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IX. DIAGNOSI:

A. Sviluppo come “variante della normalità”

B. Formazioni patologiche solo transitorie come sottoprodotti delle tensioni evolutive

C. Regressione istintuale permanente a punti di fissazione con conflitto che provoca

nevrosi o disturbi del carattere

D. Regressione istintuale che trascina regressione anche del Io e Super Io, con borderline,

delinquenziale o psicotico

E. Deficienze di natura organica o carenze precoci che hanno deformato lo sviluppo con

personalità ritardata, difettosa, atipica

F. Sono in atto processi distruttivi che hanno provocato, o stanno per provocare, un crollo

dello sviluppo psichico.

Capitolo quinto: VALUTAZIONE DELLA PATOLOGIA – STADI INFANTILI

5. PRECURSORI DELLA PATOLOGIA ADULTA

La valutazione dello stato del bambino serve per vari motivi:

- Pratici: decidere se intraprendere un trattamento e con che metodo terapeutico

- Teorico: allargare la conoscenza del funzionamento psichico e dei processi evolutivi

- Individuare le fasi iniziali di quei disturbi psichici che sono noti soprattutto nei loro stadi

successivi in età adulta

NEVROSI INFANTILI

Psicoanalisi classica: la nevrosi infantile è sempre stata considerata come la controparte, il

prototipo e il modello di quella adulta. Freud stesso riteneva l’analisi della nevrosi infantile

fondamentale per comprendere quella degli adulti, per evitare di agire erroneamente nella malattia

adulta vista come continuazione della precedente.

- Cercarono ripetutamente di dimostrare la corrispondenza stretta tra sintomatologia

manifesta delle nevrosi infantili e adulte: sia i bambini che gli adulti mostrano l’ambivalenza

esasperata dei sentimenti, i cerimoniali legati al momento di coricarsi, rituali, formulazione

ripetitiva di domande, coazione a lavarsi, parole “magiche”…

- Identità tra nevrosi infantile e adulta nella loro dinamica:

• inziale progresso evolutivo fino ad un livello relativamente elevato di sviluppo delle

pulsioni e dell’Io;

• Aumento intollerabile dell’angoscia e della frustrazione al raggiungimento di questa

posizione;

• Regressione a punti di fissazione;

• Comparsa di pulsioni, desideri e fantasie sessuali e aggressive infantili; angoscia e

senso di colpa conseguenti;

• Attivazione di difese dell’Io, principalmente formazioni di compromesso;

• Disturbi del carattere e sintomi nevrotici determinati dal livello dei punti di

fissazione , dal contenuto delle pulsioni, dalla scelta dei meccanismi di difesa e dalle

fantasie rifiutate.

!!!! = Ma con l’avvicinarsi nella pratica dell’analisi dei bambini, ci si rese conto di come questa

teoria non sempre funzionasse, e di come non tutti i bambini potessero rientrare nel corpus teorico

di Hans o dell’Uomo Dei Lupi:

1) Si scoprì una deludente differenza tra la nevrosi infantile e adulta. Mentre negli adulti il

singolo sintomo nevrotico è connesso a tutta la struttura della personalità, nei bambini i

sintomi si manifestano isolatamente con altrettanta frequenza, o sono accoppiati ad altri

sintomi e tratti di personalità di natura e origine diversa. Anche sintomi chiaramente

ossessivi (rituali, coazioni) si ritrovano in bambini con personalità di natura e origine

diversa, cioè ad esempio in personalità isteriche, oppure in determinate circostanze (ribelle

a casa, sottomesso a scuola).

2) Ci si rese conto di come non fosse possibile dimostrare con certezza che un particolare tipo

di nevrosi infantile fosse precursore dello stesso tipo di nevrosi nell’adulto. Capita spesso,

ad esempio, che un bambino che mostra sintomi fobici o isterici diventi successivamente

un vero e proprio nevrotico. Molti analisi cliniche dimostravano questa discordanza.

Anna Freud avanza delle IPOTESI per spiegare queste discordanze:

- In presenza di determinate componenti istintuali dominanti, la scelta tra due soluzioni

patologiche opposte dipende dalla loro interazione con gli atteggiamenti dell’Io, i quali

mutano con l’avanzare della maturazione e dello sviluppo

- Il campo di disturbi psichici infantili è più esteso; vengono compre tutte le tipiche forme che

rientrano nella nevrosi (coazioni, rituali, angosce, fobie…), gravi isolamenti dal mondo

(psicosi infantili), disturbi delle funzioni fisiche vitali (alimentazione e sonno), ritardi,

tendenze distruttive o autodistruttive, personalità immature e infantili.

DISTRUBI EVOLUTIVI

Tensioni causate da fattori esterni

Essendo incapaci di badare a se stessi, i bambini sono costretti ad accettare le cure materne, che

spesso però si trovano i conflitto con quelle che sono le inclinazioni naturali e spontanee del

bambino:

- Sonno: il bambino ha un ritmo tutto suo del sonno, che viene modificato dalle abitudini della

madre; il passaggio da veglia a sonno avviene tramite pratiche autoerotiche, proibite invece

dall’esterno

- Alimentazione: non è libero di mangiare cosa, quando e quanto; deve sottostare alle scelte

della mamma

- Evacuazione: l’educazione sfinteriale avviene di solito troppo precocemente, quando il

bambino non è ancora pronta sia a livello muscolare che per insufficiente sviluppo della

personalità

- Desiderio di compagnia : è bisogno innato del bambino dormire con il contatto fisico di

qualcuno, ma ciò viene lui negato

Questa disarmonia crea le prime incrinature nel funzionamento regolare dei processi di

appagamento dei bisogni e delle pulsioni; quando il bambino subisce trattamenti non troppo

sensibili possono verificarsi disturbi. Essendo causati dall’esterno, possono esser prevenuti

utilizzando sistemi di allevamento differenti, ma una volta comparsi non si possono più eliminare

del tutto, poiché associati nella psiche del bambino. Si forma un indebolimento dell’efficacia

positiva della pulsione: il bambino rimanda, rifiuta o trascura il soddisfacimento dei desideri,

l’Io sviluppa maggiore ostilità verso l’Es (pericolo nevrotico).

Tensioni interne

Rispetto alle precedenti he in parte si possono evitare, queste sono inevitabili. Sono più virulente

se precedute da tensioni esterne; sono transitorie seppure intense, e vengono superate insime alla

fase evolutiva in cui si sono presentate.

→ DISTRUBI DEL SONNO: nonostante il bambino non abbia avuto problematiche al primo

anno di vita e abbia ricevuto cure adeguate, quasi sempre al secondo anno compaiono i

primi disturbi del sonno: il bambino, nonostante sia stanchissimo, si dimena, non vuole

dormire, protesta, richiede la vicinanza di qualcuno ecc… Con il rafforzarsi dei legami

oggettuali e della sua partecipazione al mondo esterno, il ritiro sul Sé della libido e degli

interessi dell’Io diviene requisito indispensabile per il sonno. Questo non sempre si verifica

con facilità: l’angoscia che ne scaturisce obbliga il bambino ad aggrapparsi allo stato di

veglia. Questi sintomi scompaiono quando i rapporti oggettuali diventano più stabili meno

ambivalenti, e l’io diventa anch’esso più stabile.

!!: masturbazione, suzione del pollice, peluche (oggetto transizionale) per passaggio da

veglia al sonno; quando questi elementi vengono abbandonati e si instaura la lotta contro la

masturbazione -> nuova ondata di disturbi del sonno (se durante latenza: ossessione).

Disturbi diversi dai disturbi del sonno degli adulti.

→ DISTRUBI DELL’INGESTIONE DI CIBO: appaiono nei vari stadi di evoluzione nell’area

alimenta.

1. Con allattamento al seno. Turbamenti da parte della madre: fisici, cioè problemi con

produzione di latte, forma di capezzoli; psicologici: ambivalenza, reazione ansiosa

all’allattamento. Turbamenti nel bambino: fisici, bisogno ridotto di cibo, risposta alla

suzione ritardata; psicologici: reazione automatica negativa all’angoscia e esitazione

della madre.

2. Al passaggio alla bottiglia (evitabili con svezzamento prudente e graduale). Rabbia

verso il cibo, rifiuto di nuovi sapori e densità, mancanza di piacere nella sfera orale a

volte opposto: avidità, paura di soffrire la fame).

3. Nelle battaglie con il cibo con la madre: si riproduce rapporto ambivalente con lei.

Sono comunque manifestazione evolutive, e non possono esser considerate sintomi

premonitori di formi alimentari più gravi successive. Sono transitorie e passibili di

guarigione spontanea.

!!: ogni turba nel processo alimentare in età precoce lascerà residui che aumenteranno o

complicheranno i disturbi degli anni successivi.

→ PAURE ARCAICHE: prime angosce che compaiono nei bambini e che non hanno

precursori, ad esempio nella paura del buio, della solitudine, degli estranei… Non sono

dovute a eventi particolare, ma sono una predisposizione innata probabilmente dovuta alla

debolezza dell’Io immaturo e del suo “panico” nell’affrontare la realtà e elementi

sconosciuti. Non sono fobie.

Si superano spontaneamente, con il progressivo sviluppo dell’ Io (memoria, intelligenza,

processo secondario…).

→ DISTURBI COMPORTAMENTALI ALL’EPOCA DEI PRIMI PASSI: sono dovute alla punta

massima del sadismo anale e si esprimono in parte direttamente attraverso le tendenze

alla distruzione, al disordine, all’irrequietezza, o attraverso l’attaccamento morboso,

l’incapacità di separarsi, la scontentezza … E’ comunque una sindrome di breve durata;

dura finché non vengono individuati altri sbocchi motori per i derivati delle pulsioni e per gli

affetti

→ FASE OSSESSIVA TRANSITORIA: sintomi tipicamente nevrotici (fissazione per ordine,

pulizia, rituali…) compaiono normalmente in ogni bambino in corrispondenza o subito dopo

la fase anale. Corrispondono alle difese risultanti dall’educazione sfinteriale e con lo

sviluppo dell’Io. Scompaiono anche questi spontaneamente.

!!: minacciano di trasformarsi in patologia quando l’investimento libidico nella fase sadico-

anale è stato eccessivo e quindi grandi quantità di libido vi sono rimaste fissate. Il bambino

tornerà alla fase anale, solitamente dopo qualche esperienza traumatica a livello fallico.

→ DISTRUBI DELLA FASE FALLICA, DELLA PREADOLESCENZA E

DELL’ADOLESCENZA: in fase di latenza si verifica una diminuzione dell’attività istintuale,

con conseguente scomparsa dei sintomi e delle problematiche. In fase preadolescenziale si

verifica un mutamento quantitativo e qualitativo delle pulsioni e un’intensificazione delle

tendenze pregenitali primitive. Scompare l’impressione di razionalità ed equilibrio, a favore

di immaturità, deficit nell’adattamento sociale e tendenze delinquenziali. Nell’adolescenza:

emergono tendenze genitali. Nei casi più gravi produce sintomatologia quasi dissociale,

quasi psicotico, quasi borderline, che s

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Publisher
A.A. 2014-2015
39 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher desidesi92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Ugazio Valeria.