Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
Riassunto esame Psicologia della comunicazione, prof. Caterina, libro consigliato Moda, relazioni sociali, comunicazione, Ricci Bitti Pag. 1 Riassunto esame Psicologia della comunicazione, prof. Caterina, libro consigliato Moda, relazioni sociali, comunicazione, Ricci Bitti Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia della comunicazione, prof. Caterina, libro consigliato Moda, relazioni sociali, comunicazione, Ricci Bitti Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

RIASSUNTO

1.Introduzione

La funzione sociale della moda come espressione di determinati ceti e classi sociali, per lo più le

dominanti come creatrici di mode, è rimasta inalterata fino agli anni '60 quando la contestazione

giovanile ne ha preso possesso esaltandola sul piano dei rapporti interpersonali e la sua funzione

comunicativa enfatizzando la differenza non solo tra classi sociali ma anche tra diversi gruppi.

L'interesse della ricerca si soffermò sugli aspetti prevalentemente sociali ed economici del

fenomeno e al suo ciclo di diffusione, in un primo tempo, esemplificandolo nella teoria del trickle

down di Simmel (1904). L'interesse psicologico per la moda comparve più tardi ad opera di Flugel

(1930) che affermava come la moda fosse influenzata dal pensiero psicoanalitico e di come gli abiti

avessero la funzione di estendere l'io corporeo.

Attraverso lo studio della moda è possibile attuare un collegamento tra aspetti non verbali e quei

paradigmi teorici che danno ragione di processi quali la percezione sociale, l'influenza sociale,

all'interno dei quali la comunicazione non verbale svolge un ruolo così importante. Esiste una serie

di comportamenti non verbali che si possono definire intermedi di cui fanno parte anche gli abiti

(gesti simbolici, risposte fisiologiche...).

Si possono individuare 4 tracce teoriche che conducono a una definizione completa del fenomeno

moda:

1.la costruzione sociale dei significati e delle abitudini legate alla moda; alla storia sociale si

affiancano aspetti antropologici, sociologici e psicologici, si analizza la dimensione

socioeconominca comunicativa ed emotiva in un'area sociologica, psocologica e psicologicosociale.

La moda viene esaminata come sistema multidimensionale che si estende a tutte le attività umane e

tra i molti processi può utilizzare le selezione collettiva che riguarda tanto i singoli individui quanto

i gruppi sociali.

2.processi di base psicologici: l'assimilazione, il mascheramento, il contrasto. La moda si presenta

quindi come processo di mediazione tra individuo e gruppo.

3.il rapporto tra moda e individuo, la costruzione del sé e la sua presentazione, in sostanza vengono

sottolineate le potenzialità comunicative veicolate dall'abbigliamento che permettono di contribuire

a definire la propria identità e il rapporto con gli altri.

4.il rapporto tra sé e il gruppo, tra l'individuo e i comportamenti collettivi. Come il mondo

produttivo gestisce la moda e come viene gestito il marketing.

2.Moda e mode, modelli teorici a confronto

Simmel e Veblen:

Simmel: moda come moda di classe, le classi inferiori imitano la moda delle classi superiori e

queste ultime creano una nuova moda quando l'imitazione annulla la differenza.

Veblen: la classe dominante usa la moda come strumento con cui dimostrare la propria agiatezza,

un'ostentazione del proprio stato, di differenziazione dagli altri e di coesione all'interno del proprio

gruppo.

Entrambi asseriscono che la moda ha la capacità di estendersi, espandersi fino a interessare la

totalità delle persone, il meccanismo che dava vita a una nuova moda ne decretava la distruzione.

Simmel: Trikle down: la diffusione della moda attraverso il solo movimento dall'alto verso il basso.

I concetti di imitazione e differenziazione venivano ad assumere un valore molto diverso in una

società industriale, il mondo della produzione di massa aveva creato un'interazione e un contatto

fino ad allora impensabile, per la prima volta di devono analizzare gli aspetti socioeconomici del

fenomeno.

L'aspetto comunicativo della moda: Flugel (1930): l'equazione abito=linguaggio per quanto

importante rapp solo un aspetto parziale della dimensione comunicativa della moda, Blumer (1969)

nota come l'abbigliamento, in particolare quello femminile, non è il solo contesto che interessa la

moda: ma anche l'arte, la letteratura e l'industria. La moda nasce e si sviluppa laddove è possibile

una situazione competitiva che permette una libera scelta tra diversi modelli (Blumer: la selezione

collettiva).

Sproles (1985) ha individuato 6 fasi del processo di diffusione della moda:

1.invenzione introduzione

2.l'acquisizione del nuovo modello (operato del leader)

3.diffusione di tale modello alle fasce sociali ritenute sensibili

4.attecchimento della moda in strati sociali sempre più bassi (conformazione dell'industria)

5.la saturazione sociale del mercato

6.diventa obsoleta:si pongono le premesse di una nuova moda

(Blumer)La leadership rapp un momento di confine tra le dimensione socioeconomica,

comunicativa ed emotiva, i leaders sono delle figure prestigiose che adottano una nuova moda per

differenziarsi dagli altri e che possono essere seguiti ed imitati dalla società. La capacità di

leadership è strettamente correlata con l'interesse mostrato verso il fenomeno della moda, è

necessario interesse e competenza, bisogna essere inseriti nel contesto sociale.

Un gruppo il cui leader è più influente di altri può esercitare una sorta di attrazione nei confronti

degli altri gruppi. La leadership in questo senso è una funzione del comportamento collettivo.

Nella società contemporanea il processo di diffusione della moda risulta accelerato rispetto al

passato: Grandi (1994) ha affermato che la moda oggi rapp un vero e proprio supermercato dello

stile. Gli stili del passato e offerti al consumatore per soddisfare i suoi bisogno di essere alla moda,

che si fondano su una realtà sociale estremamente frammentata in micro gruppi e subculture sono

l'espressione di come ai giorni nostri non si possa parlare di moda ma neanche di mode.

La moda si diffonde in un movimento circolare che parte e ritorna a ciò che può essere colto

immediatamente, ai comportamenti improvvisati e naturali in una sorta di happening continuo. La

funzione degli stilisti è quella di certificare pratiche subculturali d'avanguardia e di elité, dare loro

una firma e omologarle, renderle fruibili a un numero di utenti verso l'alto e verso il basso

infinitamente più grande rispetto a quelli che lo avevano recentemente adottato.

Per quanto attiene al piano comunicativo, si può dire che l'affermazione di una nuova moda

coincide con il pieno sviluppo dell'identità sociale, una nuova serie di valori legati a un nuovo

gusto, si viene a creare un nuovo modello di comportamento alternativo.

La moda ha un valore molto diverso per individui, gruppi e società a seconda del suo momento

storico delle proprie fasi.

3.Percezione di oggetti di moda, figura umana e vissuto di eleganza

Progettati per godere della massima vicinanza e intimità con la persona, gli oggetti da indossare

possono tuttavia darsi come spettacolo a sé, prima di diventare possesso stabile e accessorio o

protesi individuale, spesso socialmente indispensabile. Devono cioè poter essere resi disponibili per

un esame preliminare a distanza che preceda il loro effettivo impiego individuale e nel gruppo ciò

comporta un esercizio di progettazione dell'aspetto esteriore della persona, di anticipazione mentale

degli effetti, di immaginazione e poi di prova, di confronto: per un bilancio della convenienza

dell'allestimento, nella vendita, nell'acquisto e nell'uso.

Costituisce un caso a a parte le sfilate di moda: in queste occasioni i capi portati da indossartici o

indossatori prossimi a incarnare i canoni estetici dominanti, vengono esibiti in un contesto più

naturalistico ma non per questo meno idealizzante, permane cmq la separatezza tra l'abito e il

potenziale compratore.

Certamente l'abito viene catturato da un corpo, da una particolare persona, che diventandone

supporto animato gli conferisce vita, consistenza, specifica espressività e significato, l'operazione

comporta sia guadagni che perdite. L'indossare l'abito dissolve l'illusione che lo rendeva veicolo

polivalente di comunicazioni allusive e primordiali, a meno che l'abito per sua progettazione non

crei effetti di ambiguità.

Fenomeni percettivi e processi emotivo affettivi:

1. assimilazione: l'attenuazione della differenza tra due elementi posti a confronto reciproco

2. contrasto: incremento della differenza tra due o più elementi

3. mascheramento: l'annullamento dell'identità di un elemento allorchè entra a far parte di un

contesto con possibilità di recupero dell'identità se si riduce il grado di coesione di tale

contesto

4. risalto: è un processo di contrasto che ha affinità con il conflitto

5. completamento: l'intuizione percettiva di superficie volumi situati al di sotto di piani e

oggetti più evidenti che appaiono anteposti o sovrapposti

6. contraddizione: la giusta posizione di parti comunemente ritenute incompatibili o la

sottrazione o l'aggiunta di elementi o la presenza di una configurazione dissonante

Regole che prevedono l'intensità delle incongruenze:

1. il grado di incompatibilità tra gli elementi

2. il gradi di coesione tra gli elementi

3. il numero

4. il loro grado di definizione

5. la proporzione di importanza tra gli stessi

6. l' influenza psicologica dell'intera struttura

7. la famigliarità con la struttura conflittuale e il grado di adattamento alla medesima

8. il significato ad essa attribuito

Altri processi e fenomeni di percezione sono:

1. l'alternanza

2. la saturazione

3. l'adattamento o abituazione

4. la trasparenza

5. la lucentezza

6. profondità, rilievo, prospettiva

7. costanza

L'eleganza è presentata come qualcosa che permette di emergere, di staccarsi dalla banalità e

distinguersi attraverso la competizione; qualcosa che può liberare dalla volgarità del disordine ma

che portata all'accesso origina impressioni di lontananza, distacco e intoccabilità.

L'aspetto esteriore può essere studiato in psicologia nel ruolo di variabile indipendente ossia come

condizione capace di ripercussioni significative e rilevanti sulla condotta in particolare nelle

circostanze dell'auto percezione, della percezione interpersonale, dell'osservazione di

rappresentazioni della figura umana nonché nell'occasione di processi di pensiero emotivi e

decisionali collegati a immagini di persone. Le risposte alla domanda: quale importanza dai alla tua

rappresentazione esteriore? Possono essere:

1. distribuita alla periferia del sé (molta importanza al lato esteriore)

2. diffusa in maniera omogenea

3. concentrata nel nucleo interiore

Senza addentrarci ad esaminare le varie dimensioni descrivibili ci limitiamo a prendere in

considerazione la coppia importanza vs trascurabilità: il cosiddetto leader positivo favoriva il

ricordo delle

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
7 pagine
6 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ricky5 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Caterina Roberto.