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PTSD: DISTURBO DA STRESS POST-TRAUMATICO

Il disturbo post traumatico da stress

Bambini ed adulti che subiscono traumi sviluppano sintomi classificati in questo modo. Veniva classificato

nel DSM IV TR come disturbo d’ansia, nel DSM V è nei disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti.

Criteri:

a. Deve aver fatto esperienza di situazioni traumatiche: violenza, violenza fisica o sessuale. Facendovi

un’esperienza diretta, ma anche solo assistere alla violenza (es. assistere a violenza domestica).

Ci sono 3 tipo di possibilità:

1. Sintomi intrusivi: bambino tende ad avere pensieri che intrudono nelle situazioni quotidiane,

dell’evento. Flashback in cui ritorna l’evento. Ciò porta a giochi in cui il bambino ripete la situazione

traumatica. Oppure disegna la situazione traumatica, ciò può avvenire ripetitivamente. Anche i sogni

ricorrenti, incubi di situazioni simili al trauma o anche solo con vicende negative. Reazioni

dissociative: vive queste immagini come se risuccedessero. Non riesco a vivere nel presente, ma

torna l’esperienza. Il bambino o l’adulto che vede immagini che riportano l’esperienza traumatica

attivano l’esperienza di flashback. Hanno reattività forte a situazioni che possono ricordare il trauma

che ha subito. Trauma non rielaborato che torna.

2. Sintomi di evitamento: il soggetto tende anche a quanto può ad evitare di rivedere o ritrovare la

situazione. Evita conversazioni, immagini che ricordino l’evento. Per esempio non uscire di casa,

non andare dove ha vissuto i traumi. È ritiro, evitamento dalle situazioni traumatiche. Può dar luogo

ad un aspetto dissociativo in cui non ricorda più nulla del trauma. Si può arrivare a situazioni di

derealizzazione. E quindi questa situazione può portare a ingaggiare meno relazioni.

3. Di attivazione dell’arousal: agitazione che dà difficoltà ad addormentarsi, irritabilità, scoppi d’ira.

Anche nel bambino difficoltà di concentrarsi ed apprendimento. Risposta di allarme esagerata verso

le situazioni negative (ipervigilanza).

PTSD nei bambini piccoli: la stessa cosa circa. I bambini che subiscono abusi, vedono nell’altro più

emozioni negative di quante ne abbiano in realtà. Nei casi estremi abbiamo aspetti dissociativi, sentendosi

distaccato dal corpo o percependo il mondo come irreale.

Deve essere presente almeno da un mese, nell’adulto causa disagio significativo sul piano relazionale,

lavorativo. Possono comparire i sintomi entro 3 mesi, ma non sempre, può succedere anche più tardi.

C’è una remissione spontanea nel 50% dei casi, negli altri persistono e serve un intervento o trattamento.

Cosa rende più frequente il fatto che ci sia PTSD dopo trauma? La durata del trauma conta molto, se è un

solo evento è meno significativo rispetto alla cronicità dell’evento. Nella popolazione generale c’è nel

5/10% di possibilità. Nei bambini che hanno subito abusi sessuali, un’alta percentuale ha PTSD.

Cosa aumenta o diminuisce gli effetti del trauma? La personalità del bambino, la sua vulnerabilità, se aveva

già problemi nell’area del disordine mentale, la sicurezza/insicurezza ed anche il fatto che il bambino abbia

o meno supporti.

Questo discorso è anche controverso perché alcuni ricercatori non sono d’accordo sul considerare solo

questo disturbo da stress. Non c’è solo questo, non è circoscritto, implica un disturbo traumatico dello

sviluppo più ampio. Anche rispetto alla costruzione della DSM V si era proposto di parlare del disturbo

traumatico dello sviluppo, con criteri più ampi. Ipotesi che traumi dei bambini influenzino più ampiamente lo

sviluppo. Dibattito ancora in corso.

Sviluppo socio-emotivo nelle esperienze traumatiche

Il maltrattamento infantile

Hanno distinto i tipi e hanno poi guardato quali possano essere gli Outcome. Di Blasio ha definito le

tipologie di esperienze avverse. Trascuratezza, nelle cure fisiche, non è aggredito fisicamente, ma

trascurato nelle cure fisiche, nel nutrimento, non portarlo dal medico. Maltrattamento fisico, danno fisico o

incapacità di prevenirlo, sia se viene picchiato. Abuso sessuale, sfruttamento sessuale di un bambino o di

un adolescente, sia puntiforme, sia cronico se è intra-familiare. Abuso emozionale (maltrattamento

psicologico), trascuratezza emotiva, rifiuto, denigrazione con aspetti di persistenza, categoria più ampia e

più difficile da definire perché ha effetti impliciti.

Combinazioni di differenti tipi di maltrattamenti. Chi è trascurato fisicamente è anche maltrattato. Padri più

autori di abuso sessuale, maltrattamento psicologico e le madri maggiormente trascuranti.

Più numerosi nella fascia di età tra i 7 e i 9 anni, l’abuso sessuale più frequente nelle bimbe, nei maschi

maltrattamento fisico. I responsabili della violenza sono spesso i genitori, entrambi i genitori 35%, il padre

41%, la madre 17%. Cronicità della vittimizzazione: da circa 4 anni.

Caratteristiche del contesto

Combinazioni frequenti di diversi tipi di maltrattamento, come abuso sessuale + maltrattamento psicologico

o maltratta memento psicologico + fisico. Genitori collusivi, frequente assenza del genitore non abusante

come alleato. Il bambino vive la situazione abusante come traumatica e non ha una figura di supporto.

Pensa di non poter essere aiutato. Alcune situazioni aggravano il trauma, altre lo alleggeriscono.

Famiglie multiproblematiche possono esser più a rischio. Ad esempio famiglie con psicopatologia dei

genitori, rottura delle barriere generazionali (bambino che fa le veci dell’adulto, con role-reversal), assenza

di norme (permesse trasgressioni).

Maltrattamento psicologico: caratteristiche

È più difficile da identificare e intervenire: può essere una non responsività verso il bambino, la situazione

di isolamento, ma anche lo spaventare il bambino con punizioni anche simboliche. Potrebbe essere anche

svalutare il bambino o denigrare quello che lui fa. Quella più grave è la mancata responsività.

Maltrattamento psicologico: conseguenze sullo sviluppo

Chi riceve in modo cronico il maltrattamento, se sono precoci, ha per il 70 % un pattern attaccamento

insicuro. Può dar luogo a problematiche che troviamo anche nelle esperienze avverse, sia come sintomi

esternalizzanti (comportamenti impulsivi, disordini della condotta), che internalizzanti (ansia depressione).

Anche ritardi nello sviluppo linguistico e cognitivo.

Un esempio

Esposizione a conflitti coniugali violenti in bambini in età prescolare, come reagisce il bambino: tentativo di

dare una spiegazione. Prova un senso di impotenza, non strategie di coping. Attribuzione di responsabilità

rispetto agli eventi con sentimenti di colpa e di vergogna, pensa che sia colpa sua se c’è stata vicenda

traumatica. Questo implica sentimenti di fallimento e di disistima.

Trascuratezza: caratteristiche

Assenza di cure materiali, educative, sanitarie, ad es. alimentari, può portare anche alla morte. Il bambino

che non viene mandato a scuola, monitorato rispetto all’assistenza sanitaria. Implica ripercussioni sullo

sviluppo. Si accompagna implicitamente alla trascuratezza emotiva, con indifferenza emozionale, mancato

riconoscimento del bambino. Problemi scolastici, di apprendimento, ritardi nell’acquisizione del linguaggio,

distraibilità, difficoltà a concentrarsi. Maggiori attaccamenti insicuri evitanti a fronte di madri non responsive

nei primi anni di vita. Condotte disadattive, con disturbi della condotta, aggressività, bassa stima di sé,

delinquenza giovanile. Bambini che a scuola materna e dell’obbligo sono più aggressivi. Rispetto ai

bambini maltrattati più passività e isolamento nell’interazione tra pari. Influenza maggiore se la

trascuratezza è nei primi anni di vita.

Abuso sessuale: caratteristiche

Spesso associato alle altre forme di trascuratezza e maltrattamento. Molto spesso non è extra familiare,

ma intra familiare a carico del padre. Collusione con altro genitore che non denuncia e non valida il

racconto del bambino.

Abuso sessuale: conseguenze

Una delle esperienze avverse più fattore di rischio per lo sviluppo di psicopatologia a breve e lungo

termine. Comportamento sessualizzato rispetto all’età, giochi, disegni, atti di masturbazione, simbolizzano

l’abuso che hanno ricevuto. Bisogna stare attenti a come si interpretano i disegni. Disturbi post-traumatici

da stress molto frequenti. Spesso si sente colpevole e non riesce ad esprimere ciò che ha vissuto. Stati

depressivi e condotte autolesioniste, internalizzanti. Ansia, paura e problemi di concentrazione. Suicidarietà

in adolescenza.

Maltrattamento fisico: caratteristiche e conseguenze

Prima forma di maltrattamento individuato. Bambino che viene picchiato, che viene maltrattato dal punto di

vista fisico. Compare spesso in condizioni a rischio per la genitorialità, monoparentalità (mamme single),

gravidanza in adolescenza, svantaggio sociale (mancanza di reti di supporto). Difficile sostenere la

relazione col bambino. Efficacia degli interventi di prevenzione longitudinale se coprono gli ultimi mesi di

gravidanza e i primi due anni di vita con riduzione degli incidenti domestici, dei ricoveri in ospedale e pronto

soccorso, del maltrattamento fisico vero e proprio. Supporto extra familiare ad esempio attraverso l’home

visiting. Le ricerche mostrano che una percentuale ampia di genitori che hanno subito maltrattamenti,

diventeranno abusanti. Utile uno screening delle esperienze avverse dei genitori.

Analogia con l’abuso sessuale per le conseguenze. Possiamo avere sintomi del disturbo post-traumatico

da stress con memorie intrusive, ansia, comportamenti ripetitivi. Compromissione della socialità, empatia,

atti pro sociali. A lungo termine: restringimento degli affetti, stati depressivi, disturbi della personalità

borderline. Legami di attaccamento insicuro, insicurezza, scarsa fiducia in sé stessi. Implicano una visione

di sé negativa, vissuto come qualcosa che implica di non essere valorizzato e valutato. Trauma sia esterno

che interiorizzato, rappresentazione di sé come incapace di suscitare amore.

Processi emotivi a seguito della vittimizzazione

Prima reazione: disorientamento, isolamento, senso di annichilimento e di vulnerabilità.

In seguito: sentimenti di rabbia verso l’aggressore, ma anche sentimenti di vergogna e di colpa coesistenti

e servono a negare le esperienze traumatiche.

Difficoltà a esprimere le emozioni direttamente.

Espressione delle esperienze attraverso il gioco, il disegno lo stesso comportamento.

Infine: sentimenti che riguardano il Sé come fallimentare, denigrato con rivolgimento della viole

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
58 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giammina di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo socio affettivo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Riva Crugnola Cristina.