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LA PSICOLOGIA DELL'IO
Le funzioni principali dell'Io consistevano nel rappresentare la realtà e, attraverso la
costruzione di difese, nell'incanalare e controllare le spinte pulsionali interne di fronte alla
realtà.
Ciò che distingue il modello della psicologia dell'Io è l'attenzione particolare dedicata al
tentativo di conservare la teoria pulsionale di base.
Anna Freud: teoria delle difese
Il modello strutturale, descriveva una psiche che ospitava la lotta fra Io, Es e Super-Io.
Secondo questo modello, la nevrosi è il risultato di un compromesso che viene raggiunto
inconsciamente da questi elementi fondamentalmente antagonisti: l'Es, che spinge per la
gratificazione dei desideri infantili; il Super-Io, che lotta per impedire questa gratificazione
proibita dal punto di vista morale; e l'Io che media tra le esigenze dell'Es, del Super-Io e del
mondo esterno.
Praticamente L'Io elabora una strategia che permette una gratificazione pulsionale, ma
incanala tale gratificazione attraverso un sistema complesso di accorte difese.
La presenza della difese inconsce nella vita psichica del paziente, è perfettamente accettabile
dal paziente (ego sintonica), come un elemento centrale nell'organizzazione della personalità.
Secondo A. F. nel caso delle difese anziché aspettare che le associazioni libere del paziente si
bloccassero per poi interpretare il contenuto dell'Es che si supponeva fosse alla base, l'analista
avrebbe dovuto distinguere più attivamente il sottile lavorio delle operazioni difensive
all'interno delle associazioni stesse che le comprometteva e le distorceva.
Secondo la formula più comune erano il conflitto interno e il conseguente senso di colpa
superegoico a far scattare l'attività difensiva dell'Io.
A. F. chiarì che le difese, come ad esempio la negazione, possono essere chiamate in causa
anche da un dispiacere che ha la sua fonte nel mondo esterno.
Valutazione della struttura psichica
L'Io del paziente di Kris mediava con successo il conflitto tra i desideri infantili e il codice
morale superegoico, istituendo un astuto sistema di difese che utilizzava la simbolizzazione, lo
spostamento e la proiezione per nascondere il conflitto e assorbirlo senza attriti nella
personalità presente.
Il muro di Angela, un aspetto del funzionamento del suo Io chiamato in causa per proteggerla
nel corso di tutta l'infanzia, aveva una aspetto primitivo ed era evidente.
Il primo paziente avvertiva una distanza tra sé e il suo desiderio di castrare il padre, anche
dopo aver accettato l'interpretazione cruciale di Kris: gli sembrava un'idea sconvolgente,
sebbene affascinante.
I desideri di Angela erano invece intensi e potenti, primitivi e non inibiti.
HEINZ HARTMANN
Padre della psicologia dell'Io...Il bambino è costretto a pensare e reagire in modo realistico per
evitare il dispiacere delle pressioni pulsionali montanti... H. pose l'accento sul concetto che gli
animali sono progettati, grazie alla legge della sopravvivenza del + adatto, x essere altamente
adattati all'ambiente che li circonda, in modo che ci sia una continua "relazione reciproca tra
l'organismo e il suo ambiente" H. non immaginava un bambino che fluttua in un mondo di sogno e
viene bruscamente costretto a darsi da fare, ma1bambino che arriva nel mondo con le
potenzialità dell'Io già presenti dentro di sè, in attesa che le condizioni ambientali ne
inneschino la crescita...
H. avviò un'indagine dello sviluppo adattivo non conflittuale...cominciò a ordinare e catalogare le
attività dell'Io a seconda della loro origine, della loro funzione attuale e modificata e della
specificità delle loro relazioni reciproche... Postulò poi 1processo che definì neutralizzazione
attraverso il quale l'Io elimina la natura sessuale e aggressiva delle pulsioni, modifica la natura
stessa delle pulsioni!!!!
RENE’ SPITZ
qualunque sia il potenziale psicologico innato che l'essere umano possiede, la sua realizzazione è
impossibile in assenza di legami emotivi con un'altra persona(ex.bambini orfanotrofio)... Mentre Freud
aveva sostenuto che la deprivazione era uno stimolo x lo sviluppo dell'Io, perche rendeva necessaria la
svolta cruciale verso la realtà, lo studio di S. sui neonati che "non prosperano" mostrò in modo
drammatico
che il "muro della realtà" è mortale in assenza del tocco amorevole di chi si prende cura del bambino.
L'oggetto libidico viene a trovarsi attaccato alla pulsione attraverso l'esperienza, grazie alla sua
utilità nel ridurre la tensione pulsionale. Per Freud la natura del processo di identificazione fu
ritenuta difensiva; una manovra psichica diretta a tentare di mitigare l'esperienza frustrante
della perdita. Quando l'oggetto non è più disponibile a causa di un conflitto, l'oggetto viene
interiorizzato x permettere la gratificazione immaginaria. L'identificazione con l'oggetto è
una compensazione che si accetta con riluttanza quando la gratificazione pulsionale diretta non è
possibile. S. aggiunse agli obiettivi libidici dell'Es 1serie di capacità che derivano e si sviluppano
nell'Io,che permettono il dispiegarsi del senso del prendersi cura e di un legame personale
profondamente gratificante. Avere un oggetto libidico rappresenta 1conquista evolutiva che
riflette la complessa capacità psicologica di stabilire un attaccamento selettivo, molto
personale, che viene mantenuto anche in assenza di quella persona.
S. paragona il neonato a un cieco a cui venga restituita la vista… In questo incontro la madre
funziona da “Io ausiliario” per il bambino, ne regola l’esperienza finchè il bambino sviluppa la
capacità dell’ Io di gestire e regolare l’esperienza in modo autonomo. Egli concluse che tra il
neonato e la madre si sviluppano complessi schemi interattivi, una sorta di “dialogo”, azione reazione
azione. Inizialmente la madre comunica usando un “sistema sensoriale totale”; il
bambino è recettivo nei confronti dei segnali espressivi…
Dall’osservazione che nell’atteggiamento comportamentale del bambino verso gli altri si
verificano cambiamenti prevedibili, S. concluse che queste manifestazioni esterne, che definì
“indicatori” sono segnali di una complessità psicologica interna crescente, e segnano punti di
svolta evolutivi critici, che egli chiamò “organizzatori psichici”(sorriso-3mesi). Ad 8 mesi si ritira
di fronte al volto di un estraneo (angoscia dell’estraneo): la presenza di un estraneo gli segnala
l’assenza della madre.
Ad esempio il “no” del bambino è l’indicatore esterno dell’identificazione preedipica con la madre,
compresa la capacità di giudizio e di concettualizzazione.
MARGARET MAHLER
La M. avviò un'indagine più costruttiva dei disturbi infantili gravi… considerava cruciali i fattori
ereditari e costituzionali e l’impatto di esperienze traumatiche precoci nei disturbi della
simbiosi. La madre fornisce all’Io immaturo del suo bambino la fondamentale “funzione di
rispecchiamento”. Se la madre è imprevedibile, instabile, ansiosa, tale funzione viene
compromessa e il futuro funzionamento indipendente del bambino diviene problematico.
Nell’ex di Stanley, quando era tranquillo sembrava non essere altro che una parte dell’ambiente
in uno stato di coesione; sentendosi sul punto di scomparire psichicamente era costretto ad
affidarsi a meccanismi esterni di rassicurazione con i quali cercava di stabilire un qualche tipo
di definizione esterna che contenesse una qualche sostanza interna…
“narcisismo primario”..in questi primi mesi il bambino emerge dal “guscio autistico” ed entra
nella più primitiva delle relazioni umane, la “simbiosi normale”.. La differenziazione, la prima
fase, è segnalata dall’aumentata prontezza del bambino e dallo “schema visivo bifasico
prototipico” la normale modificazione dello sguardo(verso l’esterno-verso la madre), fino ai
9mesi quando la capacità di locomozione attiva e lo sviluppo fisico introducono la sottofase
della sperimentazione, come se fosse 1sola persona con la madre di cui condivide
l’onnipotenza. Durante il riavvicinamento(15-24mesi) il bambino sperimenta 1squilibrio
psichico cruciale; a questo punto porta con se la consapevolezza dolorosa che è proprio la
mobilità a dimostrare la separatezza psichica dall’unione simbiotica con la madre… Possono
sorgere problemi di natura preedipica che ruotano intorno al ruolo della madre e prendono in
considerazione la frattura evolutiva nella formazione delle strutture psicologiche che alla fine
avranno 1parte in questi conflitti edipici.
E. JACOBSON
La libido, 2° Freud, è inizialmente diretta verso l’interno(libido narcisistica)e soltanto
secondariamente viene diretta verso gli oggetti, affermando che anche l’aggressività all’inizio è
rivolta all’interno, e deriva dalla pulsione di morte. La sua formulazione della pulsione di morte
e del masochismo erogeno primario faceva derivare questi canali di energia da fonti totalmente
costituzionali non influenzate dalla relazione del bambino con l’ambiente umano. La J. Fece
l’ipotesi che le pulsioni non siano “date”, ma piuttosto vengano predeterminate biologicamente,
come delle potenzialità innate. L’esperienza che predomina nella vita del bambino è
soddisfacente, la libido emerge gradualmente da una serie di esperienze buone e diventa
1solida forza motivazionale. Poiché l’esperienza viene trattata soggettivamente, non esiste
qualcosa che si possa definire semplicemente una ”buona” madre in senso soggettivo, ma esistono
soltanto cure materne che fanno sentire bene quel particolare bambino. A circa 6 mesi di vita il
bambino è in grado di distinguere le immagini di sé dalle immagini degli altri. La J. Sostenne
che l’integrazione di immagini buone e cattive deve facilitare la capacità di integrare stati
emotivi conflittuali. Il Super-Io si sviluppa nel corso di un lungo periodo di tempo, durante il
quale l’esperienza che il bambino ha dell’ambiente umano viene continuamente interiorizzata,
trasformando gli stimoli e i desideri di origine pulsionale. Le prime esperienze preedipiche con
la madre influenzano la formazione del Super-Io(esper. Di gratificazione e di frustrazione).
La libido fornisce il collante psichico ai processi evolutivi. L’aggressività stimola la
consapevolezza delle differenze promuovendo la separazione e il formarsi di immagini