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Domanda importante!

Per quanto riguarda gli autori che seguiremo, la distinzione principale riguarda gruppo e massa. Se per massa tendiamo un grande gruppo legato da identificazioni con i membri e con il capo (penso di averci pigiato molto nell'ultima lezione!), il gruppo (Bion) è inteso come piccolo gruppo che condivide un compito o un obiettivo di lavoro (lavoro inteso come attività condivisa). In questo senso, Bion parlerà di piccoli gruppi terapeutici, mentre l'interesse freudiano era comprendere i fenomeni della massa quale agglomerato di persone. La folla è un termine di Le Bon e Freud vi si discosta perché ne legge un tono dispregiativo, legato alla concezione di Le Bon che l'uomo nella folla sia una sorta di essere depersonalizzato, totalmente in preda agli istinti.

Allora rompo gli indugi facendo una domanda: non mi è chiaro perché il soggetto desideri "avere" il leader. Intuitivamente direi che il membro

Il desiderio di essere il padre, come nel complesso di Edipo, è qualcosa di impensabile consciamente. Allo stesso modo, anche il desiderio di essere il leader non è attuabile né pensabile. Freud dice: nessun soldato semplice dell'esercito si sognerebbe mai di guarnire la propria giacca con le stesse stelline dell'ufficiale o del comandante. Questo perché nella massa deve essere molto chiara la distinzione tra il leader ed i membri della massa. Il leader, quindi, è l'oggetto di un investimento oggettuale, qualcosa o qualcuno a cui ambiamo, ma che non possiamo essere. Proprio perché non possiamo essere il leader esso esercita un fascino su di noi. Nell'Edipo, infatti, l'investimento libidico è verso l'oggetto-madre, non verso il padre. Si ambisce alla madre, ma non possiamo rivelare a noi stessi di voler

essere il padre per farlo. Significherebbe anche dover rivelare a noi stessi di desiderare che il padre faccia una brutta fine, per poterci sostituire a lui. Tutto ciò è impensabile, come nella tragedia di Edipo: quando la pulsione viene svelata, Edipo si acceca. Non può vedere (simbolicamente) la pulsione che abita dentro di lui.

"Proprio perché non possiamo essere il leader, esso esercita un fascino su di noi"

D: Ma quindi di conseguenza, secondo l'ambivalenza emotiva, esercita anche invidia per via della posizione che occupa il leader, no? Quindi professoressa anche in questo caso la pulsione è dominata da ambivalenza?

R: Certamente, ogni pulsione è dominata da ambivalenza. E il leader esercita fascino ed invidia, ovviamente. Vi faccio un esempio. Avete mai visto un bambino piccolo in braccio alla madre? La stringe, la accarezza, la guarda con amore, ad un certo punto la morde, o le tira i capelli. C'è un ventaglio di emozioni.

che abita in ognuno di noi e che sta alla base del nostro stare nel gruppo. Al contrario, la madre culla dolcemente il suo bambino per farlo addormentare e canta "ninna nanna, ninna ò, questo bimbo a chi lodo? Lo daremo alla befana, che lo tiene una settimana. Lo daremo all'uomo nero, che lo tiene un mese interno...". Le braccia che cullano dolcemente sono espressione di amore, di cura, di nutrimento della relazione, la ninna nanna ci parla del desiderio - più o meno inconscio - di liberarsi da questo legame di dipendenza assoluta. Nei gruppi, la dipendenza è un tema fondamentale. Con Bion ne parleremo a fondo, lui identifica un assunto di base (diciamo una emozione fondante) del gruppo e lo chiama "assunto di base di dipendenza". Stiamo nel gruppo perché releghiamo a lui la gestione di alcuni aspetti del nostro vissuto interiore. Quindi il desiderio oggettuale, detto così, sembra quasi un compromesso dato dal D: non poter essere R:Possiamo anche pensarlo così. Difatti Freud è un po' ambiguo nel definire se si manifesti prima il desiderio di essere il padre o quello di avere la madre, forse arrivano insieme, forse ci parlano di due aspetti della stessa cosa.

Psicodinamica [8]

Innamoramento ed ipnosi

Quella di Freud è una riflessione su un parallelismo tra i fenomeni di identificazione che troviamo nella massa e aspetti di investimento affettivo che si trovano normalmente nella vita quotidiana. Ad es, a pag. 231, troviamo la definizione dell'innamoramento secondo Freud: "riconosciamo che [nell'innamoramento] l'oggetto viene trattato alla stregua del proprio Io, che pertanto nello stato dell'innamoramento una quantità notevole di libido narcisistica straripa sull'oggetto". Inizialmente, l'oggetto d'amore viene trattato alla stregua del proprio Io, poi, a mano a mano che cresce l'investimento libidico nell'innamoramento, Freud

dice che l'Io diventa sempre meno esigente, sempre più umile, finché, al culmine dell'innamoramento, l'oggetto stesso divora e prende il posto dell'ideale dell'Io. Freud ritiene che è un'attivazione narcisistica nel voler raggiungere determinate caratteristiche che ha l'oggetto. Quello che Freud vuole comunicare è che i processi di identificazione col leader della massa sono un po' quelli che avvengono nel caso dell'innamoramento, in cui c'è un tale investimento libidico nei confronti del capo / oggetto d'amore che questo va via via sempre più a schiacciare l'Io del soggetto, a divorarlo, prendendo il posto dell'ideale dell'Io. La stessa cosa è più o meno ciò che avviene nell'ipnosi: "nell'ipnosi il soggetto è caratterizzato da sottomissione, arrendevolezza, assenza di senso critico nei confronti".distanza, la sicurezza e la fiducia. Questi legami possono essere influenzati dall'ipnotizzatore, che assume il ruolo dell'Ideale dell'Io. Nel momento in cui una persona è innamorata, i suoi impulsi sessuali possono essere messi in secondo piano rispetto all'affetto che prova. Freud sostiene che ci sono situazioni in cui alcune persone investono così tanto identificandosi con un oggetto da sperimentare sottomissione, arrendevolezza e mancanza di senso critico. Ferenczi aggiunge che non tutte le persone sono ipnotizzabili e non tutte sanno ipnotizzare, il che ci fa riflettere sul fatto che alcune persone si sentono a proprio agio all'interno di una massa o agiscono in modo simile a quelli che agiscono nella massa. Bowlby, nel suo lavoro sulla teoria dell'attaccamento, afferma che le persone si legano e si attaccano a un oggetto in base alla distanza, alla sicurezza e alla fiducia. Questi legami possono essere influenzati dall'ipnotizzatore, che assume il ruolo dell'Ideale dell'Io.dipendenza), è importante comprendere che la dipendenza, come affermano i teorici evolutivo-psicodinamici (come Klain, Winnicott...), è un fenomeno fisiologico e necessario nelle prime fasi della vita. Freud stesso sostiene che è fondamentale attivare alcuni circuiti emotivi di investimento libidico verso l'oggetto, poiché da essi dipende la sopravvivenza del neonato. L'Io, inizialmente frammentato e embrionale, si sviluppa e ottiene un passaporto per l'esistenza attraverso il filtro dello sguardo materno o del genitore. È lo stesso sguardo che fornisce l'esperienza di esistere, di vivere e di essere vivi, permettendo di definirsi come persone separate dalla madre. Se questo sguardo manca, si rischia di cadere in quello che alcuni autori hanno definito "marasma". Ci sono sicuramente persone più inclini a relazioni di dipendenza e persone meno inclini, per una serie di ragioni. Tenendo conto di questi due processi (innamoramento, dipendenza), è importante comprendere la complessità delle dinamiche relazionali e l'importanza di un sano sviluppo emotivo.

ipnosi), Freud arriva quindi a definire la massa come “un certo numero di individui che hanno messo un unico medesimo oggetto al posto del loro Ideale dell’Io e che pertanto si sono identificati gli uni con gli altri nel loro Io” (p.235). In aggiunta all’innamoramento ed all’ipnosi, quindi, nella massa l’identificazione non avviene solo con l’oggetto, ma anche tra i membri della massa stessa.

Detto questo, Freud si chiede: ma quando uno è innamorato, obiettivamente, se c’è un’altra persona che condivide il suo amore per questo soggetto subentrano altri tipi di emozioni, ad esempio la gelosia, è dunque intollerabile per una persona innamorata condividere l’oggetto con un’altra persona; allora come è possibile che gli individui di una massa tollerino di amare tutti una stessa persona, uno stesso oggetto?

Freud dice che oltre all’identificazione c’è di più, cioè,

tempo alla madre. Tuttavia, nonostante questi sentimenti negativi, il bambino tollera la presenza del fratellino perché sa che è parte della sua famiglia, del suo gruppo di appartenenza. Questo bisogno di appartenenza e di vivere vicino agli altri è ciò che ci spinge a formare masse, a creare comunità, a cercare il contatto con gli altri esseri umani. Secondo gli antropologi, questa pulsione gregaria è alla base della costituzione della massa. Quando un gruppo di persone si riunisce, si crea una sorta di energia collettiva che può portare a comportamenti e azioni che non sarebbero possibili da soli. La massa diventa un'entità a sé stante, con le sue dinamiche e le sue regole. Questo bisogno inconscio di raggrupparsi delle persone può essere visto in molte situazioni della vita quotidiana. Ad esempio, quando andiamo a un concerto o a una partita di calcio, ci uniamo ad altre persone che condividono la nostra passione e ci sentiamo parte di qualcosa di più grande. Anche sui social media, dove possiamo connetterci con persone di tutto il mondo, cerchiamo di formare comunità virtuali e di condividere esperienze e interessi comuni. In conclusione, la pulsione gregaria è un concetto elaborato dagli antropologi e supportato da Freud che spiega il bisogno inconscio dell'essere umano di raggrupparsi e vivere vicino agli altri. Questo bisogno di appartenenza e di formare masse è alla base della costituzione delle comunità e delle relazioni sociali.giorno alla poppa della mamma, chescatena tanta tenerezza/sorrisi nei genitori ecc… ecco quindi che Freud ritiene questisentimenti di aggressività, che sono un po’ quelli che sottostanno alla comunità deifratelli, possano sublimarsi in una sorta di esigenza di giustizia, cioè, nel pretendere untrattamento uguale per tutti.
[Lettura “la Chiesa ed Esercito” pag. 253]
Riepilogo:
[Lettura da pag 247 + (non oggetto d’esame) Depersonalizzazione: pag. 52, Neri eComunità dei fratelli: pag. 59, Neri]
Come dice Neri, così come avviene nella massa, anche nel piccolo gruppo terapeuticostato gruppale nascenteall’inizio del lavoro c’è questo in cui effettivamente imeccanismi potenti di identificazione tra i membri provocano un certo senso dideindividuazione/depersonalizzazione. È un po’ quello che dice Neri quando, parlandodi una certa perdita dei confini del sé, fa riferimento ai sogni che portanotesto fornito non specifica quali tag HTML utilizzare per formattare il testo, quindi userò i tag p per i paragrafi e i tag strong per evidenziare le parole chiave.

i partecipantiche raccontano della perdita di questi confini. Questi sono aspetti molto interessantiche il

Dettagli
A.A. 2019-2020
55 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nicola.salvadori di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicodinamica dei gruppi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Fioretti Chiara.