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Il pensiero pre-operatorio
Il termine pre-operatoria viene utilizzato per indicare il tipo di intelligenza che va dai due ai sette anni e precede l'intelligenza operatoria, cioè logica. Tale pensiero è irreversibile, infatti ha come caratteristica la non conservazione della quantità. Tutte le operazioni mentali si realizzano secondo schemi globali indifferenziati e soggettivi, il pensiero pre-operatorio è essenzialmente sincretico. Tale fase si divide in due stadi: 1. L'intelligenza pre-concettuale: l'attività del bambino è costituita da un continuo esplorare l'ambiente, il bambino immagazzina continuamente nuovi simboli che rafforzano e potenziano i suoi schemi mentali. L'azione del gioco simbolico, del linguaggio e delle attività imitative differite aiutano l'azione dell'assimilazione e dell'accomodamento, come ampliamento della visione del mondo. Le costruzioni mentali che caratterizzano questo periodo sono date dagli infra-concetti.che non sono ancora concetti veri e propri, in quanto il bambino non possiede ancora la nozione di classe. Gli infra-concetto non indica né la generalità del concetto, né la particolarità degli elementi. Il comportamento della figlia febbricitante di Piaget, che aveva un gran desiderio di arance viene definito transduttivo, poiché procede dal particolare al particolare ed è costruito senza concetti veri e propri. 2. Il pensiero intuitivo: si sviluppa tra i 4 ed i 6 anni, periodo durante il quale le capacità rappresentative del bambino si sviluppano e si rafforzano ulteriormente. La caratteristica di tale pensiero è l'intuizione, in base ad essa il bambino definisce i concetti, indicando gli oggetti corrispondenti secondo il loro uso. Però vi è il primato della percezione sulla attività rappresentativa. L'egocentrismo è una delle caratteristiche del pensiero pre-operatorio, Piaget ipotizza che egocentrismo.Il realismo e l'egocentrismo sono le caratteristiche fondamentali di questo tipo di pensiero. Il bambino mette se stesso al centro della realtà, data l'impossibilità di considerare il punto di vista degli altri. Il realismo è la tendenza del bambino a rimanere prigioniero dei propri dati percettivi, che prevalgono su quelli rappresentativi. Si differenzia in:
- Realismo nominale, che consiste nella stretta e intima unione che, per il bambino, esiste tra i nomi e gli oggetti; essendo