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avversità. LA REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI
La emozionale, soggetta a differenze individuali, viene modulata automaticamente dalle nostre azioni
risposta
e dai nostri pensieri. Il modo in cui questa risposta viene gestita determina la vulnerabilità o meno alla
psicopatologia, ai rischi per la salute mentale e fisica.
Le emozioni ci segnalano cosa è rilevante nell‘immediato per i nostri interessi e mobilitano in via prioritaria le
risorse dell‘organismo verso questo oggetto. Tuttavia, questo può andare a contrapporsi con altri obiettivi.
Regolare le emozioni significa modularne la forma o mitigarne l‘urgenza, più in generale significa che si è capaci
di valutare le domande dell‘ambiente, le proprie risorse e di rispondervi in modo flessibile e adattivo.
L’emozione stimola la preparazione all’azione. Frijda (1986) ha evidenziato che di conseguenza non solo
proviamo emozioni, ma le moduliamo automaticamente e le controlliamo. Le azioni che intraprendiamo per
influenzare il tipo di emozione che proviamo e/o per modulare la loro espressione definiscono il costrutto di
"regolazione delle emozioni". I processi di regolazione delle emozioni, sebbene possano avvenire anche
consciamente, avvengono in gran parte in modo automatico, al di fuori della nostra coscienza, in modo
implicito.
Il modello di Taylor, Bagby e Parker (1997)
Secondo il del 1997, la regolazione degli affetti coinvolge interazioni
modello di Taylor, Bagby e Parker
reciproche fra tre sistemi di risposta: neurofisiologico, motorio-espressivo, cognitivo-esperienziale. Queste
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interazioni sono regolate innanzitutto dall’evoluzione delle prime relazioni e stili di attaccamento. Inoltre,
secondo fattore rilevante concerne la capacità immaginativa, il temperamento, le strutture e le funzioni
neurobiologiche dell’individuo. Infine, altri fattori che regolano queste interazioni sono quelli propri della
cultura di appartenenza.
Processi di sviluppo della capacità di regolazione emotiva
In gran parte, la capacità di regolare le emozioni dipende dai processi dello sviluppo. Secondo Fogel (1993) a
partire dal secondo mese di vita del bambino si stabilisce nell‘interazione con il caregiver principale una co-
regolazione delle espressioni emotive e delle azioni consistente in un adattamento continuo tra i due pattern
che avviene attraverso mutamenti nella direzione dello sguardo, nell‘espressione del viso, nella postura, nella
mimica e nei vocalizzi. Attraverso queste continue co-regolazioni, che hanno luogo nelle interazioni faccia-a-
faccia, si creano emozioni e sequenze di azioni condivise che, ripetendosi, si vanno a stabilizzare come pattern
di comunicazione. Tutte queste interazioni vanno a modulare gli schemi delle emozioni che si andranno a
formare la personalità.
Alcuni studi infatti hanno valutato l’interazione faccia-a-faccia madre-bambino attraverso un paradigma
sperimentale denominato volto immobile, in inglese still face.
Nel paradigma dello Still Face, la madre viene invitata a tenere il viso immobile con un’espressione neutra
sospendendo qualunque forma di comunicazione e interazione con il bambino. La distorsione sperimentale
del normale feedback che il bambino riceve dalla madre permette al ricercatore di osservare le reazioni del
bambino e, di conseguenza, le sue capacità auto-regolatorie e l’importanza che ha per lui l’interazione con la
madre. Le madri sono invitate, in modo casuale, a giocare con il bambino per 3 minuti oppure a tenere il volto
immobile per lo stesso tempo. Poi, dopo un’interruzione di 30 secondi in cui il bambino rimane nel seggiolino,
la madre riparte dall’altra delle due situazioni. In questo modo, gli effetti dovuti alla sequenza delle situazioni
sono controllati. I volti della madre e del bambino, infine, vengono osservati dai ricercatori attraverso le
videoregistrazioni e una tecnica che permette di affiancare le due registrazioni in modo da avere sullo schermo
sia il volto della mamma sia quello del bambino.
Il paradigma dello Still Face è stato applicato in numerosi studi. I risultati principali mostrano che quando la
madre mostra il volto immobile, i bambini reagiscono su diversi livelli comunicativi, comportamentali, affettivi
e attentivi ritirandosi dall’interazione sociale e mostrando un generale disagio. A livello fisiologico è
riscontrabile un aumento del battito cardiaco durante l’episodio del volto immobile; un aumento dei livelli di
cortisolo; un aumento della conduttanza cutanea e un aumento della temperatura del viso.
Il modello di mutua regolazione reciproca (Gianino e Tronik, 1998)
Secondo il proposto da Gianino e Tronick, madre e bambino hanno
modello di mutua regolazione reciproca
un obiettivo interattivo comune e dispongono di una gamma di capacità per raggiungerlo. Per raggiungere
questo obiettivo, la coppia regola congiuntamente l’interazione mediante comportamenti interattivi. I
comportamenti interattivi sono in primo luogo manifestazioni affettive.
Un fattore determinante in questo modello è la capacità della diade di recuperare la situazione. Cohn e Tronick
(1987) hanno trovato che madri e bambini passano solo il 30% circa del loro tempo in stati caratterizzati da
sintonia e reciprocità. I cosiddetti «scacchi interattivi» (fasi di non reciprocità), sono comuni, ma in genere
vengono facilmente riparati. Scambi ben regolati generano affetti positivi, mentre scambi non corrispondenti
generano affetti negativi. Quando il bambino piccolo valuta negativamente un’interazione manifesta disagio.
Attraverso il disagio segnala alla madre di cambiare il proprio comportamento. Le emozioni positive e negative
sono il mezzo attraverso cui il bambino piccolo regola l’interazione nella diade. Le mancate corrispondenze
offrono al bambino la possibilità di sviluppare nuove capacità interattive auto-regolatorie (chiamate anche
capacità di coping) e andranno a formare la sua tendenza e le sue caratteristiche di regolazione degli stati di
stress. È chiaro quindi che le modalità di interazione con cui la madre cercherà di recuperare i momenti di non
sintonia, sono fondamentali nella costituzione della personalità dell’individuo. 28
Capacità auto-regolatorie o coping
Le capacità di coping nella prima infanzia sono state individuate durante il paradigma sperimentale del volto
immobile e sono diverse:
- Capacità di attenzione sociale: il bambino guarda la madre, senza emettere alcun segnale.
- Capacità di segnalazione: il bambino agisce in modo da modificare il comportamento della madre in modo
positivo (sorride), negativo (piange) oppure neutro (gesticola).
- Autoconsolazione: il bambino usa il proprio corpo o un oggetto per procurarsi stimoli auto- consolatori
(succhia il dito).
- Capacità di fuga: il bambino tenta di aumentare la distanza fisica dalla madre voltando la testa,
contorcendosi o inarcandosi all’indietro.
- Allontanamento dallo sguardo: il bambino distoglie lo sguardo dalla madre, ma non riesce a mantenere
l’attenzione su qualcos’altro.
- Comportamenti di ritiro: il bambino utilizza processi motori, attenzionali e percettivi per ridurre al minimo
il coinvolgimento sociale, per esempio sembra spento o perde il controllo posturale.
Regolazione delle emozioni, coping e intelligenza emotiva
La regolazione delle emozioni è un costrutto che ha in comune molti aspetti con altri costrutti psicologici, quali
coping e intelligenza emotiva.
Mentre il però si riferisce principalmente ai processi di regolazione, in particolare di down-regulation
coping
delle emozioni negative, la include qualsiasi processo di modulazione delle
regolazione delle emozioni
emozioni sia negative che positive. Mentre l’intelligenza si riferisce più alle competenze e aspetti
emotiva
sociali dell’individuo, la regolazione delle emozioni è un costrutto che definisce le dimensioni più intime e
individuali della gestione delle proprie emozioni, cioè la regolazione delle emozioni riguarda gli aspetti della
regolazione dei processi emotivi più intimi e interni.
Il modello della regolazione delle emozioni di Gross (2007)
Secondo un modello di regolazione delle emozioni proposto da Gross nel 2007, i processi di regolazione delle
emozioni si possono classificare in base ad un criterio temporale riferito allo sviluppo del processo emozionale.
L’emozione porta ad un’attivazione fisiologica (arousal o attivazione emozionale) provocata da uno stimolo
esterno, che poi tende a diminuire. La durata di questa attivazione è un indice molto valido per capire il tipo
di strategia applicata: strategie più efficaci porteranno a una riduzione di questa attivazione fisiologica più
velocemente, mentre strategie meno efficaci andranno a mantenere questa attivazione fisiologica per tempi
prolungati. Secondo Gross le varie strategie della regolazione delle emozioni possono essere studiate in base
ad un processo temporale articolato in 5 punti.
Per l’autore il primo grande gruppo delle strategie di regolazione delle emozioni si può trovare nella selezione
della risposta che avviene prima che l’evento emozionale scateni qualsiasi forma di attivazione fisiologica;
quando le persone prevedono che una situazione possa suscitare una risposta emozionale spiacevole, possono
decidere di evitarla e scegliere un’altra situazione.
Un secondo gruppo abbiamo è il modificare/cambiamento della situazione: quando la situazione non è più
evitabile, si può agire per modificarla.
Si può poi direzionare l’attenzione: durante una situazione che genera una risposta emozionale, gli individui
possono spostare la loro attenzione dallo stimolo emotigeno.
La valutazione della situazione: l’interpretazione della situazione può cambiare la risposta emozionale.
Infine, l’ultimo punto è la modulazione della risposta: gli individui possono modulare la loro risposta
emozionale controllandone la sua espressione, per esempio inibendo le espressioni facciali o controllando il
respiro. 29
Secondo il modello di Gross, inoltre, le diverse strategie di regolazione delle emozioni possono essere
raggruppate a seconda del momento della generazione delle emozioni su cui agiscono. Le strategie di
regolazione delle emozioni più studiate sono: rivalutazione cognitiva della situazione, soppressione
dell’espressione delle emozioni, distrazione, accettazione, ruminazione e condivisione sociale. Studi
sperimentali hanno dimostrato che le diverse strategie di regolazione delle emozioni producono effetti diversi
sulla risposta emozionale. Molti studi in particolare si sono soffermati sullo studio sulle differenze tra due
strategie: rivalutazione cognitiva in confronto sulla soppressione dell‘espressione delle emozioni. Mentre la
rivalutazione cognitiva comporta una riduzione dell‘esperienz