Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 97
Psicologia clinica riassunto Pag. 1 Psicologia clinica riassunto Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 97.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia clinica riassunto Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 97.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia clinica riassunto Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 97.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia clinica riassunto Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 97.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia clinica riassunto Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 97.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia clinica riassunto Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 97.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia clinica riassunto Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 97.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia clinica riassunto Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 97.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia clinica riassunto Pag. 41
1 su 97
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

EMG

- La muscolatura del volto ci fornisce molti indici psicofisiologici

- L’attività del muscolo frontale viene usata come indice di attivazionetensione generale

- L’attività dei muscoli corrugatore e zigomatico sono usati come indici emozionali

Attivita’ cardiaca

La tipica risposta a uno stimolo è caratterizzata da tre fasi: una decelerazione iniziale dell’attività

cardiaca, seguita da una accelerazione a sua volta seguita da un’altra decelerazione.

Stimoli negativi producono un aumento della decelerazione iniziale

Stimoli molto attivanti producono un aumento di attività cardiaca.

Conduttanza cutanea

Indipendentemente dalla valenza (piacevolezza-spiacevolezza) dello stimolo, la conduttanza

aumenta in risposta a stimoli con alto arousal.

Assessment psicofisiologico e profilo di stress

1) Una condizione di semplice riposo detta baseline o linea di base; lo scopo è: valutare qual è il

livello o stato di attivazione (tonico) in assenza di compito. Questo stato è caratterizzato da

modificazioni relativamente stabili e durature nel tempo e da una scarsa variabilità

2) Una condizione di “stress” o di stimolazione, in cui si presenta un compito e si valutano

i cambiamenti rispetto al baseline degli indici scelti

3) Una condizione di “recupero” in cui la persona è istruita a recuperare uno stato di rilassamento

precedente il compito. Il tempo di registrazione per ciascuna condizione può oscillare da 10 a 45

minuti

6) I disturbi dell'umore

Comportano alterazioni della sfera emozionale gravi e invalidanti, dall’estrema tristezza e distacco

emotivo che caratterizzano la depressione allo stato di estrema esaltazione e irritabilità della mania.

Due ampie categorie:

- Quelli che coinvolgono soltanto sintomi depressivi

- Quelli che coinvolgono sintomi maniacali

I disturbi depressivi

I sintomi principali della depressione sono: profonda tristezza e l’incapacità di provare piacere.

- La mente può riempirsi di recriminazione rivolte contro se stessa

- Prestare attenzione diventa un compito così estenuante da rendere difficile assimilare ciò che si è

letto o udito.

- Le cose sono viste in una luce molto negativa, perdita di speranza.

La depressione comporta spesso anche sintomi fisici: stanchezza, scarsa energia, dolori.

- Questi sintomi possono essere così gravi da convincere la persona di soffrire di una grave malattia

fisica, nonostante sia impossibile identificarne una base organica evidente.

- Sebbene in generale si sentano esauste, le persone che soffrono di depressione possono avere

notevoli difficoltà a prendere sonno e durante la notte si svegliano presto (insonnia). Altre

dormono tutto il giorno (ipersonnia).

- Chi soffre di depressione può trovare i cibi privi di sapore e non sentire più appetito o, al

contrario, provare un notevole aumento dell’appetito.

- L’interesse sessuale scompare.

- Alcune persone possono provare un senso di pesantezza agli arti.

- In certi casi si ha un rallentamento dei pensieri e dei movimenti (rallentamento psicomotorio)

mentre in altri la persona non riesce a stare seduta e continua a camminare avanti e indietro,

agitando e torcendo le mani (agitazione psicomotoria).

- Grave perdita di iniziativa.

- Ritiro sociale, queste persone preferiscono restare da sole in disparte e rimanere in silenzio.

- In molti casi trascurano il proprio aspetto fisico.

- Spesso arrivano a concepire pensieri suicidari.

La diagnosi di disturbo depressivo maggiore (DDM) richiede che 5 sintomi depressivi siano

presenti da almeno 2 settimane. Tali sintomi devono comprendere l’umore depresso o la perdita di

interesse e di piacere nel fare le cose. Devono comunque essere presenti altri sintomi, quali

cambiamenti del sonno, dell’appetito, della capacità di concentrazione e decisione, sentimenti di

autosvalutazione e di inutilità, pensieri suicidi, agitazione o rallentamento psicomotorio.

Lutto

Non è più sufficiente per escludere una diagnosi di DDM, anche oltre i primi 2 mesi successivi alla

perdita. Una flessione del tono dell’umore entro un intervallo di queste dimensioni era ritenuta

parafisiologica nel DSM-IV.

Il DSM 5 identifica il lutto come uno stressor capace di:

- Precipitare -entro un termine anche superiore ai 2 anni dalla perdita- una predisposizione genetica,

legata a tratti di personalità, o a pattern di comorbidità per il DDM;

- aggravare un DDM già in essere.

Il disturbo depressivo maggiore è definito un disturbo episodico perché i sintomi tendono ad essere

presenti per un certo periodo di tempo per poi scomparire.

Un episodio depressivo tende col tempo a regredire, ma se non è trattato può protrarsi anche 5 mesi

o persino più a lungo.

In una ridotta percentuale di persone la depressione si cronicizza: la persona non recupera mai del

tutto e non ritorna al livello di funzionamento precedente al disturbo.

Anche fra coloro che migliorano abbastanza da non soddisfare più i criteri per la diagnosi di DDM,

la depressione subclinica può protrarsi per anni.

- Gli episodi di depressione maggiore tendono ad essere ricorrenti: il verificarsi di un episodio,

anche se c’è stata remissione, fa aumentare la probabilità che ne insorga un altro.

- Circa i 2/3 di coloro che hanno sofferto di un episodio di depressione maggiore ne esperiscono

almeno un altro nel corso della loro esistenza.

- Il numero degli episodi esperiti da uno stesso soggetto è, mediamente, di 4.

- Ad ogni nuovo episodio, le probabilità di una successiva recidiva aumentano del 16%.

Il fatto che vi sia davvero differenza tra una persona che presenta 5 sintomi per 2 settimane (come

prevedono i criteri diagnostici) e una persona che presenta soltanto 3 sintomi per 10 giorni (criteri

della depressione subclinica) è ancora materia controversa.

Uno studio sui gemelli ha trovato che la depressione subclinica è un predittore del successivo

verificarsi di episodi depressivi e della diagnosi di DDM: quando uno dei gemelli dimostrava

depressione subclinica, entrambi avevano alte probabilità di sviluppare in futuro episodi di

depressione maggiore. Bastano pochi sintomi depressivi per portare alla compromissione funzionale

ma i livelli di compromissione sono maggiori con un numero maggiore di sintomi

Disturbo depressivo cronico (distimia)

Le persone affette da questo disturbo si sentono cronicamente di umore depresso: più della metà del

tempo, per un periodo di almeno 2 anni:

- sono tristi o traggono scarso piacere dalle abituali attività o passatempi.

- presentano almeno 2 degli altri sintomi della depressione.

Benché i criteri diagnostici richiedano la presenza di un numero minore di sintomi rispetto al DDM,

non bisogna pensare che sia meno grave. E’ cronico (durata media 5 anni) e quindi associato a

maggiori ospedalizzazioni e tentativi di suicidio.

Disturbo affettivo-stagionale (SAD)

Le depressioni invernali, la persona deve aver sperimentato episodi depressivi per due inverni

consecutivi, con remissione dei sintomi durante l’estate:

- E’ più comune nei paesi con clima nordico che in quelli meridionali.

- Letargo mammiferi

- Si ritiene correlato a modificazioni del livello cerebrale di melatonina: sostanza sensibile

all’alternanza di luce e buio e rilasciata solo di notte o nei periodi di oscurità.

Trattamenti

Risponde agli antidepressivi e alla terapia cognitivo comportamentale ma hanno la stessa

probabilità di remissione mediante l’esposizione a una fonte di luce viva per 30 minuti ogni mattina

(fototerapia): trattamento di elezione.

Sindrome disforica premestruale

Nella maggioranza dei cicli mestruali dell’ultimo anno, manifestazioni di almeno 5 dei seguenti

sintomi nell’ultima settimana precedente la mestruazione e loro miglioramento dopo l’inizio della

mestruazione: Labilità affettiva + Irritabilità + Umore depresso, sentimenti di disperazione, pensieri

di autosvalutazione + Ansia + Diminuito interesse per le attività abituali + Difficoltà a concentrarsi

+ Mancanza di energia + Cambiamenti dell’appetito + Dormire troppo o troppo poco + Sensazione

soggettiva di oppressione o perdita di controllo + Sintomi fisici come dolenzia o gonfiore alle

mammelle, dolori articolari o muscolari, gonfiore addominale.

I sintomi: Devono essere a un grado significativo di disagio o di compromissione del

funzionamento + Non devono essere la semplice esacerbazione di un altro disturbo d’ansia,

dell’umore o di personalità. + Devono essere confermati da resoconti quotidiani per due cicli

consecutivi + Devono manifestarsi in donne che non assumono contraccettivi orali.

Epidemiologia

La depressione maggiore è uno dei disturbi psichiatrici più comuni

Negli USA il 16,2% della popolazione soddisfa i criteri per la diagnosi

La distimia è un disturbo più raro

Circa il 2,5% della popolazione negli USA e circa 2 volte più frequente nelle donne

Influenzata dallo status socioeconomico: più diffuso fra le classi disagiate.

Varia notevolmente nelle diverse culture:

Un dato interessante è che fra gli appartenenti a minoranze etniche emigrate negli USA il tasso di

prevalenza della depressione è più basso che fra gli appartenenti alle stesse minoranze ma nate negli

USA. Possibile spiegazione: la resilienza (capacità di far fronte in maniera positiva alle difficoltà e

agli eventi negativi) delle persone che emigrano potrebbe avere un effetto protettivo nei confronti

della depressione.

Disturbi bipolari

I diversi tipi si distinguono in base alla gravità e alla durata dei sintomi maniacali.

Sono definiti bipolari perché la maggioranza degli individui che manifestano i sintomi della mania

esperiscono, nel corso dell’esistenza, anche quelli della depressione (mania e depressione sono

considerate polarità opposte).

L’episodio depressivo non è necessario per la diagnosi di disturbo bipolare I, mentre lo è per quella

di disturbo bipolare II.

Mania

- Stato di forte esaltazione o irritabilità accompagnato da ulteriori sintomi

- Durante un episodio maniacale le persone agiscono e pensano in modi altamente insoliti rispetto

alle loro modalità normali. Il soggetto può diventare più chiassoso:

- Talvolta produce un flusso incessante di commenti che può essere pieno di giochi di parole, rime

ed esclamazioni su qualsiasi stimolo attragga la sua attenzione.

- Tende a manifestarsi in modo rapido e improvviso nell’arco di un giorno o due.

- Questo flusso di parole può essere difficile da interrompere e la persona può saltare rapidamente

da un argomento all’altro, dato che riflette la sottostante fuga de

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
97 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AliceDP97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Lombardo Caterina.