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SOTTOTIPI: Restrittivo, non presenta frequenti episodi di abbuffate o svuotamento improprio. Bulimico, frequenti episodi di abbuffate o di condotte di svuotamento. BULIMIA NERVOSA

Nell'antica Roma con le orgie alimentari (mangiare smoderatamente e vomitare) gli eccessi erano riconducibili ai modelli di condotta sociale e non per la preoccupazione della magrezza.

Nella cultura egizia, il vomito autoindotto era una pratica igienica che raccomandavano i medici.

Questo fenomeno si è esteso negli anni '70-'80. Spesso le crisi avvengono in solitudine per la vergogna e sono accompagnate da una sensazione di perdita di controllo.

Esordisce tra 16-20 anni, più nelle donne e nei paesi industrializzati.

Disturbi d'ansia, dell'umore, di personalità (borderline) si associano alla bulimia nervosa.

CARATTERIZZATA DA:

  • Ricorrenti abbuffate compulsive (sentire di non poter smettere di mangiare, mancanza di autocontrollo) che soddisfano dei bisogni emotivi in seguito a situazioni

Sociali ed eventi stressanti, che avvengono un paio di volte a settimana.

Comportamenti per prevenire l'aumento di peso.

Valutazione di Sé dipendente dal peso e dalla forma del corpo.

SOTTOTIPI:

Con condotte di svuotamento, vomito autoindotto, uso di lassativi, clisteri, diuretici.

Senza condotte di svuotamento, digiuno, eccessivo esercizio fisico.

Viene associata a disturbi d'ansia, dell'umore, di personalità, tendenza all'impulsività.

Come il tossicodipendente che non può fare a meno di alternare stati di astinenza e di soddisfazione, l'anoressica deve dimagrire sempre di più e la bulimia deve ricominciare ripetutamente le sue crisi, il cibo come la droga è solo un'illusione per raggiungere un soddisfacimento del Sé, altrimenti insoddisfatto.

ALTRI DISTURBI DELL'ALIMENTAZIONE

Accomunati sintomi depressivi, pensiero dicotomico e perfezionismo.

La bassa autostima porta il soggetto a sovrastimare l'apparenza corporea.

Una migliore forma fisica pone aspettative irreali di successo e realizzazione personale. La poca stima di sé favorisce l'insorgere dei sensi di colpa, alternando momenti di restrizione alimentare con altri di perdita di controllo. A lungo termine, l'incapacità di mantenere una rigida prescrizione alimentare e i numerosi fallimenti, portano a sintomi depressivi.

Ortoressia nervosa, ricerca maniacale e bisogno irrinunciabile di consumare solo cibi naturali.

Chewing and spitting, masticare, succhiare il cibo e sputarlo senza ingoiarlo.

Anoressia degli atleti, esercizio fisico compulsivo.

Anoressia inversa, diffusa tra i body builder ossessionati dall'essere troppo gracili, assumono anabolizzanti, fanno molto allenamento. Alterazione della propria immagine corporea e ansia legata alla presunta fragilità.

Night-eating syndrome, anoressia diurna, consumo anomalo di pasti durante la notte, durante la quale la persona percepisce ansia, tensione, colpa e paura.

Tentativo di autocurare disturidepressivi o stressanti. Sindrome del vomito ciclico, attacchi di vomito a insorgenza- rapida che durano qualche ora o anche giorni e si risolvonospontaneamente. Possono essere causati da stress fisico opsicologico. Colpisce sia maschi che femmine e in gran parteinizia nei primi anni di scuola dell'infanzia o elementare.Disturbo da alimentazione incontrollata, simile alla bulimia- nervosa.I disturbi alimentari sono accomunati da:- bassa autostima,- sintomi depressivi,- pensiero dicotomico,- perfezionismo ossessivo dovuto da insicurezza e instabilità.OBESITÀFino al XIX sec l'essere corposo costituiva un'icona per entrambe isessi, simboleggiava l'appartenenza ad un ceto sociale elevato e diprosperità economica.I cambiamenti iniziano con la modernità industriale, le modificazionidei modelli estetici e degli stili di vita.E' un eccesso nella quantità di grasso presente nel corpo conripercussioni.negative sulla salute (problemi respiratori, tumori, ictus) e incidenze a livello psico-sociale (bassa autostima, depressione). Le persone sovrappeso reagiscono mangiando perché non hanno differenziato l'ansia dalla fame, reagiscono allo stress come se fosse fame. CAUSE: - Predisposizione genetica (il 40% dei bambini obesi ha un genitore obeso, il 70% entrambi) e abitudini alimentari inadeguate apprese dai caregiver. - Scelte alimentari individuali. - Errate abitudini o condotte connesse alla salute. - Fattori ambientali: farmaci che possono causare obesità. - Fattori socio-culturali-etnici. - Fattori psicologici; sedentarietà. - Fattori dietetici (paesi occidentali diete a elevato contenuto di grassi). È maggiore nelle famiglie in cui prevalgono: - Invischiamento, scarsa differenziazione dei ruoli e viene ostacolata l'autonomia. - Iperprotettività, esagerata protezione dei figli per soddisfare bisogni di controllo e ansie da separazione irrisolte (visionedellavita in senso statico). Rigidità, assenza di flessibilità delle regole e della comunicazione che ostacolano il superamento delle crisi e i bisogni di cambiamento di ciascuno. Evitamento dei conflitti, inibizione dell'espressione di emozioni, sentimenti e vissuti interiori. Mangiare = sedare le emozioni. Possono influire esperienze traumatiche in età precose (abusi, maltrattamenti, perdita dei cari, trascuratezza). Contribuisce l'ambiente familiare che incide sulla costruzione del modello comportamentale di controllo dell'introito di cibo. Alcuni comportamenti alterano la capacità di percepire i segnali di fame e sazietà: insistere a terminare il cibo nel piatto, associare al pasto altre attività (lettura, tv, computer), utilizzare il cibo come festeggiamento, premio o punizione. Il trattamento principale è la prevenzione adottando stili di vita sani mediante un'alimentazione corretta e attività fisica. Si può

Affiancare anche una terapia farmacologica e, nei casi di obesità acuta (con alto rischio di mortalità), anche interventi chirurgici.

ORIGINI DEI DISTURBI ALIMENTARI

Orientamenti teorici che hanno tentato di spiegare tali disturbi:

Paradigma psicodinamico: anoressiche e bulimiche modificano il proprio corpo in relazione a modalità regressive della relazione oggettuale risalenti ai primi anni di vita. Freud sostiene che l'anoressia nervosa è l'espressione simbolica di un conflitto intrapsichico dettato da meccanismi difensivi volti a neutralizzare le pulsioni libidiche, il sintomo anoressico sarebbe la conversione somatica di fantasie sessuali rimosse. In seguito si è pensato non al soddisfacimento della pulsione orale, ma ai disturbi delle relazioni oggettuali. La Bruch sostiene che nell'anoressia nervosa la preoccupazione per il cibo e il peso è l'espressione simbolica di un disturbo inerente al concetto di Sé, generato da una relazione disturbata tra

La madre e la bambina. L'anoressia nervosa rappresenterebbe un tentativo di cura di sé, una disciplina del corpo che il soggetto attua nei momenti di difficoltà. La bulimia tende a mangiare per inglobare e divorare la madre simbiotica, l'anoressica taglia il cordone ombelicale della simbiosi astenendosi dal cibo come forza di separazione dalla madre. Prospettiva sistemico-relazionale, causa un contesto familiare privo di comprensione emotiva, la paziente afferma il suo disagio attraverso una condotta alimentare negativa da cui ne ricava una forma di autoaffermazione e controllo nella relazione familiare, ma conferma il suo stato di dipendenza, disagio e solitudine. Teoria dell'attaccamento, pattern di attaccamento di tipo insicuro possono favorire i DCA. Approccio cognitivo-comportamentale, influiscono idee disfunzionali su peso e immagine corporea, dai modelli socioculturali di magrezza a caratteristiche individuali (perfezionismo, bassa autostima, ecc.).difficoltà nella regolazione emotiva). Alimentazione=gestire le emozioni. Modello psicosociale, DCA determinati da una serie di fattori: - individuali (bassa stima di sé, perfezionismo, regolazione emotiva), - familiari (relazioni disfunzionali), - socioculturali (magrezza=bellezza). Ipotesi più accreditata: anoressia e bulimia sono generate da diversi fattori: si sviluppano in persone predisposte, favorite da fattori scatenanti e perpetuate da fattori cronicizzanti con l'attivazione di un circolo vizioso. Fattori implicati nell'insorgere dei disturbi alimentari: - Fattori predisponenti (genetici e ambientali) vulnerabilità, pressione sociale, adolescenza. - Fattori scatenanti: eventi stressanti (consci o inconsci), autoimposizione di una dieta. - Fattori perpetuanti: fattori biologici, condizioni psicologiche, ambientali, alterazioni dei vissuti emotivi, delle espressioni cognitive, sensazioni psicosomatiche. INTERVENTO NELLE COMPULSIONI ALIMENTARI: Di tipo

Multidisciplinare con la collaborazione di specialisti di diversa formazione ai fini della riabilitazione nutrizionale, medica, psicosociale, psicoeducazionale della persona.

Percorso psicoterapeutico e una terapia familiare con i membri della famiglia (che rivestono un ruolo primario).

È importante intervenire a livello educativo nei bambini e adolescenti per prevenire lo sviluppo di tali patologie:

  • Dare informazioni sulle condotte alimentari;
  • Indebolire le influenze sociali per portare le persone a resistere alle pressioni socioculturali che impongono la magrezza come modello;
  • Individuare i soggetti che presentano i fattori di rischio (eccessive preoccupazioni verso il peso e l'aspetto fisico).

Importante la terapia di gruppo che permette un ridimensionamento della sofferenza attraverso la condivisione, aumenta la stima di sé, si prende coscienza della propria condotta (le anoressiche rimangono chiuse in se stesse e non si aprono al gruppo).

I fattori sociali, culturali e

ttività neuroendocrine e neurovegetative che influenzano ilcomportamento alimentare del bambino. Ad esempio, se la madre èstressata o ansiosa durante il pasto, il bambino potrebbe percepirequeste emozioni e sviluppare una relazione negativa con il cibo. Inoltre,le preferenze alimentari del bambino possono essere influenzate dallepreferenze alimentari della madre. Se la madre consuma regolarmentealimenti salutari, il bambino potrebbe essere più incline a preferirealimenti sani. Al contrario, se la madre consuma regolarmente alimentijunk food, il bambino potrebbe sviluppare una preferenza per questi tipidi cibo.INTERAZIONE ALIMENTARE NELL’ADOLESCENZAL’adolescenza è un periodo critico per lo sviluppo di preferenzealimentari e comportamenti alimentari disfunzionali. Durante questafase, i giovani sono particolarmente influenzati dai media, dai peer e dallapressione sociale. Ad esempio, i messaggi pubblicitari che promuovonoalimenti ad alto contenuto di zucchero e grassi possono influenzare lepreferenze alimentari degli adolescenti. Inoltre, i giovani possonoessere influenzati dai comportamenti alimentari dei loro amici. Se igiovani amici consumano regolarmente cibi poco salutari, l’adolescentepotrebbe sentirsi spinto a fare lo stesso.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
13 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Ugazio Valeria.