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VARIETÀ DI MEMORIA ALUNGO TERMINE
MEMORIA NONMEMORI DICHIARATIVA
DICHIARATIVA MEMORIA PROCEDURALE
MEMORIA EPISIODICAMEMORIA SEMANTICA
AZIONI E COMPETENZEESPERIENZECOSCIENZA GENERALE APPRESEPERSONALI
Nel definire la memoria autobiografica Williams et al (2008) suggeriscono che essa assolva diverse funzioni:
- Direttiva; ricordo dello specifico evento della propria vita. (cosa è successo l’ultima volta che ho provatoa fare x?)
- Sociale; comunicarlo e condividerlo con gli altri. (condivisione del ricordo x?)
- Creare e mantenere una rappresentazione del sé. Integrando il ricordo autobiografico con le nuove esperienze.
- Affrontare le situazioni attuali di difficoltà. Il ricordo autobiografico di esperienze di vita positive può fornire un supporto per risolvere situazioni attuali
Bluck et al (2011): le 4 funzioni non sono empiricamente distinguibili l’una dall’altra ma sono, piuttosto, sovrapponibili.
Componente episodica e
semantica 52II. Modello di memoria autobiografica di Conway & Pleydell-Pearce (2000)
Distinguono, per ciascun ricordo autobiografico, 3 tipi di conoscenze organizzate gerarchicamente:
- Periodi della vita; lunghi archi temporali (anni o decadi) che rappresentano lo scheletro della memoria biografica in quanto consentono di collocare lungo la linea del tempo i nostri ricordi. Sono organizzati in temi (es: tema del lavoro).
- Eventi generali; : eventi ripetuti nel tempo oppure un singolo evento legati ad un tema specifico, creando la ministoria (es: il primo lavoro). Questi aggregati di ricordi contengono le conoscenze circa il raggiungimento degli scopi e veicolano informazioni o valutazioni sul Sé.
- Eventi specifici; I dettagli che riguardano il ricordo. La quantità di dettagli rievocati è utilizzata come indice della veridicità del ricordo (ma vedi Loftus).
Primo fidanzato/ a PERIODO DELLA VITA
Convivenza con X
Matrimonio Y
Primo EVENTI
GENERALI
appuntamento EVENTI SPECIFICI
L'integrazione di questi diversi livelli di conoscenze contribuisce alla formazione dell'identità dell'individuo e ad un senso di stabilità. Offre all'individuo un accesso al suo passato, permettendogli di ripercorrere in modo retrogrado la linea del tempo, ma allo stesso tempo consente di interpretare il presente e fare previsioni del futuro.
Emozioni, motivazioni e scopi attuali possono modificare in parte la lettura degli eventi passati per creare una rappresentazione del sé congruente con lo stato emotivo attuale (es: il caso degli individui depressi, in cui il ricordo degli eventi passati che riguardano il Sé è selettivamente orientato verso gli eventi negativi).
Relazione tra memoria autobiografica e aspetti della personalità?
- Rubin et al 2003
- Wilson & French 2006
- Rubin & Siegler 2004
Valutano la relazione tra differenze individuali nella memoria
autobiografica e tratti di personalità.
- Partecipanti: 118 studenti.
- Strumenti: NEO Personality Inventory (Costa & McCrae, 1992): fornisce una valutazione comprensiva della personalità adulta nei 5 domini (nevroticismo, estroversione, apertura mentale, amicalità, coscienziosità).
Le cinque variabili di personalità individuate dal Big five, mettono in evidenza che la tendenza ad avere un atteggiamento positivo, un'apertura verso i propri sentimenti, associata a una maggiore fiducia nel proprio ricordo e anche a una maggiore vividezza del ricordo.
Per la valutazione della memoria autobiografica è stato utilizzato l'autobiographical memory questionnaire (AMQ) che consiste nella presentazione di parole-chiave e domande rispetto alle memorie che tali parole evocavano.
- La ricettività emotiva (apertura alle emozioni - O3) correla con l'accuratezza della memoria autobiografica e la capacità di
Rivivere il ricordo da un punto di vista sensoriale ed emotivo.
Fiducia nei propri ricordi: correlazioni con aspetti di personalità quali altruismo (amicalità), calore, attività ed emozioni positive (estroversione).
I ricordi autobiografici sono:
- Considerati le fondamenta del sé
- Contribuiscono alla definizione della propria identità
- Forniscono sensazione di stabilità del sé
- Possano essere modificati dalla motivazione e dagli scopi attuali dell'individuo
SELF-REFERENCE EFFECT
Informazioni coerenti con l'idea che l'individuo ha di sé sono ricordate in modo più dettagliato e sono più facilmente accessibili rispetto ad informazioni discrepanti.
Wagar & Cohen 2003, basandosi su questo effetto, hanno analizzato delle differenze cross-culturali nel self-reference effect, confrontando studenti universitari canadesi di origine europea (N=22) e canadesi di origine asiatica (N=32).
procedura: A ogni partecipante veniva presentata una lista di parole e veniva chiesto di decidere velocemente se ciascuna parola (3 livelli di codifica)
- Descriveva se stessi
- Descriveva un amico
- Se iniziava per vocale
Le parole erano riferite a:
- condizione personale (es. felice, generoso)
- condizione sociale (es. fratello, amico)
Dopo 40 minuti (compito distraente) si eseguiva compito di riconoscimento.
Ipotesi: tempi di riconoscimento più veloci per concetti congruenti con l'idea di sé
Risultati: Nei canadesi-europei si osserva una generale facilitazione quando il giudizio riguardava il sé. Invece, nei canadesi-asiatici il self-reference effect emerge solo per tratti relativi allarappresentazione collettiva.
Conclusione: il concetto di sé può essere influenzato anche da fattori culturali e ciò determina la facilità con cui le informazioni vengono elaborate.
Conway & Pleydell-Pierce (2000) propongono l'idea
Secondo la quale la costruzione dell'immagine di sé proceda come nella costruzione di un modello mentale, ovvero integrando informazioni già note (memoria autobiografica) con informazioni sempre nuove (reazioni altrui, esiti dei propri comportamenti, ecc).
Ruolo della memoria di lavoro.
Self - memory system (Conway & Pleydell-Pierce, 2000)
Gli autori introducono il concetto di self-memory system (SMS) studiando i processi che portano alla costruzione dell'immagine di sé (identità).
Il SMS deriva dall'integrazione tra:
- Conoscenze autobiografiche; MLT, organizzate in modo specifico per supportare il senso di sé.
- Working-self: struttura simile alla WM di Baddeley che consente di supervisionare e dirigere i processi cognitivi ed i comportamenti in accordo con lo schema che l'individuo ha di sé.
Nella costruzione di questa rappresentazione, intervengono vari processi cognitivi, fra cui anche la memoria di lavoro.
Che permetti di mantenere attive in memoria le informazioni coerenti con le proprie conoscenze autobiografiche così come di codificarle, creando rappresentazioni mentale degli eventi e dei propri comportamenti in linea con l'idea del Sé.
Conoscenza autobiografica di base:
- Conoscenza semantica: del Sé ricostruita a partire da esperienze specifiche.
- Memoria episodica: legata ad esperienze specifiche.
- Working self: codifica, consolidamento, recupero.
Analogia con i processi di controllo della working memory proposta da Baddeley 2003 (supervisione e direzione dei processi cognitivi e del comportamento in accordo con lo schema che l'individuo ha di sé).
Il Sé e i conflitti derivati dalle discrepanze di Sé.
Il Sé è distinguibile in tre istanze:
- Sé attuale: il modello mentale che l'individuo ha di se stesso.
- Sé ideale: ciò a cui l'individuo aspira.
- Sé
nuovi ricordi. interferenze retroattive; nuove esperienze influenzano vecchi ricordi.
Esperimento: False memorie (Loftus & Pickrell 1995)
- Scopo del lavoro: Studiare se è possibile costruire da zero il ricordo di un evento a cui non si è mai assistito.
- Variabili indipendenti: - Veridicità della storia relativa alla loro infanzia = 3 storie vere, 1 storia falsa.
- Variabili dipendenti: - Ricordo di eventi del passato (veri e falsi)- Fiducia nell'accuratezza di tali ricordi- Chiarezza dei ricordi
- Partecipanti: - 24 studenti universitari (21 femmine) dai 18-53 anni- I partecipanti erano appaiati: il partecipante e un suo parente (genitore o fratello/sorella)- Il parente era colui che conosceva le esperienza dell'infanzia del partecipante
- Procedura: Ai partecipanti veniva detto che era uno studio sui ricordi dell'infanzia.- Veniva loro dato un libricino contenente 4 storie della loro infanzia (3 erano state
Veramente fornite dai loro parenti e una era inventata e riguardava un evento in cui il partecipante si era perso). In ogni pagina c'era la storia scritta in alto, mentre in basso il partecipante doveva scrivere ciò che ricordava dell'evento in questione.
Venivano condotte anche due interviste (a distanza di qualche giorno) con i partecipanti in cui veniva loro chiesto di riportare tutto ciò che ricordavano in merito a ciascun evento. Alla fine della prima intervista veniva chiesto loro di pensare ancora agli eventi e cercare di ricordare ulteriori dettagli.
Rating: dichiarare quanto chiaramente ricordi l'evento 1-10 55
Risultati:
- Lo studio dimostra che falsi ricordi possono essere creati per eventi che non sono mai accaduti.
- Connessione con altri eventi simili realmente accaduti nella creazione delle false memorie.
Ruolo della SUGGESTIONE
Esempio: post - event information / misinformation effect (Loftus & Palme)