Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
PIU’ RILEVANTI AL FINE DELLA DETERMINAZIONE DELLE DIFFERENZE INDIVIDUALI FRA
FRATELLI
Se le esperienze condivise fossero predominanti dovrebbe risultare che i figli della stessa famiglia
siano molto simili fra loro e diversi da quelli cresciuti in altre famiglie
- I fratelli sono spesso molto diversi come personalità e capacità (differenze di ordine biologico
ma non solo) Pagina 23 di 76
- Esistono grandi variabilità anche rispetto ai disturbi psicologici (differenze di ordine biologico
ma non solo) QUINDI
- Le esperienze esterne alla famiglia sono molto importanti nel determinare le differenze
individuali
- Le differenze relative al modo in cui vengono trattati i fratelli possono avere un’importanza
maggiore delle differenze in termini assoluti relative a come vengono trattati i bambini nelle
diverse famiglie
- Ciò si verifica anche quando sono presenti importanti influenze famigliari (es. patologia
psichiatrica di un genitore)
FATTORI AMBIENTALI DI RISCHIO E PROTETTIVI RISPETTO ALLA PSICOPATOLOGIA
Condizioni che predispongono a sviluppare un funzionamento inadeguato versus capacità di
mantenere un funzionamento competente successivamente all’esposizione a fattori di stress
Condizioni che accrescono la probabilità di esiti indesiderati e condizioni che invece mettono al
riparo da questo tipo di esiti
TRE TIPOLOGIE PRINCIPALI DI FATTORI DI PROTEZIONE E/O DI RISCHIO NEI BAMBINI :
- TRATTI TEMPERAMENTALI E DI PERSONALITA’ es. temperamento facile vs difficile
- CARATTERISTICHE FAMILIARI es. temperamento facile vs difficile
- DISPONIBILITA’ DI SISTEMI DI SOSTEGNO ESTERNI es. presenza vs assenza (rete sociale sana/
non sana; allargata/ristretta)
MECCANISMI DI PROTEZIONE E DI DEBOLEZZA
I fattori ambientali spesso non hanno effetto psicologico immediato, ma agiscono come
meccanismi di protezione o di debolezza (rischio) rispetto allo sviluppo psicologico individuale
MECCANISMI DI RISCHIO
Anche se brevi e gravi esperienze di stress possano talvolta avere effetti durevoli, nella maggior
parte dei casi tali conseguenze sembrano più probabili in seguito ad esperienze negative
prolungate (es. separazione dei genitori)
MECCANISMI DI PROTEZIONE
Gli effetti protettivi spesso non sono lineari, cioè non è detto che un aumento dell’agente
protettivo comporti un corrispettivo aumento di beneficio
E’ necessario considerare che i fattori di rischio e quelli protettivi interagiscono sempre fra loro
dando esiti sullo sviluppo psicologico che non sono direttamente prevedibili ma PROBABILISTICI
Inoltre alcune esperienze avverse possono al momento essere destabilizzanti ma successivamente
rivelarsi utili nell’affrontare in misura migliore esperienze successive
LE CAPACITA’ DI RESILIENZA DERIVANO DALL’ESSERE GIA’ RIUSCITI AD AFFRONTARE E
SUPERARE POSITIVAMENTE SPECIFICI STRESS NON DALL’AVER EVITATO ESPERIENZE
STRESSANTI (nal caso di traumi gravi e ripetuti si ha un crollo postumo) Pagina 24 di 76
Lo strutturarsi di una continuita’ nelle traiettorie di sviluppo individuale in senso tipico o atipico
deriva non solo dalle influenze dirette dei fattori ambientali ma soprattutto da catene di effetti
indiretti
Es. successo scolastico durante l’infanzia attiva processi a catena quali: aumento autostima,
continuazione degli studi oltre il periodo obbligatorio, acquisizione di status sociale lavorativo,
ecc. COMPLESSIVAMENTE
• Tutte le caratteristiche sia ambientali che psicologiche se si considerano grandi
numeri di soggetti si distribuiscono secondo la curva normale
• Lo stesso vale per le condizioni ambientali condivise e non fra gli individui
• Lo stesso vale per le esperienze
Concezioni dell’effetto ambientale di A e S
Per parlare di effetto ambientale dobbiamo considerare i diversi livelli con cui si concepisce
l’ambiente ma anche il soggetto che subisce l’effetto dell’ambiente sul soggetto
1) Concezione dell’effetto ambientale su S considerato come passivo
STESSO AMBIENTE E CARATTERISTICHE DI BASE SIMILI (MA ANCHE DIVERSE) DANNO
ORIGINE AGLI STESSI ESITI
In particolare tema studiato in ambito clinico e normativo – non piu’ sostenibile
2) Effetto ambientale su S intermedio
STESSO AMBIENTE DA ORIGINE AD ESITI DIVERSI A SECONDA DELLA VULNERABILITÀ DEL
SOGGETTO ALLE SITUAZIONI CRITICHE (Modello diatesi-stress)
In particolare tema studiato in ambito clinico e normativo, in ciclo di vita
Concezione dell’effetto ATTIVO: prevede aspetti ambientali+caratteristiche individuali
- Gli individui si caratterizzano per una Sensibilità differenziale agli aspetti ambientali
(DIFFERENTIAL SUSCEPTIBILITY THEORY) (VANTAGE SENSITIVITY THEORY)
- Gli individui si caratterizzano anche per una permeabilità diversa agli aspetti ambientali
(Biological Sensitivity to the Context - BSC – Pagina 25 di 76
MODELLO DIATESI-STRESS
Le diverse reazioni degli individui alle situazioni critiche dipendono non solo dalla quantità e/o la
qualità degli eventi stressanti ma anche dalle variazioni individuali rispetto alle reazioni a tali
eventi. Parleremo di soggetti piu’ o meno vulnerabili allo stress; la vulnerabilità allo stress rinvia a
sua volta a fattori costituzionali, supporto sociale,…
La RESILIENZA (aggiungi foto)—>metafora pallina da tennis “quando si cade si deve rimbalzare”
La VULNERABILITA’(aggiungi foto)—>cristallo
FATTORI DI RISCHIO SPECIFICI (E/O DI PROTEZIONE) POSSONO (O NON) DETERMINARE
CAMBIAMENTI NELLA TRAIETTORIA DI SVILUPPO DI S
A SECONDA DELLE SUE CARATTERISTICHE DI VULNERABILITA’ VS RESILIENZA
CIO’ SI TRADUCE IN UNA RESISTENZA ADATTIVA ALL’IMPATTO DI INFLUENZE AMBIENTALI
NEGATIVE Modello diatesi-stress
«all’interno del modello «classico» l’analisi era volta a individuare i
cosiddetti fattori di rischio, definiti nei termini di vulnerabilità o di
resilienza, ossia resistenza adattiva all’impatto d’influenze ambientali
negative»
Moltissimi studi dagli anni ‘80 ad oggi – ricca letteratura sul tema e
molte «evidenze» della validità del modello
Visioni recenti
LA LETTERATURA RECENTE CONSIDERA SOPRATTUTTO I MODELLI CHE VANNO OLTRE AL CONCETTO
DI RESILIENZA PARLANDO DI DIFFERENTE PERMEABILITA’ (PLASTICITA’) ALLE INFLUENZE AMBIENTALI
…. ESTREME O MENO
«recentemente l’accresciuta attenzione per le potenzialità dello sviluppo anche in contesti positivi,
oltre che negativi o di rischio, ha portato all’introduzione di un nuovo approccio allo studio
dell’interazione individuo-ambiente orientato al concetto di permeabilità (o plasticità/
suscettibilità, termini utilizzati in modo interscambiabile nella letteratura scientifica del settore) alle
influenze ambientali, nel bene e nel male»
«alcuni soggetti, a causa di specifiche vulnerabilità individuali, sarebbero maggiormente sensibili
a condizioni ambientali avverse, quali la relazione con un genitore maltrattante o trascurante,
piuttosto che a eventi di vita traumatici, con possibili esiti di sviluppo a rischio o maladattivi. Al
contrario altri, pur in presenza di condizioni ambientali sfavorevoli, mostrerebbero resilienza,
Vulnerabilità, resilienza o differente permeabilità, ossia riuscirebbero con più successo a resistere
ai fattori negativi incontrati nel corso del loro sviluppo mantenendo adeguati livelli di
funzionamento e di relativo benessere» Pagina 26 di 76
Modello di BELSKY
Il modello di Belsky è sviluppato in seguito con Pluess (Belsky e Pluess, 2009), mette in luce come
gli individui, per una motivazione evoluzionistica connessa alla sopravvivenza della specie,
differiscano nel loro grado di permeabilità all’ambiente;
- alcuni si mostrano più suscettibili alle influenze ambientali in cui crescono, sia nei termini di
un’accresciuta plasticità adattiva in un ambiente favorevole sia nei termini di un rischio
maggiore in un ambiente di sviluppo sfavorevole.
- Chi presenta maggiore plasticità o suscettibilità agli elementi ambientali non possiede ,solo
per questo dato, maggiori garanzie di buon esito evolutivo, né è maggiormente a rischio.
Il fatto di essere più o meno suscettibili o permeabili potrà rivelarsi un elemento di maggiore o
minore incidenza…. SUL PERCORSO EVOLUTIVO DEL SOGGETTO
ATTENZIONE: «Il processo adattativo a seconda della qualità degli ambienti incontrati non
costituisce, di per sé, una variabile in grado di determinare tout court lo sviluppo» «Il modello di
Belsky e colleghi sottolinea quindi….come la variabilità interindividuale nei termini di minore o
maggiore plasticità all’ambiente costituisca un riferimento essenziale per spiegare gli esiti
evolutivi dell’interazione individuo-ambiente ed abbia valore adattivo in termini evoluzionistici,
dato che a priori non è dato di sapere quale sarà l’ambiente in cui si verificherà un certo sviluppo»
all’origine della diversa suscettibilità alle influenze di A
Per Belsky vi sono dei fattori
Tre categorie di fattori sembrano moderare la suscettibilita’ all’ambiente:
1. Fattori genetici (es. Short allele of 5-HTTP)
2. Fattori fisiologici (es. Cortisolo—>ormone dello stress )
3. Fattori temperamentali/comportamentali (es. Negative emotionality)
Le persone differiscono nella loro suscettibilita’alle influenze ambientali – differenze individuali
• Alcuni individui saranno meno influenzati dalle esperienze ambientali: PIU’ resilienti alle
esperienze avverse & MENO responsivi ad esperienze positive
• Alcuni individui saranno piu influenzati dalle esperienze ambientali: PIU’ vulnerabili alle
esperienze avverse & PIU’ responsivi alle esperienze positive
• Destini diversi per: For better and for worse Pagina 27 di 76
BSC – Modello di Boyce et al., 1995
«La proposta, da Boyce ed Ellis (BSC – Boyce et al., 1995; Boyce e Ellis, 2005), individua nella
reazione a specifici contesti ambientali – piuttosto che in una predisposizione innata di natura
evoluzionistica – le radici del meccanismo alla base della diversa plasticità.
Sia per chi cresce in contesti di rischio sia per coloro che vivono in contesti positivi, la tendenza
generale dell’organismo è di massimizzare la reattività al contesto ambientale: nel primo caso per
riuscire a fronteggiare eventuali pericoli, da riconoscere prontamente, nel secondo per trarre il
maggior beneficio da un contesto di crescita positivo.
La plasticità costituisce dunque, per il modello BSC, un meccanismo di risposta all’ambiente – e
innescato dall’ambiente st