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LA PSICOSI
Il termine ‘PSICOSI’, utilizzato tanto in psichiatria che in psicoanalisi indica condizioni
psicologiche che possono manifestarsi in modo acuto o cronico, temporaneo o
permanente, caratterizzati da:
ALTERAZIONE NELLA PERCEZIONE DELLA REALTA’ ESTERNA.
1) 22
DELIRI;
2) ALLUCINAZIONI;
3) DISGREGAZIONE A LIVELLI PROFONDI DELLA PERSONALITA’;
4)
Attualmente, il termine ‘psicosi’, così come l’espressione ‘malattia mentale’ non trovano
più posto nella terminologia psichiatrica ufficiale (DSM IV) e sono sostituiti dal termine
‘disturbo’ (disturbo d’ansia, disturbo schizofrenico ecc.). Tuttavia, nella pratica clinica il
termine ‘psicosi’ e ‘psicotico’ è di uso comune.
L’ALTERAZIONE PROFONDA NELLA PERCEZIONE DELLA REALTA’
ESTERNA
Ognuno di noi vive immerso in ciò che viene chiamata realtà, ma paradossalmente non
riusciamo a conoscere le “cose” per quelle che sono. In effetti, noi interpretiamo la realtà
come se fosse un universo di simboli. Siamo circondati da simboli: le luci del semaforo,
i segnali stradali, le stesse parole sono simboli. E noi conosciamo la realtà in quanto
abbiamo la capacità di operare sui simboli e trovare un senso ad ogni aspetto della realtà.
Ogni cultura è un insieme ordinato di simboli, e questo implica il fatto che per lo
psicotico la percezione della realtà risente di una incapacità nel trovare un senso alle
normali azioni della vita quotidiana. La percezione della realtà risulta ipersimbolizzata
in cui ogni singolo elemento percettivo viene caricato di simboli. Così è possibile vedere
in un esordio psicotico una persona che passa parecchio tempo a cercare di capire, p.es.,
perché degli oggetti siano disposti in un determinato modo, e questo avviene perché ogni
posizione di un oggetto non viene vista come casuale, ma come portatrice di un senso o
di un messaggio, e da qui, nasce una “teoria”, una spiegazione che rende di nuovo un
senso al mondo dello psicotico, come viene magistralmente descritto da L. Pirandello in
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“Uno, nessuno, centomila”. Questa teoria viene definita come delirio. Oppure, al
contrario, la realtà risulta desimbolizzata; lo psicotico non riesce a “leggere” gli
eventuali simboli legati a certi oggetti e questo dà luogo a comportamenti bizzarri.
IL DELIRIO
Per delirio si intende un disturbo formale del pensiero. Si tratta cioè di un’idea, o di una
serie di idee, la cui caratteristica fondamentale è quello di non poter essere criticate dalla
persona che le pensa, né, tantomeno, il delirante riesce a recepire critiche al suo pensiero
che vengano dall’esterno, da altre persone. I deliri possono essere contraddistinti per i
loro contenuti, allora parliamo di deliri di grandezza (la persona ritiene di essere una
persona molto importante o con poteri particolari e comunque protagonisti di un destino
grandioso), di persecuzione (in cui la persona ritiene, sempre acriticamente, di essere al
centro di un complotto), di riferimento (tipico dei paranoici insieme al precedente,
consiste nell’idea delirante che tutti si riferiscano a lui con cenni, gesti, occhiate ecc.), di
gelosia (tipico delle paranoie e delle psicosi alcoliche), di colpa (caratteristico dei
depressi che si attribuiscono o ingigantiscono colpe mai commesse), di compensazione
( riferito ad una situazione vissuta come negativa. p.es. una sterilità può essere
compensata da un delirio di gravidanza). La conoscenza del contenuto del delirio può,
quindi, indirizzare delle ipotesi diagnostiche.
Il delirio svolge una funzione precisa nella vita di un paziente psichiatrico. Esso
costituisce un tentativo di spiegare e dare un senso ad una realtà che altrimenti sarebbe
destrutturata, frammentata e incomprensibile, per questo il delirio è inattaccabile da
qualsiasi critica, perché rinunciare alla credenza delirante sprofonderebbe il soggetto in
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un vuoto di senso esistenzialmente intollerabile.
Il delirio non è tipico delle patologie psichiatriche, ma può insorgere anche in persone
“normali” in situazioni di stress.
L’ALLUCINAZIONE
è un disturbo sensoriale-percettivo, che consiste nella percezione di un qualcosa di
inesistente. Secondo questa accezione, l’allucinazione è nettamente distinta
dall’illusione che invece una distorsione percettiva, ovvero ad un oggetto si danno
significati soggettivi e spesso a carattere proiettivo (p. es come quando ci capita di
riconoscere qualcuno, di cui sentiamo l’assenza, in un estraneo). Le allucinazioni
possono riguardare tutti gli organi di senso, hanno carattere di involontarietà e di
intrusività, ovvero non è possibile controllarne il loro sopraggiungere, né la loro durata.
Le allucinazioni uditive sono costituite da voci che la persona sente e che, ovviamente
non esistono. Spesso, nella schizofrenia queste voci, per lo più, commentano le azioni
del soggetto o lo insultano. Altre volte contengono “messaggi” per il delirante, in genere
inviati da personaggi molto potenti o addirittura da esseri soprannaturali, in questo caso
è associato a queste manifestazioni un delirio mistico, o di trasmissione del pensiero. Le
allucinazioni uditive sono frequenti nelle psicosi schizofreniche.
Le allucinazioni visive sono invece più caratteristiche delle intossicazioni esogene ed
endogene, alcune droghe sono definite allucinogeni, il delirium tremens, l’allucinazione
da sindrome d’astinenza da alcool, comporta zoopsie, percezione di piccoli animali
presenti nella stanza, ma anche allucinazioni tattili (piccoli animali che camminano sulla
pelle o sotto di essa. 25
Così nelle allucinazioni olfattive si crede di sentire odori per lo più sgradevoli, in quelle
gustative sapori insoliti ecc. Alcune persone sperimentano anche allucinazioni sessuali
che consistono in presenza di sensazioni di orgasmo, di toccamenti o addirittura di stupri
che possono avvenire anche a distanza.
Le allucinazioni sono intrusive e quindi spesso vissute come ego distoniche. E’ questo il
motivo per cui, soprattutto nella schizofrenia, atti di autolesionismo colpiscono gli
organi di senso, quasi a voler eliminare, cancellare la possibilità di avere allucinazioni.
In concreto, si pensi al pittore Van Gogh che si è amputato un orecchio, oppure,
recentemente un paziente psicotico è entrato in una chiesa e si è cavato gli occhi con le
mani. Frequenti anche gli attacchi ai propri genitali.
In psichiatria si parla anche di allucinazioni negative che consistono in una mancata
percezione di un oggetto reale.
Non tutte le allucinazioni sono sintomi di una patologia: persone che vivono in ambienti
caratterizzati da deprivazione sensoriale possono sviluppare allucinazioni che servono
appunto a compensare la mancanza di stimoli.
Deliri, allucinazioni e comportamenti bizzarri costituiscono i sintomi positivi
LA DISGREGAZIONE A LIVELLI PROFONDI DELLA PERSONALITÀ
è un processo che attiene sia alla sfera cognitiva che a quella emotiva.
Per quanto riguarda la sfera cognitiva, è nota da tempo l’associazione tra forme di
psicosi (e in particolare la schizofrenia) e deficit cognitivi, tanto che la prima definizione
della schizofrenia fu quella di dementia praecox, demenza precoce. Tale nome era stato
dato perché i sintomi iniziali, presenti in ragazzi e ragazze adolescenti consistevano in
un rapido declino delle capacità cognitive simili a quello osservato in soggetti anziani e
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dementi.
Ciò sembra dovuto, tra l’altro, ad una eccessiva secrezione di cortisolo. Il cortisolo è un’
endorfina che viene secreta nelle reazioni allo stress e al dolore mentale, negli
schizofrenici il cortisolo è presente in alte concentrazioni ed è responsabile della
sensazione di ottundimento, dell’aria ottusa e poco attenta tipica degli schizofrenici,
della loro resistenza agli stimoli dolorosi e della loro indifferenza emotiva. Viceversa, è
stato effettuato un esperimento in USA che consisteva nel somministrare Naloxone
(Narcan) a soggetti con diagnosi di schizofrenia. Il risultato fu che risultava aumentata
la capacità di attenzione, ma, contemporaneamente, si era abbassata la soglia agli stimoli
dolorosi. Ciò come controprova del rapporto tra cortisolo e psicosi
A livello emotivo, la disgregazione della personalità è accompagnata da un particolare
tipo di ansia: l’ansia psicotica. L’ansia psicotica è una forma esasperata di ansia, e quindi
nello psicotico i meccanismi di difesa si presentano in forma accentuata può essere
paragonata ad una sensazione di annientamento imminente, alla sensazione di essere sul
punto di esplodere. Ciò è dovuto ad una forma particolare del meccanismo di scissione
che anziché scindere l’esperienza in buona e cattiva, la frantuma in miriadi di parti tanto
da rendere impossibile il tentare una ricomposizione. Anche la proiezione assume una
caratteristica particolare, in quanto ciò che viene proiettato non è una parte di sé, ma una
serie di frammenti che non possono essere contenuti, recepiti, da una sola persona, ma la
proiezione deve rivolgersi necessariamente ad un gruppo.
Anche i meccanismi di introiezione, negazione e idealizzazione appaiono esacerbati.
E’ chiaro che questi 4 punti rappresentano un tutto unico nella esperienza di uno
psicotico e qui sono stati divisi per questioni di studio. 27
Follia e Cultura
Tratto da “La nave dei folli” ed. Aracne
L’idea base di questo libro e di questa dispensa è che non si può comprendere appieno la
follia se non si conosce la cultura all’interno della quale questi fenomeni avvengono. Per
spiegare questa ipotesi, adotteremo una prospettiva storica nella quale inserire, e per
spiegare, i vari fenomeni di follia.
All’interno di questa prospettiva storica, vogliamo inserire ulteriori ipotesi: che le varie
culture abbiano alla loro base, come una sorta di humus, una specifica mitologia. E che i
vari miti siano costruiti come i sogni e come i sogni possano essere interpretati
Crediamo inoltre che la cultura che possiamo definire grosso modo “occidentale” si basi
su due mitologie: quella giudaico-ebraica, così come è narrata nella Genesi e nei primi
libri della Bibbia; e quella greco-latina. Vogliamo perciò analizzare questi miti che
utilizzano lo stesso linguaggio dei sogni e spogliandoli, alcuni, dei loro contenuti
religiosi-
Tra i miti fondanti tratti dalla Genesi, ne ricordiamo in particolare tre:
Quello della creazione dell’Uomo. Nella Genesi troviamo all’inizio il versetto:” E Dio
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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