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Estratto del documento

(PSPL);

c. Semantica della rappresentazione numerica (HIPS).

Disturbi nella soluzione dei problemi

Il modello di Mayer descrive le procedure messe in atto davanti a un problema

matematico: il primo passo è costituito dalla codifica del problema (traduzione à

dove si capiscono le parti rilevanti da considerare; integrazione tra i numeri,

à

capire le relazioni tra di essi); il secondo passo è costituito dal processo di ricerca

(pianificazione e calcolo).

Nel processo di traduzione la prima cosa è un’operazione linguistica in cui il

bambino deve capire quello che sta leggendo (à bimbo con dislessia sbaglia perché

sbaglia a leggere, si verifica se lo legge qualcun altro), è importante vedere come il

bambino da queste righe si crea una sua rappresentazione semantica, cioè riesce a

capire di che tipo di problema si tratta.

Nel processo di integrazione è necessaria una costruzione mentale di una

rappresentazione dei dati che vengono proposti, qui entra in gioco l’aspetto visuo-

percettivo immaginario. 38

appunti di Giulia B.

Nel processo di pianificazione entra in gioco l’aspetto cognitivo: è necessaria una

conoscenza strategica attraverso l’individuazione di sotto-obiettivi e l’utilizzo della

memoria di lavoro per mantenere attive le mete da raggiungere. Il punto critico che

caratterizza i bambini con disabilità intellettiva è proprio il comportamento

strategico, il monitoraggio e gli aspetti metacognitivi. Se si ha un ragazzino con

gravi difficoltà su questi aspetti molto raramente si riuscirà a superare: questi

riusciranno se accompagnati, ma se da soli non saranno in grado perché manca la

componente metacognitiva.

Infine nel processo di calcolo sono coinvolti algoritmi di calcolo da applicare ai

sotto-obiettivi.

Le abilità metacognitive coinvolte nella risoluzione di problemi sono le seguenti:

previsione: ci si deve interrogare se si è in grado di risolverlo, se si

• dispongono di tutti i dati necessari e se per caso se ce ne sono in più, qui

entrano in gioco elementi legati a componenti emotivo-affettivi (à sarò in

grado di risolverlo?; Tanto non capirò.);

pianificazione: progetto di soluzione;

• monitoraggio: controllo del processo risolutivo;

• valutazione: del risultato conseguito.

Secondo il modello di Badley e

Hitch nei processi di risoluzione Memoria di lavoro

di problemi un ruolo essenziale è

svolto dalla working memory, Memoria

Lungo Termine

cioè la memoria di lavoro, che ci Esecu&vo

centrale

consente di effettuare

operazioni, accedendo alle Loop Taccuino visuo-

informazioni già in nostro ar&colatorio spaziale

possesso (es. dalla memoria a A9vità di aggiornamento: upda&ng

lungo termine: formule,

procedure di calcolo) senza

perdere il ricordo di quello che si deve fare per arrivare alla risoluzione del

problema. La sostituzione delle informazioni attive in memoria con nuovi dati per

arrivare alla conclusione della procedura si dice updating. Più è rapido ed efficiente

l’updating e più funzionale è il processo. Il loop articolatorio consiste nel ripetere

più volte la cosa da ricordare, è basato sul codice verbale, ripetere vuol dire

39

appunti di Giulia B.

continuare a sollecitare l’attivazione bioelettrica di un’area cerebrale. Per

visualizzare e memorizzare una strada da compiere non è possibile utilizzare il loop

articolatorio, ma si fa affidamento al taccuino visuo-spaziale, una codifica iconica

delle informazioni che dà molta forza anche alle informazioni verbali. Le

componenti che ci aiutano a elaborare le informazioni funzionano in relazione agli

ordini che arrivano dall’esecutivo centrale (à capacità strategica, di monitoraggio,

di controllo, ecc), è l’esecutivo centrale che capisce su quale strategia di codifica

fare affidamento. La velocità corrisponde all’updating, da ciò che si sa già si devono

recuperare velocemente le informazioni per utilizzarle nella memoria di lavoro, più

è veloce questo processo, maggiore è la quantità di dati che si riescono a elaborare

in quel momento.

Buona parte delle difficoltà che si incontrano di fronte alla matematica non hanno

un fondamento neuropsicologico, ma nascono più da un insieme di attribuzioni

errate rispetto alle proprie capacità. Su queste si può intervenire con un opportuno

atteggiamento da parte dell’insegnante. Nella matematica entra in gioco lo stile

attributivo, perché entra in gioco il confronto con un compito che si associa con il

concetto di intelligenza, il compito di matematica diventa una prova di efficienza

intellettiva e questo aumenta la nostra ansia. Inoltre l’evidenza dell’errore è

un’altra caratteristica che fa crescere ansia: se si fa un errore è evidente a tutti

(anche se lo fa l’insegnante); dei bravi insegnanti di matematica aiutano ad amare

la matematica (à importanza dello stile di insegnamento).

Legge 5 febbraio 1992, n° 104

Nel 1992 è stata emanata la legge 104 per tutelare le persone con disabilità, si

tratta della “Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle

persone handicappate”.

Si è deciso di non creare delle classi specifiche per bambini con disabilità, ma di

integrarle con bambini senza disabilità. Fino al 2010 questa è stata l’unica legge che

tutelava i bambini con qualche forma di disabilità all’interno del contesto scolastico;

i bambini avevano bisogno di una certificazione di invalidità dall’ASL che, in quegli

anni, veniva lasciata solo per i bambini con disabilità intellettiva (QI < 70); la

certificazione era di “disabilità mentale” e avevano diritto ad avere l’insegnante di

sostegno, poiché affetti da quella che veniva chiamata “invalidità civile”. 40

appunti di Giulia B.

I bambini con DSA non erano tutelati da questa legge, a meno che non venissero

riconosciuti come possessori di una “disabilità intellettiva”. Essere tutelati dalla

legge 104 portava con sé un forte impatto perché si paragonavano questi bambini a

chi aveva basso QI, inoltre questo poi si portava con sé per tutta la vita e risultava

essere fortemente stereotipizzante e limitante.

Con la legge 104 si fa il PEI (Piano Educativo Individualizzato) che viene redatto in

equipe con le psicologhe, il neuropsichiatra, a volte assistenti sociali e pediatri; in

cui si individuano obietti formativi specifici per il bambino, più la situazione è grave

e più gli obiettivi si riducono. Si deroga quindi ai programmi ministeriali e si

possono individuare obiettivi minimi che si rifanno alla gravità della situazione; più

ci si allontana e più aumenta la possibilità che il titolo di studio ottenuto non abbia

un valore legale, ma quasi un “attestato di frequenza”, perché il bambino o ragazzo

potrebbe non avere effettivamente le conoscenze che il diploma rappresenta.

Le conseguenze dette prima spingevano i genitori a non utilizzare la legge 104 per i

loro figli con DSA che vanno tutelati, ma non possono essere equiparati a bambini

con un QI inferiori.

Consensus Conference

In seguito a un forte movimento culturale e politico si è cominciato a fare delle

proposte di legge che dessero una tutela particolare per i bambini con DSA;

interrogandosi su quali fossero le caratteristiche di questi disturbi e come essi

debbano essere categorizzati e questo ha portato alla Consensus Conference del

2007; che aveva la finalità di mettere intorno a un tavolo tutti gli specialisti che si

occupavano dei bambini con DSA. Le associazioni che sono state interpellate sono

molteplici e comprendono pediatri, optometristi, oftalmologi, psicologi, logopedisti,

neuropsichiatri, psicomotricisti. La Consensun Conference ha cercato di creare

quella base di conoscenze e definizioni che potessero costituire un riferimento

comune per tutte queste professioni che si trovano a lavorare con i DSA; da qui

nascono i termini quali dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia. La

caratteristica fondamentale dei DSA è quella di non essere applicabile a situazioni

di disabilità intellettiva generale, viene messo in evidenza il carattere evolutivo dei

disturbi e il fatto che non possano essere acquisiti, l’importanza di capire che in

momenti diversi della vita ci possono essere dei sintomi parzialmente diversi (dal

decoding alla lentezza, con l’aumentare dell’età), viene evidenziata la comorbidità

41

appunti di Giulia B.

con altri disturbi (es. disturbi del linguaggio/ADHD), anche il carattere

neurobiologico risulta essere importante e impone una svolta al pensiero fino ad

allora (psicodinamici il bambino è dislessico perché la mamma è ansiosa), inoltre

à

i fattori biologici interagiscono attivamente nella determinazione della comparsa

del disturbo con fattori ambientali; il disturbo inoltre deve comportare un impatto

significativo per l’adattamento scolastico e/o per le attività della vita quotidiana. Gli

aspetti emotivi e affettivi non sono alla base del DSA, ma possono essere piuttosto

intesi come una conseguenza degli stessi, non come la causa.

Legge 8 ottobre 2010, n°170

Si tratta della legge che sancisce un cambio culturale molto importante per i

bambini con DSA e le loro famiglie. Si riferisce a “Nuove norme in materia di

disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” e riconosce e definisce la

dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia.

Per le persone con DSA vengono garantiti una serie di diritti che prima risultavano

difficili da sostenere: garantire il diritto all'istruzione, favorire il successo

scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantire una

formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità, ridurre i disagi

relazionali ed emozionali, adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle

necessità formative degli studenti, preparare gli insegnanti e sensibilizzare i

genitori neiconfronti delle problematiche legate ai DSA, favorire la diagnosi precoce

e percorsi didatticiriabilitativi, incrementare la comunicazione e la collaborazione

tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di

formazione, assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito

sociale e professionale.

Nella legge 170 si sostiene che gli obiettivi sono gli stessi degli altri bambini, ma si

dà licenza di modificare e adeguare le modalità di ver

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Publisher
A.A. 2017-2018
63 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher binattigiulia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'assessment e degli interventi nelle difficoltà scolastiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Traficante Daniela.