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CAPITOLO 2 PSICOLOGIA AMBIENTALE E TRADIZIONE PSICOLOGICA
Due tradizioni interne alla psicologia hanno affrontato in modo specifico il problema del rapporto
individuo/ambiente:
1. PSICOLOGIA DELLA PERCEZIONE
Definisce l’ambiente in termini fisico-percettivi
Principali contributi teorici:
A. Scuola statunitense del New Look
Inversione di prospettiva in senso funzionalista rispetto alla corrente , allora dominante (anni ‘40),
della Psicologa della Gestalt.
Psicologia della Gestalt
- Primato assegnato al mondo fenomenico rispetto a quello fisico-percettivo;
Teoria dell’Isomorfismo,
- Primato della che la Gestalt pone alla base di ogni
fenomeno percettivo, che afferma l’esistenza di meccanismi neurologici innati e
comuni a tutti gli individui, i quali tendono ad assicurare la corrispondenza tra
ambiente geografico e ambiente comportamentale;
- la realtà è quella che appare;
l’ambiente geografico tende a diventare parte dell’ambiente comportamentale
-
esperito dalla persona;
Con la Scuola statunitense del New Look l’ambiente fisico-oggettivo riacquista rilevanza. Il fenomeno
percettivo viene svincolato dalla “forma” per essere ancorato agli Scopi e Bisogni dell’individuo.
B. Teoria probabilistica di Brunswick
Prospetta per primo il problema della “validità ecologica” (estensione al mondo reale) degli indizi
percettivi per arrivare a definire il “carattere probabilistico” dell’esperienza percettiva . L’ambiente
ecologico per Brunswick è la somma dell’ambiente psicologico + ambiente oggettivo. Il MODELLO A
processo di apprendimento probabilistico dell’esperienza percettiva basato sugli
LENTE descrive un
indizi forniti dall’ambiente.
La Validità ecologica diventa nel modello a lente la corrispondenza tra le variabili distali
(caratteristiche fisiche dell’ambiente) e variabili prossimali (modalità con cui le caratteristiche si
presentano come input sensoriali).
L’individuo di fronte all’ambiguità degli indizi sensoriali costruisce giudizi probabilistici. L’individuo
come agente attivo.
C. Teoria ecologica di Gibson
“Percepire” consiste nel prendere l’informazione disponibile nell’ambiente. La percezione è vista in
funzione adattiva: il mondo esterno deve fornire informazioni capaci di guidare in senso funzionale i
relativi comportamenti adattivi
Le “Affordances” sono ciò che l’ambiente offre all’animale e all’uomo, proprietà delle cose considerate
in riferimento a un osservatore ma non proprietà dell’esperienza dell’osservatore, non cambiano con
il mutare dei bisogni dell’osservatore.
L’esperimento del “precipizio visivo” dimostra l’esistenza di abilità percettive innate basate si risposte
predisposte fin dalla nascita.
Critiche a Gibson: non prende in considerazione gli aspetti sociali e culturali.
D. La Scuola transazionale del Gruppo di Princeton
Nasce a metà degli anni ’40.
Transazione: percipiente e realtà fanno parte dello stesso processo di relazione -scambio.
Il transazionalismo assegna all’azione dell’individuo nell’ambiente, cioè alla sua attività orientata a
scopi,il principio esplicativo di ogni risultato percettivo. Es. Illusione percettive
Principali esponenti:
Kilpatrick : il processo percettivo emerge come una fusione dinamica che
comprende indizi forniti dall’ambiente, assunzioni e azioni;
Ittelson: l’ambiente che noi conosciamo è prodotto, non la causa della
percezione. La percezione è il processo attraverso il quale una
particolare persona attribuisce significati alla situazione ambientale a lui
circostante;
Ames : Esperimento della “stanza distorta”. Solo dopo aver esperito la
stanza essa veniva percepita come distorta.
2. PSICOLOGIA SOCIALE
Orientata in senso “molare”, tendenza ad utilizzare il termine ecologico, per sottolineare come i
fattori psicologici sono un concorso di fattori sia ambientali/situazionali che individuali.
Principali contributi teorici:
A. Ecologia Psicologica di Lewin
1) Teoria del campo ed ecologia psicologica
Comportamento = f (Persona x ambiente)
Persona ed ambiente hanno un rapporto paritario.
La “teoria mira a spiegare il comportamento in relazione alla situazione in cui
del campo” il
comportamento si verifica.
L’”Ecologia è l’ambito di ricerca che mira a comprendere quale sia in campo psicologico
psicologica”
in un dato momento. Nell’ecologia psicologica si possono distinguere 3 aree di interesse:
a) Lo spazio di vita. L’ambiente come viene percepito
b) Molteplicità di processi. Che non influiscono sullo spazio di vita.
c) Una zona di confine dello spazio di vita. Il mondo fisico che
influisce sullo spazio di vita
2) La teoria dei “canali” e la psicologia del “guardiano”
Studio di Lewin sulle abitudine alimentari al fine di avviare un cambiamento.
La teoria dei canali e dei guardiani:
“Canali” : percorsi oggettivi attraverso cui si sostiene l’abitudine considerata (es. canali di
-
transito del cibo prima di essere consumato)
“guardiani”: persone presenti all’interno dei canali, la cui psicologia è cruciale in quanto da
-
essa derivano le decisioni di passaggio attraverso i canali.
Mutare i processi psicologici significa esaminare l’ecologia psicologica del guardiano, influenzarla
oppure sostituire il guardiano.
B. Psicologia ecologica di Barker
1. La stazione di osservazione di Oskaloosa
Intento: comprendere come l’ambiente del mondo reale influenza il comportamento degli
individui. Rifiuto della personalità come spiegazione del comportamento umano.
Funzione dello psicologo: fungere da semplice Transduttore dei fenomeni osservati, producendo
DATI T , fenomeni psicologici lasciati intatti. Osservazione non intrusiva dei comportamenti nel
contesto dove avvengono naturalmente. L’intento era cogliere il flusso del comportamento.
2. Il setting comportamentale e la teoria della “sottoumanizzazione”
I setting comportamentali sono fenomeni eco-comportamentali,pattern circoscritti e stabili di
attività umana e non umane con un sistema integrato di forze e controlli che mantengono le
attività in equilibrio semi-stabile.
Il setting comportamentale include pattern di comportamenti, le caratteristiche spazio-temporali
concomitanti ai comportamenti medesimi, le persone che si comportano al suo interno, ma si
presenta come un’unità sovraindividuale.
Il “programma è l’insieme di sequenze prescritte , ordinate nel tempo, per le attività e
di setting”
gli scambi tra persone all’interno del setting.
Il “grado connette le persone al programma
di penetrazione” e riguarda il livello di responsabilità
personale nei confronti del setting.
La “Teoria stabilisce che si distinguono i vari setting in relazione al
della sottoumanizzazione”
numero più o meno ottimale di abitanti che ne fanno parte; i setting che hanno un numero di
abitanti inferiore a quello ottimale sono “sottoumanizzati”. La teoria sostiene la capacità della
dimensione del setting di influenzare il tipo di comportamenti all’interno del setting, affermando
una superiorità di funzionamento dei setting di dimensioni ridotte rispetto a quelli di grandi
dimensioni e sovraumanizzati.
C. Approccio ecologico di Bronfenbrenner
L’”ambiente ecologico” è una serie ordinata di strutture concentriche incluse l’una nell’altra:
di relazioni esistenti tra la persona e l’ambiente di un
1. MICROSISTEMA : quel complesso
contesto immediato contenente la persona stessa;
è il “sistema di microsistemi” e comprende le interrelazioni tra 2 o più contesti
2. MESOSITEMA:
ambientali ai quali l’individuo partecipa attivamente. Es. relazioni tra famiglia e scuola
uno o più contesti ambientali di cui l’individuo non è partecipante attivo ma che
3. ECOSISTEMA:
influiscono sul contesto ambientale che comprende l’individuo. Es. lavoro dei genitori
4. MACROSISTEMA: consiste delle congruenze di forma e di contenuto dei sistemi di livello più
basso , a livello di cultura considerata come un tutto nonché nel sistema di credenze e
ideologie che sottostanno a tali congruenze.
La prospettiva è “solistica”, i processi sono bi-direzionali: considera gli effetti di A su B e di B su A,
nonché gli “effetti di secondo ordine”, ossia l’influenza di una terza parte C sull’interazione di A e B.
Viene messo in primo piano l’effetto degli aspetti fisico-spaziali dell’ambiente sul comportamento.
–
CAPITOLO 3 CARATTERIZZAZIONE DEL CAMPO
Nella ricerca della psicologia sociale, rispetto alla tradizione psicologica, emergono delle
novitàdiversità: DELL’AMBIENTE
1. ATTENZIONE ALLE CARATTERISTICHE FISICO-SPAZIALI
L’ambiente fisico come sfondo e contesto del comportamento.
2. PECULIARITA’ DI METODO
S3. RILEVANZA SOCIALEtudio di situazioni naturalistiche anziché di laboratorio.
La psicologia ambientale cerca di dare risposte a problemi di rilevanza sociale, come problemi
ambientali in genere
4. ORIENTAMENTO INTERDISCIPLINARE
Programmatico collegamento con altri settori disciplinari orientati su problemi uomo/ambiente.
Definizione del campo di pertinenza
Alcune definizioni della psicologia ambientale:
• Proshansky: “la psicologia ambientale è ciò che fanno gli psicologi ambientali”. “è lo studio
delle interrelazioni tra comportamento e ambiente costruito o naturale”;
• Ittelson: “la psicologia ambientale si definisce come tentativo di stabilire una relazione
esperienza dell’individuo e il suo ambiente
empirica e teorica tra comportamento ed
costruito”
• Bonnes: bisogna distinguere il campo di interesse della p.a. in funzione del tipo di processi
psicologici studiati:
1. fenomeni/processi di comportamenti manifesti:
comportamenti spaziali come la territorialità, lo spazio personale, la privacy;
2. fenomeni/processi di comportamenti impliciti:
processi psicologici sottostanti (percezione-rappresentazione ambientale) come conoscenza
ambientale, emozione ambientale, atteggiamenti ambientali.
• Stokols:
la psicologia ambientale deve adottare una prospettiva transazionale, volta a
sottolineare il carattere di continuo scambio uomo/ambiente e il ruolo attivo e intenzionale
dell’individuo verso l’ambiente. Dalla interazione tra aspetti cogn
(goal-directed) i