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INTERIORIZZAZIONE DEL GENITORE,

rimane orientata verso i genitori resli nel mondo esterno e cerca risposte reali da loro; parte del sè viene orientata

invece verso i genitori immaginari a cui è legata.

Una volta che l'esperienze con i genitori sono state scisse e interiorizzate, si verifica un'aulteriore scissione tra gli

aspetti seducenti dei genitori ( oggetto eccitante ) e gli aspetti frustranti e deludenti ( oggetto rifiutante).

L'emotività desiderata assume la forma dell'oggetto eccitante e la distanza inevitabile la forsma dell'oggetto

rifiutante. L'io di conseguenza si scinde ulteriormente:

parte dell'io si lega all'oggetto eccitante , la parte del se che sperimenta desideri e speranze continui= io libidico.

Parte dell'io si identifica con l'oggetto del sè, la parte del sè che è arrabbiata e piena d'odio=io antilibidico.

LA SITU AZIONE PSICOANALITICA

il paziente anche se va alla ricerca di qualcosa di nuovo, inevitabilmente vive l'analista come un oggetto vecchio,

cattivo. Se l'analista non viene vissuto attraverso vecchi modelli, non è importante, e non si impegna

profondamente. Per fairbairn non è la ricerca inconscia del piacere che imprigiona l'analizzando nella nevrosi; la

nevrosi incarna le uniche forme di relazione con gli altri in cui l'analizzando crede. Si sente in contatto con gli

altri, sia nel mondo reale sia con le presenze del suo mondo interno, soltanto attraverso stati d'animo dolorosi e

modelli di comportamento autolesionistici. È convinto che rinunciare a questi stati dolorosi e a questi vecchi

modelli lo condurrebbe all'isolamento totale, all'abbandono, all'annientamento. 23

L'insight, da solo, non permette all'analizzando di rendersi conto dell'inanitò dei suoi tentativi nevrotici; il

paziente non risce a immaginare di essere sè stess facendone a meno. Nessuno può rinunciare ai potenti legami con i

vecchi oggetti, da cui ha imparato a dipendere, a meno che non sia convinto che sono possibili nuovi oggetti, che c'è

un altro modo per entrare in relazione con gli altri, all'interno nel quale si sentirà visto e toccato. Perchè

l'analizzando possa rinunciare alle vecchie forme del legame con l'analista, quelle transferali, deve cominciare a

credere in modelli di relazione nuovi, meno limitati.

5.NAR CISISMO

Il termine prende il nome dal celebre personaggio della mitologia greca creato da Ovidio nelle Metamorfosi.

Il racconto narra di un giovane di rara bellezza e di straordinaria vanità, figlio del dio Cefiso e della ninfa Liriope,

così preso da sé da rifuggire il mondo e l’amore degli altri. il veggente Tiresia gli predisse lunga vita a patto che non

conoscesse se stesso.

All’età di sedici anni la bellezza di Narciso era tale, che uomini e donne si innamoravano di lui, ma il giovane li

respingeva sempre con fermezza.

Di Narciso si innamora perdutamente la ninfa Eco la quale viene però sdegnosamente respinta e in preda al dolore

e alla vergogna per il rifiuto subito vaga per valli e caverne fino a quando il suo corpo si consuma e di lei non resta

che la voce. La dea Nemesi, per punire la superbia del giovane, lo condanna ad un amore impossibile: quello per la

propria immagine che egli vede, per la prima volta, riflessa nell’acqua di uno stagno. Nel disperato tentativo di

raggiungere e congiungersi con questa immagine Narciso annega. Al suo posto nasce un fiore che prenderà il suo

nome.

Il mito e le sue suggestioni, di carattere etico ed estetico, hanno trovato ampia risonanza nell’ambito filosofico,

letterario ed artistico. Nel linguaggio comune, la definizione di narcisista ha una connotazione negativa e si

riferisce a persone con atteggiamenti eccessivamente egocentrici, poco empatiche e sostanzialmente disinteressate

agli altri.

Con la psicoanalisi il narcisismo diventa un concetto centrale individuato come elemento costitutivo, origine della

soggettività umana da Freud in poi, gli studi sul narcisismo approfondiranno le sue possibili evoluzioni in senso

sano e patologico.

Storia del narcisismo

una prima lettura viene proposta dallo psichiatra H. Ellis (1892) al fine di descrivere un aspetto patologico della

vita sessuale, legato all’autoerotismo, allorché un soggetto tratta il proprio corpo come oggetto sessuale fonte di

desiderio e di piacere.

successivamente nel 1899 lo psichiatra H. Näcke lo utilizzerà riferendosi alle perversioni sessuali. in una prima

fase, Freud riprenderà queste tesi in relazione all’omosessualità e all’eziopatogenesi della paranoia.

Nel suo studio sull’infanzia di Leonardo da Vinci (1910) descrive il meccanismo per cui l’investimento libidico

porta a una scelta omosessuale dovuta alla fissazione sui bisogni erotici della figura materna e attraverso

l’identificazione con lei

“[…[ il ragazzo mette se stesso al posto della madre, si identifica con lei e prende la sua stessa persona [se stesso]

24

come un modello a somiglianza del quale egli sceglie i nuovi oggetti del suo amore […] Egli trova gli oggetti del suo

amore lungo la via del Narcisismo”.

Nella psicosi (Il caso Schreber, 1911) il narcisismo diventa la manifestazione patologica del ritiro dell’investimento

libidico dagli “oggetti” e quindi dalla realtà esterna;

Freud in questo senso concorda con quanto già sostenuto da Abraham (1908) a proposito della demenza precoce.

Successivamente Freud(Totem e tabù, 1912) ridefinisce il narcisismo come fase intermedia dell'evoluzione sessuale

che si colloca tra l'autoerotismo e l'amore oggettuale, nel 1914 riprenderà questa tesi nel saggio Introduzione al

narcisismo, il punto di svolta della sua teorizzazione sul narcisismo

In questo importante lavoro il narcisismo viene rivisto come una forma d'investimento pulsionale necessario alla

vita soggettiva, dunque non più una condizione psicopatologica mauna struttura all'origine della formazione

dell'Io: “[…] un completamento libidico dell'egoismo della pulsione di autoconservazione”. le pulsioni sessuali che

in origine si manifestano in modo caotico e disorganizzato si legano al primo oggetto d’amore – l’Io – che è,

innanzi tutto, Io corporeo. Con la costruzione della seconda topica

(Es, Io e Super­Io) Freud distingue due forme di narcisismo:primario e secondario.

Il narcisismo primario è legato alla prima fase dello sviluppo del bimbo che vive in uno stato indifferenziato non

essendo ancora in grado di distinguere tra sé e l’altro, tra l’interno e l’esterno

prototipo del narcisismo primario: vita intrauterina.

Freud mette in rilievo la posizione dei genitori nella costituzione del narcisismo primario del bambino “His majesty

the baby”.

Il loro amore nei confronti del figlio “che deve appagare i loro sogni e desideri irrealizzati” è una reviviscenza del

loro narcisismo tornato a nuova vita (1914).

Il narcisismo secondario è una situazione psichica più tardiva che comporta l’investimento libidico nei confronti di

un oggetto esterno il quale, al tempo stesso, viene vissuto “come il proprio io”.

Narcisismo secondario: nasce dal fallimento del narcisismo primario nel tentativo di ricostruire l’illusione di

completezza di sicurezza e di piacevolezza garantite dal narcisismo primario

Tale passaggio costituisce il momento inaugurale del riconoscimento dell’alterità: un intervento esterno che soccorre

e aiuta il bimbo nella sua impotenza fisiologica (Hilflosigkeit). l disturbi narcisistici Freud credeva che tutta

l'energia libidica del bambino fosse inizialmente diretta verso il Sé, una condizione che definì narcisismo primario.

Il bambino, immerso in quella esperienza precoce magica che Freud definisce onnipotenza del pensiero si sente

perfetto dotato di ogni potere.

Le prime occasioni di frustrazione della gratificazione delle fantasie onnipotenti interrompono

l’illusione narcisistica del bambino. Incapace di assicurarsi la gratificazione per questa via,

il bambino rivolge la sua energia libidica all'esterno, verso gli altri, alla ricerca di una gratificazione tangibile,

seppure imperfetta.

In questo processo, la libido narcisistica normalmente si trasforma in libido oggettuale, e il bambino fa dei genitori i

suoi primi oggetti d'amore. L'attaccamento ai genitori, e le fantasie edipiche che si sviluppano all'interno

dell’Edipo, pongono l'ostacolo psichico successivo; se il bambino non riesce a rinunciare alle fantasie incestuose,

fissa la sua libido sugli oggetti d'amore infantili e diventa nevrotico. se da adulto inizia una psicoanalisi, il

transfert di quei tenaci attaccamenti infantili sull'analista permetterà loro di essere vissuti intensamente, per

essere interpretati dallo psicoanalista.

Nella teoria di Freud libido oggettuale e libido narcisistica sono inversamente proporzionali.

freud paragona la libido al protoplasma dell'ameba: più protoplasma è presente nel corpo centrale dell'ameba,

meno ce n'è negli pseudopodi che se ne dipartono e viceversa; maggiore è l'interesse verso sé stessi, meno energia è

disponibile pper gli attaccamenti verso gli altri. Freud riteneva che gli stati schizofrenici fossero il prodotto di un

massiccio ritiro della libido dai suoi oggetti fino a raggiungere una condizione di narcisismo secondario, che spinge

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l'individuo addirittura al di là dei legami infantili verso i genitori, fino allo stato di egocentrismo magico che

caratterizza i primi mesi di vita. In questa situazione il paziente non può trasferire i legami libidici con i genitori

sull’analista, perché non ha legami da trasferire. Qualche analista ancora oggi continua a ispirarsi a questa teoria

del narcisismo per spiegare le difficoltà cliniche che deve affrontare con le persone che soffrono di disturbi

narcisistici

Il transfert narcisistico: la prospettiva classica Per Freud il transfert divenne l’aspetto centrale

del trattamento psicoanalitico. La scoperta di tendenze conflittuali inconsce deve avvenire dentro un contesto

emotivamente carico, in cui il paziente vive con l'analista emozioni intense e conflittuali che hanno le loro radici

nella sua infanzia. Freud (1912) definì la capacità di sviluppare il transfert come una condizione irrinunciabile

per il trattamento psicoanalitico

“È su questo campo che si deve vincere: una vittoria la cui espressione è la guarigione definitiva della nevrosi”.

Freud (1912). Dinamica della traslazione. Vol.6 Poiché quando si è detto e fatto tutto, è impossibile distruggere

qualcuno in absentia o in effigie

Per Freud il transfert divenne un aspetto così fondamentale dell'analizzabilit&

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A.A. 2016-2017
39 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher baby.1996 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Mazzeschi Claudia.