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CONCETTO DI DISABILITÀ

Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità

Legge 18, art.1, 3 marzo 2009: si definisce cosa vuol dire disabilità

Coloro che presentano DURATURE MENOMAZIONI FISICHE, MENTALI, INTELLETTUALI o

SENSORIALI che, in interazione con barriere di diversa natura, possono ostacolare la loro piena ed

effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri.

Focus: INTERAZIONE con l'AMBIENTE (e i suoi ostacoli)

Aspetti importanti:

ASPETTO SOCIALE (la disabilità non è una condizione che emerge nell'individualità, ma è

 tale in relazione con l'ambiente e i suoi ostacoli)

RUOLO DELL'AMBIENTE

 RICONOSCIEMNTO DI DIGNITÀ

(si passa dal focus sul problema della disabilità alla PERSONA)

SVILUPPO CONCETTO DI DISABILITÀ

Si passa dai modelli basati sui DEFICIT:

es. •modelli medici: carenze nelle funzioni mentali •modelli psicologici: carenze intellettive

ai MODELLI ECOLOGICI (risorse, cosa si può fare). es. attualmente con i DSA si fa una

valutazione funzionale del bambino più che concentrarsi esclusivamente sul deficit cognitivo.

A partire dal 1980, il ruolo del CONTESTO è maggiormente riconosciuto.

Nonostante la disabilità sia considerata un problema di funzionamento dell'intera persona, tale

funzionamento si riferisce all'INTERAZIONE della persona con l'AMBIENTE.

L'ambiente può essere più disabilitante dei problemi fisiologici e psicologici.

Il cambiamento di prospettiva comporta:

• PERSONALIZZAZIONE delle ATTIVITÀ, degli INTERVENTI (es bisogni speciali per

l'apprendimento)

• Necessità di APPROCCI GLOBALI (non concentrarsi sul problema, ma sulle abilità della persona

e sulle risorse o ostacoli dell'ambiente)

• Necessità di MODELLI ECOLOGICO-COMPORTAMENTALI (riguardanti il funzionamento e

non il deficit della persona)

• MIGLIORAMENTO della QUALITÀ della VITA

È necessario quindi un ACCORDO (condiviso) sui termini e sulle espressioni

Produzione di sistemi di classificazione:

ICIDH (OMS, 1980): Classificazione Internazionale delle Menomazioni, Disabilità, Handicap

ICIDH-2 (OMS, 1997): Classificazione delle Menomazioni, Attività Personali, Partecipazione

Sociale

ICF(OMS, 2001): Classificazione Internazionale del Funzionamento+ ICD-10 e DSM-V

ANALISI Della Disabilità

VALIAB: scala di valutazione del livello di abilità

È destinata alle disabilità intellettive gravi: down, autismo, demenza.

• Importanza della valutazione delle attività della vita quotidiana (rilevanza ecologica).

Se il paziente non è in grado si usa l'eterovalutazione.

• Obiettivi di programmazione di trattamenti e riabilitazione.

VALIAB: si tratta di una scala di valutazione per l'individuazione di ambiti necessitanti di

attenzione/riabilitazione

• 46 item

• Tarata su 432 soggetti con ritardo mentale

Riferimento a 7 fattori (i punti di forza e debolezza della persona):

1. Abilità scolastiche (11 item)

2. Abilità motorie (9 item)

3. Abilità di tolleranza nei confronti dell'ambiente (4 item)

4. Abilità di comunicazione non verbale (4 item)

5. Abilità lavorative

6. Abilità di orientamento nell'ambiente

7. Abilità di autonomia personale

Valutazione del livello di abilità posseduta su scala a 5 punti:

1. Non in grado

2. Parzialmente in grado

3. È in grado, ma lo fa pochissime volte

4. È in grado, ma lo fa solo qualche volta

5. In grado di eseguire attività richiesta e lo fa sempre

Come considerare la valutazione VALIAB?

• Valutazione normativa (norma, si basa sulla media) : si rapporta la valutazione raccolta a

quella del campione Normativo.

• Valutazione criteriale (criterio, c'è un range):

• Utilizzo di punteggi criteriali (nascono dal rapporto fra la somma dei punteggi ottenuti in

tutti gli item e il totale degli item).

Punteggio: 1-2: le abilità funzionali non caratterizzano la persona con rm (abilità non posseduta

 o posseduta parzialmente)

2-3: abilità funzionali presenti ma meno frequenti di quanto necessario

 4-5: abilità funzionali molto presenti ( di fatto sono i punti di forza della persona)

Raccomandazioni sull'utilizzo delle valutazioni in ambito abilitativo-riabilitativo

Viene utilizzato per:

• Referto personalizzato, relativo alle abilità funzionali in cartella clinica;

• Programmare interventi finalizzati ad incrementare le abilità funzionali;

• Analisi del bilancio delle risorse e punti di forza;

• Definizione degli obiettivi abilitativi e riabilitativi (per descrivere gli effettivi

miglioramenti);

Come si fa?

• A partire da come si presentano gli obiettivi:

Descrivono abilità non presenti nel repertorio della persona;

Descrivono abilità presenti in modo parziale;

Descrivono abilità presenti ma attuate raramente;

• A cosa si riferiscono gli obiettivi?

Si riferiscono al risultato atteso, anticipano le aspettative degli operatori;

Vi è la necessità di definizioni OPERAZIONALI:

1. Precisare la PRESTAZIONE(cosa sarà insegnato a "dire o a fare")

2. Precisare le CONDIZIONIall'interno delle quali si dovranno manifestare le abilità

3. Precisare il CRITERIO DI PADRONANZA, cioè la qualità o quantità di prestazione auspicata

per poter considerare efficace l'intervento.

Dettagli
A.A. 2016-2017
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher silvia.psicologia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'handicap e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Ferrari Marcella.