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DREAMS
Detachment + Re-experiencing the event + Emotional effects + Avoidance + Month in Duration +
Sympathetic hyperactivity or hypervigilance
Linee guida NICE
- Risposta iniziale al trauma: Per individui che hanno vissuto un evento traumatico, la
somministrazione sistematica di interventi di “debriefing” (sessioni singole di breve durata
incentrate sull’evento traumatico). Non dovrebbe rappresentare una pratica di routine.
- Trattamento psicologico focalizzato sul trauma: Trauma-focused CBT dovrebbe essere proposto
a quei pazienti con sintomi severi o con un DPTS severo già dopo un mese dall’evento
traumatico.Questi trattamenti dovrebbero prevedere cicli di 8-12 sessioni ambulatoriali
individuali. A tutti i pazienti con diagnosi di DPTS dovrebbe essere proposto un trattamento
focalizzato sul trauma (CBT o EMDR).
Psicofarmaci e ideologie
Classificazione psicofarmaci Regolatori dell’umore
Ansiolitici + Antidepressivi + Antipsicotici +
Ansiolitici
Benzodiazepine
Gli ansiolitici benzodiazepinici possono essere efficaci nell’alleviare gli stati d’ansia (anche
insonnia). Sebbene si tenda a prescrivere questi farmaci quasi a chiunque presenti sintomi legati a
stress, infelicità o malattie fisiche minori, il loro uso è ingiustificato in molte situazioni. In
particolare, non sono appropriati per il trattamento di depressione o psicosi croniche. In caso di
l’adattamento psicologico
lutto, può essere inibito dalle benzodiazepine.
Raccomandata somministrazione limitata a 7/10 giorni. In realtà spesso vengono consumate per
anni. In teoria brevi periodi in acuto, in realtà lunghi periodi a piccole dosi. Non si sviluppa una
vera dipendenza perché le benzodiazepine non creano tolleranza. Dipendenza psicologica, in venti
minuti si ha beneficio, ricompensa nell’immediato. Non effetti collaterali particolari in utilizzo
clinico. Il 70% di chi inizia a prendere benzodiazepine non smette di prenderle. Non esiste alcun
dato certo che l’uso protratto di BDZ potesse portare all’abuso e all’aumento delle dosi (APA).
Spinta a ripetere l’assunzione di una sostanza a prescindre dalla sua azione farmacologica specifica
per confermare le attese legate alla già sperimentata azione della sostanza.
Benzodiazepine sono farmaci: Ansilitici, ipnoinducenti, miorilassanti, anticovulsivanti
Va sottolineata l’importanza di formulare una diagnosi accurata in tutti i pazienti in cui si usano
- questi farmaci e vanno considerate forme alternative di terapia. Gestione episodio di ansia acuta,
nessuna istruzione per cura a lungo termine.
- Ogni medico ha dei pazienti che assumono BDZ al di fuori delle linee guida suggerite. Le
spiegazioni possono essere: inefficacia di altri metodi di cura; fattori connessi al particolare stato
clinico del paziente; preferenza del paziente; comparsa di marcato disagio quando si è tentato di
ridurre o sospendere il farmaco.
- Alla luce delle esperienze sin qui condotte, va ribadita la raccomandazione di non prescrivere di
routine BDZ nella fascia diurna, se non in presenza di disturbi d’ansia conclamati.
Qualora l’ansia sia riconducibile ad un disturbo da attacchi di panico (DAP) con o senza
- agorafobia o ad un disturbo depressivo, valutare l’opportunità di prescrivere un SSRI.
- Nel caso di dispensazione diretta, fornire solo piccole quantità
Evitare la prescrizione di BDZ “al bisogno”
-
Le benzodiazepine possono essere differenziate in base alla loro affinità recettoriale (potenza) o
L’affinità di una BDZ è la capacità di legarsi al suo recettore e risulta
differente attività intrinseca.
tanto maggiore quanto più riesce ad inibire il legame del flunitrazepam marcato (Riferimento).
Benzodiazepine nel trattamento dell’insonnia
Riducono la latenza e prolungano la durata del sonno, ma riducono il sonno REM e il sonno
profondo, con un aumento del tempo in fase 2. Hanno un indice terapeutico favorevole (tranne che
in associazione con etanolo)
Insonnia nei disturbi d’ansia con depressione
L’impiego delle BDZ è considerato razionale nel trattamento a breve termine (alcune settimane)
dell’insonnia che caratterizza alcuni disturbi d’ansia, quali disturbo di panico, il disturbo d’ansia
l’ansia sociale. L’impiego di BDZ deve essere riservato alla “fase di latenza” di
generalizzata,
alcuni antidepressivi, i quali rappresentano il trattamento di prima scelta.
Lorazepam (Tavor) + Alprazolam (Xanax) + Bromazepam (Lexotan)
– –
Benzodiazepine Barbiturici Oppiacei
Antidepressivi
Gli antidepressivi sono efficaci nel trattamento della depressione maggiore di grado moderato o
grave, inclusa quella associata a malattie fisiche; sono efficaci anche nella distimia (depressione
cronica di minore gravità). Non sono utili in genere nelle forme lievi di depressione acuta, ma si
può tentare un ciclo di trattamento nei casi refrattari agli approcci psicologici.
meccanismo d’azione degli antidepressivi (AD)
Ipotesi monoaminergica della depressione:
La depressione sarebbe causata da una carenza di neurotrasmettitori monoaminergici: serotonina
e/o noradrenalina (e/o dopamina?). Una deplezione chimica di neurotrasmettitori induce
nell’animale una condizione assimilabile alla depressione. Gli AD incrementano in acuto le
concentrazioni di monoamine e determinano in cronico una modificazione a livello dei recettori
postsinaptici ed il ripristino della neurotrasmissione della seratonina e/o noradrenalina.
l’effetto terapeutico.
Determinano in tal modo
Tra i geni che sarebbero coinvolti nella risposta clinica al trattamento antidepressivo sembrano
giocare un ruolo importante quelli che codificano per il fattore trofico BDNF (Brain Derived
Neurotrophic Factor) e per il suo recettore tirosino-chinasico trkB.
Ipotesi neurotrofica della depressione
E’ stato osservato che una situazione di stress produce una drammatica riduzione dei livelli di
BDNF e conseguente atrofia o addirittura morte di neuroni in particolari aree cerebrali come
l’ippocampo; inoltre è stato osservato che in alcuni pazienti depressi si verifica una piccola
diminuzione nel volume dell’area ippocampale. Una ridotta espressione del BDNF potrebbe
contribuire all’atrofia dei neuroni ippocampali in risposta allo stress.
Antipsicotici
Farmaci antipsicotici sono conosciuti anche come neurolettici e (in modo improprio) come
tranquillanti maggiori. Di solito tranquillizzano senza alterare la coscienza e senza causare
eccitamento paradosso, ma non devono essere considerati alla stregua di tranquillanti. Nel breve
termine, essi sono impiegati per calmare i pazienti disturbati qualsiasi sia la psicopatologia che ha
scatenato l’attacco e che può essere la schizofrenia, un danno cerebrale, la mania, un delirium su
base tossica o una depressione agitata.
– – –
- Vie: Mesolimbica Mesocorticale Negrostriatale Tuberoinfundibulare
- Effetti collaterali: via Nigrostriatale (piramidali, parkinson) e via Tuberoinfundibulare (livello
endocrino, aumento prolattina con amenorrea o galattorrea, impotenza maschile)
Meccanismo d’azione: Blocco recettori D2 dopamina, eliminare delirio. Sintomatologia negativa
iatrogena (appiattimento). Farmaci antagonisti.
Farmaci agonisti-antagonisti: azione meno incisiva sulla sintomalogia. Azione clinica meno
efficace, per pazienti meno gravi o fasi di mantenimento.
Effetti collaterali: recettori alfa-drenergici (ipotensione ortostatica, disfunzioni sessuali) + recettori
muscarinici M1 (effetti collaterali anticolinergici) + Recettori istaminici H1 (sedazione, aumento di
peso) + Recettori serotoninercici 5-HT2 (aumento di peso) + Recettori dopaminergici D2 (effetti
extrapiramidali, e tuberoinfundibolari)
– – –
Sonnolenza Iperprolattina Prolungamento intervallo QTc Eff coll extrapiramidali (EPS),
– – – –
diminuiti con antipsicotici seconda gen Distonia Irrequietezza/acatisia Parkinsonismo
– –
Sindrome metabolica (alto rischio diabete) Discinesia tardiva precoce Aumento di peso
- Antipsicotici di prima generazione: aloperidolo
- Antipsicotici di nuova generazione: clozapina, risperidone, olazapina, quetiapina, ziprasidone,
aripipazolo, paliperidone, lurasidone, cariprazina
Antipsicotici iniettabili: farmaci depo per gestire somministrazione a lungo termine (LIE), dopo
iniezione azione di più giorni. Intramuscolo una volta ogni 4 settimane, molto utile per paziente
resistente al trattamento. Nuovo farmaco può durare anche tre mesi con progetto di semestrale.
Aumento aderenza terapeutica, riduzione ricadute.
Antipsicotici classici
- Non passare ad antipsicotici atipici nel caso di pazienti già in trattamento con antipsicotici
tipici con buona efficacia e tollerabilità.
Preferire gli antipsicotici atipici nel caso di politerapie (es. stabilizzatori dell’umore)
- Evitare l’uso di BDZ di routine
- l’uso di anticolinergici di routine ma solo in caso di sintomi extrapiramidali evidenti e non
- Evitare
in presenza di acatisia
- Non associare regolarmente neurolettici long acting e pronti se non in acuto, utilizzando
preferibilmente la stessa molecola
In generale evitare l’uso contemporaneo di due neurolettici
- Dopo la ripresa dall’episodio critico, utilizzare la dose minima efficace per almeno sei mesi.
-
- Rivalutare le indicazioni per il trattamento a lungo termine con neurolettici long acting
verificando possibili alternative, dalla sospensione delle somministrazioni alla sostituzione con
antipsicotici a minor rischio di discinesia tardiva.
Effetti indesiderati
- Sintomi parkinsoniani (che includono il tremore), più comuni in adulti e anziani, che possono
insorgere gradualmente
- Distonia (movimenti anomali del viso e del corpo) e discinesia, più comuni nei bambini e nei
giovani adulti, possono comparire già dopo poche dosi
- Acatisia (irrequietezza motoria) che di norma compare dopo una dose iniziale alta e che può
somigliare all’esacerbazione della malattia che si sta trattando
- Discinesia tardiva (movimenti ritmici involontari della lingua, della faccia e della mandibola) che
di solito si sviluppa con terapie a lungo termine o con alte dosi, ma che può comparire con dosi
basse a breve termine - una discinesia tardiva di breve durata può comparire dopo la sospensione
del trattamento.
Antipsicotici atipici
Tendenza diminita o assente a produrre effetti EPS a dosaggi antipsicotici
Nessun aumento della prolattina o molto limitato
Riduzione significativa dei sintomi positivi e negativi della schizofrenia
Bloccano i recettori dopaminergici ( D2) nel sistema meso- limbico>>che in quello nigro-striatale
Bloccano i recettori della serotonina (5-HT2)
L’utilizzo degli antipsicotici a