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Il fenomeno religioso
Il fenomeno religioso dagli albori dell'umanità fino al Cristianesimo, è un appagamento illusorio di desideri infantili di protezione. Dio è considerato infatti come il padre celeste. Freud attraverso una prospettiva marcatamente illuministica-scientifica criticherà aspramente la religione considerandola alla pari di una mera superstizione. Solo la cultura allevata agli ideali demistificatori dell'epistemologia può sottrarre l'individuo dall'oscurità.
In
un
saggio
del
1912
–
1913,
“
Totem
e
tabù:
alcune
concordanze
tra
la
vita
psichica
dei
selvaggi
e
i
nevrotici“,
mostra
efficacemente
mediante
uno
studio
su
alcune
popolazioni
primitive
come
sussistano
dinamiche
simili
in
quelle
tribù
e
nell’
inconscio
dell’
uomo
civile.
La
civiltà
(
analizzata
nel
disagio
della
civiltà
),
secondo
Freud
inibisce
la
libidine
attraverso
un
super-
Io
che
provoca
un’
angoscia
morale.
La
sofferenza
pur
essendo
un
fatto
strutturale
dell’
uomo,
pur
essendo
destinato
alla
morte
con
il
continuo
rischio
di
essere
distrutto
dalla
natura,
vive
in
una
società
che
radicalizza
la
sua
sofferenza,
limita
la
sua
libertà
e
tensione
lipidica:
il
prezzo
della
società
diviene
così
la
nevrosi.
Tutta
la
carica
pansessualistica,
nella
maggior
parte
dei
casi
viene
“
posta
ai
servizi
della civiltà attraverso il meccanismo della sublimazione. L' antropologia freudiana molto vicina alle concezione di Hobbes e Schopenhauer vede nell' uomo notevoli impulsi aggressivi e distruttivi, che possono mettere in serio pericolo la vita degli altri individui. Il disagio della civiltà, titolo per altro di una sua famosa opera, è lo stato prodotto dall' utilizzazione sublimata dell' Eros e dalla soppressione della Morte; uno
stato
paradossale
in
quanto
la
sublimazione
dell'
Eros
in
virtù
della
vita,
porta
all'
eliminazione
dell'
approccio
vitale
ed
immediato
e
quindi
ad
un
riavvicinamento
alla
Morte.
Dinnanzi
alla
nevrosi
o
disagio
della
società,
Freud
mostra
come
l'
uomo
si
avvalga
dell'
arte,
della
scienza,
delle
droghe,
dell'
ascesi,
ed
infine
di
quel
fenomeno
collettivo
chiamato
religione.
La
sociologia
freudiana
si
fonda
su
uno
spirito
di rassegnazione, inoltre egli conservatore politicamente identifica il disagio della società borghese con il disagio della società, non tenendo conto di come ogni forma repressiva esista perché storicamente determinata. Nel lessico freudiano, di primaria importanza sono i concetti di "atto mancato" e "complesso"; con il primo il processo in base al quale un obbiettivo non raggiunto è sostituito con un altro, 4il "
complesso
“
è
un
agglomerato
di
ricordi
emotivi
ed
inconsci
che
condizionano
emotivamente
la
vita
coscienziale
umana.
Evoluzione
continuativa
–
critica
della
Psicoanalisi
Con
la
nascita
della
Società
psicoanalitica
internazionale
e
della
più
importante
rivista
ad
essa
connessa,
gli
studi
freudiani
attirarono
l’
interesse
di
alcuni
pensatori
che
inizialmente
aderirono
alle
tesi
di
fondo
per
poi
distaccarsene
criticamente,
tra
questi
si
segnalarono
Adler
e Jung. Adler (1870 – 1937 ), autore di “ Temperamento nervoso “, “ Conoscenza dell’ uomo “, e “ Prassi e teoria della psicologia individuale “, è il primo dissidente, dopo aver condiviso alcune prospettive del maestro, se ne distacca. La sua formazione culturale è differente rispetto a quella di Freud, se quest’ ultimo aveva un rapporto privato con il paziente, al di là del
Il contesto sociale e basato sullo scambio prestazione professionale - denaro, Adler politicamente orientato verso il socialismo, ritiene fondamentale estendere la terapia psicoanalitica alle masse popolari. I suoi studi si caratterizzeranno per il tentativo di scoprire un principio in grado di unificare i fenomeni puramente psichici con quelli di natura fisiologica. Egli elaborò la teoria della "pulsione aggressiva" con la quale mostrava come
l’
istintualità
di
alcuni
individui
sorgesse
alla
luce
di
una
menomazione
organica.
Rifiutando
il
pansessualismo
freudiano,
sottolineò
l’
importanza
del
fattore
sociale
nella
vita
dell’
essere
umano,
la
libido
sessuale
dal
canto
di
Adler,
è
una
delle
manifestazioni
interne
alla
“
volontà
di
potenza
“,
espressione
già
usata
da
Nietzsche
per
indicare
l’
essenza
stessa
della
vita
in
continua
tensione
verso
la
sua
affermazione
ed
auto
–
superamento.
Adler,
quando
parla
di
volontà
di
potenza
–
come
egli
stesso
nota
–
non
vuole
attuare
una
riproposizione
tautologica
della
visione
nietzscheana,
si
tratta
invece
di
un
processo
comprensibile
solo
all’
interno
degli
studi
psicoanalitici.
Il
sesso
quindi
per
lo
statuto
centrale
che
aveva
nel
primo
Freud,
quello
precedente
agli
studi
di
Metapsicologia,
diviene
uno
dei
tanti
fenomeni
della
volontà
umana
di
auto
–
affermazione.
Un
altro
punto
di
distacco
dal
maestro,
è
l’
interesse
per
il
futuro
e
per
la
coscienza,
Adler
è
infatti
del
parere
che
il
futuro
con
le
sue
aspettative
e
speranze,
abbia
un
peso
irrimediabilmente
maggiore
rispetto
al
passato.
Pioniere
della
psicologi