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ORIGINE E FUNZIONE
Le maniere in cui si esprimono le varie forme di
aggressività sono molteplici, in quanto si identificano
con i vari momenti della vita umana, nei quali
l'individuo si trova in rapporti, temporanei o duraturi,
con i suoi simili, a partire dalla primissima infanzia.
Tensioni che uno o più individui agli altri si
oppongono
possono sviluppare all'interno della famiglia come
nella scuola, nelle competizioni sportive come nelle
lotte sindacali, nelle polemiche che vedono schierati in
campi avversi i partiti politici come in quelle che
talvolta avvampano tra due persone che discutono di
sport.
Forme di aggressività sono presenti in certi sogni
notturni, come nei miti, nelle leggende e nelle favole
per bambini, e tutto ciò è una prova ulteriore del ruolo
non trascurabile occupato dall'aggressività nella vita
umana A GGRESSIVITÀ
ORIGINE E FUNZIONE
Erich Fromm, nel suo saggio
Lo psicoanalista Anatomia della
parte da una netta distinzione:
distruttività umana,
Dobbiamo distinguere nell'uomo
« due tipi completamente
Il primo, che egli ha in comune con
diversi di aggressione.
tutti gli animali, è l'impulso, programmato
filogeneticamente, di attaccare o di fuggire quando sono
minacciati interessi vitali. Questa aggressione difensiva,
"benigna", è al servizio della sopravvivenza dell'individuo e
della specie, è biologicamente adattiva, e cessa quando
viene a mancare l'aggressione. L'altro tipo, l'aggressione
"maligna", e cioè la e la è specifica
crudeltà distruttività,
della specie umana, e praticamente assente nella maggior
parte dei mammiferi; non è programmata
filogeneticamente e non è biologicamente adattiva; non ha
alcuno scopo e, se soddisfatta, procura voluttà »
(E. Fromm, 1975, p.20) 6
04/02/2013
A GGRESSIVITÀ
ORIGINE E FUNZIONE
Quanto all'origine dell'aggressività e dell'eventuale parentela
dell'uomo con gli animali sotto questo riguardo, si possono
distinguere grosso modo due gruppi principali di teorie con
una gamma di posizioni intermedie.
Per il primo l'aggressività è un istinto che l'uomo ha in comune
con gli animali; per il secondo, invece, è qualcosa di
specificamente umano, tanto più se si considera l'aggressività
intraspecifica (cioè all'interno della specie), che presso gli
animali, tranne rare eccezioni, non ha carattere distruttivo,
mentre fra gli uomini non si ferma neppure dinanzi
all'omicidio, alla strage, al genocidio. Secondo i sostenitori di
quest'ultima concezione, l'origine dell'aggressività degli
uomini è da ricercare nella lunga storia della loro evoluzione
come specie.
Al primo gruppo di teorie si ascrivono anche, sempre in via di
generalizzazione e accantonando perciò una serie di distinzioni
di Freud e la concezione
secondarie, la teoria delle pulsioni
esposta da Lorenz nell'opera "Il cosiddetto male" (ampliata con
il titolo 1963)
L'aggressività,
A GGRESSIVITÀ
ORIGINI E FUNZIONE
Per quanto riguarda la teoria delle pulsioni sviluppata da
nel corso degli anni, bisogna ricordare che nel saggio
Freud egli ha fatto proprio il
Al di là del principio del piacere
presupposto che :
In ogni essere umano, in ogni cellula, in ogni sostanza
« vivente, siano all'opera due pulsioni: pulsione di vita e
pulsione di morte. E questa seconda, (in greco,
Thanatos
morte), come la chiamò Freud, si rivolgerebbe sia
all'esterno, apparendo quale distruttività, sia all'interno,
quale forza autodistruttiva che conduce alla malattia, al
suicidio o, se mescolata a impulsi sessuali, al masochismo.
Non sarebbe determinata da circostanze, non sarebbe
prodotta da nulla: l'uomo avrebbe soltanto la scelta di
indirizzare questo impulso di distruzione o di morte contro
se stesso o contro altri, trovandosi pertanto di fronte a un
dilemma quanto mai tragico (E. Fromm, 1984, p.54)
» 7
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A GGRESSIVITÀ
ORIGINI E FUNZIONE
Secondo Konrad Lorenz, l'aggressività "è il
risultato di un accumulo autonomo di energia"
che, anche in assenza di stimoli esterni, finisce
per dar luogo a comportamenti aggressivi. Con
una notevole differenza, però, rispetto agli
animali, presso cui l'aggressione intraspecifica
ben raramente giunge ad esiti mortali.”
A GGRESSIVITÀ
ORIGINE E FUNZIONE
I rappresentanti di una stessa specie (il fenomeno riguarda
«
in modo particolare i vertebrati) combattono tra loro per la
gerarchia, il territorio o la femmina. In generale, tuttavia,
questi conflitti presentano una caratteristica davvero
stupefacente, e che ne limita enormemente la pericolosità:
sono cioè ritualizzati.
Un comportamento aggressivo è formato da un
ritualizzato
insieme di elementi abbastanza stereotipati e convenzionali,
come grida, esibizioni di parti corporee a effetto terrifico,
movimenti alterni di avvicinamento, fuga, accerchiamento,
atteggiamenti di minaccia o di resa incondizionata; ben
difficilmente le armi micidiali dei contendenti, zanne, artigli,
corna ecc. sono impiegate per uccidere. Il lupo vincitore non
azzanna a morte il lupo vinto che gli offre, in atto di
sottomissione, la gola, ma cavallerescamente permette
all'antagonista di andarsene incolume. I daini cozzano le
corna, ma, anche se uno degli avversari, nel corso della lotta,
scopre il fianco, l'altro non gli vibrerà mai un colpo mortale in
questa regione; aspetterà, invece, che il nemico ritorni in
posizione frontale per riprendere l'assalto » 8
04/02/2013
A GGRESSIVITÀ E VIOLENZA
Noi utilizziamo con lo stesso significato i due
termini di e
aggressività violenza.
Spesso si confonde violenza con aggressività, i due
termini però non sono affatto intercambiabili ma
indicano due diversi momenti e condizioni.
Si può essere aggressivi e violenti, ma si può anche
essere soltanto aggressivi e non violenti.
L’individuo aggressivo e non violento è una
persona che controlla i propri impulsi e ricorre
alla violenza solo se costretto, in casi estremi.
VIOLENZA
La in generale è un'azione molto intensa che ha come fine il
violenza
recare un danno grave a una o più persone o animali e compiuta da
una o più persone che operano sinergicamente.
Si tratta di una forma specifica di forza, il cui scopo è danneggiare o
distruggere l’oggetto.
Si indica comunemente l'azione fisica o psichica esercitata da una
persona su un'altra (anche si può, nella specificità del termine,
includersi l'azione fisica e psichica di un uomo su un animale).
La violenza, quindi, non necessariamente implica un danno fisico.
L’aggressività, invece, è un impulso spontaneo, una manifestazione
della forza vitale. Può trasformarsi in violenza oppure in grinta. C’è
un’aggressività sana, creativa, appassionata, che consente di fare le
cose, di fronteggiare le situazioni, di sentirsi vivi e partecipi. C’è
anche una collera etica, giustificata dagli eventi e necessaria di fronte
alle ingiustizie. Ci si può arrabbiare perché si odia ma anche perché si
ama, per ostilità ma anche per amicizia. 9
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A GGRESSIVITÀ E VIOLENZA
È giusto e sano arrabbiarsi in determinati frangenti ed è
anche giusto e sano non reprimere ogni moto aggressivo
perché, così facendo, si rischia di ignorare segnali che possono
essere importanti per la propria difesa e, qualche volta, di
sviluppare un «falso Sé», ossia un’immagine idealizzata di se
stesso come persona che non si arrabbia mai: immagine che
finisce per bloccare quelle che invece sono delle reazioni
normali, prevedibili, spesso risolutive.
Esiste una forma di aggressività, che potremmo definire
adattiva, ossia tale da contribuire alla stabilità fisica e
psichica di una persona. È un tipo di aggressività funzionale
all’affermazione di sé e alla tutela della propria identità.
Serve per difendersi ma anche per attaccare quando è necessario.
Consente di segnalare all’altro che il suo comportamento non è
gradito o che non si è disposti a tollerarlo. È indispensabile in
taluni contesti, per ottenere rispetto, per comunicare che
determinati limiti non devono essere superati.
A GGRESSIVITÀ E VIOLENZA
Per evitare che crescano troppo arrendevoli o timorosi,
ma anche troppo aggressivi è bene consentire ai
bambini di esprimere il dissenso, di parlare della
rabbia e dell’odio: sono sentimenti reali e come tali
vanno riconosciuti.
Riconoscere e parlare dei sentimenti e delle
emozioni è il primo passo per potere poi
controllarli.
Bisogna anche capire che cosa esprimono veramente.
Un bambino può urlare con tutto il fiato che ha in
gola il suo «odio» alla mamma non perché vuole il suo
male ma perché ha paura di non essere amato da lei.
Può ad esempio temere che se disobbedisce o non
riesce a essere all’altezza delle aspettative, la mamma
non gli vuole più bene, resta delusa, preferisce un
altro bambino […] 10
04/02/2013
A GGRESSIVITÀ E VIOLENZA
Riconoscere l’aggressività come una dimensione normale
della psiche, dotata anche di potenzialità positive, non
significa legittimare la distruttività e la violenza.
Aggressività e distruttività non sono sinonimi. L’una non
porta necessariamente all’altra. La distruttività costituisce
uno degli esiti possibili dell’aggressività.
Ma anche in questo caso si può fare qualcosa per deviarla. Da
sempre le società, per evitare l’autodistruzione, hanno
messo in atto strategie pacificatrici (che vanno dai riti
collettivi alle competizioni sportive alle espressioni
artistiche), e se molti «selvaggi» apparvero buoni e saggi
agli occhi dei primi esploratori occidentali tanto da
considerarli ingenui come bambini, ciò dipese dal fatto che
quelle popolazioni allora sconosciute agli occidentali
avevano in realtà i loro sistemi culturali per tenere la
distruttività sotto controllo e perciò erano meno «selvagge»
di quanto i primi esploratori pensassero. ( F