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SINTOMI MOTIVAZIONALI
In primo luogo è da considerare la chiusura sociale del bambino che si manifesta attraverso la diminuzione dei contatti che il soggetto ha con adulti o coetanei. Può presentare una gravità che va da una moderata riduzione del tempo passato con altri, fino a un evitamento dei contatti sociali in cui manca il riconoscimento dell'esistenza degli altri.
Altri sintomi sono l'ideazione o i comportamenti suicidari (di solito dopo i 10 anni), che possono essere stimati sulla base del contenuto dei pensieri in relazione al suicidio, e in base al grado di disperazione dei pensieri del bambino.
In concomitanza con la depressione, molti bambini presentano un peggioramento del rendimento scolastico, in quanto appaiono demotivati ad apprendere a conoscere.
SINTOMI FISICI E NEUROVEGETATIVI
Un sintomo relativo a quest'area è quello dell'affaticamento che si riferisce alla sensazione di stanchezza e/o alla mancanza di energia necessaria per agire.
Questo sintomo si manifesta nella forma più lieve come una leggera diminuzione dell'energia, fino ad assumere forme più gravi impattando sulle attività quotidiane del bambino. Il cambiamento dell'appetito può essere associato all'esordio della depressione; infatti la perdita di peso è uno dei sintomi più comuni tra i bambini depressi. Ci sono poi i sintomi psicosomatici che fanno riferimento a tutte quelle situazioni in cui il bambino esprime il suo malessere attraverso dolori fisici. In questa categoria rientrano poi i disturbi del sonno. Quadri sintomatici in relazione all'età I bambini depressi sono, dunque, bambini tristi, consapevoli di esserlo, anche se si può assistere ad una negazione di tale tristezza che viene normalizzata o espressa in maniera paradossale o poco chiara; sono preoccupati, spesso chiedono conferma agli altri dell'amore che provano per loro, non riuscendo tuttavia ad esprimere il.propri bisogni e desideri. L'adolescenza è un periodo di grandi cambiamenti fisici, emotivi e sociali, e i sintomi depressivi possono manifestarsi in modi diversi rispetto all'età adulta. I giovani possono sperimentare una mancanza di interesse per le attività che un tempo trovavano piacevoli, una sensazione di tristezza persistente, una bassa autostima e una perdita di energia. Possono anche avere difficoltà a concentrarsi a scuola e a mantenere relazioni sociali sane. È importante che gli adolescenti ricevano il sostegno e l'attenzione di cui hanno bisogno durante questo periodo critico. Gli adulti di riferimento, come genitori e insegnanti, devono essere consapevoli dei segnali di depressione e pronti ad offrire supporto e aiuto. La consulenza psicologica può essere un'opzione utile per gli adolescenti che lottano con la depressione. Un professionista esperto può aiutare a identificare le cause sottostanti della depressione e fornire strategie per affrontarla in modo sano. In conclusione, è fondamentale riconoscere e affrontare i sintomi depressivi negli adolescenti, offrendo loro amore, affetto e protezione. Solo così potranno superare questa fase difficile e svilupparsi in modo sano e equilibrato.Sé l'esperienza vissuta. Quindi in questo periodo evolutivo le fisiologiche variazioni dell'umore sono fondamentali per la maturazione e strutturazione della personalità. Sentimenti depressivi anche intensi, sono caratteristici di questo periodo dell'esistenza e appartengono al processo di sviluppo in corso. L'adolescente tende, generalmente, ad avere periodi di noia, disinteresse e scarsa autostima, alternati, tuttavia, a momenti di piacere, passione e gioia. Un genitore di un adolescente può quindi arrivare facilmente a chiedersi se l'umore negativo del proprio figlio sia "normale" oppure se sia necessario consultare un specialista. Un importante criterio per questa decisione è la durata dei sintomi: se essi sono presenti tutti i giorni per quasi tutto il giorno per la durata di due settimane, è possibile che si tratti di un episodio depressivo. È inoltre importante considerare se i sintomi sono presenti in un solo
ambito o se pervadono ogni ambito della vita del ragazzo. Un altro aspetto importante è che spesso gli adolescenti con depressione inizialmente tendono a chiedere aiuto, perché faticano a sopportare la sofferenza emotiva. Tuttavia, se prevale in loro il pensiero pessimistico, questi possono convincersi che non sia possibile fare nulla e che sia quindi inutile chiedere aiuto e/o provare a reagire. Depressione e Attaccamento In letteratura, mentre non ci sono evidenze univoche sul rapporto tra attaccamento evitante e sintomi depressivi, vi è un accordo nel ritenere il pattern di attaccamento ansioso-ambivalente una condizione a rischio. Questo a causa delle strategie di regolazione delle emozioni tipiche dei soggetti ansioso-ambivalenti. La associazione tra attaccamento ansioso ambivalente e sintomi depressivi viene spiegata attraverso il ruolo di mediazione svolto dalle strategie di iper-attivazione utilizzate da questi soggetti. Queste strategie determinano una esagerataAttenzione alle situazioni e al comportamento degli altri allo scopo di analizzarli e anticipare eventuali difficoltà e svalutazioni del sé. Il senso di svalutazione e di disperazione comporta la svalutazione dei successi ottenuti e d'altro canto la sopravvalutazione dei fallimenti. In questo modo si attivano scompensi che si manifestano con una disperazione che tende ad essere generalizzata e a coprire tutti i settori della propria esperienza. Gli scompensi sono caratterizzati tutti dalla rabbia che li controlla in modo inadeguato, facendo oscillare il soggetto tra autoimputazioni e autocommiserazione spingendolo potenzialmente verso comportamenti autodistruttivi.
Comorbidità: è possibile affermare che la patologia depressiva è caratterizzata quindi dalla presenza di un certo numero di sintomi depressivi, associati a specifici sentimenti (tristezza, senso di inadeguatezza, vergogna, paura di non essere amati e/o accettati, sensazione di esclusione dal gruppo,
senso di colpa, incapacità nell'espressione e gestione della propria aggressività), di durata ed intensità maggiori, tali da determinare una compromissione globale del funzionamento cognitivo, emotivo e relazionale dell'individuo. Numerose ricerche hanno dimostrato che, in età evolutiva, la sintomatologia depressiva si presenta molto frequentemente associata ad altre patologie psichiatriche. Le comorbilità più frequenti sono: - Disturbi d'ansia - Disturbi del comportamento - Abuso di sostanze - Disturbi di personalità - Disturbo da tic - Psicosi miste Esiste, inoltre, un'elevata incidenza di patologia depressiva associata ai disturbi di sviluppo, quali disturbi di linguaggio, disturbi di apprendimento verbali e non verbali, ritardo mentale. Un'altra associazione frequente è quella tra disturbo depressivo e disturbo dell'alimentazione. Le interazioni complesse che si creano tra i diversi disturbi possono rendere la diagnosi e il trattamento della depressione più complessi e richiedere un approccio multidisciplinare.Vari sintomi, tra i sintomi e le variabili connesse allo sviluppo e alla peculiarità delle risposte ambientali possono esercitare una sorta di mascheramento o di distorsioni su ciascun sintomo, riducendo quindi la sua significatività specifica in riferimento ai singoli quadri psicopatologici. Ciò rende sempre molto difficile il riconoscimento di vere comorbidità e/o la diagnosi differenziale. È necessaria, pertanto, una corretta analisi del profilo di sviluppo del singolo bambino per una appropriata comprensione del quadro clinico e per valutare le priorità degli interventi nei diversi momenti del percorso evolutivo.
Fattori associati all'esordio
FATTORI BIOLOGICI
Negli ultimi anni sono stati fatti molti passi in avanti nello studio dei fattori biologici associati all'esordio della depressione in età evolutiva. Il punto di partenza è l'idea secondo la quale la depressione è una malattia eterogenea derivante da una
Disfunzione di differenti sistemi neurotrasmettitoriali, metabolici, endocrini. La maggior parte delle teorie biologiche si focalizza su anomalie in uno o più dei sistemi neurochimici cerebrali che si localizzano in aree celebrali coinvolte nella regolazione affettiva.
Le evidenze genetiche: Studi longitudinali sono stati in grado di dimostrare che nei figli di soggetti affetti da depressione c'è un rischio di 3 volte maggiore di contrarre il disturbo depressivo e 6 volte maggiore per il disturbo distimico, rispetto alla popolazione generale. Connesso a questi, c'è un rischio maggiore di sviluppare altre patologie neuropsichiatriche in comorbidità con i disturbi depressivi. Gli studi sui gemelli avvalorano l'ipotesi genetica nella eziopatogenesi della depressione. Studi su gemelli omozigoti hanno messo in evidenza valori di concordanza pari al 76% se cresciuti insieme e del 67% se cresciuti separatamente, mentre, nei gemelli dizigoti, tali valori si
aggirano intorno al 19%. Questi dati sono un punto di partenza che spinge ad andare oltre per comprendere quanto questi sintomi siano riconducibili a motivazioni di natura genetica e quanto a motivazioni di natura ambientale. Infatti, se il maggior rischio depressivo può essere attribuito ad una maggiore "incidenza depressiva" nell'albero genealogico familiare, è fuori dubbio che le modalità relazionali di un genitore malato, nonché le assenze prolungate per eventuali ricoveri e la riduzione dei contatti sociali dell'intero nucleo familiare aumentino tale rischio. È, inoltre, da considerare non solo la possibile diretta eziologia genetica del disturbo depressivo, ma anche un indiretto effetto genetico sullo sviluppo cognitivo-emotivo-relazionale del soggetto che condiziona le sue esperienze di vita. A questo proposito, studi di genetica molecolare hanno individuato diverse regioni cromosomiche di suscettibilità per i disturbi.Dell'umore e hanno evidenziato associazioni preferenziali tra depressione maggiore e alcuni polimorfismi genici. In particolare, molti sono gli studi sul gene trasportatore della serotonina (la maggior parte degli antidepressivi agisce proprio su questa proteina) localizzato sul cromosoma 17.
Sono state studiate due varianti del polimorfismo di questo gene:
- La variante long incide sulle dimensioni dell'ippocampo, comportandone una riduzione significativa.
- La variante short incide invece su molti più parametri:
- Variazioni nella risposta dell'amigdala a stimoli che determinano una risposta emozionale
- Riduzione dei circuiti che regolano l'umore
- Modificazione della risposta agli eventi, con maggiore probabilità di sviluppare un disturbo depressivo in risposta a stressori ambientali
- Maggiore severità dei sintomi depressivi e aumentato rischio suicidario
- Temperamento ansioso e maggiore gravità dell'