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costruttivo,procurandosi informazioni e chiedendo aiuto e strategie “centrate sulle
emozioni” che consentono di ridurre l’impatto emotivo di eventi stressanti. I
carigever utilizzano entrambe le tipologie,anche se quelli con un alto burden,a
elevato rischio di burnout,ritiro sociale e disturbi del sonno e che assistono nelle
prime fasi della malattia,quando i sintomi non sono ancora gravi,prediligono di più
quelle “centrate sulle emozioni” attraverso evitamento,negazione,speranza di un
miglioramento,stoicismo(il caregiver tiene per sé problemi ed emozioni
perseverando da solo nell’assistenza al malato). Le strategie di coping possono
essere anche disfunzionali e per questo motivo è necessario insegnare attraverso
programmi di promozione del benessere quelle più opportune in modo da
incrementare la salute psicologica del caregiver.
• La percezione di autoefficacia è la percezione di agire con successo in un ambito
specifico e può essere stimolata attraverso tecniche per la gestione e la regolazione
delle emozioni,oltre che con tecniche di rilassamento. E’ correlata con la
depressione nel caregiver.
• La resilienza è la resistenza allo stress,l’abilità di trovare aspetti positivi e piacevoli
perfino in situazioni difficili ed è correlata con l’istituzionalizzazione(minore
resilienza significa maggiore probabilità di delegare ad altri,a figure formali ed
esterne la funzione di caregiving) e con l’accettazione della perdita del
malato(minore resilienza implica un’accettazione più facile perché il carigever si
sente quasi sollevato).
• Il senso di padronanza(“sense of mastery”) è un costrutto che ha delle affinità con
quello di autoefficacia,nel senso che si riferisce all’idea di poter ottenere un risultato
desiderato a livello globale e non solo in un ambito di vita specifico. Inoltre
richiama anche il “locus of control”,ma senza la distinzione in “interno/esterno”.
4. sostegno sociale percepito:
il sostegno sociale è la possibilità di accedere a diversi tipi di
aiuto(strumentale,informativo,emotivo) attraverso gli altri e la comunità di cui l’individuo fa
parte. Si tratta certamente di un fattore protettivo per lo stress che include tre diverse
dimensioni:
-integrazione sociale: frequenza dei contatti;
-aspetti funzionali
-soddisfazione del supporto ricevuto: qualità delle relazioni;
I progetti per l’aumento del sostegno sociale percepito prevedono counselling individuale e
famigliare,incontri di gruppo,consulenza telefonica.Ciò che è davvero importante infatti non è la
dimensione della rete sociale,ma il livello di soddisfazione per tale rete.
Gli stressor dei caregiver possono essere divisi in:
primari,includono il deterioramento cognitivo del malato,la frequenza dei comportamenti
problematici e il numero di ore spese durante la settimana per dare assistenza fisica;
secondari,legati ai cambiamenti nella relazione che diventa conflittuale tra caregiver e
malato,caregiver e altri famigliari.
Vitalino,Zhang e Scanlan hanno proposto un modello teorico di stress e
salute/malattia,mettendo in relazione gli stressor con variabili di tipo psicosociale e abitudini
rischiose per la salute. Il modello include elementi come vulnerabilità e risorse;la vulnerabilità
è riferita a caratteristiche stabili come genere,età,etnia,status,carattere e storia famigliare;le
risorse al contrario sono variabili perché soggette all’interazione della persona con l’ambiente.
Da qui anche il”modello bilanciato” di Poulshock e Demling che è simile e che prevede fattori