e al pensiero, es. di fronte a un’opera d’arte che ci coinvolge

particolarmente non siamo capaci di descrivere esattamente cosa proviamo, c’è

una frattura, quello che si prova è indicibile ma forse è impossibile anche pensarlo,

non solo non è esprimibile ma anche non si può pensare/controllare.

Il reale è il regno della Cosa, non è nominabile e non sappiamo neanche cos’è,

sfugge totalmente. Se quello che definiamo desiderio ha un bersaglio non è un

desiderio reale.

Se è vero che l’inconscio è strutturato come il linguaggio, vuol dire che ne

condivide i meccanismi. “Interpretazione dei sogni” di Freud come grammatica

dell’inconscio. Si focalizza sulla condensazione (immagine onirica come

concentrato di altre immagini che si sommano dando origine a qualcosa di nuovo) e

sullo spostamen

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
65 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher IRENE1989 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica avanzato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Barbieri Gianluca.