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SUBSTRATO.
Si colloca su un continuum all’estremità innato.
La Spelke, partendo dall’idea che il sistema di conoscenza che l’adulto possiede sulla realtà fisica e sociale che ci
circonda emerge a partire da alcuni principi dominio-specifici di cui il bambino dispone nei primi giorni di vita, ha
proposto un modello che si basa su due principi:
1) Knowledge thesis: cuore, nucleo innato (core knowledge) che ci consente di adattarci al mondo. L’innato è il
risultato di un cambiamento filogenetico, influenza dell’approccio evoluzionista di Darwin.
Es: distinguo giaguaro dallo sfondo: PRINCIPIO DI Continuità DELLA GESTALT
PRINCIPIO DELL’ASSENZA DI AZIONE A DISTANZA: un oggetto si muove solo se qualcosa lo colpisce mentre gli esseri
viventi sanno muoversi da soli
E altri mille mila, es PRINCIPIO DI Gravità O Rigidità SLIDE 89
2) Active representation thesis: applicano processi dominio-specifici. NON DOMINIO GENERALI (forse crocetta su
questa, andare a guardare)
Lo sviluppo è continuo non ci sono salti qualitativi: la conoscenza del mondo viene via via ampliata e arricchita
INNATO = emerge alla nascita o matura dopo per opera del patrimonio genetico, l’esperienza è solo supporto.
Es: PRINCIPIO DI Solidità: 2 corpi non possono compenetrarsi. Abitua bambino che la palla cade verso il basso. Se c’è
un piano si ferma lìCondizione possibile. Evento impossibile se passa oltre al piano bambino lo guarda di più. A 4
mesi sono sensibili a questo principio, ma solo verso i 6 mesi mostrano sorpresa quando viene violato. Due oggetti
non possono occupare la stessa posizione e un oggetto si muove solo su un percorso non ostruito da altri oggetti.
ES: PRINICIPIO DI Gravità: senza un supporto gli oggetti cadono. Situazione impossibile guardata di più palla
galleggia. A 6 mesi lo comprendono!
ES. PRINCIPIO DI Continuità: gli oggetti si muovono lungo percorsi continui e non da un punto ad un altro.
ES. PRINCIPIO DI Rigidità: gli oggetti non cambiano forma mentre si muovono.
ES. PRINCIPIO DI Assenza di azione a distanza: gli oggetti non agiscono gli uni sugli altri a meno che non entrino in
contatto tra loro.
Questi dati vengono interpretati in maniera diversa dalle neuroscienze cognitive dello sviluppo.
Spelke usa 3 tipi di evidenze empiriche:
- Con il comportamento animale dimostra che i principi che costituiscono il nucleo di conoscenza di un certo
dominio non sono esclusivi della specie umana;
- I principi che costituiscono il nucleo di conoscenza di un dominio sono universali;
- I principi che costituiscono il nucleo di conoscenza di un dominio sono innati, ovvero non necessitano di
alcuna precedente esperienza percettiva e motoria.
Così come per quanto riguarda la rappresentazione e il ragionamento degli oggetti che circondano il bambino, gli
studi hanno usato la violazione dell’aspettativa e l’occlusione, le capacità son precoci. Analogamente i bambini
hanno conoscenze che consentono loro di distinguere tra l’animato e l’inanimato, conoscenze biologiche che
condividono con specie lontane dalla nostra (es pulcini che si muovono verso un display che rispetta i vincoli del
movimento biologico). Poi la capacità numerica: la capacità di quantificazione non si esaurisce nella capacità di
contare, ma usiamo anche processi di stima (più grande e più piccolo) e il Subitizing che usiamo per i numeri inferiori
a 4. Per il conteggio lo sviluppo è piuttosto lungo, servono almeno 3 anni perché il bambino sia in grado di contare.
La stima ed il Subitizing sono capacità che emergono precocemente, nei primi mesi di vita, sanno discriminare
quantità piuttosto grandi, sanno differenziare tra quantità crescenti e decrescenti, sanno astrarre quantità
numeriche ??? queste evidenze empiriche hanno fatto proporre un modello alla Spelke che si forma su due principi.
Il modello di Spelke
Principio 1: fin dalla nascita bambino possiede conoscenze dominio-specifiche circa tutta una serie di competenze e
capacità diverse.
Principio 2: Le origini della conoscenza (active representation thesis)
Stabilisce che il bambino possiede rappresentazioni e le sa anche manipolare. Ragiona su aspetti e proprietà della
realtà di cui non ha esperienza percettiva diretta. Per esempio l’esperimento di Baillargeon con lo schermo che ruota
ed impedisce la vista di un solido. Il bambino si stupisce se lo schermo ruota nel solido. In questo esperimento si
dimostra da un lato che il bambino si rappresenta un oggetto non più visibile, che conosce il vincolo della solidità,
dall’altro che sanno ragionare su queste rappresentazioni; infatti sanno ragionare sull’altezza dell’oggetto rispetto
alla rotazione dello schermo. Se oggetto è basso lo schermo andrà più in basso, se è alto si ferma prima. Sanno fare
inferenze su queste rappresentazioni.
Bambini di 6-7 mesi sanno discriminare un oggetto rigido da uno soffice, quindi che lo schermo si blocchi o schiacci
l’oggetto soffice. Le implicazioni per lo sviluppo in questa teoria sono: conoscenze nei primi mesi sono molto ricche,
lo sviluppo è continuo per l’innatismo rappresentazionale (le conoscenze innate si arricchiscono e modificano con lo
sviluppo, i core knowledge vengono integrati, come ad esempio nel linguaggio), ruolo dell’esperienza è solo di
supporto, può creare l’occasione per far emergere una capacità. L’esperienza produce un arricchimento ed un
ampliamento del nucleo di conoscenza iniziale.
Rapporto con la Teoria Modulare della Mente sviluppata in parallelo, con lo studio della mente degli adulti.
Dall’approccio cognitivista è stata formulata questa teoria modulare, di Fodor, che ha molte connessioni con
l’innatismo rappresentazionale, perché l’architettura della mente è organizzata in modo altamente dominio specifica
(architettura innata, rigida e immutabile). Questa organizzazione modulare è rigida e non modificabile
dall’esperienza come dice anche l’innatismo rappresentazionale. Entrambi i due approcci pensano che sviluppo sia
estrinsecazione di capacità che si sviluppano dal nostro patrimonio genetico.
Limiti dei principi guida:
- Consentono di rappresentare solo un numero limitato di oggetti ed eventi;
- Consentono di risolvere un numero limitato di problemi;
- Sono informazionalmente incapsulati, ciascuno opera indipendentemente dagli altri.
il ragionamento umano è guidato da una serie di sistemi di conoscenza dominio-specifici e che ogni sistema è
caratterizzato da una serie di principi di base che definiscono le entità di quel dominio e sostengono il ragionamento
su quelle entità. L’apprendimento è l’arricchimento di questi principi di base.
Fodor porta all’estremo la teoria dell’hip per la mente, la considera come Modulare.
La teoria modulare di Fodor: input sensoriali elaborati dai trasduttori sensoriali (trasformano le informazioni dello
stimolo in manipolabili dal sistema cognitivo), poi ciascun modulo (elaboratore efficiente e specializzato) in cui è
organizzata la nostra mente elabora un certo tipo di input. Se è linguistico c’è il modulo linguistico, per i numeri il
modulo matematico, ecc.… il funzionamento dei moduli è input driven, cioè guidato dai dati, infatti i processi centrali
(di ragionamento, scopi, aspettative, emozioni) non hanno possibilità di modificare il funzionamento dei moduli,
perché solo dopo che l’input è stato elaborato va ai processi centrali che uniscono tutte le informazioni. I processi
centrali pianificano il comportamento ed il pensiero astratto, hanno un funzionamento lento, influenzato dagli scopi
cognitivi.
I moduli sono decodificatori automatici delle informazioni presenti nell’ambiente, ricevono input dai trasduttori e
forniscono dati in uscita in formato accessibile ai processi centrali. I moduli sono specificati dal patrimonio genetico,
si sono formati tramite filogenesi NON ONTOGENESI. È così importante elaborare info numeriche, volti ecc.… che
nell’evoluzione si è costituita questa organizzazione modulare che permette l’elaborazione.
Le proprietà dei moduli:
- Ognuno è dominio specifico ed elabora solo una categoria;
- Eseguono operazioni obbligate, possono elaborare solo input che corrispondono (numeri solo nel modulo
numerico);
- Sono informazionalmente incapsulati, non sono influenzati da credenze, attese e feedback. Quindi i diversi
moduli non si parlano tra loro, le informazioni di uno non possono essere passati all’altro;
- Producono output superficiali, non possono fare inferenze e ragionamenti su di essi. Questo è il compito dei
processi centrali;
- Ogni modulo ha architettura neurale fissa ed invariabile. Sono riconducibili a strutture neurali localizzate ed
innate;
I moduli sono innati. Costituiscono la parte non flessibile e non intelligente della mente umana.
Differenza modulo/dominio:
-Il modulo è indipendente dagli altri e può elaborare solo un’informazione, incapsula le rappresentazioni e
computazioni;
-Il dominio è più ampio e può parlare con gli altri domini ed anche le procedure che vi operano possono essere
condivise. Dominio: insieme delle rappresentazioni di una specifica area di conoscenza e le procedure che operano
su queste rappresentazioni.
Concetto di modulo e dominio non sono identici, il modulo è l’estremo del dominio.
Le implicazioni per lo sviluppo sono: una parte rilevante della nostra capacità di elaborazione dell’input è innata,
l’esperienza è solo da supporto. C’è una epigenesi unidirezionale e deterministica. Nega la necessità di un vero e
proprio processo di sviluppo. Nuovi moduli, non presenti alla nascita, ma codificati dai geni, emergono nel tempo. Le
evidenze a favore di questa teoria sono:
1) Le sindromi genetiche: perché alcune hanno capacità preservate ed altre compromesse. Ad esempio nella
sindrome di Williams ci sono deficit nella capacità cognitive e visuo spaziali. Dipende dal patrimonio
genetico, perché se è alterato porta anche a compromissioni cognitive (le capacità sono nei geni
compromessi).
2) Evidenze neuropsicologiche: negli adulti ci sono studi che dimostrano che certe capacità possono essere
intatte ed altre completamente deficitarie. C’è il modulo specializzato nell’elaborazione dei volti, quello non
funziona e quindi ho deficit solo in quello, mentre il resto della mente funziona alla perfezione
(prosopoagnosia).
Limiti approccio innatista
1) Nega i processi di sviluppo, se tutto dipende dal patrimonio genetico, lo sviluppo ontogenetico (processo
tramite cui le istruzioni contenute nei geni vengono eseguite per dare forma al