Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 8
Psicologia dello sviluppo – Comunicazione e linguaggio bambini Pag. 1 Psicologia dello sviluppo – Comunicazione e linguaggio bambini Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 8.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo – Comunicazione e linguaggio bambini Pag. 6
1 su 8
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Sviluppo della capacità di combinare parole

Molti studi hanno evidenziato che lo sviluppo della capacità di combinare più parole in una frase dipende dall'ampiezza del vocabolario. Si crede che siano necessarie almeno 100 parole all'interno del repertorio. Oltre alle parole, si combinano anche i gesti, spesso a rinforzare il significato degli enunciati vocali (enunciati crossmodali), in modo complementare, equivalente o supplementare (indicare un fiore / fare con la mano e dire "ciao" / indicare il gatto e dire "nanna").

La combinazione supplementare veicola diversi significati:

  • ricorrenza
  • negazione
  • agente-azione
  • locazione
  • possesso
  • proprietà

Spesso prima di formare vere e proprie frasi, il bambino utilizza due/tre parole in sequenza "bambola sporche mani".

La costruzione della frase:

  • formazione del nucleo della frase: predicato + elemento nominale
  • ampliamento del nucleo: + aggettivi + articoli + avverbi

La comparsa di pronomi personali, preposizioni,

subordinate argomentali implicite ed esplicite hauna grande variabilità individuale.

4. Spiegare, discutere, raccontare

La capacità di comprendere e produrre narrazioni è data:

  • distacco dalla situazione presente (eventi già accaduti o di fantasia)
  • interruzione dell'alternanza dei turni
  • acquisizione di espressioni atte ad esprimere la sua valutazione degli eventi
  • capacità di creare un discorso coerente

l'arricchimento del lessico è un processo lungo e costante. L'inventario fonetico si completa tra i 4 e gli 8 anni. L'uso delle parole è sempre più orientato alla condivisione delle conoscenze sociali. Si evolve così anche l'uso del connettivo perché, utilizzato ancora solo per esplorare il significato della parola stessa, più che per ricercare funzioni e causalità.

L'evolversi delle conoscenze dei bambini sul mondo sociale si manifesta attraverso la comparsa di espressioni

Che fanno riferimento alle persone distinguendo se stessi dagli altri (utilizzando nomi propri, pronomi e verbi). Così, il vocabolario dei bambini si arricchisce di termini che fanno riferimento agli stati interni degli altri (lessico psicologico).

Hudson e Shapiro ritengono che la capacità narrativa dipenda da:

  • una competenza cognitiva e sociale, ovvero una generale conoscenza del mondo, delle persone e degli oggetti
  • una conoscenza linguistica
  • una conoscenza pragmatica

Gli script: rappresentazioni schematiche di eventi sociali apprese molto precocemente, attraverso l'esposizione ripetuta a situazioni di routine. Da un punto di vista narrativo comprendono abitudini, regolarità di comportamenti, sequenze di azioni tipiche richieste da contesti particolari, gli oggetti, le persone coinvolte e i ruoli propri di queste situazioni (es. routine nell'andare al ristorante, prepararsi per andare a letto). Dal punto di vista strutturale essi sono costituiti da eventi

riportati secondo un ordine rigorosamente cronologico. Il tempo verbale è il presente e l'attore del copione è un soggetto generico identificato dal "si" impersonale. La complessità dello script è determinata dalla quantità e dalla minuziosità dei dettagli che in esso vengono riportati. Fino a 5 anni i racconti di script prodotti dai bambini migliorano. Solo in età scolare, tra i 6 e gli 8 anni, l'ordine cronologico canonico perde il suo carattere vincolante a favore di un ordine di natura causale. Le narrazioni di storie personali: comprendono resoconti o cronache di episodi singolari especifici per esperienza personale e diretta. Richiedono conoscenze episodiche (i ricordi) especifiche e non sono legate necessariamente a un ordine cronologico degli eventi. Diversamente dagli script i verbi sono al passato; vengono usati nomi e pronomi personali. Le narrazioni presentano una struttura tipica: - introduzione (per attirare l'attenzione del lettore) - sviluppo (dove vengono presentati i dettagli dell'evento) - conclusione (che può contenere una morale o una riflessione finale)

L'attenzione dell'interlocutore: "lo sai che...?"

Riassunto - sfondo, informazioni generali - eventi salienti, sequenza di ciò che è accaduto - valutazione da parte del narratore - risoluzione, come si sono conclusi gli eventi - coda, informazioni che legano gli eventi passati con il presente

Le storie fantastiche: sono narrazioni di eventi che si riferiscono a luoghi, personaggi e tempi che non hanno relazione con la situazione attuale. Implicano la capacità di costruire rappresentazioni degli eventi e di distinguerli in principali e secondari e di collegarli. Richiedono conoscenze delle interazioni sociali e la capacità di fare riferimento al punto di vista dell'ascoltatore. Inoltre, richiedono la conoscenza della struttura tipica di questo genere.

La struttura delle storie di fantasia si organizza come una successione di episodi, collegati secondo nessi temporali e causali.

5 elementi danno vita alle storie di fantasia, secondo Kintsch,

Mandler e Stein, Glenn: inizio formale "c'era una volta", con introduzione del contesto e dei personaggi- evento iniziale che porta il protagonista a prefiggersi uno scopo dal quale si scatenano gli eventi successivi- tentativi dei personaggi per raggiungere lo scopo prefissato- risoluzione del problema- conseguenze e conclusioni Con questa struttura viene garantita la coerenza della storia e la coesione del racconto. Le storie di fantasia sembrano comparire intorno ai 4 anni, quando i bambini sono già in grado di ricordare, rievocare e riprodurre una storia già sentita. Orsolini propone un modello di classificazione delle narrazioni di bambini con età tra 4 e 5 anni, che prevede 4 tipi di narrazione: - le cronache (manca l'evento iniziale) - episodi completi, con evento iniziale, risposta del protagonista e conseguenza, ma nessun evento intermedio che li collega - episodi minimi, evento iniziale, tentativi del protagonista, conseguenza finale-

episodi completi, non solo sequenza problema – tentativi - conseguenza, ma anche reazionea risposte emotive dei personaggi

I risultati dimostrano che all’età di 4 anni si può parlare di cronache semplici ed incomplete e non divere e proprie storie.

5. la valutazione dello sviluppo del linguaggio

La scelta del metodo di valutazione:

Nei lavori empirici si fa riferimento a una varietà di metodologie: l’osservazione diretta delbambino, in un ambiente naturale o in laboratorio, l’uso di interviste ai genitori come educatori osomministrazione di test standardizzati agli stessi bambini.

La scelta dipende innanzitutto dalla funzione della valutazione. Un secondo fattore è l’età delbambino; un terzo fattore riguarda la convinzione di poter riprodurre intenzionalmente ciò che sivuole valutare; anche il tipo di processo linguistico che si vuole valutare pone delle restrizioni alladecisione, insieme naturalmente alla

Disponibilità degli strumenti di indagine.

L'osservazione diretta: L'osservazione del comportamento spontaneo in un contesto naturale e familiare è uno strumento indispensabile per valutare le competenze comunicative del bambino.

Si possono adottare diversi sistemi di rilevazione e registrazione di dati linguistici:

  • Il diario: registrazione giornaliera delle produzioni linguistiche di un bambino tenuta da un genitore; consente di soddisfare al massimo grado la completezza delle informazioni e l'esigenza di non interferire nella routine quotidiana del bambino. Si dimostra particolarmente utile per l'analisi delle prime fasi dello sviluppo linguistico, per registrare l'emergere delle prime espressioni comunicative e verbali e per il processo di formazione del vocabolario infantile.
  • Registrazione tramite schemi di osservazione: l'osservatore annota la presenza di comportamenti prestabiliti ed eventualmente riportati su una griglia.
rilevazioni tramite strumenti di registrazione: insieme al diario costituisce la metodologia osservativa tradizionalmente più utilizzata; permette la rilevazione di dati linguistici che si prestano ad essere analizzati da molteplici punti di vista (fonologico, lessicale, morfologico, semantico). Non c'è perdita di informazione, si può tornare più volte sul materiale raccolto, permettendone una migliore utilizzazione. È però necessario disporre di un tempo congruo di osservazione durante il quale il bambino possa produrre un numero sufficiente di enunciati. La registrazione rappresenta la prima fase della raccolta: la seconda è la trascrizione, operazione assai lunga e complessa. Tra gli strumenti più importanti vi è il CHILDELS che ha un database contenente un ampio e vario campionario di linguaggio parlato registrato in situazioni molto diverse tra loro, relativo a numerose lingue. Tra le misure del livello linguistico siutilizza la LME, "lunghezza media dell'enunciato", un indice globale relativamente affidabile della progressiva crescita della complessità morfo-sintattica, ampiamente utilizzata in campo sia scientifico che clinico. Altri strumenti: - questionari e interviste guidate alle madri: preziosi per raccogliere informazioni sulle capacità linguistiche e comunicative dei bambini piccoli. È stata ormai dimostrata in modo convincente l'affidabilità delle risposte ottenute. Sembrano essere in grado di predire il linguaggio prodotto un anno più tardi (validità predittiva). Sebbene le madri forniscano più informazioni di quante ne possa ricavare un osservatore esterno da una breve seduta, è necessario tenere presente che possono anche fornire risposte soggettive, imprecise, distorte anche involontariamente, per conformarsi alle aspettative del ricercatore o per apparire un genitore - educatore competente. - Prove di

imitazione o ripetizione: quando le abilità linguistiche dei bambini diventano ampie e articolate, è necessario somministrare direttamente a loro le prove. In queste si assume che il modo in cui un bambino ripete una frase, e in particolare i cambiamenti che opera rispetto al modello originale, fornisca degli indizi sul processamento della frase stessa. Questa prova è indicata per i bambini in età prescolare.

Prove di produzione elicitata: si invita il bambino a denominare o descrivere oggetti - persone reali o rappresentati in figure. Questa prova ha il vantaggio di ottenere un linguaggio "spontaneo" e di valutare oltre all'abilità strettamente linguistica, di strutturare le frasi e connetterle tra loro, la capacità di costruire e strutturare ogni discorso. Lo svantaggio è rappresentato da una minore confrontabilità dei dati, a causa dell'imprevedibilità delle strutture linguistiche e discorsive.

usate dai bambini
  1. Prove per valutare la comp
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
8 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Caratozzolo Amalia.