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Effetti dell'anfetamina e della cocaina sul sistema nervoso centrale
Anfetamina: si comporta diminuendo il reuptake della NRD a livello del SNC dovestimola i centri respiratori depressi, ha un'azione attiva a livello cardiaco, aumenta l'acuità dell'olfatto e del gusto, riduce il sonno, riduce l'appetito, aumenta le performance psico-fisiche (a breve termine), riduce il senso della fatica e determina euforia e sicurezza. Utilizzo clinico: trattamento della narcolessia, dei disordini con deficit di attenzione ed eccessiva attività motoria nei bambini. Effetti avversi: ipertensione, tachicardia, agitazione, insonnia, psicosi da sovraddosaggio, dipendenza, emorragia cerebrale, convulsioni, coma, allucinazioni e tremore. Entra nel terminale grazie al trasportatore di NRD e poi nelle vescicole sinaptiche scambiandola con NRD, così in parte sfugge dallo scambiatore (uptake 1) attivando i recettori.
Cocaina: alcaloide estratto dalle foglie di una pianta di cocaina, è un inibitore del re-uptake delle catecolammine,
delle serotonine e istamine. È una droga d'abuso usata per via inalatoria, aspirata in seguito a combustione o iniettata. Ha un'azione simile all'anfetamina, solo più intensa anche se di minore durata. Nel SNC inibisce prevalentemente il reuptake della dopamina. Aumenta la pressione arteriosa, la temperatura corporea e genera midriasi (perifericamente inibisce il reuptake della NRD tramite uptake 1). Antagonisti adrenergici: si differenziano per gli alfa e i beta e ne abbiamo di selettivi e non selettivi. Gli antagonisti alfa non selettivi, per esempio la Fenossibenzamina e Fentolamina, causano caduta pressoria dovuta al blocco della vasocostrizione dovuta ai recettori alfa e ipotensione posturale, aumento del battito cardiaco come riflesso della caduta della pressione arteriosa mediata dai recettori beta. Uso clinico: usati unicamente in fase pre-chirurgica. Antagonisti alfa1 selettivi: sono bloccanti dei recettori alfa 1, riducono la pressione sanguigna, hannoUn effetto rilassante sulla muscolatura liscia prostatica e dell'uretra.
Uso clinico: ipertrofia prostatica benigna e ritenzione urinaria.
Antagonista alfa 2 selettivi: Yohimbina -> alcaloide naturale derivato dall'albero Paunisystalia Yohimbe, aumenta il rilascio di NRD periferico e centrale, stimola il SNC e aumenta la pressione sanguigna. Viene usato come supplemento naturale, nel passato veniva utilizzato contro la disfunzione erettile e l'ipotensione.
Beta-bloccanti: sono sia selettivi che non selettivi, quelli non selettivi bloccano in modo non selettivo sia i recettori b1 che b2, mentre quelli selettivi hanno alta selettività per una determinata classe recettoriale e oltre una certa dose non si osserva più un effetto dose dipendente. L'attivazione dei recettori beta 1 adrenergici sulle cellule iuxtaglomerulari determina rilascio di renina da parte di queste cellule. La renina è un enzima proteolitico che idrolizza l'angiotensinogeno in
Angiotensina I viene in seguito idrolizzata dall'enzima ACE ad angiotensina II che esercita a sua volta una serie di effetti, in particolare riducono la ritenzione idro-salina e di conseguenza la volemia e le resistenze periferiche. Quindi, riducono la ritenzione idrica e la pressione sanguigna. Comprendono il Propranololo, l'Alprenololo, l'Oxprenololo (che agiscono su recettori b1 e b2) e l'Atenolo (selettivo per i b1). Sono utilizzati principalmente per il trattamento dell'ipertensione, delle aritmie cardiache, dell'angina e dell'infarto miocardico. Vengono utilizzati anche per la terapia dell'ansia. I rischi più importanti sono la broncocostrizione, la bradicardia e lo scompenso cardiaco. Gli effetti collaterali includono estremità fredde, insonnia e depressione. Molti mostrano un rapido metabolismo di primo passaggio e, quindi, hanno una scarsa biodisponibilità per somministrazione orale.
52 Psicofarmacologia
- Oppio: Papaver Somniferum, si ricava incidendo le capsule acerbe del lattice oppiaceo contenuto all'interno viene quindi raccolto.
- Gli oppiacei si dividono in 2 grandi categorie, vi sono quelli naturali -> alcaloidi naturali della pianta (morfina, codeina, tebaina) e vi sono quelli sintetici, creati a partire dalle molecole naturali come struttura e poi rielaborati (ossicodone, oppioidi diacetilmorfina/eroina).
- Gli oppioidi sono invece sostanze che, indipendentemente dalla loro struttura, hanno le proprietà farmacologiche e funzionali dell'oppiaceo, quindi, non essendo strutturalmente identici o affini a queste molecole, svolgono comunque sia le stesse funzioni.
- Tra questi ultimi distinguiamo gli oppioidi completamente sintetici (fentalyn, tramadolo, metadone) e i peptidi di origine endogena.
Non tutte le cellule producono le stese forme attive, questo è dovuto al fatto che, nonostante la cellula produca lo stesso precursore, la presenza di enzimi proteolitici all'interno della cellula sarà differente e opererà tagli differenti sulla proteina liberando delle molecole attive. Questi peptidi si trovano nel plasma, dove vengono secreti da queste zone che hanno attività secretoria come l'ipofisi e il surrene. Nel cervello e nel midollo spinale derivano invece dai sistemi neuroassiali e non dal sistema periferico. Immediatamente dopo un danno le endorfine aiutano l'individuo a sentire una sensazione di potenza e di controllo che gli consente di andare avanti con l'attività per più tempo, hanno quindi funzione di tipo analgesico che limita la sensazione di dolore tipica di un determinato evento. 53 encefaline, beta-endorfina.
Come si classificano le endorfine? Si classificano in dinorfine, orfanina ed endomorfina. Encefalina:
La pre-pro encefalina contiene 4 copie di met-encefalina e 1 copia di leu-encefalina. I peptidi derivati sono presenti in aree del SNC che si presume siano correlate alla percezione del dolore (nucleo del trigemino, lamina I e II del midollo spinale), alla modulazione del comportamento affettivo (amigdala, corteccia), al controllo motorio e alle funzioni endocrine.
Beta-endorfina: potente agonista, principale peptide derivato dal POMC. Quali sono i peptidi derivati da questo pre-pro-ormone? Avremo formazione di ormone ACTH, beta-lipotrofina, beta-endorfina ecc. a seconda di dove avverrà il taglio da parte dell'enzima.
Dinorfina: dalla pro-dinorfina si generano 3 peptidi differenti -> dinorfina A, B e Nocicettina/orfanina.
Recettori degli oppioidi: Dagli anni '50 si comincia a ipotizzare che la morfina e derivati interagiscano con un specifico recettore capace di indurre analgesia. Hughes nel 1975 fa la scoperta di un ligando endogeno di questi recettori di cui viene
Ipotizzata l'esistenza a metà degli anni '60. La nomenclatura di recettori è differente a seconda di quale metodo di nomenclatura viene scelto: i recettori per gli oppioidi sono delta, mu e kappa.
Qual è la struttura dei recettori degli oppioidi? I recettori degli oppioidi sono dei recettori legati a proteine G. In questo caso hanno un dominio N-terminale extracellulare, 7 eliche transmembrana, il dominio C-terminale è espresso a livello intracellulare, è presente una tasca cellulare tra i segmenti TM3 e TM7 e il sito di legame sul recettore forma un gate che favorisce selettività e permette a ligandi di accedere in modo diverso ai differenti recettori. L'accoppiamento con le proteine G in questo caso attiva un'adenilato ciclasi; questa è una proteina G inibitoria quindi avremo una riduzione dei livelli di AMP-ciclico, inibizione dei canali del calcio e così via. Gli antagonisti alcaloidi si legano al recettore in
profondità provocando un ingombro sterico e impedendo modifiche conformazionali. Questi recettori formano omo ed etero dimeri (si associano con altri recettori identici oppure con un recettore con caratteristiche differenti) e trafficking questo permette di ottenere risposte differenti. Il è un altro fenomeno che subiscono questi recettori e che permette di modulare la risposta fisiologica e la tolleranza ai farmaci di tipo oppioidi. Cosa si intende per legame fra un agonista e un antagonista e quindi impedimento della modifica conformazionale? L'antagonista, con il suo legame, non modifica nessuna modifica strutturale, il recettore quindi rimane invariato, semplicemente si impedisce all'agonista di legarsi; l'agonista invece si lega sempre nel solito punto (occupato però dall'antagonista se presente) dove può svolgere la sua funzione, qualunque essa sia. Questi recettori una volta attivati interagiscono con le proteine G che, una volta attivate,
innescano differenti eventi al livello intracellulare