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Disturbo fittizio

Il disturbo fittizio si riferisce a persone che producono intenzionalmente sintomi psicologici e/o fisici. L'obiettivo di queste persone è quello di ottenere e mantenere i benefici che derivano dall'assumere il ruolo di persona malata, fino anche ad essere ospedalizzate.

Inizialmente inseriti in una categoria a parte nel DSM-IV, questi disturbi sono stati poi inclusi nel DSM-5 nei disturbi somatici e disturbi correlati. Tuttavia, questi disturbi sono ancora correlati a un forte stigma sociale e molti medici non danno loro la giusta considerazione.

La prevalenza del disturbo fittizio non è ben definita, anche se si stima che colpisca circa lo 0,5% e lo 0,8% dei pazienti ricoverati. Si ritiene anche che questo disturbo colpisca in misura maggiore le donne rispetto agli uomini.

Una variante del disturbo fittizio è il disturbo fittizio provocato ad altri, ovvero quando la persona con il disturbo si occupa di qualcun altro e provoca sintomi falsi in quella persona. Queste persone sono spesso affezionate al bambino e hanno grandi

conoscenzemediche ed è altamente resistente ad ammettere ciò che sta facendo, quindi per il personale medico è difficile comprendere ciò che sta avvenendo e si stima che mediamente si scopre dopo ben 14 mesi ciò che sta succedendo. Inoltre, il perpetratore può decidere di portare in diverse strutture, proprio per depistare, rendendo ancora più difficoltoso scoprire cosa accade. Si stima che il 10% dei bambini vittime del disturbo fittizio ad altri muoiono a cause delle azioni della madre.

I disturbi dissociativi -> I disturbi dissociativi sono disturbi caratterizzati da una sconnessione della norma integrazione di coscienza, memoria identità o percezione. All'interno di questa categoria rientrano alcuni dei fenomeni più drammatici dell'intera psicopatologia: persone che non riescono a ricordare chi sono o da dove vengono o persone che hanno due o più personalità o identità distinte che si alternano.

nel controllo del comportamento dell'individuo. A tutti noi capita, in alcuni periodi, di dissociarsi. Lievi sintomi dissociativi si verificano quando noi sogniamo ad occhi aperti o perdiamo una parte della conversazione in cui siamo coinvolti, questo per spiegare che non c'è nulla di patologico nella dissociazione in sé, ma che lo è nel momento in cui "sono percepiti come disturbanti, comportano la perdita di informazioni necessarie e producono discontinuità nell'esperienza". Come per i disturbi somatici, i disturbi dissociativi sembrano rappresentare soprattutto delle modalità per evitare l'ansia e lo stress e per gestire i problemi di vita che hanno sopraffatto le normali risorse di coping. I vari disturbi, che nel DSM-5 sono inclusi nella categoria "disturbi dissociativi", sono: 1. Disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione, nella derealizzazione vi è una perdita temporanea del senso di realtà delmondo esterno, mentre nella depersonalizzazione vi è una temporanea perdita del senso di sé e della propria realtà (sintomatologia che si trova anche nell'attacco di panico). Una percentuale che va dal 50 al 74% delle persone ha avuto almeno una volta nella vita, soprattutto in periodi di forte stress, ma è solo quando questi persistenti e ricorrenti è possibile parlare di questo disturbo. Kihlstrom descrive l'esperienza di questo disturbo come "le sensazioni sconcertano chi le sta provando: la condizione modificata appare come irreale o come discontinua rispetto ai propri stati dell'io precedenti. L'oggetto della propria esperienza, il sé o il mondo è solitamente descritto come isolato, senza vita, strano e non familiare; se stessi e gli altri vengono percepiti come automi, che si muovono meccanicamente senza iniziativa e autocontrollo". Se nel DSM-IV la derealizzazione e la depersonalizzazione erano visti come due disturbi differenti,nel DSM-5 sono stati invece integrati. Si stima che la prevalenza nella popolazione sia attorno all'1 o 2% con distribuzione eguale tra uomini e donne. A oggi non si hanno cure, né di tipo farmacologico né di tipo psicoterapeutico; 2. Amnesia dissociativa, è solitamente limitata all'incapacità di ricordare informazioni autobiografiche immagazzinate nel passato (memoria retrograda, quella che di ricordare o identificare informazioni acquisite nel passato o esperienze passate) non riconducibile a normale dimenticanza. In questo disturbo, le informazioni autobiografiche che sembrano dimenticate sono ancora presenti al di sotto del livello di consapevolezza, questa talvolta diventa evidente nei colloqui sotto ipnosi o sotto narcosi. In rari casi, quando si ha difficoltà anche a codificare nuove informazioni, la persona può allontanarsi ancora maggiormente dei problemi della vita reale entrando in uno stato denominato fuga dissociativa, in cui la persona.

si distacca completamente dalla realtà che lo circonda. Il loro comportamento durante lo stato di fuga è solitamente normale e raramente desta sospetti sul fatto che qualcosa non vada. Di solito quando lo stato di fuga diminuisce, si manifesta una nuova amnesia sul periodo di fuga. La fuga dissociativa nel DSM-IV era considerata un disturbo a parte;

3. Disturbo dissociativo dell'identità, conosciuto precedentemente come il disturbo da personalità multipla, è un disturbo, che secondo il DSM-5, deve implicare una disgregazione dell'identità caratterizzata da due o più identità distinte che si alternano nel controllare il comportamento. A questo si accompagna l'incapacità di ricordare informazioni, non riconducibili a normale dimenticanza. Al contrario del DSM-IV, la variazione delle varie personalità non deve essere per forza manifesta, ma anche solo riferita dal paziente. Inoltre, fa parte di questa categoria anche

La trance di possessione, quando essa si manifesta senza la volontà della persona, non è parte di una normale pratica culturale e provoca disagio. Diverse sono le questioni ancora aperte riguardo al DDI.

Innanzitutto, se questa malattia sia simulata o meno: certamente, ci sono stati casi in cui la malattia è stata simulata, soprattutto in casi giudiziari per essere scagionati, tuttavia la maggior parte dei ricercatori ritiene che i casi di simulazione o falsificazione sono relativamente rari.

Seconda questione aperta è lo sviluppo di questo disturbo: secondo la teoria post-traumatica, il DDI origina dal tentativo del bambino di gestire un senso di disperazione e di schiacciante impotenza derivante da ripetuti abusi traumatici (il 95% dei pazienti riportano storie di abusi). In mancanza di altre risorse o di vie di fuga, il bambino può dissociarsi ed evadere con la fantasia, diventando qualcun altro. Mentre, secondo la teoria socio-cognitiva, il DDI si sviluppa quando

Unapersona altamente suggestionabile impara ad adottare e arappresentare il ruolo di identità multiple, soprattutto perché alcuni clinici gliele hanno avvertitamente suggerite, legittimate e rinforzate e perché queste diverse identità sono volte al raggiungimento degli obiettivi personali dell'individuo. In pratica, il sospetto è che clinici eccessivamente zelanti, attraverso il fenomeno clinico del DDI e con l'uso non consapevole di tecniche come l'ipnosi, siano in larga misura responsabili dello sviluppo di questo disturbo in persone facilmente suggestionabili e propense alla fantasia. Il trattamento tipico del DDI è a orientamento psicodinamico e spesso viene utilizzata l'ipnosi. L'attenzione è focalizzata a esplicitare e elaborare il trauma che si ritiene abbia scatenato il disturbo.

Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione -> In accordo con il DSM-5, i disturbi della nutrizione

edell'alimentazione sono caratterizzati da un persistente disturbo del comportamento alimentare. Il cibo è fondamentale per la nostra sopravvivenza. Tuttavia, per molte persone con accesso a quantità adeguate di cibo, "mangiare" non è un'azione semplice da svolgere. Le persone con disturbi dell'nutrizione e dell'alimentazione mostrano comportamenti disturbati che possono comprendere la loro salute fisica o il loro funzionamento psicosociale. Questi disturbi sono spesso considerati disturbi "moderni", ma si trovano nella storiografia tantissimi casi descritti di persone compatibili con disturbi alimentari. Anoressia nervosa e bulimia nervosa non si manifestano spesso prima dell'adolescenza, anche se si è osservato casi di bambini di età inferiore ai 7 anni soffrire di disturbi alimentari. L'anoressia nervosa ha un'insorgenza tra i 16 e i 20 anni, la bulimia tra i 21 e i 24 anni e infine il binge-eating.

tra i 30 e i 50 anni. Il rapporto tra femmine e maschi è 3:1. Il rapporto trai disturbi mentali e gli uomini è sempre stato oggetto di pregiudizio e per questo un problema sottostimato. Per gli uomini, infatti, la mancata soddisfazione verso il proprio corpo spesso si manifesta sul desiderio di avere più muscoli, piuttosto che la ricerca di magrezza, e per ottenere ciò si utilizza intensa attività fisica piuttosto che il ricorso a diete. Caratteristica di questa categoria di disturbi è il crossover diagnostico, ovvero la transizione tra un disturbo all'altro: quello più diffuso è sicuramente il passaggio dai due tipi di anoressia, ma anche il passaggio da anoressia nervosa di tipo abbuffate/condotte di eliminazione a bulimia nervosa e il passaggio da disturbo di binge-eating a bulimia nervosa.

I disturbi alimentari descritti nel DSM-5 sono:

  • Anoressia nervosa, letteralmente significa "perdita dell'appetito indotta da nervosismo"
  • sere presente in tutti i casi di anoressia nervosa.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
57 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Serenacartax di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Carta Stefano Mariano.