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TEORIE DEGLI SCHEMI

Il concetto viene attivato in modo bottom-up, a partire cioè da alcuni dati percettivi disponibili, e la

sua attivazione rende disponibili alcune info non presenti del quadro percettivo. Ma in altri casi la

funzione inferenziale può agire in senso opposto: un concetto attivato in modo top-down, vale a dire

da stimoli percettivi, ma da altri processi di pensiero, può guidare il riconoscimento di un

particolare quadro percettivo.

Esempio effetti di attivazione di concetti sulla codifica di figure ambigue per spiegare i processi

bottom-up.

Il ruolo inferenziale top-down dei concetti è più sofisticato. Il modo in cui le info suggerite

dall'attivazione di un concetto possono essere immagazzinate sono descritte dalle teorie degli

schemi di conoscenza. Il concetto di schema si ferisce a tutte quelle conoscenze procedurali che si

attivano in maniera automatica all'istante in cui riconosciamo una determinata situazione.

Problemi delle teorie classiche dei concetti

1) Concetti come liste di attributi di natura proposizionale

2) Concetti come costrutti prevalentemente statici. Questa critica si applica meno ai modelli basati

su prototipi ed esemplari e soprattutto non si applica al modello funzionalista.

3) Concetti come slegati dall’esperienza percettiva e corporea. Questa critica si applica meno al

modello basato sugli esemplari e a quello funzionalista.

4) Concetti come strumenti finalizzati alla conoscenza, meno all’azione. Il modello funzionalista è

l’unico per il quale questa critica non si applica.

5) Concetti come costrutti slegati dal contesto. Anche in questo caso, la critica non vale per il

modello di Barsalou.

6) Concetti come costrutti mentali, difficoltà di applicazione all’ambito delle neuroscienze.

PROTOTIPO VS ESEMPLARE

Lo standard è il miglior “rappresentante della categoria”

• Il prototipo è una rappresentazione astratta derivata dal nucleo, dove si raggruppano le

caratteristiche degli oggetti membri della categoria.

• L’esemplare è una rappresentazione concreta. Un esemplare specifico maggiormente attivato

in MLT. I membri più tipici sono mediamente più attivati.

Prototipo vs. Esemplare: differenze Cosa succede quando l’esemplare più comune di una

categoria NON è il membro più tipico?

1. Le due teorie fanno previsioni diverse circa il modo con cui si forma lo standard. Infatti, per

il modello del Prototipo, la tipicità è più importante dell’essere il membro più comune

mentre, per il modello dell’esemplare, è vero il contrario.

2. Nel modello dell’esemplare, la presentazione di nuovi oggetti attiva gli esemplari in MLT in

funzione della somiglianza: tanto più un esemplare in MLT è simile all’oggetto presentato,

tanto più si attiva, rendendo disponibili tutte le informazioni ad esso associate. Questo

implica che mentre per la teoria del prototipo i concetti sono insiemi di attributi estratti dagli

esemplari incontrati e decontestualizzati, per il modello dell’esemplare, ogni esemplare

lascia una traccia in MLT che può includere informazioni legate alla situazione in cui

l’esemplare è stato percepito. Per questo modello, lo standard è quindi contestuale e

variabile, per il prototipo invece lo standard può anche non esistere realmente.

Confronto fra visione tradizionale e visione recente

VISIONE TRADIZIONALE VISIONE RECENTE

Concetti come simboli Concetti come riattivazione del pattern neurale

che si ha quando esperiamo qualcosa

Astratti, non rimandano alla percezione e Concreti, rimandano alla percezione e azione

all'azione

Statici, dall'evento sensoriale alla struttura Dinamici e variabili in funzione della situazione,

stabile di conoscenza degli scopi di chi categorizza

Organizzati gerarchicamente(tassonomie) non Organizzati in relazione a contesti e situazioni,

per situazioni(schemi) e non in funzione non secondo relazioni gerarchiche

dell'azione

Utili per conoscere, non per agire Utili per agire, hanno funzione adattiva

Percezione, azione, cognizione: sistemi separati Nesso indissolubile percezione-azione-

cognizione

Processo di trasduzione nella formazione della Processo di trasduzione non plausibile sul piano

conoscenza(e dei concetti): dall'esperienza evoluzionistico, non dimostrato sul piano

senso-motoria ai simboli astratti empirico

La conoscenza è “embodied”, legata alla nostra

esperienza senso-motoria, ed è realizzata

attraverso processi di

simulazione(corrispondenti in sostanza ai

concetti) che riattivano rappresentazioni

multimodali

Importanza storica del principio di trasduzione

Storicamente, si è stati convinti dell’esistenza del principio di trasduzione (i.e., trasformazione) per

varie ragioni:

1) Ragione teorica: Mente considerata come entità superiore: dal concreto, dal senso-motorio, al

pensiero astratto. Tuttavia, come abbiamo visto, l’approccio funzionalista ai sistemi concettuali ha

chiarito che la cognizione è fondata sull’agire..

2) Ragione metodologica: Tendenza a usare compiti di natura linguistica -> confusione data

dall’output degli esperimenti – modo in cui l’informazione è rappresentata mentalmente. Rischi

nella confusione concetti-parole

3) Vantaggio dei simboli arbitrari: Composizionalità, produttività

Problemi delle rappresentazioni amodali

• Non esistono evidenze empiriche dirette circa l’esistenza di sistemi di rappresentazione

amodali

• La spiegazione circa i meccanismi attraverso i quali il processo di trasduzione mapperebbe

gli stati percettivi nei sistemi simbolici amodali è insoddisfacente, sia sul piano esplicativo

che su quello predittivo.

• E’ poco chiara anche la spiegazione dei meccanismi attraverso i quali dalla rappresentazione

simbolica amodale saremmo in grado di ottenere un riferimento agli stati percettivi (es.,

Teorie del prototipo e dell’esemplare)

LA COGNIZIONE INCARNATA e IL SISTEMA CONCETTUALE

Secondo Barsalou, il sistema concettuale sarebbe distribuito su tutto il cervello, e rappresenterebbe

tutti gli aspetti della conoscenza (eventi, oggetti, azioni, stati affettivi, stati mentali).

La conoscenza sarebbe in parte organizzata in maniera categoriale, ma un ruolo importante è

giocato dai processi attentivi, che focalizzano le componenti individuali delle esperienze che

facciamo e ci permettono di porle in relazione creando le conoscenze categoriali.

(Es. Sedia: la conoscenza circa questa categoria nascerebbe dall’aver focalizzato l’attenzione sulle

sedie che abbiamo incontrato nella nostra vita, e poi aver messo queste conoscenze in relazione fra

loro).

La focalizzazione dell’attenzione su informazioni esperienziali complesse sarebbe il processo

attraverso il quale sviluppiamo i concetti più complessi riguardanti le relazioni spaziali (es.,

“sopra”), gli eventi fisici (es., azione di “portare”), e quelli socio-affettivi (es., azione di

“convincere”).

Una volta che l’esperienza permette la creazione del sistema concettuale:

• risulta cruciale sia durante l’interazione diretta con l’ambiente (online processing:

percezione, categorizzazione)

• che durante quella indiretta (offline processing: memoria, linguaggio, ragionamento).

• permette l’apprendimento di nuovi concetti e categorie (es., expertise specifica per dominio)

ed è cruciale anche nella cognizione sociale (es., stereotipi).

CONFRONTO TRA DUE PROSPETTIVE

Prospettiva classica

Il sistema concettuale è un magazzino di memoria a lungo termine modulare, contenente

conoscenza amodale sulle categorie.

Esso è modellato sulle teorie della memoria semantica ed è modulare per tenerlo separato

1) dal magazzino contenente la memoria episodica

2) dai sistemi percettivi tipicamente modali (l’input ha codici specifici in funzione dei diversi

processi sensoriali) e da quelli motori.

Il principio di Trasduzione

Secondo la prospettiva classica, le rappresentazioni modali nei sistemi cerebrali per la percezione

che si attivano quando esperiamo il mondo sono trasdotte in rappresentazioni simboliche amodali

che custodiscono le conoscenze categoriali nel modulo della memoria semantica.

Invece, durante l’elaborazione offline, c’è un recupero dei simboli amodali che rappresentano le

conoscenze categoriali, senza però prevedere la possibilità che il recupero di queste conoscenze

riattivi le rappresentazioni modali originarie.

La prospettiva della conoscenza incarnata

Il sistema concettuale è situato nei sistemi cerebrali modali e non in una memoria semantica

amodale: la conoscenza del concetto rimanderebbe a rappresentazioni visive, uditive, tattili,

motorie..

Quindi, non è possibile parlare di sistema modulare, in quanto percezione e cognizione di alto

livello sono sistemi sovrapposti.

Non c’è alcun processo di trasduzione, ma semplicemente una registrazione parziale dell’input

durante l’elaborazione online dell’ambiente e una riattivazione parziale durante l’elaborazione

offline, attraverso processi di simulazione(rievocazione di stati neurali dalle modalità di percezione,

azione e introspezione).

(vedi immagini)

LA TEORIA DEI SISTEMI PERCETTIVI SIMBOLICI

La teoria di Barsalou da molta importanza agli stati percettivi che si generano nei sistemi senso-

motori e che hanno due componenti:

1) Rappresentazione neurale inconsapevole dell’input fisico

2) Esperienza consapevole (opzionale, nel senso che non è sempre presente)

I simboli percettivi

La struttura di un simbolo percettivo corrisponde allo stato percettivo che lo ha prodotto. Questo

tuttavia non implica che un simbolo percettivo corrisponda al mondo fisico.

Un simbolo percettivo NON E’:

•una fotografia •un’immagine mentale •una forma qualsiasi di esperienza soggettiva consapevole •la

registrazione esatta da parte del cervello nel momento in cui percepiamo qualcosa.

Un simbolo percettivo E':

•una registrazione parziale degli stati neurali sottostanti alla percezione di qualcosa •un oggetto

dinamico e non discreto •non necessariamente rappresentativo di oggetti/eventi specifici

•potenzialmente indeterminato

Simboli percettivi relati si combinano a formare “simulatori” che permettono al sistema cognitivo di

costruire simulazioni specifiche di una entità/oggetto/evento, anche in sua assenza (ovvero durante

l’elaborazione offline)

I simulatori

Sono combinazioni di simboli percettivi cui vanno ad aggiungersi le simulazioni che si possono fare

a partire da questi. Grossolanamente, i simulatori corrispondono ai concetti.

In questa figura è possibile vedere (riquadro A) un frame parzia

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
27 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kaste di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del pensiero e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Galfano Giovanni.