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EMG
- La muscolatura del volto ci fornisce molti indici psicofisiologici
- L’attività del muscolo frontale viene usata come indice di attivazionetensione generale
- L’attività dei muscoli corrugatore e zigomatico sono usati come indici emozionali
Attivita’ cardiaca
La tipica risposta a uno stimolo è caratterizzata da tre fasi: una decelerazione iniziale dell’attività
cardiaca, seguita da una accelerazione a sua volta seguita da un’altra decelerazione.
Stimoli negativi producono un aumento della decelerazione iniziale
Stimoli molto attivanti producono un aumento di attività cardiaca.
Conduttanza cutanea
Indipendentemente dalla valenza (piacevolezza-spiacevolezza) dello stimolo, la conduttanza
aumenta in risposta a stimoli con alto arousal.
Assessment psicofisiologico e profilo di stress
1) Una condizione di semplice riposo detta baseline o linea di base; lo scopo è: valutare qual è il
livello o stato di attivazione (tonico) in assenza di compito. Questo stato è caratterizzato da
modificazioni relativamente stabili e durature nel tempo e da una scarsa variabilità
2) Una condizione di “stress” o di stimolazione, in cui si presenta un compito e si valutano
i cambiamenti rispetto al baseline degli indici scelti
3) Una condizione di “recupero” in cui la persona è istruita a recuperare uno stato di rilassamento
precedente il compito. Il tempo di registrazione per ciascuna condizione può oscillare da 10 a 45
minuti
6) I disturbi dell'umore
Comportano alterazioni della sfera emozionale gravi e invalidanti, dall’estrema tristezza e distacco
emotivo che caratterizzano la depressione allo stato di estrema esaltazione e irritabilità della mania.
Due ampie categorie:
- Quelli che coinvolgono soltanto sintomi depressivi
- Quelli che coinvolgono sintomi maniacali
I disturbi depressivi
I sintomi principali della depressione sono: profonda tristezza e l’incapacità di provare piacere.
- La mente può riempirsi di recriminazione rivolte contro se stessa
- Prestare attenzione diventa un compito così estenuante da rendere difficile assimilare ciò che si è
letto o udito.
- Le cose sono viste in una luce molto negativa, perdita di speranza.
La depressione comporta spesso anche sintomi fisici: stanchezza, scarsa energia, dolori.
- Questi sintomi possono essere così gravi da convincere la persona di soffrire di una grave malattia
fisica, nonostante sia impossibile identificarne una base organica evidente.
- Sebbene in generale si sentano esauste, le persone che soffrono di depressione possono avere
notevoli difficoltà a prendere sonno e durante la notte si svegliano presto (insonnia). Altre
dormono tutto il giorno (ipersonnia).
- Chi soffre di depressione può trovare i cibi privi di sapore e non sentire più appetito o, al
contrario, provare un notevole aumento dell’appetito.
- L’interesse sessuale scompare.
- Alcune persone possono provare un senso di pesantezza agli arti.
- In certi casi si ha un rallentamento dei pensieri e dei movimenti (rallentamento psicomotorio)
mentre in altri la persona non riesce a stare seduta e continua a camminare avanti e indietro,
agitando e torcendo le mani (agitazione psicomotoria).
- Grave perdita di iniziativa.
- Ritiro sociale, queste persone preferiscono restare da sole in disparte e rimanere in silenzio.
- In molti casi trascurano il proprio aspetto fisico.
- Spesso arrivano a concepire pensieri suicidari.
La diagnosi di disturbo depressivo maggiore (DDM) richiede che 5 sintomi depressivi siano
presenti da almeno 2 settimane. Tali sintomi devono comprendere l’umore depresso o la perdita di
interesse e di piacere nel fare le cose. Devono comunque essere presenti altri sintomi, quali
cambiamenti del sonno, dell’appetito, della capacità di concentrazione e decisione, sentimenti di
autosvalutazione e di inutilità, pensieri suicidi, agitazione o rallentamento psicomotorio.
Lutto
Non è più sufficiente per escludere una diagnosi di DDM, anche oltre i primi 2 mesi successivi alla
perdita. Una flessione del tono dell’umore entro un intervallo di queste dimensioni era ritenuta
parafisiologica nel DSM-IV.
Il DSM 5 identifica il lutto come uno stressor capace di:
- Precipitare -entro un termine anche superiore ai 2 anni dalla perdita- una predisposizione genetica,
legata a tratti di personalità, o a pattern di comorbidità per il DDM;
- aggravare un DDM già in essere.
Il disturbo depressivo maggiore è definito un disturbo episodico perché i sintomi tendono ad essere
presenti per un certo periodo di tempo per poi scomparire.
Un episodio depressivo tende col tempo a regredire, ma se non è trattato può protrarsi anche 5 mesi
o persino più a lungo.
In una ridotta percentuale di persone la depressione si cronicizza: la persona non recupera mai del
tutto e non ritorna al livello di funzionamento precedente al disturbo.
Anche fra coloro che migliorano abbastanza da non soddisfare più i criteri per la diagnosi di DDM,
la depressione subclinica può protrarsi per anni.
- Gli episodi di depressione maggiore tendono ad essere ricorrenti: il verificarsi di un episodio,
anche se c’è stata remissione, fa aumentare la probabilità che ne insorga un altro.
- Circa i 2/3 di coloro che hanno sofferto di un episodio di depressione maggiore ne esperiscono
almeno un altro nel corso della loro esistenza.
- Il numero degli episodi esperiti da uno stesso soggetto è, mediamente, di 4.
- Ad ogni nuovo episodio, le probabilità di una successiva recidiva aumentano del 16%.
Il fatto che vi sia davvero differenza tra una persona che presenta 5 sintomi per 2 settimane (come
prevedono i criteri diagnostici) e una persona che presenta soltanto 3 sintomi per 10 giorni (criteri
della depressione subclinica) è ancora materia controversa.
Uno studio sui gemelli ha trovato che la depressione subclinica è un predittore del successivo
verificarsi di episodi depressivi e della diagnosi di DDM: quando uno dei gemelli dimostrava
depressione subclinica, entrambi avevano alte probabilità di sviluppare in futuro episodi di
depressione maggiore. Bastano pochi sintomi depressivi per portare alla compromissione funzionale
ma i livelli di compromissione sono maggiori con un numero maggiore di sintomi
Disturbo depressivo cronico (distimia)
Le persone affette da questo disturbo si sentono cronicamente di umore depresso: più della metà del
tempo, per un periodo di almeno 2 anni:
- sono tristi o traggono scarso piacere dalle abituali attività o passatempi.
- presentano almeno 2 degli altri sintomi della depressione.
Benché i criteri diagnostici richiedano la presenza di un numero minore di sintomi rispetto al DDM,
non bisogna pensare che sia meno grave. E’ cronico (durata media 5 anni) e quindi associato a
maggiori ospedalizzazioni e tentativi di suicidio.
Disturbo affettivo-stagionale (SAD)
Le depressioni invernali, la persona deve aver sperimentato episodi depressivi per due inverni
consecutivi, con remissione dei sintomi durante l’estate:
- E’ più comune nei paesi con clima nordico che in quelli meridionali.
- Letargo mammiferi
- Si ritiene correlato a modificazioni del livello cerebrale di melatonina: sostanza sensibile
all’alternanza di luce e buio e rilasciata solo di notte o nei periodi di oscurità.
Trattamenti
Risponde agli antidepressivi e alla terapia cognitivo comportamentale ma hanno la stessa
probabilità di remissione mediante l’esposizione a una fonte di luce viva per 30 minuti ogni mattina
(fototerapia): trattamento di elezione.
Sindrome disforica premestruale
Nella maggioranza dei cicli mestruali dell’ultimo anno, manifestazioni di almeno 5 dei seguenti
sintomi nell’ultima settimana precedente la mestruazione e loro miglioramento dopo l’inizio della
mestruazione: Labilità affettiva + Irritabilità + Umore depresso, sentimenti di disperazione, pensieri
di autosvalutazione + Ansia + Diminuito interesse per le attività abituali + Difficoltà a concentrarsi
+ Mancanza di energia + Cambiamenti dell’appetito + Dormire troppo o troppo poco + Sensazione
soggettiva di oppressione o perdita di controllo + Sintomi fisici come dolenzia o gonfiore alle
mammelle, dolori articolari o muscolari, gonfiore addominale.
I sintomi: Devono essere a un grado significativo di disagio o di compromissione del
funzionamento + Non devono essere la semplice esacerbazione di un altro disturbo d’ansia,
dell’umore o di personalità. + Devono essere confermati da resoconti quotidiani per due cicli
consecutivi + Devono manifestarsi in donne che non assumono contraccettivi orali.
Epidemiologia
La depressione maggiore è uno dei disturbi psichiatrici più comuni
Negli USA il 16,2% della popolazione soddisfa i criteri per la diagnosi
La distimia è un disturbo più raro
Circa il 2,5% della popolazione negli USA e circa 2 volte più frequente nelle donne
Influenzata dallo status socioeconomico: più diffuso fra le classi disagiate.
Varia notevolmente nelle diverse culture:
Un dato interessante è che fra gli appartenenti a minoranze etniche emigrate negli USA il tasso di
prevalenza della depressione è più basso che fra gli appartenenti alle stesse minoranze ma nate negli
USA. Possibile spiegazione: la resilienza (capacità di far fronte in maniera positiva alle difficoltà e
agli eventi negativi) delle persone che emigrano potrebbe avere un effetto protettivo nei confronti
della depressione.
Disturbi bipolari
I diversi tipi si distinguono in base alla gravità e alla durata dei sintomi maniacali.
Sono definiti bipolari perché la maggioranza degli individui che manifestano i sintomi della mania
esperiscono, nel corso dell’esistenza, anche quelli della depressione (mania e depressione sono
considerate polarità opposte).
L’episodio depressivo non è necessario per la diagnosi di disturbo bipolare I, mentre lo è per quella
di disturbo bipolare II.
Mania
- Stato di forte esaltazione o irritabilità accompagnato da ulteriori sintomi
- Durante un episodio maniacale le persone agiscono e pensano in modi altamente insoliti rispetto
alle loro modalità normali. Il soggetto può diventare più chiassoso:
- Talvolta produce un flusso incessante di commenti che può essere pieno di giochi di parole, rime
ed esclamazioni su qualsiasi stimolo attragga la sua attenzione.
- Tende a manifestarsi in modo rapido e improvviso nell’arco di un giorno o due.
- Questo flusso di parole può essere difficile da interrompere e la persona può saltare rapidamente
da un argomento all’altro, dato che riflette la sottostante fuga de