Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Bowlby => La paura dell’estraneo è una risposta adattiva alla percez di un potenziale pericolo,
capace di favorire i comportam di vicinanza alla madre, utili per la sopravviv (8 mesi)
La rappresentazione degli altri
Il bambino, tra i 12 e i 18 mesi, inizia a riconoscere gli altri non più solo sulla base di singoli tratti
esteriori e comportamenti, ma tramite un’attività di riflessione e valutazione che porta alla creazione
di rappresentazioni mentali:
Stabilità degli oggetti e delle persone nel tempo e nello spazio (identificare persone/oggetti
• anche se non percettivamente presenti)
Riconoscimento delle emozioni degli altri (intorno ai 18 mesi, la comparsa delle emozioni
• sociali (colpa, vergogna e imbarazzo) indica che il bambino è consapevole
dell’effetto che il giudizio degli altri esercita sul Sé (attribuisce agli altri stati
psicologici interni e diversi dai propri). )
Indicatori della coscienza degli altri
La comparsa delle emozioni sociali (senso di colpa, vergogna e imbarazzo) e la loro
• espressione indica che il bambino è consapevole dell’effetto che il giudizio degli altri o le
trasgressioni esercitano sul Sé. 15-18 mesi
Se il bambino manifesta tali emozioni vuole dire che attribuisce agli altri stati psicologici
interni e diversi dai propri.
La nascita di una teoria della mente (attribuire intenzioni, desideri credenze a persone).
•
Indicatori dell’evoluzione del concetto di Sé e dell’altro
Sviluppo di attività autonome e del gusto per la competizione
• Sensibilità all’opinione degli adulti, con cui il bambino tende ad identificarsi
• Attenzione ai ruoli e al modo in cui vengono svolti
• Attenzione alle norme e al loro significato interpersonale => comparsa del gioco sociale o
• gioco con regole
Incremento delle capacità metacognitive promosso dal legame di attaccamento
• Acquisizione dell’abilità di cogliere la prospettiva dell’altro => capacità di role taking
• Incremento della capacità narrativa (fino a 6-7 anni il bambino privilegia l’uso di riferimenti
• alle caratteristiche fisiche ed esteriori delle persone e di sé, mentre a partire dai 7 anni le sue
preferenze sono maggiormente centrate sulle caratteristiche psicologiche di sé e degli altri. )
Stadi di sviluppo dell'abilità di role-talking (o consapevolezza dell’amicizia),
1. Stadio Egocentrico → 3-5 anni : il bambino considera se stesso e gli altri come entità
distinte, ma non differenzia i rispettivi punti di vista (assenza di comprensione dei pensieri
altrui); i compagni di gioco sono momentanei e l’amicizia è vista come ricerca di contatto
fisico
2. Stadio Soggettivo → 6-8 anni : il bambino inizia a considerare le caratteristiche
psicologiche dell’altro; l’amicizia è vista come aiuto unilaterale (l’amico capace di
soddisfare le aspettative)
3. Stadio Auto-riflessivo → 9-12 anni : il bambino coordina diversi punti di vista e prevede le
reazioni degli altri alle sue azioni. Emerge una maggiore consapevolezza della reciprocità
del rapporto, che porta alla cooperazione in circostanze favorevoli
4. Stadio Reciproco → dai 12 anni : il bambino differenzia la sua prospettiva dalla prospettiva
generale (prevalente in un gruppo), e ricerca compatibilità psicologica negli interessi e nei
valori. L’amicizia è solida e duratura, definita da intimità e fiducia (condivisione
mutualistica)
Lo sviluppo dell'identità sessuale implica l’identificazione di caratteristiche fisiche simili alle
proprie e a quelle delle persone familiari, grazie alle quali il bambino crea categorie mentali sulla
differenza di genere, acquisendo l’identità sessuale e i comportamenti tipici del proprio sesso.
Identità di genere → 3 anni : il bambino inizia a differenziare le 2 categorie, m e f
• Stabilità di genere → 4 anni : il b si rende conto che le differenze sessuali non mutano
• Congruenza di genere → 6-7 anni : il b diventa consapevole che alle differenze fisiche si
• associano caratteristiche stabili nel comportamento, nei ruoli e nelle qualità psicologiche
Nascita del senso dell’autostima
L’insieme di valutazioni che riguarda il Sé nelle sue diverse componenti.
A partire dagli 8 anni l’immagine di Sé si arricchisce di autovalutazioni complessive relative a
qualità e capacità personali, soggettivamente percepite e ben valutate attraverso l’autodescrizione
Il senso dell’autostima è promosso da:
Desiderio di essere accettati
• Vulnerabilità al giudizio degli altri
• Consapevolezza delle proprie competenze
•
Funzione protettiva dei genitori
I genitori svolgono un ruolo protettivo nei confronti dei figli, riducendo l'effetto negativo di eventi
di vita delicati o difficili e configurandosi come un fattore decisivo nello sviluppo nella capacità di
far fronte agli eventi stressanti.
Tale funzione protettiva si esprime attraverso:
Il potenziamento dell'autostima soprattutto nelle condizioni in cui il figlio deve far fronte ad
• un fallimento
L'appoggio diretto e la vicinanza in situazioni stressanti
• La stabilità del rapporto affettivo al variare delle circostanze
•
Stili parentali
Lo stile personale con cui i genitori entrano in relazione con il figlio svolge un ruolo importante ne
favorire la competenza sociale e lo sviluppo dell'identità.
Genitore relazionato o autorevole => capisce punti di vista e richieste del figlio, prende in
• considerazione le sue proposte, fornisce consigli senza imporsi favorendone lo sviluppo
dell'autonomia
Genitore autocentrato o autoritario => resta fermo nelle sue convinzioni credendo di
• possedere migliori strumenti per comprendere il bene del figlio e per stabilire le regole a cui
obbedire
Genitore evasivo o permissivo => appare spesso arrabbiato o deluso, psicologiamente
• assenti. Poche regole senza speigazioni.
Prime relazioni con i pari
Con lo sviluppo si moltiplicano le occasioni di contatto con i coetanei, accresce la capacità del
bambino di interagire e valutare la prospettiva degli altri e si strutturano le prime relazioni amicali.
Prima dei 3 anni, le relazioni coi pari sono caratterizzate da:
Unidirezionalità all’azione di un bambino non corrisponde l’azione coordinata dell’altro
• Interazioni speculari contemporenee i bambini tendono a fare la stessa cosa
• contemporaneamente
Interazioni speculari differite il bambino imita l’azione dell’altro bambino
•
Caratteristiche delle relazioni amicali
Prima infanzia (primi 2 anni)
• amicizia come bisogno di vicinanza e di rassicurazione emotiva
◦ creazione di legami affiliativi caratterizzati da affettività, difesa dell’esclusività,
◦ prossimità fisica, reciprocità, e rispondenza dei segnali
creazione di un mondo comune condiviso
◦
Età prescolare
• rapporti meno esclusivi
◦ rapporti più flessibili
◦ interazioni basate su scambi verbali
◦
Evoluzione del rapporto coi pari
Infanzia => Le relazioni diventano sempre più selettive, basate sulle affinità, sulla comunanza di
interessi e di attività. In questa fase si nota una spiccata tendenza a scegliere compagni
dello stesso sesso (segregazione sessuale)
Età prescolare => Dopo i 3 anni, le interazioni diventano complementari e reciproche. Si
sviluppano le attività di gruppo grazie all’incremento della capacità di
comunicare e delle capacità simboliche. Giochi di finzione
Adolescenza => Le relazioni diventano stimolo per il confronto, fonte di sostegno e supporto
all’autostima
Dinamiche di gruppo nei bambini secondo Montagner
L’autore sottolinea l’importanza delle sequenze di comportamenti non verbali (NV) nella dinamica
“accettazione-rifiuto” nel gruppo, distinguendo:
Bambini popolari => Esibiscono comportamenti NV rassicuranti e non aggressivi, mediano
• i conflitti e difendono gli altri bambini.
Bambini rifiutati => Esibiscono comportamenti NV di minaccia, sono instabili nelle
• attività, hanno scarsa concentrazione e attivano interventi disorganizzati.
Comportamenti favoriti dai legami di amicizia
I legami di amicizia:
• promuovono i comportamenti prosociali
• facilitano la cooperazione, la solidarietà e l’aiuto
• aiutano ad appianare i conflitti
• consentono di superare le emozioni negative di ira e paura favorendo la collaborazione
• incrementano la sensibilità e l’interesse per l’altro
• aumentano le risposte empatiche
• incrementano la prontezza all’intervento per alleviare il disagio altrui
Le relazioni di amicizia agevolano la risoluzione delle divergenze e la ricerca di punti di
consonanza nell’appianare i conflitti. Il conflitto assume un valore funzionale, come occasione di
confronto utile a rafforzare l’identità. Già in età prescolare i bambini sono capaci di utilizzare
strategie di mitigazione e di risoluzione positiva del conflitto, impiegando il compromesso, la
controproposta, la giustificazione e la riconciliazione.
L’aggressività
Il comportamento aggressivo e il suo sviluppo sono fenomeni estremamente complessi, di tipo
sociale.
Nello sviluppo emergono :
Aggressività strumentale volta a sopraffare qualcuno che si frappone ad un intento
• personale
Aggressività ostile scopo di ferire l’altro (fisicamente, verbalmente o in modo indiretto)
•
Con l’età tende a ridursi la quantità di azioni aggressive
Tipologie di comportamenti aggressivi
L’aggressività costituisce una delle caratteristiche più stabili della personalità.
Si distingue tra:
Aggressori reattivi
• nasce in risposta ad azioni o eventi percepiti come un attacco
◦ caratterizzata da un alto livello di attivazione emozionale, da rabbia o collera
◦ ‘gli altri ce l’hanno con me’
◦
Aggressori proattivi
• uso pianificato della forza o dell’azione lesiva in vista del raggiungimento di uno scopo
◦ caratterizzata da un basso livello di attivazione emozionale, è più intenzionale,
◦ premeditata e fredda
appresa attraverso l’imitazione di modelli
◦
La condotta aggressiva (Crick e Dodge, 1994)
Sia nei b. aggressivi reattivi che nei b. aggressivi proattivi vi sono pregiudizi nell’elaborazione di
informazioni sociali che contribuiscono ai loro altri livelli di comportamento aggressivo.
Il ricors