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CASO CLINICO DI DORA
Il caso clinico di Dora è un frammento di analisi, poiché la giovane paziente decise di sua volontà di interrompere il trattamento dopo 3 mesi. I problemi di salute di Dora cominciarono all'età di otto anni (difficoltà respiratorie, emicranie, svenimenti, petite histerie, depressione) e la diagnosi proposta da Freud è di ossia una forma di isteria nella quale le manifestazioni sintomatologiche non presentano quegli eccessi propri delle forme più gravi.
La famiglia di Dora occupa un ruolo importante:
- il padre è la figura dominante → Dora si trovò nella condizione di prendersi cura del padre dando vita a un legame in qualche modo "morboso" con lui
- la madre è presentata come una donna mediocre, poco attenta ai problemi della famiglia e affetta dalla "sindrome della massaia", poiché le sue attenzioni erano rivolte alle faccende domestiche
- il fratello, maggiore di un anno,
manifestamorboso investimentoin un nei confronti della figura del padre, che si era manifestataanche nei confronti del signor K. In lui, la ragazza, cercherebbe il padre che la rifiuta.investimento omossessualeFreud ritiene che sia rintracciabile anche un di tipo di Doranei confronti della signora K, che era riuscita in ciò che Dora aveva fallito: attirarel’attenzione del padre di Dora.Il primo sogno di Dora che Freud riporta si era già presentato più volte prima che leigliene parlasse e quando la paziente si trovava nella località in cui si era svolta lascena nei pressi del lago col signor K (scena in cui l’uomo tenta di baciare Dora).L’analisi del sogno messa in atto da Freud consiste nel condurre la paziente a unpercorso di libere associazioni prendendo in esame ogni elemento del sogno. Tale era ilsogno:“La casa era in fiamme; mio padre, in piedi accanto al mio letto, mi diceva di alzarmi;mi vestii in fretta. Mia madre voleva
padre che mi diceva di andare via, di lasciare tutto e di non tornare più. Mi sentii tradita e abbandonata, ma decisi di seguire il suo consiglio e partire. Mentre camminavo per le strade sconosciute, mi sentivo libera e leggera, come se finalmente avessi lasciato alle spalle il peso del passato. Mi sentivo pronta ad affrontare nuove avventure e a scoprire nuovi luoghi. Il sogno si concluse con me che camminavo verso l'orizzonte, pronta a iniziare una nuova vita.madre; mi diceva che siccome avevo lasciato casa senza che i miei genitori lo sapessero, non mi aveva voluto scrivere per dirmi che papà stava male. 'Ora è morto, e se vuoi puoi tornare'. Allora mi diressi verso la stazione e chiesi per un centinaio di volte: 'Dov'è la stazione?', e ogni volta mi veniva risposto: 'A cinque minuti'. Poi vidi un bosco fitto davanti a me e qui lo chiesi ad un uomo che incontrai: 'più di due ore e mezzo' mi rispose, e si offerse di accompagnarmi; io però rifiutai e proseguii da sola. Vidi la stazione davanti a me, ma non potevo raggiungerla. Poi mi ritrovai a casa: dovevo avere viaggiato nel frattempo, ma non me ne ricordavo. Entrai nella guardiola della portiera, e domandai dove fosse il nostro appartamento; ma lei mi aprì la porta e replicò che mamma e gli altri erano già al cimitero."
-vagare nella città sconosciuta→ Dora qualche giorno prima
Aveva cercato un album con foto di una località turistica e questo album le era stato donato da un giovane che voleva chiederle di sposarlo - "domando un centinaio di volte" - ricorda un episodio della sera prima in cui il padre le aveva chiesto un cognac e lei non trovando la chiave della dispensa si era rivolta più volte alla madre - "dov'è la scatola" / "dov'è la chiave" - sono domande a sfondo sessuale - lettera - rappresenta una fantasia di vendetta nei confronti del padre che non aveva creduto alla figlia quando gli aveva raccontato del signor K. Freud ritiene anche che nel sogno possa celarsi un desiderio di deflorazione che spaventa e allo stesso tempo attira Dora. A causa dell'improvviso ritiro di Dora dalla cura, Freud affronta il tema del transfert - necessario è un requisito al trattamento, ma assume ancora sfumature negative: non potendo essere evitato, deve essere considerato una sorta.
di prodotto creato dalla alleatomalattia e combattuto. Il transfert può diventare un dell’analista, laddove quest’ultimo riesca a coglierlo intuitivamente e a restituirne il senso al paziente. Freud riconosce un suo limite nell’applicazione della tecnica psicoanalitica, ma attribuisce a Dora un acting out derivante dalla sua incapacità di elaborare in seduta quanto provato verso il signor K. Quindici mesi dopo, fu la paziente a ripresentarsi, apparentemente per chiedere aiuto: in realtà per informare Freud che aveva rivisto i signori K. In tale visita aveva affrontato le questioni lasciate aperte: la signora K non aveva negato la relazione col padre di Dora e il signor K era stato da lei indotto ad ammettere la scena del lago, da lui sempre negata.
COME FUNZIONA L’INCONSCIO
Psicopatologia della vita quotidiana (1901) è un’opera divisa in 12 capitoli in cui Freud vuole valorizzare fenomeni ritenuti espressione di forze psichiche di cui il
soggetto è solo in parte consapevole. L'autore mette in evidenza come, a volte, le nostre capacità attentive non riescono a recuperare nella memoria un nome proprio e come, al posto di quello cercato, se ne presenti un altro. Freud stesso riferisce di una propria sovrapposizione tra episodi esperienza per la quale risulta che abbia luogo una appartenenti al passato dell'individuo di scarso significato, ma ben ricordati, e altri episodi molto più significativi, ma rimossi. Ciò è dovuto al progressivo crearsi di un legame tra evento reale, suo significato psichico e suo ricordo. Per spiegare cosa avviene nelle situazioni in cui la nostra prestazione è difettosa, Freud parla del reciproco disturbo, o interferenza, che ha luogo tra due diverse intenzioni o tendenze: - tendenza perturbata → collegata al comportamento che risulta modificato rispetto all'intenzione originaria - tendenza perturbatrice → costituisce ciò che èintervenuto a modificare il comportamento suddetto e può essere più o meno pesante comportamento normale sintomo
È possibile intravedere il sottile confine fra e →inteso come possibile espressione di una nevrosi; ed è compito dell’analista interpretare questo ripetuto atto mancante che può diventare sintomo. È importante avviare nel paziente una riflessione su quanto avvenuto e farlo accedere a un’area inconscia in cui è presente una quota d’aggressività nei confronti dell’analista o una quota di resistenza all’analisi, che non trova altra modalità espressiva che quella dell’atto mancato ripetuto.
Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (1905) pone al centro dell’attenzione il punto di vista dinamico (rapporto di forza fra i tre sistemi psichici) e conferma una visione del funzionamento mentale basata sul concetto di energia psichica. L’opera si compone di tre parti:
PARTE ANALITICA fine a sé stesso
Secondo l'autore in certi casi il motto è e non è subordinato ad alcuna intenzione, in altri casi si pone al servizio di un'intenzione siffatta e diventa tendenzioso. Questo tipo di motto può essere subordinato a due tendenze:
- ostile → al servizio dell'aggressività, della satira, della difesa
- oscena → al servizio della denudazione
Il motto richiede la presenza di tre persone:
- chi dice il motto
- quella oggetto dell'aggressione
- quella in cui si attua il proposito del motto (produrre piacere), è l'ascoltatore inattivo che ride del motto e ne gode l'effetto di piacere: nel caso della tendenza oscena tale ascoltatore, inizialmente elemento di disturbo, diventa alleato di chi crea il motto.
2) PARTE SINTETICA
Per capire quale sia il meccanismo capace di generare piacere all'ascolto di un motto alleviamento del dispendio psichico di spirito, Freud fa sua l'ipotesi di
Un in atto orisparmio di quello necessario, nel momento in cui il motto ci sgrava di molte di quelle costrizioni determinate dall'educazione, una quota di questa energia liberatasi si trasforma in riso.
La comunicazione del motto a una terza persona ha diversi scopi:
- Dare la certezza che il lavoro di costruzione del motto è ben riuscito
- Sommare il mio piacere a quello dell'altro
- Compensare il venir meno della novità
C'è un risparmio di energia in loco nella persona che produce il motto, ma il vero senso di alleviamento si ha facendo intervenire una terza persona.
3) PARTE TEORICA
Tentativo di trovare elementi di accomunamento fra motto di spirito e sogno; anche se due fenomeni avvengono si basano su processi mentali diversi, Freud dimostra che alcune caratteristiche del lavoro onirico si ritrovano in azione mentre si crea un motto di spirito: condensazione, spostamento, raffigurazione di contenuti di pensiero.