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PRINCIPALI COMPONENTI
Il segnale risultato della procedura dell'averaging è descrivibile come una Polarità Pserie di , chiamate picchi o .variazioni di voltaggio nel tempo componenti (componentepositiva) In primo luogo esse sono distinguibili in base alla loro polarità, ossia in base all'andamento positivo negativo rispetto a un livello di riferimento. Latenza 300 ms Per convenzione si è soliti rappresentare la (P) nella partepositivitàinferiore del tracciato, e la (N) nella parte superiore.negatività Distribuzione Zone parietale In secondo luogo sono classificate in base alla loro latenza, ossia al e centraledello scalposul tracciato la deflessione di interesse.momento in cui campare Infine si possono distinguere in base alla distribuzione spaziale sulloe ampiezza.scalpo Due sono le principali assunzioni circa gli ERP: • La latenza del picco di una componente è considerata il momento in cui si attiva una data elaborazione cognitiva.e l'ampiezza della componente stessa è considerata il riflesso dell'intensità di tale elaborazione cognitiva.
- Le differenti distribuzioni spaziali riflettono differenti insieme di attività neurale, ai quali corrispondono processi cognitivi che sono almeno parzialmente differenti.
Gli ERPs sono solitamente suddivisi in:
- COMPONENTI CHE PRECEDONO UN EVENTO (POTENZIALI LENTI)
- Potenziale di prontezza motoria: descrivibile come una lenta variazione negativa la cui comparsa precede di circa 1 secondo, e raggiunge il picco massimo l'esecuzione di un movimento volontario di attivazione in corrispondenza dell'inizio dell'esecuzione del movimento.
- Variazione contingente negativa: descrivibile come una componente lenta negativa che si produce in paradigmi che prevedono la, di cui il primo segnala la presentazione di una coppia di stimoli successiva comparsa dello stimolo su cui il soggetto deve seguire un determinato compito.
Dalla modalità sensoriale in cui è presentato l'evento che l'epoca. Inoltre dipendono dalle caratteristiche fisiche dello stimolo presentato, come la sua intensità e frequenza. Quelle maggiormente conosciute sono evocate dalla presentazione di stimoli in modalità uditiva, ovvero i potenziali tronco-encefalici.
- P1 e N1: sono, nel senso che la loro ampiezza è maggiore nel strettamente associate all'attenzione caso di stimoli a cui si sta prestando attenzione. Il paradigma sperimentale in cui solitamente sono osservabili queste componenti prevede la presentazione lateralizzata di serie di stimoli che differiscono fra loro per uno o più caratteristiche. Per quanto riguarda la modalità acustica, solitamente si osserva la comparsa di una componente negativa con una latenza molto breve, di circa 60-70 ms, chiamata N1. La sua ampiezza è dunque maggiore nel caso degli stimoli presentati nel lato a cui si deve prestare attenzione.
In quanto invece alla modalità visiva, si osserva la comparsa di un onda positiva, con una latenza di circa 60-90 ms, chiamata P1.
- MMN e N2: la prima si osserva se presentiamo una serie di stimoli che differiscono per uno o più attributi e hanno differenti probabilità di comparsa, in corrispondenza della presentazione degli. Tale componente possiede una caratteristica peculiare, per cui viene elicita stimoli devianti rari dallo stimolo deviante raro anche quando questo fa parte degli stimoli che il soggetto è istruito a ignorare. Una seconda componente, anch'essa negativa e con una latenza di circa 200 ms, è la N2, che compare esclusivamente in concomitanza di stimoli rari che sono rilevanti per il compito.
- P3: è un'onda positiva con una latenza di circa 300-700 ms, con una distribuzione spaziale principalmente localizzata nelle zone parietali e centrali. La sua ampiezza è direttamente, ed inoltre è presente solo
- N400: è una componente negativa con una latenza di circa 400 ms, osservabile principalmente nel contesto semantico creato in presenza, ogni volta che il significato della parola rappresenta una violazione rispetto al dominio linguistico. In un tipico esperimento, i soggetti sono presentate delle frasi, mostrate parola per parola; il compito prevede la lettura me una frase, rispondere poi ad alcune domande circa il contenuto delle frasi. Tale componente risultava dunque assente quando
La parola di completava la frase era perfettamente congruente con il contesto semantico formato delle parole presentate in precedenza. Inoltre l'ampiezza della N400 è direttamente proporzionale al grado di incongruenza.
PRINCIPALI APPLICAZIONI
- ATTENZIONE
L'attenzione è anzitutto definita come il processo attraverso cui sono selezionate le informazioni in un dato momento, rilevanti per il raggiungimento di uno scopo. A questo proposito è necessario indagare il momento in cui avverrebbe la selezione delle informazioni rilevanti, tramite due posizioni teoriche:
- Selezione precoce: per cui l'attenzione opera molto presto nel corso dell'elaborazione delle informazioni, già a livello dell'elaborazione percettiva degli stimoli.
- Selezione tardiva: per cui tutte le informazioni in ingresso sono processate a livello percettivo in uguale modo, mentre l'attenzione opera solo a livello tardivo, ad esempio allo stadio della selezione della risposta.
Saranno chiamati a riportare nella fase di test. Durante la fase di studio si registrano ERP associati alla presenza di ciascuna parola, e successivamente i medesimi sono suddivisi in base alla prestazione di ciascun soggetto nella fase test. Fondamentale è poi l'effetto von Restorff, il quale consiste nel fatto che se si presentano degli stimoli inusuali e isolati i soggetti sono molto curati a rievocarli successivamente, commettendo un numero molto basso di errori rispetto alla rievocazione degli altri elementi. In tale esperimento si dimostra la presenza di una P3, e in particolare che i soggetti che impiegavano una particolare strategia per memorizzare le parole da ricordare mostravano P3 maggiori per le parole ricordate rispetto a quelle dimenticate.
3. LINGUAGGIO
Il linguaggio è un sistema di comunicazione che permette lo scambio di informazioni e processi di produzione e comprensione. Per quanto concerne gli studi sul processamento di parole presentate singolarmente,
il paradigma prevalentemente utilizzato è il priming semantico, per cui ai soggetti è richiesto di eseguire un compito di decisione lessicale, che consiste nel decidere il più velocemente possibile se le stringhe di lettere presentate sullo schermo di un computer formino una parola esistente oppure una non parola. Poco prima della comparsa della stringa inoltre è presentata una parola definita prime. Dai risultati comportamentali si osserva un effetto priming, ovvero una facilitazione dell'esecuzione di un compito sulla parola target, se questa segue la presentazione di una parola semanticamente associata. Fondamentale poi lo studio condotto da Bentin, le cui condizioni sperimentali erano tre: nella prima il target era una parola associata al prime, nella seconda era una parola non associata semanticamente al prime, mentre nella terza era una non parola. I risultati dello studio mostrano la presenza