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CORRELATI ANATOMO-FISIOLOGICI
Modello di Posner
1. Il sistema di vigilanza: regola attraverso il sistema noradrenergico (locus
coerulerus) il mantenimento di uno stato di attivazione; sembra essere
lateralizzato a destra.
2. Il sistema attenzionale posteriore: responsabile sia dell’orientamento
dell’attenzione verso stimoli sensoriali che della facilitazione verso stimoli
selezionali per la loro posizione nello spazio o per il spossesso di
caratteristiche specifiche. corteccia parietale posteriore: sganciamento;
Pulvinar: agganciamento; collicolo superiore: spostamento dell’attenzione.
3. Il sistema attenzionale anteriore: controllo esecutivo, monitoraggio del
comportamento, elaborazione consapevole dell’esperienza; (corteccia
prefrontale mediale, inclusa SMA e corteccia cingolata anteriore.)
Disturbi dell’Attenzione
Disturbi dell’Allerta (allerta: funzione base di attivazione dell’individuo)
- L’allerta tonica stato di attenzione (attivazione) generalizzato caratterizzato da cambiamenti lenti e
involontari regolati fisiologicamente (dal coma alla lucidità).
- L’allerta fasica: momentanea facilitazione generalizzata della prestazione indotta da un segnale di allarme.
I disturbi dell’allerta subentrano quasi esclusivamente per trauma cranico.
Lesioni frontali (in particolare all’area mediale) sembrano compromettere lo stato di attivazione dell’individuo
producendo inerzia, rallentamento motorio, difficoltà ad iniziare a muoversi e a rispondere velocemente alla
stimolazione.
Disturbi dell’Attenzione sostenuta
- caduta nella prestazione veloce;
- brevi cadute dell’attenzione (lapses of attention);
- frequente per una lesione della corteccia frontale (per lo più dx) della sostanza bianca sottostante o di
entrambe le strutture.
Disturbi attentivi nella NSU (= Negligenza Spaziale Unilaterale)
- incapacità di riferire, rispondere oppure orientarsi verso stimoli nuovi o significativi presentati in una
posizione specifica l’incapacità non può essere attribuita a deficit sensoriali o motori.
Manifestazione deficitarie
NSU percettiva: deficit di consapevolezza corporea per bersagli nella parta negletta dello spazio
Emisomatoagnosia/NSU personale: deficit di consapevolezza e di utilizzazione del lato controlesionale del
corpo
NSU premotorio/ intenzionale/ipocinesia direzionale: deficit di programmazione motoria verso bersagli
collocati nella parte negletta dello spazio
Anosognosia/negazione di malattia: mancata consapevolezza di deficit controlesionali motori e di campo
visivo
NSU: motoria: incapacità a muovere gli arti controlesionali per un deficit di intenzione motoria
Manifestazione deficitarie
Perseverazione: ripetizioni di un comportamento in assenza di uno stimolo appropriato; in compiti di
cancellazione: perseverazioni ricorrenti o tratti aggiuntivi (segni multipli di cancellazione sullo stimolo
bersaglio; scarabocchi: segni di cancellazione negli spazi bianchi fra i bersagli; perseverazioni complesse:
disegni aggiuntivi.
Attrazione magnetica/iperattenzione: il paziente manifesta un comportamento di preferenza e o
attenzione spropositata verso gli stimoli ipsilesionali a svantaggio di quelli controlaterali (inizialmente
descritto da De Renzi nel 1989).
COSCIENZA
Definizione: “La coscienza è la capacità di essere consapevoli di sé e dell’ambiente circostante.” io sono cosciente
se so cosa sta facendo e cosa c’è intorno a me.
Proprietà della coscienza:
Consapevolezza percettiva e cognitiva: risposta hic et nunc; svolge la funzione di comparatore poiché consente
di confrontare, istante per istante, lo stato attuale del mondo con quello previsto in base alla propria esperienza
e alle proprie conoscenze e aspettative.
Controllo: esercita un controllo sui processi cognitivi svolgendo la funzione di sistema rilevatore degli errori.
Autoriflessione: la coscienza può essere consapevole di sé stessa, in un processo teoricamente senza fine
(consapevolezza metacognitiva). Non solo conosciamo un certo numero di cose in base all’esperienza, ma
sappiamo anche di saperle.
All’interno della consapevolezza di sé stessi, sono stati identificati tre diversi livelli di
coscienza che fanno riferimento ad una sorta di gerarchia. Damasio, lo studioso che
più si è occupato di questo studio, ha anche identificato come e dove, nel cervello, la
coscienza si stabilizzi. Dal punto di vista della filogenesi, le parti più basse del
cervello sono quelle più antiche, quelle più simili con altri animali e quelle che
presiedono delle funzioni fondamentali per la sopravvivenza, ma che più
difficilmente arrivano alla coscienza (ad esempio, contengono i centri del respiro, del
controllo del battito cardiaco e altre funzioni di origine vegetativo su cui si ha bassissimo controllo).
1. Sé originario o sé come oggetto (proto-self)
Indica una conoscenza radicata nel corpo; è la conoscenza dello stato fisiologico del corpo.
Il primo livello della coscienza consiste nell’insieme di processi che riguardano l’organismo e che forniscono una
descrizione dei suoi aspetti relativamente stabili. In più, comprende tutti i segnali interocettivi (= suscitati dai visceri:
es. fame, sete, benessere, malessere, …) e i segnali propriocettivi (= generati dalle condizioni fisiologiche del corpo:
es. contrazione e distensione dei muscoli, parametri dell’ambiente interno, … che servono per renderci conto della
posizione e del movimento del corpo).
Questi segnali necessari per mantenere l’omeostasi (= condizione interna degli organismi che significa il benessere
dell’organismo a tutti i suoi livelli interni): nel caso in cui i segnali somato-viscerali presentino scostamenti
significativi dai valori standard, si ha l’esigenza di adottare le opportune correzioni (es. mangiare con il segnale di
fame, bere con quello della sete, ecc.) per passare dalla condizione momentanea di bisogno a una più desiderabile.
Riassumendo, il protoself comprende un insieme di stimoli somatoviscerali, al cui interno sono compresi anche dei
sentimenti primordiali (benessere, pena, potenza, impotenza…). Essa è una forma di conoscenza iniziale e basilare,
concernete il funzionamento del proprio organismo, e dà origine a sentimenti primordiali perché genera degli umori
(invece che dei sentimenti).
2. Sé nucleare o sé come soggetto (core-self)
È la connessione fra ciò che riguarda il nostro corpo e ciò che avviene al di fuori di noi in questa situazione.
Gli stati somatoviscerali generano anche immagini mentali che, a loro volta, consentono la costruzione di
rappresentazioni / conoscenze sull’organismo. In molti casi, esse richiedono una risposta da parte dell’organismo.
Queste risposte vengono operate dal sé nucleare, il quale è in grado di interagire e di modificare l’ambiente: ovvero,
costituisce una sorta di ponte tra le esigenze interne (sentimenti e stati d’animo) e l’ambiente esterno.
Tuttavia, esso fa riferimento al presente (hic et nunc) e quindi ha come oggetto il sé, responsabile delle azioni svolte.
3. Sé autobiografico o sé spirituale / sé culturale (autobiographical self)
In questo livello, la coscienza si estende ad abbracciare tutto l’orizzonte temporale (passato, presente e futuro),
dando un tempo e definendo il senso di identità e di continuità della propria vita, nonostante i cambiamenti e il
flusso delle situazioni ( consente di riflettere su sé stessi).
Il sé autobiografico, inoltre, si esprime nella costruzione delle numerose culture che caratterizzano la nostra specie
perché esso è alla base della produzione dei significati, delle categorie mentali e dei modelli interpretativi
dell’esperienza, nonché della condivisione e partecipazione di conoscenze, credenze, emozioni, norme morali e
valori.
Grazie alla suddivisione in livelli, è possibile distinguere e misurare due dimensioni principali della coscienza:
interna: molteplicità di rappresentazioni mentali di oggetti ed eventi interni ed esterni all’organismo (es.
emozioni, pensieri, ricordi, sentimenti, ecc.) accessibile da estranei esclusivamente attraverso introspezione
esterna (= manifestazione della coscienza): grado di vigilanza; attenzione; stati emozionali (emozioni di fondo,
emozioni di base e emozioni sociali); comportamenti finalistici ovviamente, dipende da come una persona
manifesta la propria coscienza
Contenuto della coscienza = consapevolezza di sé e dell’ambiente; Livello di coscienza = vigilanza, prontezza a rispondere
MEMORIA è fondamentale per imparare le conoscenze e per avere un sé (un io)
APPRENDIMENTO è la modalità in cui le informazioni entrano in memoria.
Studiare l’apprendimento e la memoria serve per capre come si formano certe associazioni alla base delle scelte.
la maggior parte degli apprendimenti si basano su processi impliciti di apprendimento di tipo associativo (una forma
base, che non arriva alla coscienza).
L’apprendimento è una modificazione relativamente duratura e stabile delle possibilità del comportamento a seguito
di una esperienza ripetuta nel tempo.
Salvo eccezioni, per apprendere deve essere ripetuta un’esperienza e, per verificare che si sia verificato
l’apprendimento, è importante analizzare e quantificare il comportamento precedente e successivo.
L’apprendimento non riguarda solo le modificazioni effettive del comportamento, ma anche le modificazioni delle
possibilità di comportamento Al contrario, la prestazione è quando viene compiuto quanto appreso.
L’apprendimento latente è una forma di apprendimento implicito poiché impariamo anche senza accorgercene e
una forma di apprendimento spontaneo poiché non ha bisogno di rinforzi.
Esso è estremamente limitato.
L’apprendimento fisiologico fornisce le conoscenze indispensabili e i criteri per conseguire un efficace governo del
nostro corpo (vincolo per la sopravvivenza).
Esso trova fondamento nell’esperienza diretta del nostro corpo in connessione con le sensazioni somatoviscerali e
propriocettive omeostasi (benessere e malattia).
L’apprendimento associativo ha due forme:
- condizionamento classico (studiato attraverso l’esperimento di Pavlov, 1904): consiste in un processo in cui uno
stimolo precedentemente neutrale si associa con un altro stimolo e, dopo svariate associazioni abbinate, avverrà
una produzione della stessa risposta del primo stimolo ricevuto.
- condizionamento operante (studiato attraverso l’esperimento di Skinner): consiste nell’agire tramite un
comp