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Valutazione e sviluppo della personalità
Per valutare lo sviluppo affettivo e la personalità dei bambini vengono utilizzati metodi e strumenti proiettivi. Tali metodi si chiamano così in quanto si basano sul meccanismo psicologico della proiezione introdotto da Freud che consiste nell'attribuire ad altri o al mondo esterno sentimenti e qualità proprie mediante un processo difensivo inconscio. Freud considerava la proiezione una difesa dell'Io da aspetti di sé stessi inaccettabili che mediante questo meccanismo venivano attribuiti ad altri. Sebbene la denominazione di test proiettivi sia stata concepita indicando una prevalenza in questi strumenti del meccanismo di difesa descritto, successivi studi hanno messo in luce come le risposte a questi test possano rilevare altri meccanismi di difesa come la rimozione o la negazione. L'uso dei test proiettivi in età evolutiva e in psicopatologia dello sviluppo impone la riflessione sulle
con esperienze traumatiche o disfunzionali, è importante considerare anche il contesto familiare e sociale in cui il bambino cresce. Le dinamiche familiari, le relazioni con i genitori e gli altri membri della famiglia, così come l'ambiente scolastico e le interazioni con i coetanei, possono influenzare significativamente lo sviluppo della personalità del bambino. Pertanto, è fondamentale valutare attentamente tutti questi fattori al fine di comprendere appieno le caratteristiche della personalità di un bambino che cresce.Il problema tra il bambino e l'ambiente relazionale è difficile da capire quando il disagio è solo indice di vulnerabilità e quando può diventare l'organizzatore di un disturbo definito, quando il sintomo è un limite o quando rappresenta un movimento di crescita. Nel corso della crescita i bambini sviluppano la capacità di esprimere i propri vissuti emotivi con il gioco, il disegno e raccontando le proprie emozioni e la propria storia affettiva. Verso i 4 anni i bambini cominciano a raccontare e da questa età possiamo somministrare i test proiettivi di tipo verbale. Condizione essenziale perché un test possa chiamarsi proiettivo è che la situazione stimolo proposta al soggetto sia poco strutturata, ambigua e senza un significato preciso: infatti è nel processo di costruzione del materiale non strutturato che il soggetto rivela la dinamica della propria organizzazione di personalità. Le tecniche proiettive
si suddividono in test grafici basati sul disegno (DdF) test tematico costruttivi basati sul racconto e/o costruzione (CAT, TAT E PN) test strutturali basati sulle macchie (Rorscharch) e test di completamento di racconti/frasi/parole (asct) Le richieste "disegna una famiglia" o "racconta una storia" presuppongono che il bambino abbia il controllo delle abilità visuo-percettive, linguistiche e delle funzioni simbolicorappresentative.
IL DISEGNO
La conoscenza delle tappe di sviluppo grafico-simbolico del bambino è un prerequisito necessario per interpretare il disegno del bambino nell'assessment psicodiagnostico. I disegni del bambino cambiano in relazione allo sviluppo cognitivo del bambino e allo sviluppo globale della sua personalità. Secondo Luquet un bambino inizia a disegnare quando traccia dei segni con l'intenzione di rappresentare qualcosa. Sono due i presupposti perché nell'attività grafica possa comparire un
Intenzionalità rappresentativa e sono l'acquisizione della capacità rappresentativa che segue le fasi dello sviluppo mentale e la capacità di comprendere il valore simbolico dei segni grafici. Luquet ha individuato alcune fasi evolutive del disegno infantile ancora oggi riconosciute: fino ai 3 anni c'è la fase del realismo fortuito in cui il bambino inizia a guardare le proprie produzioni grafiche cercando un analogia tra esse e una cosa reale, dai 3 ai 5 anni c'è la fase del realismo mancato in cui il bambino decide quale oggetto rappresentare prima di eseguire il disegno ma spesso ne risultano disegni incomprensibili anche a lui, dai 5 ai 7-8 anni c'è la fase del realismo intellettuale in cui il bambino riesce ad eseguire disegni somiglianti alla realtà ma il disegno contiene tutti gli elementi reali dell'oggetto senza la considerazione della prospettiva per cui se si guarda da una parte certi elementi non sono visibili.
Verso gli 8-9 anni nella fase del realismo visivo il bambino si rende conto delle contraddizioni tra il suo disegno e la realtà e cerca di adottare un'unica prospettiva rappresentando ciò che è visibile per lui. A 3 anni il bambino produce il primo abbozzo di figura umana nel disegno del noto "uomo testone" un cerchio con occhi, bocca, naso e linee per braccia e gambe. Dai 4 anni il 50% dei bambini produce un disegno della figura umana riconoscibile. Intorno ai 5-6 anni compaiono schemi grafici più maturi con la differenziazione sessuale dei personaggi, possono invece permanere fino a 8/10 anni schemi più primitivi come la trasparenza, espressione del pensiero concreto del bambino che disegna ciò che sa piuttosto che ciò che vede. Soltanto dopo i 7 anni il bambino è in grado di crearsi un'idea grafica del movimento. Dai 13-15 anni i disegni raggiungono un grado di completezza pari a quello dell'adulto.
Machover ha utilizzato per la prima volta il test del disegno di una persona Draw A Person (DAP) come test proiettivo. Si presenta al bambino un foglio, una matita e una gomma e si chiede di disegnare una persona, senza specificare né sesso né età. Quando il bambino finisce il disegno gli si chiede sesso ed età, poi si dà un altro foglio e gli si chiede di disegnare una persona di sesso opposto. Al termine dell'esecuzione viene fatta una breve inchiesta per definire i personaggi, età, la loro possibile relazione e cosa stanno facendo. Si prende nota del tempo impiegato e di eventuali commenti spontanei del bambino. Nell'analisi del DAP si tiene conto degli aspetti formali come la grandezza, la posizione e l'espressione, la presenza di dettagli dell'immagine corporea, la dimensione della figura rispetto al foglio, degli aspetti grafici come il tratto, la pressione e l'ombreggiatura, degli aspetti di contenuto come la
completezza del vestiario, i dettagli e omissioni di parti del corpo. Nel disegnare una persona è possibile proiettare l'immagine di sé, il sé ideale, la rappresentazione di un altro significativo. Per quanto riguarda i bambini è necessario ricordare che essi tendono a rappresentare il loro vissuto attuale in quanto stanno costruendo la loro identità in rapporto alle figure genitoriali: alcuni bambini possono rappresentare non solo figure in cui si identificano ma anche figure con cui hanno un rapporto conflittuale. La presenza o meno di figure adulte rimanda a un sereno rapporto con il mondo esterno mentre un bambino ansioso, concentrato su se stesso, può disegnare la propria immagine con una aderenza alla realtà del suo corpo. TEST GRAFICI: IL DISEGNO DELLA FAMIGLIA Il DdF è un test proiettivo che permette al clinico di entrare in contatto con la percezione che il bambino ha di sé, delle figure genitoriali e di entrare indella famiglia reale, disegno della famiglia ideale. Il test può essere utilizzato per valutare diversi aspetti della personalità del bambino, come la sua autostima, la percezione di sé e degli altri, la capacità di relazionarsi e risolvere i conflitti. È importante sottolineare che il test non fornisce una valutazione definitiva, ma offre indicazioni utili per comprendere meglio il bambino e le sue dinamiche relazionali.della famiglia cinetica, disegno della famiglia animale. La consegna "Disegna una famiglia inventata" favorisce il processo primario del pensiero legato all'inconscio: il modo in cui il bambino esegue il disegno è importante quanto il prodotto finale e lo psicologo deve prendere nota dei commenti spontanei del bambino, delle reazioni emotive durante l'esecuzione, del punto del foglio in cui il bambino inizia a disegnare, dell'ordine dei personaggi, delle esitazioni e del tempo di latenza prima di iniziare a tracciare i personaggi, del tempo impiegato per ogni personaggio e del tempo impiegato per l'intero disegno. Dopo il disegno si procede con l'inchiesta: lo psicologo chiede al bambino di parlare della famiglia che ha disegnato, di specificare il ruolo, il sesso e l'età di ogni personaggio. Inoltre viene chiesto al bambino chi è il più simpatico, chi il meno simpatico, chi il più felice e chi il meno felice.Perché e attraverso il metodo delle preferenze e identificazioni si chiede al bambino chi vorrebbe essere e chi non vorrebbe essere. Bisogna ovviamente conoscere la composizione reale del nucleo familiare del bambino in esame. Nella valutazione bisogna tener conto del livello grafico che indica lo stile cognitivo e la disposizione affettiva (tratto, ombreggiature, cancellature, pressione, parte del foglio occupata dal disegno) del livello di contenuto (composizione della famiglia, valorizzazione/svalorizzazione, collocazione del bambino rispetto ai famigliari) e del livello formale (caratterizzazione dei personaggi, precisione e articolazione dello schema corporeo). Le variabili prese in considerazione per l'interpretazione sono la grandezza che è un criterio di valorizzazione di un personaggio rispetto ad un altro, la collocazione delle figure nel disegno che si riferisce a come il bambino usa lo spazio del foglio per collocare sé stesso e le altre figure:
lavicinanza con alcuni personaggi indica sia il rapporto vissuto con quel personaggio sia un bisogno affettivo. L'omissione o l'aggiunta di personaggi indica il livello di conflittualità con il personaggio tralasciato, se vengono omessi i genitori.