Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 33
Psicologia clinica Pag. 1 Psicologia clinica Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia clinica Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia clinica Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia clinica Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia clinica Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia clinica Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia clinica Pag. 31
1 su 33
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LA NEVROSI OSSESSIVA

È caratterizzata dalla presenza di sintomi ossessivi o compulsavi che colpiscono personalità patologiche di tipo

psicastenico o ossessivo; le ossessioni impongono al soggetto che, consapevole del loro carattere morboso,

intraprende una lotta ansiosa contro questa intrusione insopportabile. I sintomi tipici della nevrosi ossessiva sono le

ossessioni, le compulsioni e i rituali.

Le ossessioni, sono le intrusioni di un’idea nel pensiero del soggetto: l’intrusione di una rappresentazione che gli si

impone, lo invade e lo assedia; il pensiero che si impone al paziente, contro la sua volontà, gli sembra estraneo,

assurdo x’ totalmente in contraddizione con la sua persona e la sua etica, ma nonostante l’imbarazzo, l’impedimento e

la sofferenza che produce l’ossessione, la sua appartenenza al pensiero del soggetto nn è mai posta in dubbio:

l’ossessivo sa bene che le idee che si impongono a lui, x scorrette che siano, provengono sempre dalla sua persona. È

come se gli fossero imposte dall’interno; il carattere costringente dell’ossessione è lampante: si parla di ideazione

coatta parassita.

L’ossessivo tenta in ogni modo di espellere dalla coscienza l’idea inaccettabile che lo assedia: si consuma in qta lotta

contro le proprie ossessioni, fa ricorso con ansia a diversi strumenti, gesti o rituali, che dovrebbero scongiurare il

pericolo; qti procedimenti ripetuti e sempre + complessi, sono a loro volta infiltrati dall’idea ossessiva e + in generale

dal dubbio che caratterizza la nevrosi ossessiva. La stessa idea ossessiva si presenta spesso sottoforma di dubbio,

soprattutto qdo si tratta di sbrigare faccende pratiche che danno luogo a ripetuti controlli; può anche trattarsi di un

dubbio pieno di sensi di colpa dovuti alla paura di nn aver rispettato un dovere morale. La ripetizione fa parte

dell’essenza del pensiero ossessivo, caratterizzato dalla ripetizione della lotta contro l’idea fissa; l’efficacia dei riti di

scongiuro dura xò molto poco x’ l’idea ossessiva unita al dubbio, ricompare nel rituale stesso che si complica e si

prolunga senza + nessuna efficacia. Il soggetto è pienamente consapevole dell’origine mentale e del carattere

patologico dei propri disturbi e da qui nasce il suo senso di vergogna e il tentativo di nasconderli. L’angoscia, spostata

sul pensiero, esplode qdo il rito nn può essere portato a termine; le idee, le immagini e le parole ossessive allora

assediano la coscienza.

Solitamente si distinguono 3 forme di ossessione:

--le ossessioni ideative, che corrispondono a qla che veniva definita un tempo la follia del dubbio: il soggetto rimugina

senza sosta idee ossessive, accompagnate da scrupoli patologici;

--le ossessioni fobiche, che consistono nell’evocazione forzata di certi oggetti o situazioni il cui solo pensiero scatena

l’angoscia: l’oggetto dell’ossessione è esterno ma la paura sussiste cmq anche in assenza dell’oggetto come ad es la

paura della sporcizia o del contagio;

--le ossessioni impulsive, che corrispondono alla paura di essere indotti irresistibilmente a commettere un atto

assurdo, immorale contro la propria volontà; il malato ha paura di un passaggio all’atto e ingaggia una lotta ansiosa

contro qte ossessioni, ma l’atto temuto nn è mai commesso in qto l’azione viene bloccata.

La compulsione, corrisponde all’idea di un atto da compiere: solitamente l’atto è assurdo, ridicolo o sgradevole, ma

l’idea si impone cmq al soggetto. In qto caso il soggetto nn può impedirsi di compiere qto atto e qto differenzia la

compulsione dall’ossessione impulsiva che invece corrisponde alla paura di un passaggio all’atto: può trattarsi della

necessità di toccare certi oggetti, certe persone in determinati momenti o di compiere atti precisi o di recitare delle

formule; a volte la compulsione riguarda veri e propri rituali. I rituali e il pensiero magico, si attuano x’ nelle nevrosi

ossessive le idee, le immagini e le parole assediano il campo della coscienza e contro qto assedio il soggetto elabora

una difesa organizzata, appunto i riti e le formule magiche.

I riti possono organizzarsi e articolarsi in vere e proprie cerimonie, possono anche ritmare l’attività abituale del pz che

sembra trasformarsi in un automa; la ritualizzazione dell’esistenza sembra diventare la meta dell’attività ossessiva. La

compulsione interna è sostituita dalla compulsione dei riti.

I sintomi della nevrosi ossessiva compaiono di solito in persone dal carattere psicastenico o sadico-anale: il carattere

psicastenico è caratterizzato da un sentimento d’incompletezza, una tendenza allo scrupolo, al dubbio, alla crisi di

mattino,

coscienza, all’idea fissa; la stanchezza immancabile soprattutto al tende a ridursi durante la giornata; ogni

decisione, ogni azione concreta è difficile x lo psicastenico; la minuzia, la precisione, un rigido moralismo sono gli indici

di un perfezionismo che lo caratterizza e che può intralciare pesantemente le sue azioni; la timidezza e l’inibizione nei

contatti sociali, la tendenza all’introspezione, i disturbi sessuali e qle che di solito vengono chiamate stigmate

psicosociali(tic, balbuzie) sono a volte presenti; il carattere sadico-anale è caratterizzato oltre che x le preoccupazioni

sull’ordine e sulla pulizia, x la pignoleria, puntualità e perfezionismo, fedeltà, scrupolo e forte senso del dovere

morale; le preoccupazioni di tipo economico sono evidenti e possono spingere alla parsimonia o all’avarizia; la

testardaggine è un altro tratto tipico di qta forma di carattere. i tratti della personalità ossessiva rientrano nelle

cosiddette formazioni reattive che conferiscono un aspetto tipico al funzionamento mentale; sono manifestazioni

opposte ai desideri rimossi o reazioni contro qti ultimi.

Le pulsioni con cui il soggetto lotta inconsciamente corrispondono da un lato alle manifestazioni dell’erotismo anale:

difficoltà nell’abbandonare gli oggetti, ostinazione, collezionismo, angoscia di fronte alle separazioni; i tratti

caratteriali che esprimono una lotta contro l’erotismo anale sono la tendenza ai regali, la rassegnazione, la

sottomissione, la prodigalità e la temerarietà; dall’altro all’aggressività sadico-anale: sporcizia, rigetto, insulti, crudeltà

nei confronti dei deboli, opposizione a ogni autorità. I tratti caratteriali che esprimono una lotta contro le tendenze

sadiche sono un’eccessiva pulizia, buona educazione spinta fino ad un’eccessiva ossequiosità, bontà, preoccupazioni di

giustizia e di difesa dei deboli, rispetto di ogni autorità.

Altri meccanismi di difesa che trovano un’espressione clinica sono: l’isolamento che consiste nel separare un pensiero

o un comportamento da altri pensieri o comportamenti, estrapolandolo dal suo contesto affettivo; isolare significa far

in modo che i pensieri nn si tocchino, un pensiero privo di ogni carica affettiva può in qto modo oltrepassare la soglia

della rimozione; all’isolamento sono legate anche l’intellettualizzazione e la razionalizzazione; l’annullamento che

consiste nel far in modo che certi pensieri, gesti o azioni, n siano mai accaduti: si giudica un pensiero o un atto come

nullo o mai accaduto ricorrendo ad un pensiero o ad un atto di senso opposto; il soggetto ossessivo, senza tregua

cerca di ottenere l’impossibile annullamento dell’evento passato, cerca sempre di tenere a distanza l’oggetto con cui

entra in contatto.

La nevrosi ossessiva compare di solito nel corso dell’adolescenza o all’inizio dell’età adulta; capita spesso che i pz

tardino ad entrare in cura x’ mantengono segreti i sintomi di cui si vergognano. Certe forme di nevrosi ossessiva

possono essere molto fastidiose e invalidanti, compromettendo gravemente la vita personale, familiare e

professionale; scompensi depressivi possono apparire nel corso dell’evoluzione e rendere necessario il ricovero. (Le

teorie meccanicistiche considerano le ossessioni come idee autoctone, veri e propri corpi estranei, idee parassitarie

sovrapposte; secondo Janet è la debolezza psicologica che impedisce all’ossessivo di arrivare ad una sintesi

abbastanza elevata delle funzioni del reale; la psicanalisi insiste sulla forza delle pulsioni inconsce e x l’esattezza sul

ruolo della fissazione e della regressione allo stadio anale dello sviluppo; al contrario del fobico, che proietta fuori di

sé il pericolo istintuale, l’ossessivo interiorizza la situazione pericolosa; l’Io tenta di difendersi dagli attacchi del Super-

Io tramite l’annullamento, l’isolamento e le formazioni reattive.

La prospettiva fenomenologia propone una visione globale del mondo esistenziale dell’ossessivo che lotta contro le

minacce di un mondo marcio e impuro. In certe forme gravi). In certe forme gravi il ricovero può rendersi

indispensabile; la cura in ospedale è anche indicata x alcuni casi di complicazione depressiva; la terapia di base è la

cura psicanalitica, ma x le forme + gravi e resistenti oggi si ricorre spesso a un approccio diverso: psicoterapie di

ispirazione psicanalitica, antidepressivi, terapie comportamentali.

AFFEZIONI PSICOSOMATICHE

Sono affezioni organiche, viscerali che comportano alterazioni anatomiche associate a comportamenti o a tratti

caratteriali molto particolari; in qti casi si può parlare di una nevrosi d’organo. La malattia sembra essere il punto di

convergenza di diversi fattori: il conflitto nn basta, ci vuole anche un terreno particolare, una certa fragilità ed

ereditarietà.

Il sintomo nn è assurdo e insensato, ma ha un valore simbolico e nn solo rimanda a certe caratteristiche anatomo-

fisiologiche, ma rivela anche una problematica conflittuale che ha radici nella storia personale del soggetto. Bisogna

cmq differenziare il sintomo psicosomatico dalla conversione isterica e dall’ipocondria: nel sintomo psicosomatico, la

lesione è evidente, il mutamento dei tessuti è oggettivo e localizzato x es nella mucosa gastrica (ulcera), nella mucosa

bronchiale (asma) o nella mucosa intestinale (rettocolite emorragica) da cui poi i sintomi riscontrati a livello clinico; il

sintomo isterico è caratterizzato dal contrasto tra la gravità del disturbo funzionale e l’assenza di qsi lesione organica;

nell’ipocondria il disturbo è puramente psichico, l’attenzione del malato è concentrata tutta sul corpo che immagina

distrutto da una grave malattia senza mai rasserenarsi attraverso i risultati degli esami. Lo studio clinico consiste nella

personalità o a un certo tipo di conflitto.

descrizione di sintomi abbinati a un certo tipo di

Le affezioni più frequenti sono quelle che colpiscono la sfera digestiva, l’apparato respiratorio,

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
33 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AnnaSJ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Pediconi Maria.