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COMPOSIZIONE OPACA

Ed è un esempio di del carattere completo.

La parola “stone” è formata da un carattere simile al radicale che indica la parola “mouth”, ma le due parole non sono legate tra di

loro.

Sono circa 1945­1950 i Kanji standard che dovrebbero essere utilizzati nell’uso comune.

996 sono i Kanji Kyoiku, cioè educativi che vengono appresi nei 6 anni delle scuole lementari.

La maggior parte dei Kanji hanno due tipi di letture, la pronuncia ON cinese e la pronuncia KUN giapponese.

La scelta della pronuncia, abbiamo detto, dipende dal contesto.

L’elemento di destra è molto più importante di quelli di sinistra.

Sappiamo che il radicale di destra dà informazioni di tipo fonologico, quello di sinistra dà informazioni di tipo semantico.

Esperimenti fatti dimostrano che, anche i tempi di lettura o di attivazione semantica sono differenti, a seconda che vengano

presentati singolarmente.

COME SI SCRIVONO LE PAROLE

Si afferma che il linguaggio umano abbia avuto origine circa un milione di anni fa.

Le prime tracce sono i dipinti nelle caverne, che risalgono a circa 50.000 anni fa.

All’inizio quindi abbiamo insieme di scrittura e arte.

La loro separazione risale a circa 10.000 anni fa.

E’ più probabile che la scrittura sia stata inventata molte volte e in luoghi diversi.

In Mesopotamia vi era un sistema di scrittura cuneiforme, poco dopo il 4.000 a.C.

Nella Valle dell’Indo, la scrittura è comparsa circa nel 2.500 a.C. ma è durata pochi secoli.

La scrittura è stata inventata, per la terza volta, nella zone dove sono oggi il Messico e il Guatemala ed è durata dall’1 al 1.500 d.C.,

cancellata dall’invasione spagnola.

Vi sono però due invenzioni di scrittura che sono rimaste fino ai giorni nostri, il sistema degli egizi, apparso verso il 3.500 a.C. e la

scrittura cinese, comparsa verso il 2.000 a.C.

L’evoluzione dei sistemi di scrittura si svolge nei nostri secoli e nei millenni, soltanto in una direzione, dal significato al suono.

La scrittura inizia sulle pareti delle caverne, intrecciata con rappresentazioni artistiche.

PITTOGRAFICO IDEOGRAFICO.

Questo primo tipo di scritture è detto e

La pittografia è la rappresentazione che assomiglia all’oggetto che si deve nominare.

Gli ideogrammi sono una forma stilizzata, più astratta, dei pittogrammi.

LOGOGRAFIA

Ci sono forme di in cui la relazione tra simboli e parole corrispondenti non è rintracciabile.

Passo importante nell’evoluzione della scrittura è stato il modo in cui un sistema logografico inizia a sfruttare gli omofoni, parole che

hanno lo stesso suono, ma significato differente.

ESEMPIO

C’è un simbolo per la parola “sun”, circoletto con delle linee.

La lingua ha anche una parola che significa figlio maschio “son” ma si pronuncia allo stesso modo della precedente.

Il passo successivo all’evoluzione del sistema, avviene quando gli scribi utilizzano il simbolo del cerchio con i raggio sia per “sun” sia

per “son”.

Viene distrutta la relazione naturale tra simbolo e oggetto rappresentato e si stabilisce un rapporto arbitrario.

Altro passo nell’evoluzione della scrittura è prendere i valori sonori dei simboli, che stanno per le parole, e utilizzare questi come

simboli per le sillabe.

Il simbolo”sun”, lo si combina con un altro “day” e creare così un segno composto di due simboli “sundae”.

Il significato dei due simboli è arbitrario rispetto al gelato, ma non rispettto al suono della parola.

SISTEMA SILLABICO.

Si giunge così ad un

SISTEMA SUMERICO.

Abbiamo il

Attorno al 3.000 a.C. era sillabico e comprendeva circa 600 segni per le parole e circa 150 per le sillabe.

Il sistema è stato adottato dalle società vicine, rendendolo esclusivamente sillabico.

SCRITTURA EGIZI

La degli si è tradotta grazie alla stele di Rosetta, nel 1822.

Gli alfabeti semitici non avevano rappresentazioni di vocali.

Verso il 1.000 a.C. i fenici hanno portato in Grecia l’alfabeto che usavano.

Facevano molte distinzioni tra suoni glottali e uvulari, al contrario dei greci.

I linguaggi semitici avevano simboli diversi per le consonanti glottali e uvulari.

In questo modo i greci intuirono che le lettere aggiuntive potevano essere utilizzate per rappresentare le vocali.

L’origine delle nostre vocali, può essere rintracciata in questi suoni semitici, che i greci utilizzarono.

PARTE III

L’ACQUISIZIONE DEL LINGUAGGIO: SVILUPPO SINTATTICO

Da studi fatti, all’età di 4 anni, il bambino padroneggia perfettamente il linguaggio naturale della comunità in cui è stato allevato.

In due/tre anni, passa dallo stadio in cui balbetta poche parole, alla conoscenza di un ricchissimo vocabolario e alla capacità di

emettere frasi anche molto complesse.

Gli studi “tradizionali” sul linguaggio, puntano l’attenzione su 3 assunzioni:

APPRENDE

• il bambini il linguaggio;

• il bambino lo apprende per IMITAZIONE o per generalizzazioni di frasi da lui sentite;

• il linguaggio del bambino è come il linguaggio dell’adulto, ma più semplificato;

Questi assunti sono stati criticati a partire dagli anni ’60.

E’ diminuita l’importanza attribuita all’imitazione e anche la nozione di “apprendimento” del linguaggio non è più così sostenuta.

GRAMMATICA,

Ultimamente si è dell’idea che il bambino possieda un insieme di regole, cioè una ad ogni livello del suo sviluppo

linguistico. ERRORI SISTEMATICI

Prova di questo è il verificarsi di nel linguaggio del bambino.

IPER­REGOLARIZZARE

Ad esempio, i bambini tendono ad alcune forme, come il plurale o le forme verbali.

In italiano il bambino dice “andano” oppure “diciato”..

La Ervin ha raccolto sistematicamente una grande quantità di questi errori in bambini di lingua inglese.

Ha anche notato che, in molti casi, il bambino in una prima fase, produce in maniera corretta il passato di “do”, cioè “did”. E’ in una

seconda fase che utilizza le forme “camed” oppure “doed”, dimenticando la forma corretta.

Spiegato perché il bambino, in una prima fase apprende ad usare le forme corrette dei verbi irregolari, successivamente apprende

la regola per formare il passato e la applica a tutti i verbi.

Il bambino quindi scopre delle regole del corpus linguistico a cui è esposto e tende ad applicarle al suo linguaggio, per poi cambiarle

in seguito.

Possedere delle regole di un linguaggio, vuol dire essere in grado di applicarle, per poi ottenere nuove frasi.

Il bambino possiede un vocabolario e delle regole che gli consentono di produrre nuove frasi.

LE FRASI DEL BAMBINO : OLOFRASI,

Le prime frasi del bambino sono cioè una sola parola.

Verso un anno e mezzo, la maggior parte dei bambini cominciano ad emettere le prime frasi di due parole.

Sono magari due nomi accostati, un verbo e un nome, oppure un aggettivo e un nome.

Anche quando la lunghezza della frase cresce, si utilizzano soprattutto nomi, verbi e aggettivi.

All’inizio mancano articoli, proposizioni, verbi ausiliari.

LINGUAGGIO TELEGRAFICO.

Brown lo definisce Conserva le parole di contenuto.

Perché il bambino si esprime così?

In che modo sceglie le parole di contenuto?

Questo è dato dal fatto che l’adulto pone maggior enfasi su tali parole?

L’apprendimento di parole di contenuto è legato a referenti concreti?

Il linguaggio telegrafico è il prodotto di una grammatica che produce quel tipo di linguaggio.

Ci si chiede allora quali siano le regole che il bambino usa e che costituiscono la sua grammatica.

Brown raccoglie dati sul comportamento verbale, prodotto in modo spontaneo dal bambino, nell’interazione sociale e cerca di indurre

la grammatica, analizzando il corpus linguistico.

LA GRAMMATICA PERNO

Brown e collaboratori hanno analizzato le prime frasi di due parole, di bambini di circa un anno e mezzo, fino a due.

Hanno ipotizzato che:

• le frasi di sue parole, date dall’accostamento di due “olofrasi”;

• le due parole di ogni frase, scelte a caso nel vocabolario del bambino;

• le due parole che compongono le frasi, hanno caratteristiche e funzioni diverse. Si può affermare che il bambino produce frasi

di due parole, usando una o più regole di formazione;

In base all’analisi del corpus linguistico, considerando le caratteristiche intonatorie, il contesto linguistico ed extra­linguistico in cui le

frasi sono inserite, si escludono le prime due ipotesi.

Si suppone che per costruire queste frasi, i bambini scelgano le due parole da due classi diverse.

CLASSE PERNO, CLASSE APERTA,

Si parla di che comprende pochi elementi, usati spesso e che comprende parole contenuto.

La regola sottostante le frasi è la seguente: F (P) + A

La prima frase del bambino viene formata in base alla regola: prendi una parola dalla classe “perno” e aggiungi una parola dalla

classe “aperta”.

In questo primo stadio è presente una seconda regola: F (A) + A

Successivamente all’acquisizione delle regole, compaiono articoli e pronomi dimostrativi come un’unica classe, possessivi ed alcuni

avverbi, come altra classe.

LA PRODUZIONE DEL LINGUAGGIO

METATESI (ex: Sono rezzi e meschini! oppure, Il cedro gallone)

TRASPOSIZIONI MALAPROPISMI.

• Frequente lapsus sono i

In questo caso una parola è sostituita da un intruso che è simile, a livello fonologico, alla parola bersaglio.

Non si verificano mai due diversi tipi di errore. Se un parlante fa un errore fonologico, non commette un errore di

programmazione di tipo sintattico.

Dall’analisi dei lapsus è possibile fare delle ipotesi sul modo in cui funziona il sistema di produzione linguistica.

Alcuni errori consentono di operare delle conclusioni, legate ad alcune fasi della programmazione della frase.

Un tempo di settimana (una settimana di tempo)

Struttura sintattica e intonazione, uguali.

Il soggetto non ha detto “Una tempo di settimana”, ma ha posto l’articolo corretto al termine “tempo”.

Questo tipo di errore fa capire che:

• la struttura sintattica è pianificata prima della scelta degli items lessicali;

• l’intonazione è programmata in parallelo alla pianificazione della struttura frasale;

• i formativi lessicali sono scelti dopo aver scelto gli items lessicali;

DELLE PAUSE e DELLE ESITAZIONI

E’ un altro procedimento usato per lo studio della produzione del linguaggio.

Esitazioni e pause sono date dal fatto che, mentre parliamo è necessario respirare.

Sono c

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Publisher
A.A. 2013-2014
23 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cleofa89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicolinguistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Mulatti Claudio.