vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
MLT e rappresentazione mentale dell'ambiente
MLT permette un mantenimento permanente e più duraturo di un numero illimitato di info. Nella descrizione e nel ricordo dei luoghi l'individuo recupera grazie alla WM le info sensoriali immagazzinate nella MLT e le utilizza per generare e manipolare l'immagine mentale necessaria alla descrizione del luogo e alla costruzione della rappresentazione. L'analisi delle caratteristiche fisiche e delle relazioni spaziali avviene attraverso due percorsi neurali indipendenti: gli stimoli, partendo dalla retina, attraversano i corpi genicolati fino alle aree associative della corteccia, dove, a livello periferico, avviene la separazione: -what-where.
Ricerche successive hanno rilevato che l'organizzazione della rappresentazione interna (immagine) è molto simile per struttura alla realtà percepita, in particolare vengono conservate sia le caratteristiche spaziali che visive degli oggetti. Esistono due tipi di rappresentazione mentale dell'ambiente in base.
Al punto di vista dell'osservatore e attraverso le descrizioni prodotte, sono due le prospettive quindi: una route (entro il percorso), di cui il principio mnemonico è quello delle associazioni delle immagini in modo consequenziale, il soggetto ha una buona identificazione degli stimoli, e una di tipo survey (dall'alto) in cui si ha un'organizzazione delle info di tipo gerarchico e ed una riproduzione più funzionale. Prevede il mantenimento di alcune coordinate generali come punti di riferimento rispetto alla collocazione di certe aree. Tutte e due le tipologie si differenziano per il tipo di info che specificano: la prima implica un carico di memoria superiore e le distanze tra i punti sono indicate in maniera più corretta, la seconda comporta, invece, uno sforzo cognitivo inferiore e sono maggiormente rispettati i rapporti geometrici; è quindi più frequente l'uso di una prospettiva mista orientata verso una delle due tipologie.Recentemente è stata ipotizzata l'esistenza di una tipologia prevalentemente visiva di modelli spaziali: nel descrivere un ambiente una persona può soffermarsi sulle caratteristiche visive dei landmarks (come forma, colore, piuttosto che relazioni spaziali) stimoli ambientali percettivamente vistosi; essa, inoltre, caratterizza la modalità di rappresentazione di un ambiente con cui il soggetto ha poca familiarità. Successivamente, con l'aumentare della familiarità si arriva ad una rappresentazione spaziale più completa, definita da un maggior numero di particolari visivi e landmarks legati ad una familiarità funzionale associata a scopi personali. Tale rappresentazione risulta essere influenzata sia da caratteristiche soggettive che da proprietà fisiche dell'ambiente (fattori personali, emozioni, aspettative). Un fattore di differenziazione nella descrizione di ambienti è la predisposizione individuale a focalizzare.l’attenzione suinfo rilevanti, che porta all’acquisizione di diverse forme di conoscenza configurazionale,basata sulla capacità di cogliere le relazioni spaziali tra i punti di riferimento significativi,e conoscenza volta a individuare e riconoscere i singoli landmarks. Sono state osservatedelle differenze relative alla differenza di genere: le femmine adottano la route strategy,sia per i percorsi interni e esterni degli edifici, sia il suo uso è associato a stati d’ansietàdovuti alla paura di perdersi; i maschi utilizzano generalmente l’orientation strategy inquanto essi risultano anche più precisi nel fornire indicazioni di direzione. Gli anzianitendono a rievocare landmarks di grandi dimensioni e significativi per la loro fascia d’etàpiuttosto che l’ordine progressivo o punti critici di cambiamento di direzione, macomunque l’età non è un fattore discriminante nella capacità diOrientarsi. La psicologia della testimonianza stabilisce quanto è più possibile criteri esatti e certi per una valutazione delle testimonianze in modo da rendere possibile sulla loro base la ricostruzione obiettiva del fatto o accadimento reale, al quale esse si riferiscono. Il teste attiva un processo mentale di rievocazione che diventa lo strumento giuridico deputato all'accertamento della verità processuale.
La maggior parte delle ricerche sulla memoria della testimonianza adotta metodi riconducibili agli esperimenti naturalistici, i quali solitamente chiedono a un gruppo di soggetti che assistono a un filmato o alla proiezione di una sequenza di diapositive, di rievocare quanto visto per mezzo di un questionario, di un resoconto scritto o intervista individuale, in genere vi è un gruppo sperimentale e uno di controllo. Vi è il metodo di Musatti che riguardo ai filmati prevede i seguenti passaggi:
- suddivisione del filmato in elementi che costituiscono
La descrizione obiettiva dell'evento;
Conteggio rispetto a tale descrizione, degli elementi veri e degli elementi falsi;
Calcolo di indici testimoniali quali, estensione della conoscenza, della testimonianza e attendibilità della testimonianza. Essendo che non esiste alcuna definizione obiettiva del film sulla quale basarsi per calcolare gli indici, si ritiene opportuno l'impiego di un criterio fenomenologico, che definisce come elementi della vicenda tutti gli elementi veri che almeno uno dei soggetti sperimentali è in grado si percepire: gli indici vanno calcolati sul numero di elementi che potenzialmente possono essere percepiti.
Un campo fertile di studi per la testimonianza è il riconoscimento dei volti, e in particolare il riconoscimento fotografico precedente o successivo al riconoscimento nell'in line up dal vivo: è un compito più semplice rispetto alla rievocazione; più che il grado di precisione di esso ci si interessa al falso riconoscimento.
Si può indagare come un certo stile cognitivo influenza la capacità di riconoscere i volti sia nel resoconto di un evento, sia sul riconoscimento dei personaggi sugli eventi stessi. I disturbi della memoria rappresentano la patologia più frequente a seguito di danno cerebrale. Tali disturbi si presentano in malattie croniche degenerative, in particolare nelle sindromi demenziali, ad esempio quella di Korsakoff e della encefalite erpetica, in tumori cerebrali, anossia, meningiti e intossicazione da monossido di carbonio, ma anche nei processi normali di invecchiamento cerebrale (AAMI=Age Associated Memory Impairment). Sebbene non esista un metodo mediante il quale poter recuperare le funzioni mnestiche in pazienti con amnesia organica, al di là del recupero spontaneo, è comunque dimostrato che i pazienti e i loro familiari possono essere aiutati ad affrontare le loro difficoltà quotidiane, insegnando loro per esempio a compensare o aggirare alcuni problemi.
ma anche identificare le cause sottostanti e sviluppare un piano di intervento personalizzato per il paziente. Questo approccio si basa sull'idea che la riabilitazione non sia solo un modo per ripristinare la funzione compromessa, ma anche per migliorare la qualità della vita del paziente nel suo complesso. Nel contesto della riabilitazione, sono utilizzate diverse tecniche e metodologie, tra cui la terapia fisica, la terapia occupazionale, la terapia del linguaggio e molte altre. Ogni tecnica ha il suo scopo specifico e può essere utilizzata in combinazione con altre per ottenere i migliori risultati possibili. La riabilitazione può essere applicata a una vasta gamma di condizioni, tra cui lesioni fisiche, malattie croniche, disabilità cognitive e disturbi del movimento. L'obiettivo principale della riabilitazione è quello di aiutare il paziente a raggiungere il massimo livello di funzionalità possibile e a vivere una vita indipendente e soddisfacente. In conclusione, la riabilitazione è un processo complesso che richiede una valutazione accurata, una pianificazione attenta e un'attuazione diligente. Attraverso l'uso di tecniche e metodologie appropriate, la riabilitazione può aiutare i pazienti a superare le loro difficoltà e a vivere una vita migliore.ma anche quelle normali, cioè quali sono le capacità residue sulle quali fare leva per sostituire o riorganizzare le capacità perdute. La valutazione testologica deve innanzitutto accertare quali siano le specifiche caratteristiche del disturbo (MBT, WM, ME, MS, MP,) per stabilire se il danno mnescio sia imputabile soprattutto a deficit di codificazione, di immagazzinamento e/o di evocazione, poi deve accertare tutto il contesto neuropsicologico che ha importanza determinante sulla programmazione terapeutica, non essendo la memoria dissociabile da altre funzioni cognitive, e, infine, deve valutare comparativamente progresso e risultati del trattamento. Bisogna ricordare che la valutazione ecologica o comportamentale non assume meno importanza, in quanto tramite essa, si possono accertare quali siano le reali conseguenze del disturbo di memoria nella vita del paziente. Si può affermare che quanto minore sarà il deterioramento diffuso in cui il deficit mnescio siInserisce, tanto maggiore sarà l'indicazione al trattamento, che è da valutarsi caso per caso, in rapporto sia al tipo di trattamento che appare realisticamente applicabile, sia ai diversi fattori personali, motivazionali e socio-ambientali. Il fine di ogni approccio riabilitativo è quello di mettere il paziente in grado di adattarsi funzionalmente alle condizioni ambientali, al miglior livello di efficienza possibile. Esso si avvale di: metodi esterni, ausili che vengono forniti al paziente dall'ambiente, e metodi interni, strategie mentali elaborate o applicate dal paziente stesso per facilitare in qualche modo la memorizzazione. Una classificazione più formale e più aderente alla realtà operativa viene fatta da Mazzucchi: metodi passivi, mediante i quali il soggetto riceve passivamente informazioni che sostituiscono la sua insufficiente memorizzazione, e metodi attivi, mediante i quali il soggetto, che ha conservato una sufficiente
integrità di altre funzioni cognitive di base, viene sollecitato ad utilizzare autonomamente strategie che gli sono state suggerite o che egli stesso ha imparato a scoprire con la guida del riabilitatore. I metodi del tutto esterni e passivi sono l'adattamento delle condizioni ambientali e l'orientamento alla realtà, i cui danni consistono sostanzialmente nell'organizzare un sistema informativo ambientale mediante segnali significativi. L'orientamento nella realtà consiste nel fornire senza sosta al paziente informazioni verbali su quanto sta avvenendo o dovrà avvenire. Kapur definisce gli ausili esterni della memoria come una sorta di protesi cognitiva e li classifica in: quelli che fanno parte dell'ambiente di una persona sono quelli che introducono un aspetto diverso che attira il soggetto a ricordare qualcosa, e quelli che possono essere trasportabili, o meglio chiamati espedienti in quanto possono migliorare la memoria quotidiana e, in teoria,possono essere usati da chiunque e portati ovunque, è esterno all'individuo. La rieducazione consiste nell'addestramento