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PENSIERO POST-FREUDIANO

Karl Abraham

Nella fase orale il soddisfacimento si realizza attraverso l’incorporazione del latte e nell’adulto,

regredito alla fase orale, nell’incorporazione dell’oggetto d’amore -> istinto del mangiare,

fantasie cannibaliche. La libido se fissata a questa fase subisce un arresto e non può essere

reinvestita: nell’uomo si vede con l’impotenza e nella donna con la frigidità. Abraham distingue

due sottofasi dello fase orale:

• Nella più primitiva il bambino è ancora ancorato al succhiare che rappresenta l’atto di

incorporare il latte materno. In questa sottofase non vi è differenza tra il sè e l’oggetto

(seno), quindi è uno stadio pre-ambivalente, dove ancora non c’è l’ambivalenza

buono/cattivo

• Si passa dal succhiare al mordere, ovvero il primo impulso sadico, attraverso il quale il

bo può distruggere l’oggetto (impulsi cannibalici), ma anche mangiarlo e incorporarlo. È

qui che comincia a comparire l’ambivalenza e nasce il primo conflitto tra amore/odio.

Anche la fase anale viene divisa in due sottofasi:

• Tendenze distruttive -> impulso all’annientamento ( espulsione anale delle feci). In

questa sottofase l’incorporazione dell’oggetto è solo parziale, mentre nella seconda

sottofase orale l’incorporazione era completa. Il senso di colpa daro da questi istinti di

distruzione porta al superamento di questa fase e al passaggio alla successiva.

• Tendenze conservative -> impulso al dominio (trattenere le feci). Solo in questa

sottofase vi è una vera e propria relazione oggettuale, in quanto l’oggetto viene amato

e conservato, non quindi distrutto. Si comincia a parlare di amore parziale, in cui

l’interesse per l’oggetto non è ancora per la sua totalità, ma sempre per alcune parti,

che a differenza dello stadio precedente NON vengono incorporate.

1° orale -> demetia precox

2° orale -> melanconico: introietta e incorpora l’oggetto in toto, mantenendolo al proprio

interno.

1° anale -> paranoico/feticista: introietta una parte dell’oggetto, che viene quindi vissuta come

persecutrice e tenta di mandarla fuori di sè.

2° anale -> nevrosi ossessiva: amore parziale. Se viene imposta una rigida educazione

sfinterica al bambino, prima che questo sia completamente appagato dalla sua posizione di

godimento narcisistico, si verificherà una resistenza ad abbandonare proprio questo stato di

onnipotenza. Si avrà quindi un’onnipotenza narcisistica tipica del pensiero ossessivo, dove il

prodotto sfinterico è considerato come manifestazione del proprio potere.

1° fallica -> isteria: amore oggettuale con esclusione del genitale, come espressione del divieto

dell’incesto.

1° genitale -> soggetto normale: amore oggettuale totale

La maniacalità: la mania è un derivante del fallimento della rimozione che fa irrompere nella

coscienza le pulsioni. La componente sadica viene liberata. La regressione maniacale si

esplicita attraverso un tratto infantile dove risulta importante l’immediato soddisfacimento del

principio di piacere e del desiderio. Il super-io è quasi assente, vi è un delirio di onnipotenza,

spiccati desideri orali ed erotici. La mania sembra essere un trionfo sull’oggetto perduto.

La questione psicosomatica

freud mette il corpo all’origine della psiche stessa. La pulsione costituisce il raccordo tra

somatico e psichico.

Le pazienti isteriche accusavano una vasta gamma di sintomi somatici. Freud si accorse che i

sintomi scomparivano grazie ad una cura di parole, liberando il senso e l’affetto, convertito nel

corpo, di una rappresentazione incompatibile alla coscienza. Un sintomo che apparentemente

non aveva senso nel corpo, perdeva la sua insignificanza grazie alla possibilità di essere

ritrovato nel transfert, e riconosciuto nella sua funzione psichica: motivi inconsci imponevano

una scissione e un salto tra lo psichico e il somatico. Il meccanismo di conversione

dell’affetto, responsabile del sintomo somatico, è una soluzione che sta al posto di un pensiero

e di una rappresentazione incompatibile contro la quale si oppongono le difese dell’Io. Il

sintomo somatico isterico è dunte il simbolo di un affetto rimosso.

La nevrosi d’angoscia, o le nevrosi attuali, sono dovute ad un eccesso di energia libidica che

determinerebbe una sintomatologia priva di significato simbolico (palpitazioni, vertigini,

tremori, ecc.), da intendersi come scarica inadeguata dell’eccitamento.

La conversione sarebbe un processo legato alle precoci esperienze di perdita che possono

determinare una ipo o una iper stimolazione di alcune funzioni fisiologiche su cui si è fissata

l’energia libidica all’atto dell’esperienza di perdita. Lo spostamento avverrebbe in questo caso

sul piano organico poichè la spesa psichica è minore di quella che accompagna la formazione di

sintomi nevrotici (o psicotici) non organici. I sintomi organici sono dunque vere e proprie

valvole di sicurezza. Il sintomo organico quindi è una simbolizzazione che compensa l’entità

della perdita, come difesa dall’angoscia, ma è anceh vero che i pazienti somatici scelgono una

via somatica poichè meno faticosa rispetto alla formazione di sintomi patologici a livello

psichico.

Winnicott intende la diade madre-bambino come un’unità psicosomatica. Da un lato ci deve

essere un’emersione della mente dal corpo, dall’altro ci deve essere un’integrazione delle

funzioni corporee e mentali: il somatico diventa l’aspetto materiale della mente e lo psichico

l’aspetto metaforico del corpo; la patologia si potrà avere qualora non avvenga una buona

integrazione, qualora il mentale e lo psichico si sviluppino in maniera scissa l’uno dall’altro.

Lo psiche-soma è un’inscindibile impasto di pische e soma in cui non è possibile vedere una

vera attività mentale nè postulare un funzionamento puramente biologico. Ciò che permette

l’emersione della mente dal corpo sono le sufficientemete buone cure materne, che

modulandosi sui bisogni corporei e affettivi del bambino, mettono in moto la mente nel

comprendere l’esperienza. Le carenze di queste cure provocano un iperattività del

funzionamento mentale per cui la mente è costretta a scindersi dall’unità originaria ma in

maniera forzata ed eccessiva , finendo con l’ipertrofizzarsi e doversi occupare da sè dello

psiche-soma, o più comunemente succede che il funzionamento mentale diventa una cosa a

sè, sostituendo la buona madre e rendendola non più necessaria. Il corpo perde la possibilità di

comunicare alla mente il suo stato fisico/affettivo e la sua salute è messa in pericolo da tale

funzionamento mentale. L’unica possibilità per la salute del corpo è quella di preservarsi da

tale minaccia recuperando il continuum psiche-soma e facendo una malattia somatica:

ritirando così la psiche dall’intelletto per ricondurla alla sua associazione naturale con il soma.

Gaddini intende anch’esso la madre come ambiente che deve contenere l’esperienza

frammentaria e non integrata del bambino. Se questa non viene contenuta, l’individuo può

andare incontro all’esperienza della perdita e della frammentazione del sè: l’angoscia senza

nome di questa fase è quella che si impone se non c’è una mente che possa nominarla. È

un’angoscia di frammentazione, ed è anche detta di disintegrazione. Secondo Gaddini vi è

anche una primitiva angoscia di integrazione, quando la madre entra troppo presto in uno

stato integrato col bambini. Se questi stati di integrazione/non integrazione avvengono male o

troppo presto/tardi possono dare vita a sindromi psicofisiche difensive (dipendono sempre

dalla psicopatologia materna):

- Mericismo/ruminazione: il bambino imita l’esperienza mancante-deficitaria

dell’allattamento, succhiandosi il pollice o alimentandosi da sè fino a riprodurre

l’esperienza fisica di pienezza

- Colica del terzo mese: risposa all’ansia da separazione

- Dermatite atopica: risposta al frequenti separazioni. Questa dermatite permette di

ristabilire il contatto tattile con la madre. Nel caso vi siano difficoltà nella fase di

separazione, il bo invece di creare l’oggetto transizionale fa la malattia psicosomatica.

- Asma bronchiale

- Balbuzia

Dinamiche particolari nella relazione madre-bambino possono perturbare la mentalizzazione

progressiva delle funzioni corporee, andando a costituire un deficit della simbolizzazione. In

questo senso la patologia psicosomatica è collocata tra i disturbi borderline e narcisistici. Infatti

la somatizzazione come deficit della funzione di simbolizzazione deriva da un fallimento lungo il

processo di differenziazione psiche-soma (processo parallelo a quello di differenziazione del sè).

Queste persone con problemi di simbolizzazione e che quindi somatizzano, conducono una vita

operatoria, utilizzando il pensiero operatorio: non vi è alcuna risonanza di tipo

emozionale/relazionale, la narrazione è lineare e limitata, aderisce all’attuale e al fattuale,

fredda astrazione, no immaginazione, molto concreto. L’analisi è fatta di lunghi silenzi, vuota di

contenuti affettivi. Il paziente è tagliato fuori del proprio inconscio e dalle sue pulsioni, le

relazioni con gli altri sono piatte.

Questi pz nella vita adulta possono andare incontro a due processi:

- Regressione intorno ad un nucleo di fissazione, cui si arresta il movimento regressivo,

consentendo a questo punto una riorganizzazione psicosomatica.

- Disorganizzazione progressiva, andando incontro continuamente a successive

frammentazioni di gruppi di funzioni che non si arrestano a punti di fissazione, fino a

ricollegarsi a situazioni simili agli scambi fisiologici di madre e bambino. Questi pz si

trovano attaccati alle malattie somatiche perchè le loro organizzazione psicosomatica

insufficiente non permette di fermare la forza regressiva delle spinte disorganizzative.

Quando l’ìndividuo è sottoposto ad un trauma, a causa del deficit dell’organizzazione

mentale non può metabolizzarlo (fallimento della mentalizzazione). Il trauma supera

le possibilità costruttive di evoluzione e adattamento lasciando il posto alla

disorganizzazione proveniente dalla pulsione di morte -> depressione essenziale:

mancanza di tono libidico e aggressivo degli investimenti tanto oggettuali

quanto narcisistici.

Secondo i kleiniani invece la patologia somatica è una soluzione alla psicosi.

I pz psicosomatici non percepiscono i loro stati emotivi e ne

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Publisher
A.A. 2013-2014
9 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher d.biffi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diagnosi psicoanalitica in età adulta e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Mangini Enrico.