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CONCLUSIONI SULLA RICERCA DELLA BESTIA DENTRO DI NOI
Psicologia della violenza Pagina 12
PROBLEMA NATURA-CULTURA
martedì 5 novembre 2019 13:26
Premesse:
La psicologia nasce volendo essere una scienza naturale, ma non lo è fino in fondo. Ci sono dei problemi giganteschi in questa posizione. Non abbiamo leggi ne meccanismi in psicologia, non c'è una legge che permette di prevedere il comportamento umano. Tra la variabile indipendente e quella dipendente dell'esperimento accade qualcosa, non c'è meccanicismo ma risorse che hanno gli esseri umani, che magari altri non hanno. L'idea che ci siano meccanismi innati è molto diffusa perché è facile ragionare così.
Il singolo, anche nei momenti di maggiore difficoltà, riesce a fare qualcosa al mondo. Il ruolo mette un appello all'azione, suggerisce delle azioni ma non le determina. L'essere umano ha sempre un posizionamento verso il mondo.
Attenzioni alle
informazioni teoriche decontestualizzate.
La legalità non è sempre rispettosa degli esseri umani.
Bisogna stare attenti alla validità ecologica di molti studi di psicologia fatti in laboratorio: la psicologia utilizza delle teorie che sono degli artefatti che devono essere portati a cospetto del mondo.
La psicologia è una scienza intellettuale, non è una scienza applicata, nel senso che quello che so lo applico direttamente/automaticamente al contesto. Le mie teorie mi servono per avvicinarmi a quello che succede ma non ha in sé tutto quanto il fenomeno, c'è uno scarto tra le mie categorie che utilizzo per comodità e la situazione alla quale mi avvicino. La mia conoscenza ha bisogno dell'incontro e per questo non posso fare un intervento su qualcuno, ma con qualcuno, come conoscenze che si incontrano. Il sapere è un sapere contestuale, non devo produrre un sapere universale.
"IL CERVELLO CRIMINALE" (James)
Fallon): nel suo libro, l'autore espone i suoi studi di persone che hanno avuto lesioni cerebrali. Si accorge di avere egli stesso un cervello con un profilo di uno psicopatico, conclude il libro dicendo che per fortuna ha avuto una buona famiglia.
Separare ambiente dalla biologia è una forma di riduzionismo. Come spieghiamo che una stessa dotazione biologica possa portare ad esiti differenti?
1. Prima soluzione: la causa dell'aggressività va divisa tra "natura" e "cultura"; calcolo percentuale, un tot. alla natura e un tot. alla cultura. Si tratta di un modo rozzo e scientificamente insostenibile.
2. Seconda soluzione: "natura" e "cultura" interagiscono nella determinazione dell'aggressività. Generalmente, come è avvenuto anche in questo caso, quando la natura non spiega la realtà, si chiama in gioco l'influenza dell'ambiente, ma poiché non siamo tagliati con
L'accetta, generalmente si dice che natura e cultura interagiscono. Si tratta di un problema molto delicato, dobbiamo spiegare cosa intendiamo con interazione e come avviene. Dietro un interazionismo di facciata permane la separazione natura-cultura (che è sempre una forma di riduzionismo) e si nasconde un determinismo genetico (l'aggressività è nei geni, l'ambiente ne può solo regolare l'espressione o inibirla); quando facciamo queste affermazioni siamo sullo stesso piano di discorso delle dighe psichiche: un biologico negativo contenuto da un ambiente favorevole.
In realtà, né l'organismo né l'ambiente sono ambienti chiusi ma si compenetrano. La moderna biologia dice che biologia e ambiente si compenetrano e che ogni separazione è una riduzione. Non si può separare ciò che è legato se non con un atto di riduzione.
Inoltre, gli organismi non sono semplicemente degli "adattati" bensì sono "costruttori" di ambienti. Ex. Studi sui gemelli, non sono risolutivi di questi problemi e spesso sono contradditori. Non si tratta di smentire la partecipazione della biologia. C'è solo un movimento anti-biologista in psicologia: il comportamentismo; questo infatti è di un estremo ambientalismo, la persona è data attraverso un ambiente che gli dà rinforzi. Il comportamentismo ha fallito il proprio progetto anche per questa posizione. La biologia non parla più di innatismo, che è stato superato, ma parla di organismi che hanno delle dotazioni biologiche. La nostra configurazione come esseri viventi ci dà limiti, dei vincoli (non posso essere un pollo), mentre l'innatismo è più un termine filosofico. La biologia è qualcosa che l'essere umano non ha scelto, che è al di fuori della nostra sfera di controllo.anche se oggi possiamo fare molte cose sulla biologia (ex. transizione di genere, chirurgia plastica,...); oggi l'intervento chirurgico può modificare fortemente il somatico. "MENTE" (Richard M. Restak): da questo testo emerge l'idea che il cervello ci faccia fare alcune cose. Afferma inoltre che chi vive in città ha un'amigdala diversa da chi vive in campagna, inserendo una variabile ambientale. Si tratta di una logica epigenetica, una parte essenziale del nostro cervello cambia nel contesto del nostro tempo di vita. È come se ci fossero dei meccanismi cerebrali che ci fanno provare quello che stiamo provando. Idea che siano i cervelli a fare i cittadini. Noi abbiamo qualcosa da dire come psicologi o lasciamo il campo ad altri scienziati? Ciò che io provo è esaurito da un'attivazione fisiologica? Queste storie mancano di capacità di rispondere ai dettagli della vita. Ex. Rabbia è riducibile meramente adun'attivazione biologica? Se fosse così avremmo molte possibilità di intervento a livello medico e biologico.
ESP. Studio di Schachter & Singer - Valutazione degli effetti di una vitamina sulla vista
- Gruppo epinefrina
- Gruppo placebo (sostanza salina inattiva)
Situazione indotta: "euforia" o "rabbia" tramite domande intime, sessuali, disturbanti + complice dello sperimentatore arrabbiato.
Risultati: l'attivazione fisiologica non è sufficiente per provare l'emozione di allegria o rabbia, serve anche un adeguato contesto psicosociale.
Se al mutare dell'ambiente cambia l'idea di ciò che sto esperendo, allora la sostanza non determina il mio vissuto. L'attivazione fisiologica non mi esaurisce, anche se il suo effetto influisce su di me. La biologia fa qualcosa ma dobbiamo farci alcune domande:
Psicologia della violenza Pagina 2
influisce su di me. La biologia fa qualcosa ma dobbiamo farci alcune
domande:
- Che tipo di esperienza ho di questa cosa?
- È la biologia che mi dà senso della mia esperienza?
Dobbiamo ammettere che c'è un essere umano che fa un certo tipo di esperienza. Problema tra mente e cervello non è risolto. Non possiamo separare l'organismo dal suo ambiente. Qui la rabbia è usata come esemplificazione della compenetrazione tra biologia, psicologia e socialità. La mia esperienza lega queste componenti: io non sono né la mia biologia, né il mio ambiente. Merge il concetto di rischio, si parla quindi di predisposizione (fattori di).
In conclusione, i fattori predisponenti biologici non hanno un ruolo deterministico verso lo sviluppo di condotte criminali violente. Un approccio integrato comprendente variabili biologiche, psicologiche e sociali appare il più appropriato all'indagine del comportamento motivato umano.
• CHI RISTA DELL'AGGRESSIVITÀ COME "COSA/SENZA"?
è èù: se lo fosse dovremmo trovare qualcosa che permette di perimetrarla senza che sia fortemente contaminata e compenetrata dall'ambiente. L'aggressività non è un'unicacosa né una categoria che unifica molte situazioni, altrimenti dovremo dire che molteplici comportamenti abbiano la stessa radice maligna (c'è differenza tra un bullo, uno stupratore seriale, un gerarca nazista…). 'è ' q. 'è . Il termine "aggressività" è una parola fortemente abusata, all'estero si parla sempre di comportamento aggressivo, in una connotazione descrittiva senza implicare una dimensione essenzialistica.
2. L’aggressività non può essere suddivisa e distribuita parte alla natura e parte alla cultura, e neppure può essere attribuita a una qualche forma di combinazione tra un “nocciolo” biologico di impulsi e un “involucro” culturale.
di agenti modificanti o inibenti. 3. L'aggressività non è localizzata in determinati geni, ormoni e aree cerebrali. 4. Il comportamento aggressivo non è immutabile; al contrario, è uno degli aspetti più flessibili e variabili della vita sociale di animali e esseri umani. Visione del video della "Bobo doll" (Bandura) - "Incoraggiare il comportamento aggressivo", il comportamento imitativo dei bambini. Psicologia della violenza Pagina 3 Il comportamento imitativo dei bambini. Secondo Bandura: 1) L'osservazione di un modello influente (persona significativa, importante, eccetera) può condurre all'acquisizione del comportamento osservato anche se non ha ricevuto rinforzi. 2) La probabilità che il comportamento appreso venga effettivamente messo in atto dipende dalle conseguenze percepite (es. conseguenze positive). 3) Sia il comportamento del modello sia le conseguenze svolgono la funzione di stimoli esterni cheprovocano le tendenze aggressive nell'osservatore. Questi studi vengono usati spesso per dimostrare la stretta correlazione tra l'esposizione a comportamenti aggressivi e il comportamento aggressivo dei bambini. Si tratta di un utilizzo sbagliato, lo stesso Bandura non li utilizza in questo modo. Se fossimo dei soggetti imitativi tout court le scuole sarebbero un bagno di sangue, noi imitiamo ma pensiamo su quello che facciamo. Pensare che siamo solamente soggetti che imitano toglie lo spazio di pensabilità del bambino; i comportamenti del bambino che definiamo "aggressivi", sono veramente comportamenti aggressivi o magari per il bambino era un gioco?
LA VIOLENZA
Oggi il concetto di violenza si sovrappone al concetto di violazione, per esempio ("violazione dei diritti umani", "violazione dell'intimità") e assume mille sfaccettature (violenza verbale, psicologica,...). Per definire violento un comportamento è
centralel'aspetto intenzionale dell'atto, ch