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IN GUERRA E’ UN PROCESSO RELAZIONALE, NON ISTINTUALE O PULSIONALE. NON ESISTE UN
GUERRIERO DORMIENTE IN NOI, LO STATO DI PARTENZA DEGLI ESSERI UMANI NON E’ QUELLO DI UN
CONFLITTO. SIAMO COSTRUTTORI DI COMUNITA’ ABILISSIMI AD APPIANARE DIVERGENZE E
DIFFERENZE.
3 ospiti:
vittime nella cerchia di:
amici
figlio
padre 25 novembre: Marco Trotta: presente al G8 di Genova
2 dicembre: Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovrandi (ucciso ad un fermo di polizia)
16 dicembre: Claudia Pinelli, figlia di Pinelli, bomba in piazza Fontana, defenesrato in questura
PUNTI DI SVOLTA, ROTTURE BIOGRAFICHE
G8
La più grave sospensione dei diritti umani a partire dalla 2° guerra mondiale. Processi di violenza
da parte delle istituzioni sul cittadino, che dovrebbe essere protetto, che avrebbe dei diritti. Trauma
psicopolitico: ha interessato migliaia di persone ed è stato inflitto da uno stato che invece dovrebbe
tutelare e proteggere la cittadinanza. Inoltre, viviamo in una fase storica in cui tutto pare essere
molto negativo: odio, violenza, rabbia è ciò che passa sempre dai media.
Episodi personali che si fanno collettivi sociali, storia di un paese, di uno stato (Giuseppe Pinelli e
Aldrovandi) e indirettamente o direttamente colpiscono la persona come singolo.
Desaparecidos italiani …
Seattle: prima manifestazione contro la globalizzazione; molto impatto mediatico; 1999. 30.000
persone riunite per bloccare il VTO, che doveva decidere su liberalizzazioni fra Nord e Sud del
mondo. Considerata deleteria dei diritti del sud del mondo. Queste 30.000 persone riescono a farlo
fallire. Questo evento è rappresentativo del fatto che il popolo può farsi sentire e influire.
1,2 miliardi stanziato per sanità in africa
900 miliardi per armamenti americani
300 miliardi per armamenti europei
Porto alegre, brasile, esperienza ammirata e riproposta come modello dai movimenti cosiddetti no-
global. Manifestanti al G8 erano comunque estremamente eterogenei: diverse estrazioni sociali per
cultura, età, motivazioni.
Un carabiniere spara e uccide Carlo Giuliani nella ex piazza Alimonda. Carabiniere prosciolto per
uso legittimo delle armi. Non succedeva da molto tempo in una manifestazione.
La storia del G8 è un coacervo di menzogne.
Video “Genova per noi”; persino Gianfranco Fini avalla i comportamenti della polizia.
Comitato Verità e Giustizia.
Terzo grado di giudizio condanna ai massimi vertici delle forze dell’ordine.
Clima da nemico pubblico, manifestante come nemico: storia di palloncini con sangue infetto.
Enorme frattura cittadino-forze dell’ordine : contrapposizione estrema a livello relazionale fra le
due parti. Manifestanti è una parola troppo riduttiva per definire la cittadinanza presente in quel
momento.
Tema della colpa
Zero calcare; “Black Block” film; ACAB
27 novembre
RABBIA, VIOLENZA E PROTESTA
Idea tipicamente occidentale: rabbia come energia interna che ci soverchia, si impone a noi
problemi a livello di supporto scientifico. Non possiamo in realtà studiare elementi che sono
separati: aspetti psicologici, sociali, biologici che si intrecciano. Partner essenziale della violenza
considerata un’antecedente: non è assolutamente vero, anzi: la rabbia è una delle grandi emozioni
della democrazia, ampiamente usata dai politici e manipolata.
Emozione negativa: nomea, etichetta negativa in realtà la rabbia è un’emozione della
mobilitazione, attiva l’essere umano; a lungo c’è stato un controllo sociale della rabbia come
emozione “sbagliata”, da chi ha potere su chi lo subisce. Considerata dannosa per il singolo, siamo
addestrati all’autocontrollo “per il nostro bene” in realtà è un ammaestramento che diventa un
autoammaestramento nei sistemi democratici, che non possono farlo direttamente. Imperante
ideologia di governo delle emozioni.
Averill, studioso che parla di rabbia come “ruolo sociale transitorio”: la rabbia è un modo
socialmente appreso di collocare noi stessi davanti al mondo; ci si arrabbia secondo un copione,
quindi non è una perdita di controllo, ma qualcosa di appreso. Ci arrabbiamo quando abbiamo la
percezione di subire qualcosa che nel nostro contesto di vita è considerato un torto o un ingiustizia
La rabbia è un’emozione dell’ingiustizia, emozione chiamata a legittimare le azioni che suscita.
RABBIA VIOLENZA E PROTESTA: DUE AGGREGATI UMANI PIU’ STUDIATI:
MASSA E FOLLA
Folla:
-letteratura su psicologia delle folle: visione negativa di aggregati umani, di cui la folla è una
manifestazione; concetto di orda selvaggia, perdita del senso di responsabilità del singolo, animalità
che riaffiora nella molteplicità. Il doppio che è dentro di noi usato dalla psicologia delle folle (ma
smentito dalla scienza). Uso della psicologia per stigmatizzare i poveri che cominciavano a non
stare più nel loro posto assegnato dai potenti (massa/folla e i gruppi come soggetti politici che
sfidano l’ordine costituito). Emozioni umane, come la rabbia, rubricate come negatività. Sino a anni
60 il disprezzo vs moltitudini umane resta diffuso: folle come irrazionali, patologiche, senza controllo, ebbrezza
gregaria, impedi di rabbia e violenza. MA:forse con trasformazioni antropologiche e culturali innescate da
partecipazione alla vita pubblica si comincia a guardare alla folla come a una “azione collettiva”, a un “movimento
sociale”
-fine 900, anni 70: non si parla più di folla ma di “movimenti sociali”. Si comincia a riscrivere il
significato e il valore della moltitudine, dell’aggregazione umana. Si prende la distanza da un
retaggio negativo; operazione di assumere il razionale come primato dell’azione le emozioni
spariscono dalla scena dei movimenti sociali si parla di azione orientata a uno scopo, a obiettivi.
Retaggio di emozioni negative fortemente criticate e addirittura tolte: nuova logica di attori
razionali e azioni orientate a scopo. Emozioni sparite dalla scena: attori razionali, capaci di risolvere problemi e
prendere decisioni secondo norme e valori propri.
FOCUS SU EMOZIONI RAZIONALITA’ EMOZIONI: LE EMOZIONI VANNO E VENGONO DALL’AGENDA DEI
RICERCATORI SOLO PERCHE NON SI OCCUPANO DELLA REALTA’ SOCIALE, BENSI’ DI QUELLO CHE
HANNO SCELTO DI GUARDARE.
Un certo tipo di spostamento di focus non vuol dire che le emozioni spariscono al mondo, si tratta
solo di agende di ricerca che portano a modificare gli assetti dell’indagine: lascito di ritorno al tema
delle emozioni
dalla negatività delle emozioni all’azione razionale, poi al rinnovato interesse per le emozioni in
contesti sociali.
1)atteggiamento ambivalente dei ricercatori vs le emozioni
2)le emozioni sono importanti per ogni stadio della protesta: adesione, partecipazione,
abbandono.
Movimenti accettati da democrazia perché aggregati di individui visti come ordinati, non violenti, al
contrario della folla.
DUE PERCORSI EMOZIONALI PORTANO ALLA PROTESTA
-PERCORSO GUIDATO DA DISPREZZO: situazioni di protesta anche violenta dove gli attori
agiscono perché non hanno possibilità di cambiamento o non la percepiscono. I canali della
legittimità sono dunque chiusi, nulla da perdere, si ricorre alla rabbia. (maggiormente nelle folle in
rivolta)
-PERCORSO GUIDATO DA RABBIA: la rabbia tende a mobilitare in funzione di un cambiamento
possibile: senso di efficacia per il cambiamento; spesso ricorso a mezzi leciti. (maggiormente nei
movimenti sociali)
Si tratta di classificazioni da prendere con le molle in quanto spesso queste situazioni possono
intrecciarsi nel concreto, sono solo tendenze prevalenti.
Ma resta il fatto che in questo panorama la rabbia dovrebbe essere benedetta (è piuttosto il
disprezzo ad essere pericoloso; logica nichilista, pericolosa) in quanto propositiva, in quanto
alimenta possibilità, proprio perché è un’emozione dell’ingiustizia percepita.
ESSERE VIOLENTI PER FARSI ASCOLTARE- REPERTORI D’AZIONE DELLA
PROTESTA
1)logica dei numeri (manifestazioni – petizioni) serve per segnalare una presenza numerica
2)logica del danno materiale(scioperi, boicottaggi) si produce volutamente un danno
3)logica della testimonianza: dimostrare impegno sociopolitico, es di disobbedienza civile
I membri di un movimento non sono liberi rispetto alle forme di azione che intraprendono: devono far i conti con
simboli e codici presenti nella storia della protesta o propri della cultura di riferimento e inoltre sono però chiamati a
trasformare le risorse disponibili in qualcosa di riconoscibile, rendendo cioè visibile il senso della lotta e creando una
La moltitudine che agisce ha quindi dei repertori di azione che possono
base per la partecipazione.
essere pianificati o qualcosa che emerge nell’accadere del momento. estremizzazione della logica
del danno: fenomeno black bloc (si autodefiniscono un evento, non un movimento; origine tedesca;
piccoli gruppi di persone vestite di nero; logica del disprezzo; producono violenza utilizzando ciò
che c’è; mai scontri con la polizia; piccole celle autonome, non si conoscono tutti; distruggono cose
violenza simbolica ). Visibilità come
distruzione mirata ai simboli del potere capitalista e del neoliberismo
spettacolo: far vedere il conflitto, sono un evento. La loro è una logica che non piace, poco
accettabile: oggigiorno la logica del danno non piace nei sistemi democratici e portano a scontri con le forze
dell’ordine.
Nei contesti contemporanei per capire come le manifestazioni di piazza sfocino sempre di più in
violenza, dobbiamo articolare la logica del danno con quella della testimonianza in una società
governata dalla tirannia del visuale: danno e testimonianza si intrecciano. La violenza serve per
avere visibilità pubblica.
1)violenza per visibilità pubblica: nella nostra società visuale la violenza è una forma di parola che
altrimenti non sarebbe ascoltata diventano eventi “notiziabili” presa sulla pubblica opinione
(stessa opinione di Kubrik)
2)danno simbolico: di primaria importanza data questa dimensione comunicativa della protesta, ma non purtroppo
senza effetti contraddittori (…)
3)lo scontro per far rumore e essere ascoltati, visto cioè come necessario
4)PERO’: il rischio del ricorso alla violenza per la pubblica opinione :può creare divisioni nei
movimenti di protesta che poi mezzi di comunicazione ritaglieranno in “manifestanti
buoni” (lasciati sullo sfondo) vs “manifestanti cattivi” (preminenti)