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LE EMOZIONI

La parola "emozione" deriva dal verbo "E-MUOVERE", che significa smuovere. Oggi i diversi aspetti teorici e metodologici sono concordi nel definire l'emozione come un'esperienza multicomponenziale. Sono dei movimenti evolutivi finalizzati alla sopravvivenza. Le emozioni fanno parte dei 5 aspetti fondamentali delle esperienze di vita, che sono: pensieri emozioni, reazioni fisiche, ambiente e comportamenti. Le emozioni differiscono dagli stati d'animo (e morali), poiché questi ultimi mancano dell'evento emotigeno, ovvero quello che innesca l'emozione. Sono anche molto temporanei. Il sentimento invece è una disposizione durevole (anche decenni). Le emozioni vengono espresse anche con le ESPRESSIONI FACCIALI, che sono innate ed universali. La maggior parte dei ricercatori concordano sul fatto che ci sia un numero limitato di emozioni di base. Ci sono approcci che enfatizzano la natura biologica (Izard, 1977) e altri che...

Si concentrano su processi cognitivi in cui gli stati emotivi sono subordinati ai processi informativi della mente umana (Kagan, 1994).

Izard, basandosi su alcuni studi nei quali venivano presi in esame le espressioni facciali dei soggetti, ha dimostrato che ci sono 10 emozioni innate di base: ECCITAZIONE, GIOIA, SORPRESA, ANGOSCIA, RABBIA, DISGUSTO, DISPREZZO, PAURA, VERGOGNA E COLPA.

Il modo in cui un individuo esprime le emozioni può essere modificato dalla famiglia e dalle influenze sociali e culturali. Anche l'apprendimento gioca un ruolo fondamentale.

Panksepp invece, incentrando la propria attenzione sulla psicofisiologia dei sistemi emozionali del cervello, riconosce 4 emozioni di base: RABBIA, PAURA, DOLORE E GIOIA. Gli altri stati affettivi sono visti come il risultato di complesse interazioni interne a questi sistemi emozionali di base.

Ha evidenziato due macrosistemi che regolano questi processi: sistema generalizzato del piacere e sistema dell'avversione.

evento9. Regolazione emotiva10. Ritorno all'arousal basale Questo approccio alla formattazione del testo utilizza tag html per evidenziare le diverse sezioni del testo. Ecco come potrebbe apparire il testo formattato:

Il processo emotivo è costituito da più fasi. Quando percepiamo un evento "pregnante" c'è un cambiamento nei livelli di base dell'eccitazione. Questi processi vengono appresi tenendo conto delle esperienze passate.

Le fasi di questo processo sono:

  1. Riconoscimento dell'evento
  2. Variazione arousal basale
  3. Valutazione del significato dell'evento
  4. Risposta emotiva coerente con l'interpretazione
  5. Esperienza soggettiva dell'emozione
  6. Cambiamento della motivazione
  7. Comportamento motivato
  8. Valutazione secondaria dell'evento
  9. Regolazione emotiva
  10. Ritorno all'arousal basale

Questo approccio è coerente con il modello dell'elaborazione emotiva di Davidson, secondo il quale è coinvolta un'attività di approccio (approach) e una di evitamento (avoidance) negativa.

Individua anche 5 microsistemi: attacco-fuga/ansia-paura/stress-dolore/rabbia-collera/ il quinto ha un carattere prettamente "relazionale".

si corre”. Secondo questa teoria, l’emozione è il risultato di una reazione fisiologica che avviene nel nostro corpo in risposta a uno stimolo esterno. Ad esempio, se vediamo un serpente, il nostro corpo reagisce con un aumento del battito cardiaco, sudorazione e tremori. Questa reazione fisiologica viene interpretata dal nostro cervello come paura, generando quindi l’emozione di paura. TEORIA ATTRIBUZIONALE DELLE EMOZIONI (Schachter e Singer) Secondo questa teoria, l’emozione è il risultato di una valutazione cognitiva che facciamo dello stimolo esterno. In altre parole, l’emozione dipende dalla nostra interpretazione della situazione. Ad esempio, se vediamo un serpente e lo interpretiamo come pericoloso, proviamo paura. Se invece lo interpretiamo come innocuo, non proviamo paura. Quindi, secondo questa teoria, l’emozione dipende dalla nostra attribuzione o interpretazione della situazione. In conclusione, il processo emotivo è complesso e coinvolge sia reazioni fisiologiche che valutazioni cognitive. Le teorie periferica e attribuzionale delle emozioni offrono spiegazioni diverse su come si sviluppa l’emozione, ma entrambe sottolineano l’importanza del feedback e dell’interazione tra l’individuo e l’ambiente esterno.

"Si corre". Cannon e Bard criticano questa teoria perché dicono che lo stimolo emotigeno provoca la cascata che porterà poi all'emozione. Quindi, secondo loro, l'emozione si verifica prima a livello cerebrale (talamo e ipotalamo) e poi fisico.

TEORIA ATTRIBUZIONALE DELLE EMOZIONI (Schachter e Singer)

Secondo questa teoria, conoscenza e valutazione cognitiva giocano un ruolo determinante nella definizione dell'emozione. L'emozione è prodotta da:

  1. attivazione non specifica del sistema nervoso simpatico
  2. dall'interpretazione cognitiva simultanea dell'evento elicitante.

LE FUNZIONI DELLE EMOZIONI

Emozioni e stati affettivi modulano l'attenzione degli individui verso eventi rilevanti. Hanno delle funzioni a livello evolutivo individuale. Le emozioni giocano un ruolo fondamentale nell'acquisizione di tappe cognitive e compiti evolutivi. L'insieme dell'esperienza emotiva costruisce le rappresentazioni mentali che

  1. Un individuo si forma delle emozioni altrui.
  2. Un'altra importante funzione è quella di indurre una persona a rivalutare le aspettative e i comportamenti.

A LIVELLO INTRAPERSONALE:

  • Favoriscono lo spostamento dell'attenzione su eventi rilevanti
  • Modificano le gerarchie di risposte portando in primo piano il comportamento adeguato
  • Attivano reti associative che collegano ad eventi pertinenti

A LIVELLO INTERPERSONALE:

  • Stabiliscono la nostra posizione nell'ambiente sociale spingendoci verso alcune persone, eventi, ecc...
  • Definiscono l'appartenenza ad un gruppo e ne permettono l'identificazione dei membri.

Esistono delle emozioni che sono assolutamente rilevanti per i contesti lavorativi e organizzativi, queste sono: rabbia, ansia, senso di colpa, vergogna, invidia, gelosia, speranza, felicità/gioia, orgoglio, amore e compassione.

RABBIA: E' la tipica reazione alla frustrazione e alla costrizione, sia fisica che psicologica. Alla base...

della rabbia, quindi c'è un'offesa umiliante per l'individuo o per le persone a lui care. Gli elementi cognitivi che alimentano la rabbia sono la conservazione e la valorizzazione della nostra identità personale o sociale. Nella specie umana, spesso, questa emozione viene repressa o mascherata. Questo può portare all'autoaggressione. La tipica espressione facciale che la rappresenta è il digrignamento dei denti e l'aggrottamento della fronte. Le sensazioni soggettive di solito sono: irrigidimento muscolare, calore sul corpo e paura di perdere il controllo. Quando ci arrabbiamo a livello psicofisiologico ci sono delle variazioni: accelerazione del battito cardiaco, attivazione del sistema nervoso simpatico, l'aumento della pressione e sudorazione. Le persone più propense ad arrabbiarsi tendono ad avere disturbi cardio e cerebrovascolari. Quando parliamo di rabbia nei contesti lavorativi la causa maggiore è data dalle.

ingiustizie e dagli abusi daparte del management. Questo scaturirà una percezione di mancata preoccupazione d parte del datore (è umiliante). Questi sono anche i risultati di una ricerca di Weiss.I risultati delle ricerche di Gibson ci danno una descrizione dell'espressione della rabbia sul lavoro. Il 35%del tempo l'emozione è diretta al management, il 17% ai coetanei e l'11% ai subordinati.Alfred e coll. (1997) hanno rilevato che nei processi di negoziazione la rabbia negativamente collegata a:
- comprensione delle ragioni dell'altro
- desiderio di lavorare in futuro con gli altri
- compromissione dell'efficacia delle prestazioni della diade negoziale.

ANSIA
L'ansia è un'intensa paura o preoccupazione verso qualcosa o qualcuno. L'ambito relazionale dell'ansia consiste nell'affrontare una minaccia o un evento incerto o la paura di essere valutati. È un'emozione che non va repressa.

poiché ha un fortissimo valore adattivo. Rabbia e ansia sono altamente interdipendenti anche se sono provocate da differenti condizioni ambientali. L'importante del contrasto tra rabbia e ansia è ben illustrato nelle ricerche di Laux e Weber, che hanno mostrato come le strategie di fronteggiamento (coping) siano diverse tra i due stati emotivi. I tipici pensieri che vengono fatti quando si prova ansia sono: sottovalutazione delle proprie potenzialità, sottovalutazione dell'aiuto a disposizione ecc... Le attivazioni psicofisiologiche consistono in uno stato di paura acuta ed improvvisa (panico e fobia), che scaturiscono tensioni e l'incapacità di agire in modo attivo (una sorta di paralisi). I comportamenti messi spesso in atto dai soggetti ansiosi sono: evitare situazioni, abbandonare situazioni quando arriva l'ansia, fare le cose in modo perfetto per evitare il pericolo, procastinare... Nei contesti lavorativi, l'ansia si

Presenta quando bisogna affrontare prove che implicano giudizi, soprattutto se gli eventi sono incerti. Molto spesso l'ansia viene repressa, specialmente nei paesi Occidentali. Secondo una ricerca di Gibson quando l'ansia non veniva repressa, molto spesso, si esprimeva con una fonte che non era quella di insorgenza. Secondo questa ricerca, inoltre, è stato visto che la maggior fonte di paura era rappresentata dal proprio supervisore (43%), il 23% era invece incentrato su sé. Questi dati ci confermano parzialmente la natura ego-sintonica (comportamenti, pensieri o sensazioni attivate da un individuo come coerenti con l'idea di sé) della rabbia ed ego-distonica (visti come stressanti o indesiderati) dell'ansia.

Dettagli
A.A. 2020-2021
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mariachiaraa99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Pisanti Renato.