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RISCHI PSICOLOGICI E SOCIALI CONNESSI AL LAVORO: LO STRESS
Situazione oggi: oltre il 22% dei lavoratori è afflitto da problemi di salute correlati al lavoro, in Europa sono oltre 44 milioni. In Europa, il costo medio all'anno per problemi correlati allo stress è di 20 miliardi. Tra il 50 e il 60% delle giornate lavorative perse sono dovute allo stress.
La scuola delle relazioni umane inizia a parlare dei danni che il lavoro può causare al benessere dei lavoratori. Negli anni '30-'40 ci furono i primi interventi per migliorare la salute nei luoghi di lavoro, in particolare a malattie e infortuni (assistenza). Negli anni '50-'60 iniziarono degli studi sullo stress e sui fattori lavorativi che lo determinano, al fine di trovare la causa per effettuare un intervento efficace. Negli anni '70-'80 nascono studi per migliorare la qualità della sicurezza nei contesti lavorativi. Si è passati negli anni da una metodologia di intervento incentrata sulla cura a un interesse per prevenire infortuni e malattie.
per arrivare a una concezione di conservazione attiva della salute. L'interesse per il fenomeno è stato dichiarato da Seyles con degli esperimenti sugli animali ai quali somministrava un stressor (ormoni, situazione avversa) concludendo che veniva a svilupparsi una sindrome generale di adattamento. Essa è composta di tre fasi: allarme, resistenza, esaurimento. Scopri che non era la sostanza a provocare la malattia ma l'azione di inoculo e le frequenti manipolazioni a cui i topi erano sottoposti. La reazione di adattamento prescinde dalla natura del problema, è l'intensità dello stimolo a definire una risposta stressogena. Non è un effetto riconducibile a una sola causa e quindi non è una relazione lineare (causa-effetto). Stress: è una delle funzioni di cui l'organismo dispone per far fronte alle pressioni e minacce esterne e per adattarsi alle condizioni dell'ambiente. È una componente essenziale per vivere, unarisposta aspecifica. Le sue componenti sono: stressor/agente patogeno (accadimenti agenti nocivi in grado di indurre la sindrome generale di adattamento. Possono essere fisici, psicologici o psico-sociali), individuo, ambiente. Intensità, frequenza, durata sono responsabili della risposta. Gli effetti dello stress: fisici (schiena, sistema immunitario, ipertensione, problemi cardiaci), cognitivi (concentrazione, memoria, apprendimento, capacità decisionale), emozionali (irritabilità, ansia, disturbi del sonno, depressione, ipocondria, problemi relazionali) e comportamentali (abuso di sostanze, alcool, tabacchi, comportamenti distruttivi). Tipologie di stress: eustress (stress costruttivo, sforzo di adattamento, non assume minaccia per il benessere dell'individuo) distress (stress distruttivo, sensazioni negative, le sollecitazioni dello stress sono superiori alle capacità di risposta del soggetto, causa una patologia). Stress correlato al lavoro: il lavoro nel tempo.è diventato lacausa di malessere maggiormente discussa e studiata. Quando le richeste ambientali sono eccessive e le situazioni stressanti si prolungano oltre il limite soggettivo dell’individuo, avviene una rottura, un break-down psico-fisico che può condurre successivamente a una patologia. Attori coinvolti: il singolo, l’organizzazione, la società in generale. Modelli concettuali, approcci teorici di riferimento: - Modello Cooper: le fonti di stress sono spiegate in termini di pressioni dall’ambiente sul soggetto. Condizioni intrinseche al lavoro, caratteristiche del compito e cause correlate al ruolo. - Person-environment fit theory: considera la relazione tra persona e ambiente (P/E), la disuguaglianza fra bisogni individuali e risorse dell’azienda e tra abilità e domanda porta una una rottura: stress. - Transactional process: S=Co(D-C) relazione diretta fra coping/meccanismi di difesa e domanda e capacità percepite. Prevenire lo stress.In Italia, il 31 dicembre 2010, è stato introdotto l'obbligo per i datori di lavoro di effettuare un'analisi con la valutazione del rischio da stress lavorativo. Questa valutazione è divisa in una fase primaria necessaria e obbligatoria e una eventuale fase successiva. I risultati di questa valutazione verranno riportati nel DVR, ovvero il documento di valutazione dei rischi. I fattori di rischio che vengono presi in considerazione sono le caratteristiche e la natura del lavoro, il contesto organizzativo e sociale del lavoro e i relativi effetti. Viene utilizzato lo schema di Dollard per identificare questi fattori. Gli indicatori di salute possono essere positivi o negativi e vengono utilizzati come riferimento per valutare il benessere o il malessere nelle organizzazioni. Ci sono cinque aree di variabili che rendono emergenti i rischi psicosociali: le nuove forme di contratti e l'incertezza e l'insicurezza del lavoro, una forza lavoro sempre più vecchia a causa del mancato turn-over, alti carichi di lavoro, tensione emotiva elevata a causa di molestie e violenza, e interferenze nell'equilibrio tra lavoro e vita privata. Lo stress è causato da uno squilibrio tra lo sforzo richiesto dal lavoro,obblighi) ericavi (salari, promozioni, sicurezza). Lo sforzo risultamaggiore causando uno squilibrio psicofisico. LO STRESS CRONICO: BURNOUT Gli stressor lavorativi: sono fattori dello stress ambientaliespressi sotto forma di richieste e carico di lavoro per l'individuo. Rappresentano elementi di minaccia per l'equilibrio individuale mettendo a dura prova la tolleranza, capacità di resistenza. Avviene un break-down psicofisico. Possono essere individuali, di gruppo organizzativi o extraorganizzativi (esterni). Le conseguenze dello stress possono essere individuali (fisico, comportamento, emozioni, cognitivo) oppure avere costi sociali (perturbazioni di clima, perdita di efficienza produttiva, maggior tasso di infortuni, richieste di indennizzo, maggiore spesa sanitaria). Il coping: strategie/meccanismi/capacità difensivi. Insieme di tentativi per controllare gli eventi ritenuti difficili o superiori alle risorse (minacciosi). Valutazione della situazione potenzialmentestressogena e capacità di reazione. Strategie di coping: risorse di coping (capacità personali), stili di coping (strategie cognitive utilizzate per affrontare e risolvere il problema), tendenze di coping (comportamenti adottati per fronteggiare il problema). Il burnout è una strategia di coping, una sindrome che riguarda particolarmente le professioni di aiuto. Stretto contatto tra operatore e utente, presenza costante dell'operatore, coinvolgimento emotivo forte nelle problematiche dell'utente, contesti lavorativi prevalentemente sociali e sanitari, obiettivo è l'aiuto (cura, assistenza..), occorre essere disponibili, empatici.. Deriva da uno squilibrio tra le richieste professionali e le capacità individuali di affrontarle. Esiste una difficoltà a misurarsi con le proprie emozioni creando un senso di inadeguatezza e rassegnazione. Definizione di Maslach: sindrome di esaurimento emotivo, di depersonalizzazione, di ridotta realizzazione cheridotta realizzazione personale.Realizzazione personale (quanto da 0 a 6). Rapporto stress e burnout: lo stress è una reazione momentanea mentre il burnout si cronicizza e sviluppa a lungo termine. La prevenzione e il superamento del problema vanno ricercate: adeguata organizzazione dell'ambiente lavorativo, clima lavorativo positivo, corretta formazione e informazione, promozione del benessere e prevenzione delle problematiche relative allo stress.
Persecuzione psicologica nei luoghi di lavoro 11. Il concetto di mobbing fa riferimento a due tipi di azione: affollarsi, accalcarsi intorno a qualcuno oppure assalire, attaccare, aggredire, malmenare, schernire. L'utilizzo di questa definizione arriva dall'etologia (Lorenz). Leymann è stato il primo a parlare di mobbing come condizione di persecuzione psicologica nell'ambiente di lavoro. Negli ultimi anni c'è stato un enorme sviluppo dell'uso del termine e studi al fine di prevenire la problematica. In Italia Edge ha fondato a fine anni '90 'prima'.
La prima associazione italiana contro il mobbing e lo stress. Forma di violenza psicologica o molestia esercitata quasi sempre con intenzionalità lesiva ripetuta. L'azione persecutoria avviene per almeno 6 mesi ma con ampia variabilità. Bisogna considerare la soglia individuale di resistenza alla violenza psicologica che è possibile esprimere come funzione di intensità della violenza, tempo di esposizione e tratti della personalità. Edge lo definisce come una forma di terrore psicologico sul posto di lavoro esercitata attraverso comportamenti aggressivi e vessatori ripetuti da parte di colleghi o superiori. La vittima viene emarginata, criticata, calunniata, spostata da un posto all'altro e gli vengono affidati compiti dequalificanti. Scopo sempre distruttivo, mira ad eliminare una persona scomoda inducendola alle dimissioni volontarie o provocando un motivato licenziamento. Una definizione essenziale comprende azioni di attacco, frequenza periodica dell'attacco.
presenza di una simmetria di posizione. Gli attori sono: la vittima (mobbizzato), il mobber (colui che svolge i comportamenti ai danni della vittima), gli spettatori, complici (co-mobber).
La vittima: non esiste una categoria più a rischio di altre. Ogni lavoratore potrebbe essere vittima, sia quelli troppo passivi che quelli troppo aggressivi (Edge 18 tipologie). La persona viene continuamente umiliata e isolata, il suo lavoro deprezzato e criticato, viene privato degli strumenti necessari a svolgere il lavoro (sindrome della scrivania vuota) o viceversa sovraccaricato di lavoro di compiti impossibili.