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CORTISOLO

Lo stress causa cambiamenti fisici nel cervello e nel corpo (malfunzionamenti chimici). In

particolare interferisce con serotonina, noradrenalina, dopamina e glutammato.

La maggior parte delle paure si APPRENDONO attraverso processi di CONDIZIONAMENTO.

L’azione ANSIOLITICA delle BENZODIAZEPINE è dovuta alla soppressione dell’attività nei

circuiti cerebrali coinvolti nella risposta allo stress: queste sostanze si legano al recettore S

del GABA, rendendolo più sensibile al neurotrasmettitore inibitorio. Il GABA va ad inibire i

neuroni noradrenergici, riducendo la liberazione di noradrenalina nel locus ceruleus.

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Neuropsicologia Clinica Prof. Poli 2017

Recettore GABAa con 5 subunità e

poro centrale permeabile agli ioni

Calcio = quando attivo iperpolarizza il

neurone = riduzione eccitabilità =

effetto inibitorio

Questo recettore è bersaglio di diverse sostanze agoniste del GABA: etanolo, barbiturici e

benzodiazepine.

Azioni delle benzodiazepine:

• ANSIOLITICA: controllo inibitorio dell’emozione ansiosa, sia nella sua espressione

fisiologica che nelle manifestazioni psicopatologiche; riduzione delle somatizzazioni

viscerali dell’ansia e della tensione muscolare = effetto a rapida insorgenza

• ANTICONVULSIVANTE: innalzamento della soglia convulsivante

• IPNOTICA: inducono il sonno (per la maggior parte dei composti esiste una netta

differenza tra dosaggio ansiolitico specifico e ipnotico)

• MIORILASSANTE: azione inibitoria dei centri che regolano il tono muscolare sia a

livello corticale che sottocorticale.

Siti di azione: AZIONE SITO DI AZIONE EFFETTO

Facilitazione inibizione presinaptica Midollo spinale Miorilassamento

Nucleo caudato Atassia

Nucleo genicolato Atassia

Inibizione terminazioni Gangli della base Incoordinazione motoria

dopaminergiche

Diminuzione attività cellule Purkinje Cervelletto Attività anticonvulsivante

Atassia

Diminuzione attività elettrica Corteccia cerebrale Attività anticonvulsivante

Facilitazione del sonno Sistema reticolare e Sedazione, ipnoinduzione

corteccia

Modulazione della liberazione di Sistema limbico e Azione antiansia

neurotrasmettitori corticale

Le benzodiazepine che si sono dimostrate più efficaci per potenziare la conduttanza del

canale calcio stimolata dal GABA sono il Flunitrazepam (Roipnol) e il Diazepam (Valium), e

sono anche i composti con emivita più lunga.

Le benzodiazepine sono anche i composti ansiolitici con la più ampia differenza tra dose

letale e dose efficace (1000), se confrontate con barbiturici (50), anticonvulsivanti (30) e

morfina (15). 18

Neuropsicologia Clinica Prof. Poli 2017

Sono anche i composti con il più alto rischio di tolleranza/dipendenza, soprattutto quelli con

emivita breve e ultabreve (triazolam, quazepam e flurazepam), possono provocare anche la

sindrome di astinenza: i fattori di rischio comprendono la durata del trattamento, dosi elevate,

emivita, elevata potenza e rapido assorbimento. La dipendenza che si instaura è di tipo

farmacodinamico: di ipotizza che l’inibizione della sintesi dei ligandi endogeni (GABA e

endozepine), dovuta all’azione protratta di feedback negativo esercitata dal farmaco, dia

un’ipersensibilità dei recettori verso i ligandi ansiogeni.

Tossicità: le benzodiazepine producono stordimento, stanchezza, compromissione delle

funzioni intellettive e motorie, allungamento dei tempi di reazione, confusione e amnesia

anterograda.

Altri farmaci ansiolitici

Per la terapia ansiolitica, sedativa, tranquillante e ipnoinducente si possono utilizzare altri tipi

di farmaci:

BENZODIAZEPINE La classe di farmaci più utilizzata per i TRATTAMENTO A

BREVE TERMINE dei disturbi ‘ansia e insonnia.

NON BENZODIAZEPINE Alternativa limitata alle BDZ nei disturbi del sonno

ANTIDEPRESSIVI SONO LA CLASSE Più VANTAGGIOSA NEL TRATTAMENTO A

MEDIO-LUNGO TERMINE dei disturbi d’ansia

ANTISTAMINICI Scarsa modulazione fra ansiolisi e sedazione

ANTIPSICOTICI Alcuni hanno azione sedativa e vengono utilizzati nelle

insonnie resistenti agli altri farmaci Benzodiazepine e

antidepressivi a confronto

sul profilo temporale di

efficacia

Psicofarmacologia: Analgesici

La medicina del dolore è uno dei principali interessi della medicina. Risponde alla necessità

di limitare le sofferenze. Il dolore bisogna controllarlo, per aumentare la qualità della vita.

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Neuropsicologia Clinica Prof. Poli 2017

Trattando una malattia togliamo anche automaticamente il dolore: ci sono molte sostanze

che tolgono il dolore pur non essendo analgesici.

Nocicezione: processo sensoriale primitivo che rileva e convoglia i segnali e le sensazioni di

dolore. Fa riferimento ai meccanismi e alle strutture che permettono la ricezione e il trasporto

dello stimolo algogeno al cervello. Nel SNC il dolore viene elaborato e diventa cosciente,

traducendosi in uno stato, più o meno grave, di sofferenza psicologica.

Si distingue il dolore nocicettivo (o fisiologico – di natura meccanica, chimica o termica) dal

dolore neuropatico (o patologico). Il primo è il risultato dell’attivazione di una particolare

classe di recettori periferici: i NOCICETTORI cutanei, muscolari, articolari e viscerali. Ciò che

trasmette il segnale doloroso sono delle vere e proprie sostanze, generate da un processo

infiammatorio, per esempio le prostaglandine. Essi sono solo una parte del SISTEMA

NOCICETTIVO, che coinvolge midollo spinale (da cui originano le vie ascendenti), tronco

dell’encefalo, diencefalo e telencefalo per portare il segnale doloroso al SNC (corteccia

sensoriale). Con questa attivazione corticale si attivano, in contemporanea anche vie

discendenti, che proiettano al talamo e tornano al midollo spinale, e hanno il compito di

interrompere la stimolazione dolorosa = modulazione discendente. I farmaci agiscono a

diversi stadi del sistema nocicettivo. Quello che interessa è l’effetto a livello di percezione del

dolore (depressivi del SNC, che possono sconfinare in aree non deputate al dolore dando

origine ad effetti indesiderati). Questo sistema permette anche di associare la componente

motivazionale-affettiva allo stimolo doloroso attraverso connessioni limbiche.

Con il termine generico DOLORE ci si riferisce alla componente esperienziale, ovvero allo

STATO PSICHICO collegato alla percezione di una sensazione spiacevole.

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Neuropsicologia Clinica Prof. Poli 2017

Tra i farmaci analgesici troviamo gli anestetici locali, i FANS (farmaci antinfiammatori non

steroidei – aspirina), gli antiepilettici o anticonvulsivanti (carbamazepina) = questi agiscono

prevalentemente in periferia e il loro effetto si ferma all’analgesia, non si espandono ad aree

cognitive superiori. Tuttavia Sistema

non sono sempre discendente di

sufficientemente efficaci. controllo della

Sono farmaci che stimolazione

funzionano bene nei dolori di dolorosa

origine infiammatoria, ma

per altre tipologie di disturbo

non funzionano.

Poi abbiamo gli

antidepressivi (SSRI e TCA =

agiscono sulle vie

discendenti e danno effetti

importanti per i casi di dolore

neuropatico, quello che non

origina da una lesione, ma da La differenza fondamentale fra

un’iperstimolazione delle vie sostanze esogene ed endogene è

ascendenti, lesione delle la specificità di azione: le endogene

connessioni nervose) e gli vengono prodotte e rilasciate solo

OPPIACEI. In particolare gli nelle aree in cui esercitano un

oppioidi vanno destinati effetto appropriato, mentre le

soltanto a quei dolori non esogene son più dispersive, hanno

responsivi agli analgesici effetti generalizzati.

antinfiammatori visti sopra.

La morfina, gli oppioidi in

generale, non è un’alternativa

agli altri farmaci, è molto più efficace. Queste sostanze agiscono a livello periferico sui

nocicettori, nel midollo spinale inibendo l’impulso, a livello delle vie discendenti potenziando

i meccanismi endogeni deputati al controllo del dolore. I morfinici hanno effetto ance sella

percezione cosciente = elaborazione del significato del messaggio dolore a livello centrale =

percezione cosciente. Questo può portare un’insensibilità allo stimolo e lo stesso stimolo può

perdere la propria capacità nocicettiva (disinteresse).

Farmacologia dei morfinici

Morfina e codeina si estraggono dal fiore dell’oppio in forma di pasta.

Questi ultimi agiscono prevalentemente a livello del SNC. La MORIFNA ha degli effetti

sull’organismo simili a quelli di altre sostanze analgesiche endogene (peptidi oppioidi

endogeni, endorfine) che agiscono sia a livello centrale che periferico. La morfina va a colpire

l’organismo in toto, quindi ha effetti specifici analgesici ed effetti collaterali dovuti alla stessa

azione in aree non deputate al controllo del dolore. Si pensa che l’organismo umano possa

produrre in maniera endogena la stessa morfina.

Sono agonisti endogeni, che agiscono su recettori specifici. Questi recettori inibiscono la

capacità neuronale (inibire non significa per forza deprimere = se inibisco un neurone

eccitatorio avrò una depressione, se inibisco un neurone inibitorio avrò un’eccitazione!). La

tipologia dell’effetto del farmaco è in funzione allo stato psicofisico del soggetto, ma tutti

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Neuropsicologia Clinica Prof. Poli 2017

dipendono dall’attivazione di recettori. Le dosi più basse sono associate all’effetto

analgesico, con dosi non troppo distanti ci sono altri tipi di effetti, il più comune è la sedazione.

• Inibisce le vie ascendenti di trasmissione dello stimolo nocivo

• Attiva le vie discendenti che inibiscono le vie ascendenti

• Modula la reazione emozionale al dolore.

Queste azioni provocano sedazione, euforia (apparentemente qualcosa di opposto alla

sedazione, perché la morfina ha effetti sia inibitori che eccitatori), cambiamenti nello stato

dell’umore e ottundimento mentale. Possiamo quindi dividere gli effetti della morfina in

depressori e stimolanti (ad esempio inibisce il CRH, ormone dello stress, punto di partenza

per l’attivazione dell’asse HPA = sostanza antistress, toglie la porzione di stress legata al

dolore, che non viene più vissuto con drammaticità). Ha effetti periferici a livello del tratto

gastrointestinale, inibisce le secrezioni esogene. Un

ISTAMINA= rilasciata dai effetto tipico generalizzato è l’immunosoppressione,

mastociti, del sistema provoca una maggiore sensibilità agli agenti infettivi

immunitario, implicata nelle (es. AIDS). La cosa di cui si ha più paura quando si

reazioni allergiche. Rilasciare assume morfina è la depressione respiratoria, ma è

istamina significa ricreare anche la meno frequente (più fr

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Publisher
A.A. 2016-2017
30 pagine
9 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LeDzEp1991 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Neuropsicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Poli Enzo.