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Heinz Kohut e la psicologia del sé
Heinz Kohut studia i disturbi narcisistici di personalità: in particolare, non considera più il
narcisismo come un modo di funzionare primitivo, bensì come un ambito di funzionamento normale
che segue una linea di sviluppo indipendente da quella delle relazioni oggettuali. La normalità non
è caratterizzata da assenza di fenomeni narcisistici ma da fenomeni narcisistici sani.
Differenzia due linee di sviluppo della libido, sulla base dell’oggetto di attenzione libidica:
- La Libido oggettuale porta all’amore maturo per gli oggetti (amore oggettuale), poiché investe su
oggetti veri, sperimentati come oggetti separati dal soggetto
- La Libido narcisistica porta all’amore maturo per il Sé (narcisismo sano), perché investe su
oggetti sperimentati come un’estensione del Sé
Lo sviluppo è inteso come il passaggio da una condizione di narcisismo primitivo a una di
narcisismo maturo, come pure da una condizione di amore oggettuale arcaico a una di amore
oggettuale maturo.
Il Sé e l’oggetto-sé
Metodo di osservazione psiconalitica: ogni ambito di fenomeni è definito dal metodo di raccolta dei
dati e osservazione. Il metodo che caratterizza la psicoanalisi e quindi definisce l'ambito dei
fenomeni psicoanalitici è l' introspezione e empatia (sua forma vicaria).
Kohut definisce il Sé come una struttura ipotetica associata alla sensazione di essere un “soggetto
che agisce attivamente”, di avere un “senso di coesione nello spazio e di continuità nel tempo”.
La struttura centrale che permette di spiegare il funzionamento della persona è il concetto di Se
sovraordinato, concetto che permette di rendere conto di quattro fenomeni di cui essere
consapevoli tramite introspezione e empatia.
In condizioni normali noi ci percepiamo coesi nello spazio + ci percepiamo continui nel tempo +
percepiamo le e mozioni che proviamo come qualcosa che ci appartiene + ci percepiamo come
centri di azione indipendenti (senso di agency)
Il Sé nucleare è costituito dalle ambizioni della persona, dalle sue mete idealizzate: si forma sin
dalle prime esperienze di vita e costituisce l’elemento centrale dello sviluppo individuale, che lo
indirizza verso le mete e le ambizioni desiderate. Entro il Sé nucleare emergono quindi 2 poli:
- Polo delle ambizioni : un polo delle mete, dei propositi e dei desideri
- Polo degli ideali: un polo dei valori, degli ideali (capacità regolazione impulsi)
Fra questi due poli emerge un “arco di tensione”, che include le capacità e i talenti dell’individuo.
In condizioni sufficientemente buone, sussiste un’armonia tra le proprie ambizioni, le proprie doti e
i propri ideali: questa armonia spinge l’individuo a tentare di realizzarsi, provando gioia per ogni
sua conquista. In condizioni normali l’individuo non è in preda a pulsioni e desideri primitivi e
inconsci, ma cerca unicamente di realizzare le proprie mete, i propri desideri.
Di contro, le condizioni in cui la persona non si sente coerente con sé stessa, ma anzi si sente
vittima passiva di desideri, sentimenti ed emozioni che comprende e non riconosce come propri,
sono considerate episodi di frammentazione del Sé. Non uomo colpevole di Freud ma uomo tragico.
Kohut teorizza una linea di sviluppo che procede da un Sé nucleare arcaico a un Sé maturo e
coeso. In tal senso, abbandona il modello pulsionale classico, secondo il quale i bisogni istintuali
del bambino devono essere contenuti dall’Io, ipotizzando invece che i bisogni narcisistici arcaici
debbano essere soddisfatti da un altro adeguatamente empatico per permettere al Sé di svilupparsi.
Il Sé nasce inizialmente debole, amorfo e vulnerabile, e viene man mano arricchito dalla relazione
con l’ambiente. Quindi, il Sé si alimenta nel rapporto con gli altri: sono le esperienze infantili nel
contesto affettivo e familiare a garantire la formazione di un Sé nucleare forte o debole.
I 3 tipi di esperienza che contribuiscono alla realizzazione del Sé si legano ai bisogni di oggetto-Sé,
i quali nascono nell’infanzia e restano naturalmente attivi in varie forme per tutta la vita:
Oggetto-Sé idealizzato
La capacità dei genitori di rassicurare il bambino e di fornirgli un adeguato sostegno consente al
piccolo di imparare a regolare i propri stati emotivi e le proprie reazioni, fornendogli al contempo
un’immagine ideale alla quale cercherà di conformarsi (il genitore ideale). Quindi, l’esperienza di
oggetto-Sé idealizzato contribuisce alla formazione del polo degli ideali del Sé
Bambino in difficoltà può andare da qualcuno forte, saggio e buono, fondersi con sensazione di
forza con l'abbraccio. Creare immagine di come si vuole diventare che permette di affrontare le
difficoltà della vita senza soffrire troppo.
Oggetto-Sé rispecchiante o speculare
Il bambino riceve dal genitore la conferma della propria esistenza, il senso di essere valorizzato e
stimato, e inizia a provare sentimenti di grandiosità, onnipotenza ed esibizionismo (Sé grandioso).
Il genitore deve essere sufficientemente disponibile ed empatico, in modo tale da fornire al figlio
un’immagine di sé migliore di quella che il bambino riceve dal confronto diretto con la realtà.
L’esperienza di oggetto-Sé speculare contribuisce alla formazione del polo delle ambizioni del Sé.
Tuttavia, il genitore deve anche concedere al bambino delle sporadiche esperienze di piccoli
fallimenti. Questa esperienza di piccole frustrazioni, o frustrazione ottimale, consente di
sperimentare e tollerare i limiti propri e altrui. In questo senso, il bambino impara a tollerare i
piccoli fallimenti ed inizia a svolgere indipendentemente le funzioni in cui in precedenza aveva
fallito. Avviene così un progressivo ritiro degli investimenti narcisistici dagli oggetti-Sé,
consentendo il processo di internalizzazione trasmutante, che trasforma gli oggetti-Sé in
strutture psichiche. Il Sé grandioso si fa più realistico, avviene un’interiorizzazione di funzioni che
prima erano svolte dall’oggetto-Sé esterno, ma che ora appartengono al Sé nucleare, autonomo e
coeso.
Oggetto-Sé gemellare o alteregoico
Il bambino ha il desiderio di sentirsi simile a un altro essere umano sufficientemente amato. Tramite
questa esperienza, il bambino può conoscere sé stesso, le proprie capacità e i propri talenti
Consapevolezza di proprie capacità e talenti.
Fallimenti dell’esperienza di oggetto-sé
Un ambiente non pronto non consente una piena maturazione del Sé: se l’esperienza con l’oggetto-
Sé non è soddisfacente ed empatica, lo sviluppo narcisistico non si completa e i bisogni espressi
rimangono arcaici (bisogni esibizionistici o di grandiosità). Interazioni difettose tra il bambino e i
suoi oggetti-Sé (genitori) si traducono nell’impossibilità di una interiorizzazione trasmutante e
conducono ad un Sé immaturo, difettoso o danneggiato. Genitori che non svolgono adeguate
funzioni di oggetto-Sé determinano lo sviluppo, nel bambino, dei disturbi narcisistici di personalità.
Le relazioni fallimentari con gli oggetti-Sé arcaici determinano l’espressione, nel corso della
terapia, di 3 tipi di transfert che esprimono i bisogni narcisistici del paziente e i suoi tentativi di
ristabilire quel senso di coesione venuto meno nel corso dello sviluppo usando l’analista come
oggetto-Sé. L’analisi dei singoli transfert fornisce informazioni su quale esperienza sia mancata al
Sé nucleare:
- Fallimenti dell’oggetto-Sé idealizzato provocano un deficit nello sviluppo del polo degli ideali,
determinando una difficoltà nella regolazione delle emozioni.
Il transfert idealizzante permette di ri-sperimentare l’esperienza dell’oggetto-sé idealizzato. È lo
stato in cui una parte della mancata esperienza di perfezione narcisistica è attribuita a un difetto di
abilità del caregiver nel proteggere il bambino da sovra- o sotto-stimolazioni. Tale difetto genera
un’eccessiva dipendenza dalla stimolazione esterna o una riduzione del senso di vitalità.
Si tratta di persone che sperimentano anche da adulte il bisogno di sentirsi vicine, attaccate ad una
figura di riferimento idealizzata e onnipotente.
- Fallimenti dell’oggetto-Sé speculare causano un deficit nello sviluppo del polo delle ambizioni,
generando un senso di profonda inettitudine e svalutazione e una carenza di autostima.
Il transfert di rispecchiamento permette di ri-sperimentare l’esperienza dell’oggetto-Sé speculare:
traumi nella relazione di rispecchiamento producono una vulnerabilità del Sé che si manifesta nel
tentativo di controllare il terapeuta come oggetto-Sé ed ottenere da lui risposte di conferma.
- Fallimenti dell’oggetto-Sé alteregoico Il transfert gemellare permette di sperimentare
l’esperienza di oggetto-Sé alteregoico. Si manifesta nel bisogno del paziente di sentirsi simile al
terapeuta (anche se nella realtà non lo è)
Disturbo narcisistico di personalità
Pazienti narcisistici a causa di defici empatici del caregiver non hanno potuto sviluppare un se
coeso armonico e vitale e quindi sviluppano in rapporti con terapeuta a e altri transfert che servono
a compernsare lacune o per sanarle. Idealizzazione del se e svalutazione degli oggetti.
Disturbo narcisistico comportamentale
Non si manifestano in forma diretta i bisogni ma cerca di compensare in altre forme: tossicomanie e
perversioni + fenomeni di rabbia svalutante (rabbia narcisistica). Modi di sentirsi vitale
Empatia e terapia analitica
La specificità dei diversi tipi di transfert di oggetto-Sé indica la riattivazione, nella relazione con
l’analista, delle specifiche relazioni con gli oggetti-Sé arcaici. La meta del trattamento nei disturbi
narcisistici di personalità consiste nel portare il paziente a riconoscere la presenza di mete
narcisistiche e perverse. Obiettivo del processo terapeutico è la facilitazione di un processo di
internalizzazione delle funzioni di sostegno al narcisismo sano svolte dall’analista, al fine di
raggiungere una maggiore integrazione del Sé. L’atteggiamento empatico del terapeuta (funzione di
Oggetto-Sé) può riattivare il processo evolutivo e, tramite la graduale delusione del paziente, la
neutralizzazione del Sé grandioso e l’idealizzazione della figura parentale può essere ripresa.
Se le capacità empatiche del genitore sono compromesse, il Sé nucleare infantile non può
svilupparsi: l’assenza di empatia da parte dei geni