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CONFLITTO INTERNO E CONTRADDIZIONE NELLA COMUNICAZIONE DEL PAZIENTE
La mancanza di un'identità integrata porta il paziente a dire cose molto contraddittorie su di sé e sugli altri senza notare (es: mia mamma è la persona migliore, mia mamma è la causa di tutti i miei mali). La contraddizione nella comunicazione del paziente si può sviluppare tra diversi canali comunicativi, ovvero tra quello che dice e quello che fa. Ad esempio, dice di essere furioso, ma sorride.
Il motivo per cui i pazienti mettono in atto dei comportamenti auto-mutilanti è che provare dolore fisico li solleva da una situazione insopportabile di vuoto interiore. Quindi l'autolesionismo diventa la specializzazione comportamentale del paziente, che può dargli assuefazione.
Spesso i pazienti descrivono cose terribili che hanno sentito a livello soggettivo, ma a livello non verbale esprimono magari serenità con sorriso, che è diverso da un paziente con depressione melanconica.
Cui la mimica facciale è tipicamente congrua con i contenuti espressi. Il terapeuta invita il paziente a riflettere con domande come: "cosa ne pensa?" I soggetti in fase depressiva hanno dei bias cognitivi per cui non vedono neanche il futuro, ma vogliono essere aiutati, magari quando i farmaci non hanno ancora avuto effetto dice che non c'è nulla da fare che morirà ecc. ma vuole essere aiutato. Quando inizia a stare bene ritorna sé stesso e non ha più il bias cognitivo quindi quando il soggetto è sé stesso ha una visione del medico accurata; quindi, sa mettere insieme gli aspetti negativi e positivi dell'esperienza in modo integrato NEI PAZIENTI CON DP NON AVVIENE Perché NEL GIRO DI UNA GIORNATA SI ATTIVANO DELLE IMMAGINI ANCHE DEL MEDICO CONTRADDITTORIE. Tutti noi esperiamo visioni contraddittorie delle persone, ma questo è normale, non c'è una scissione e riconosciamo la parte positiva e negativa.
Della persona mettendo insieme i vari aspetti, i pz con dp non riescono ad avere una visione globale e unire nello stesso momento le parti positive e negative. Se la contraddizione è all'interno di due canali di comunicazione ci sono due aspetti a livello di coscienza (es sto male e mi taglio), ma l'altra parte di me ride ed esce a livello di comportamento non verbale. Il nostro controtransfert ci indurrebbe a funzionare in modo riflesso usando la social cognition, per questo la neutralità tecnica è importante. Ci sono occasioni in cui è utile deviare dalla neutralità tecnica alleandoci con una parte del paziente. Quando ci sono casi di acting out, quindi comportamenti aggressivi autodiretti o eterodiretti. In questi momenti non dobbiamo riflettere il comportamento, ma deve avere maggiore importanza la realtà esterna. Quando abbiamo parlato di disturbo narcisistico di personalità.
abbiamo visto che alcuni pz hanno sintomi come sfruttamento interpersonale (es: sfruttamento finanziario) quando il terapeuta gli dice di trovarsi un lavoro il paziente risponde che o si ammazza o ammazza il terapeuta. Il vantaggio secondario è quello che il paziente ottiene dal fatto di essere un paziente, assumendo il ruolo della vittima sfruttando in questo modo anche la terapia, quindi il fatto stesso di essere in terapia lo usano a loro vantaggio. Tutto quello che abbiamo visto finora è nell'ambito della TEORIA STRUTTURALE DELLE PULSIONI DI FREUD IN CUI LE PULSIONI SONO AL CENTRO DELLA VITA PSICHICA. LA PSICOANALISI INTERPERSONALE - Sullivan Si tratta di TEORIA STRUTTURALE DELLE RELAZIONI, in cui la personalità non è tenuta in piedi dai "mattoncini" delle pulsioni, ma dalle RELAZIONI CON L'ALTRO e il polo si sposta drammaticamente. Il capolista della teoria strutturale delle relazioni è Sullivan che si muove in un contesto diverso.Da quello di Freud. Sullivan è un contestatore e lavora a lungo in manicomio con pazienti psicotici e intorno a lui si applica la psicanalisi, ma anche la psichiatrica fenomenologica e psicopatologica con patologie che non sono dp come la demenza praecox e inizia la sua rivoluzione sulla base di questo. Contesta Kraepeline chiedendosi come si può dire che i pazienti con demenza praecox sono schizofrenici e che questa patologia comporta incomprensibilità dei vissuti del paziente, una frattura nella vita dell'individuo e non sono comprensibili psicologicamente.
Per Sullivan la mente individuale e i suoi contenuti non sono pensati come dati a priori, ma sono ritenuti il prodotto delle relazioni. La mente dell'individuo è impensabile al di fuori della rete dei rapporti interpersonali, all'interno del quale il soggetto si trova fin dalla nascita e i contenuti psichici sono generati da relazioni. In questo modo il conflitto perde la sua centralità e
vienedeficitsostituito dai , cioè delle carenze che hanno caratterizzato le relazioni77del soggetto con delle persone significative della propria infanzia , in modoparticolare con la madre.
Sullivan dice che secondo lui anche i sintomi schizofrenici hanno un significato.Secondo Sullivan la schizofrenia è reazione ai processi ed agli eventiche si verificano tra l’individuo ed il suo ambiente. quindi i sintomi hanno un significato e costituiscono una difficoltà nel mettersi in relazione conle persone.
Sullivan è anche contro le idee di Freud e contro la sua idea della libido sessuale alla base di tutto.Si mette contro i dogmi, sostiene che bisogna essere empiristi possiamo studiare solo quello che possiamo osservare perché i fenomeni clinici si verificano tra l’osservatore e l’osservato.
Per Sullivan l’inconscio esiste, ma è solo quello che non può essere sperimentato direttamente e che riempie tutti i vuoti della
vita mentale. L'inconscio c'è ma non è percepibile. Per Sullivan ogni individuo è unico e per comprenderlo bisogna prescindere il più possibile. Principali critiche a Freud: - Tendenza a dedurre principi universali da pochi casi - Scarsa importanza alle relazioni interpersonali e al contesto culturale - Rischi di dogmatismo Sullivan ha molto rispetto per l'individuo e sottolinea la necessità di non saltare alle conclusioni. I concetti di base della psicanalisi interpersonali sono questi: - Il campo della psichiatria è il campo delle relazioni interpersonali - Una personalità non può mai essere isolata dal complesso delle relazioni interpersonali in cui la persona vive e ha la sua esistenza punto di vista opposto a quello di Freud per cui l'oggetto esiste solo in funzione della pulsione. Sullivan dice che l'unica via per conoscere una persona sono le sue interazioni e che chi raccoglie i dati èosservatore partecipante. La personalità si manifesta in situazioni interpersonali, e in nessun altro modo. I processi di vita sono delle modalità caratteristiche di relazione con gli altri. Sullivan fa una teoria del funzionamento umano: BISOGNI DI SODDISFAZIONE (riferiti alla sfera fisica ed emotiva). Secondo S. l'uomo funziona sulla base di bisogni di soddisfazione che operano sulla base di tendenze all'integrazione. Secondo lui questo si vede molto bene nel bambino e con il legame empatico con la madre, che permette al bambino di avere delle esperienze positive o negative. Se i nostri episodi di soddisfazione fossero sempre soddisfatti andrebbe sempre tutto bene, ma non è così e quando i bisogni del bambino non sono soddisfatti prova angoscia. Per S. l'angoscia non è un segnale dovuto da qualche conflitto particolare, per lui è la "mosca nella minestra" che ci rovina la perfezione della vita. Per S. quandoc'è angoscia c'è un effetto valanga anche per la madre che è empaticamente legata al bambino. In questo modo il bambino inizia ad avere non solo esperienze positive.
le zone di interazione di Sullivan sostituiscono le zone erogene di Freud. Le zone di interazione sono apparati e aree corporee che controllano e orientano le relazioni dell'individuo con le altre persone.
DUNQUE:
- Il bambino scopre il suo oggetto, o meglio scopre sé stesso in relazione al suo oggetto
- Il bambino comincia a divenire consapevole di sé scoprendo due tipi di interazioni in cui si trova immerso
Sullivan parla di esperienze contraddittorie nella mente del bambino che ha sia una buona madre che una cattiva madre. Nella mente del bambino si formano delle relazioni oggettuali parziali in cui gli oggetti possono essere non solo positivi, ma anche negativi.
Questo è molto importante perché a differenza della teoria delle pulsioni, il bambino nelle relazioni con
Gli altri scopre sé stesso in relazione al suo oggetto. Quindi la mamma è buona in quanto lo soddisfa o cattiva perché esaspera l'angoscia. Il bambino comincia a diventare consapevole di sé con due interazioni: una caricata positivamente e una negativamente.
Sullivan - Bisogni di sicurezza: ambito sociale e culturale il bambino ha bisogno della madre che gli consente di raggiungere gli obiettivi desiderati e che lo protegga dall'insicurezza e dall'impotenza.
Il bambino continua a sperimentare interazioni piacevoli e spiacevoli e si sente in relazione con quello che capita intorno a sé e vorrebbe essere libero. Il bisogno di sicurezza è la libertà dall'angoscia.
A partire dall'anno di vita il bambino registra le sue apprensioni, ovvero le situazioni che gli causano angoscia, e capisce come controllare l'angoscia materna e capisce che se controlla questa anche la mamma sarà
più tranquillae quindi lui sarà più libero dall’angoscia.Il bambino attua questa integrazione mettendo insieme le due correnti diinterazione capisce che la buona madre e la cattiva madre sono la stessa persona. Si evolve a questo punto un sistema che non ha niente a che fare con l’io, con l’Es e con il super io è la prima volta che il sé viene introdotto in psicanalisi, quindi noi funzioniamo in base a un sistema sé che è deputato a mettere il bambino in sicurezza e distoglierlo dall’angoscia e dalle cose che lo fanno stare male. Il bambino per fare questo evoca dentro di sé degli altri immaginari, questo è alla base della nostra capacità di previsione di ciò che accadrà. Per tutto il corso della vita in tutte le situazioni interpersonali ci sa