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DISTURBO DA SOMATIZZAZIONE.
Criteri diagnostici.
A. Una storia di molteplici lamentele fisiche iniziata prima dei 30 anni, che si manifestano per
numerosi anni e che conducono alla ricerca di trattamento o portano a una significativa
alterazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.
B. Devono essere soddisfatti tutti i seguenti criteri; nel senso che i singoli sintomi devono
comparire in qualche momento nel corso del disturbo:
1) Quattro sintomi dolorosi: una storia di dolore riferito ad almeno 4 diverse localizzazioni
o funzioni;
2) Due sintomi gastrointestinali: una storia di almeno due sintomi gastrointestinali diversi
dal dolore;
3) Un sintomo sessuale;
4) Un sintomo pseudoneurologico.
C. L’uno o l’altro di 1) o 2):
1) Dopo le appropriate indagini, ciascuno dei sintomi del criterio B non può essere
esaurientemente spiegato da una condizione medica generale conosciuta o dagli effetti
diretti di una sostanza;
2) Quando vi è una condizione medica generale correlata, le lamentele fisiche o
l’alterazione sociale o lavorativa che ne derivano risultano sproporzionate.
D. I sintomi non sono prodotti intenzionalmente o simulati.
Epidemiologia.
1-2% nella popolazione femminile con un rapporto donne: uomini= 5:1. Si associa spesso a
disturbi di personalità e abuso di sostanze, ma anche ansia e depressione.
Eziopatogenesi.
La causa non è nota, però secondo la lettura psicodinamica profondi conflitti causerebbero una
forte angoscia che, tramite la rimozione porterebbe a una conversione somatica.
Quadro clinico.
È il disturbo più grave e rilevante della categoria. L’esordio avviene prima dei 30 anni, il decorso è
cronico e ricorrente e ogni episodio dura dai 3 ai 6 mesi.
Diagnosi differenziale.
- Condizioni mediche: sclerosi, miastenia gravis, AIDS;
- Disturbo depressivo maggiore;
- Disturbo d’ansia generalizzata;
- Schizofrenia.
Trattamento.
Si suddivide in 2 fasi:
1. Visite regolarmente programmate con lo scopo di aumentare nel pz la consapevolezza
della possibilità di un coinvolgimento psicologico nella sintomatologia.
2. Se il pz è motivato si propone una psicoterapia individuale o di gruppo.
Nel caso in cui si associno disturbi dell’umore o d’ansia si impiega anche un trattamento
farmacologico.
DISTURBO SOMATOFORME INDIFFERENZIATO.
Criteri diagnostici.
A. Una o più lamentele fisiche (stanchezza, perdita di appetito, problemi gastrointestinali o
urinari).
B. L’uno o l’altro di 1) o 2):
1) Dopo le appropriate indagini, i sintomi del disturbo non possono essere
esaurientemente spiegati da una condizione medica generale conosciuta o dagli effetti
diretti di una sostanza.
2) Quando vi è una condizione medica generale correlata, le lamentele fisiche o
l’alterazione sociale o lavorativa che ne derivano risultano sproporzionate.
C. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o un’alterazione del funzionamento
sociale, lavorativo.
D. La durata del disturbo è di almeno 6 mesi.
E. Il disturbo non è meglio giustificato da un altro disturbo mentale;
F. I sintomi non sono intenzionalmente prodotti o simulati.
È molto simile al disturbo somatoforme ma:
- Ridotta varietà di sintomi;
- Ridotta durata (almeno 6 mesi).
Quadro clinico.
Si distinguono 2 quadri sintomatologici:
1. Riguarda principalmente il SNA: sistemi cardiovascolare, respiratorio, gastrointestinale,
dermatologico;
2. Debolezza fisica e mentale, facile stancabilità.
Il trattamento è come il disturbo di somatizzazione.
DISTURBO DI CONVERSIONE.
Criteri diagnostici.
A. Uno o più sintomi o deficit che riguardano funzioni motorie volontarie o sensitive che
suggeriscono una condizione neurologica o medica generale.
B. Si valuta che qualche fattore psicologico sia associato al sintomo o deficit, in quanto
l’esordio o l’esacerbazione del sintomo o deficit è preceduta da conflitti o altri fattori
stressanti.
C. Il sintomo o deficit non è intenzionalmente prodotto o simulato.
D. Il sintomo o deficit non può essere esaurientemente spiegato da una condizione medica
generale o dagli effetti diretti di una sostanza.
E. Il sintomo o deficit causa disagio clinicamente significativo o un’alterazione del
funzionamento.
F. Non p limitato a dolore a una disfunzione sessuale, non si manifesta esclusivamente
durante il decorso di un disturbo di somatizzazione e non è meglio giustificato da un altro
disturbo mentale.
Specificare il tipo o di sintomo o di deficit:
- Con sintomi o deficit motori;
- Con sintomi o deficit sensitivi;
- Con crisi o convulsioni;
- Con sintomatologia mista.
Riassumendo si caratterizza per inspiegabili sintomi o deficit del sistema nervoso, motorio o
sensoriale che non possono essere spiegati da una malattia neurologica o internistica e alla cui
manifestazione partecipano fattori psicologici.
Epidemiologia.
Esordio a ogni età, più frequente però tra i giovani con un rapporto donne: uomini= 10:1.
Eziopatogenesi.
Teoria psicoanalitica repressione dei conflitti intrapsichici inconsci e della conversione dell’ansia
in un sintomo fisico.
Teoria biologica difettosa comunicazione interemisferica.
Quadro clinico.
- Sintomi sensitivi: anestesie a calza o guanto, emianestesie lungo la linea mediana,
distribuzione delle alterazioni incongrua con quella delle malattie neurologiche. Sordità,
cecità, visione a cannocchiale.
- Sintomi motori: paralisi o paresi (elettromiografia normale), movimenti coreiformi, tic,
astasia-abasia, pseudocrisi (epilettica).
Risoluzione in pochi giorni o meno di un mese, frequenti le ricadute. Nel 25-50% dei casi è
possibile la comorbilità con affezioni neurologiche.
Diagnosi differenziale.
- Malattie internistiche, soprattutto neurologiche;
- Schizofrenia, disturbi depressivi e d’ansia;
- Simulazione e disturbi fittizi.
Trattamento.
La risoluzione è di solito spontanea, possibile utilizzare ansiolitici e tecniche di rilassamento.
DISTURBO IPOCONDRIACO.
Criteri diagnostici.
A. Preoccupazione legata alla paura o alla convinzione di avere una malattia grave, basata
sull’erronea interpretazione di sintomi somatici da parte del soggetto.
B. La preoccupazione periste nonostante valutazione e rassicurazione medica appropriate.
C. La convinzione di cui al criterio A non risulta di intensità delirante e non è limitata a una
preoccupazione circoscritta all’aspetto fisico.
D. La preoccupazione crea disagio clinicamente significativo o alterazione del funzionamento.
E. Durata del disturbo è di almeno 6 mesi.
F. La preoccupazione non è meglio giustificata da altri disturbi.
L’esordio si colloca in genere tra i 20-30 anni.
Eziopatogenesi.
Sono state avanzate diverse teorie:
- Il soggetto ipocondriaco avrebbe una soglia del dolore minore rispetto al normale che
comporterebbe una minore tolleranza al disagio;
- Secondo il cognitivismo i sintomi ipocondriaci sarebbero conseguenza di un errato
apprendimento, oppure potrebbero essere interpretati nella logica di un guadagno
secondario.
Quadro clinico.
Convinzione del soggetto di essere malato, non lo si può convincere. Sesso si associa a sintomi
depressivi o ansia. Gli episodi durano generalmente mesi o anni ed è possibile la ricorrenza.
Diagnosi differenziale.
- Malattie organiche: AIDS, endocrinopatie, miastenia gravis, sclerosi multipla, lupus
eritematoso sistemico;
- Disturbo di somatizzazione: generalmente esordisce prima dei 30 anni e presenta un
maggior numero di sintomi;
- Di conversione: è una manifestazione, acuta, transitoria, caratterizzata da un sintomo
preciso;
- Disturbi depressivi e d’ansia;
- Disturbo delirante.
Trattamento.
Prevede una psicoterapia individuale o di gruppo associata a controlli medici ragionati.
DISTURBO ALGICO.
Criteri diagnostici.
A. Il dolore in uno o più distretti anatomici rappresenta l’elemento principale del quadro clinico
ed è di gravità sufficiente per giustificare attenzione clinica.
B. Il dolore causa un disagio clinicamente significativo o un’alterazione del funzionamento.
C. Si valuta che fattori psicologici abbiano un ruolo importante nell’esordio, gravità,
esacerbazione o mantenimento del dolore.
D. Il sintomo non è intenzionalmente prodotto o simulato.
E. Il dolore non è meglio giustificato da altri disturbi.
Epidemiologia.
È più frequente nella popolazione femminile, con un’età d’esordio stimata 40-50 anni.
Eziopatogenesi.
Si ipotizza il coinvolgimento della serotonina e delle endorfine.
Quadro clinico.
È eterogeneo, i dolori hanno diversa origine (lombare, cronico pelvico, cefalea). Al dolore si
accompagna anergia, anedonia, insonnia, irritabilità e calo della libido. Spesso si associa a
disturbo depressivo maggiore (25-50%) e a abuso di sostanze.
Diagnosi differenziale.
- Patologie organiche;
- Disturbi depressivi;
- Simulazione;
- Altri disturbi somatoformi.
Trattamento.
Analgesici risultano inutili, meglio antidepressivi serotoninergici, utilizzo del biofeedback,
psicoterapia con focus sull’alleanza per comprendere la realtà della sofferenza del pz.
DISTURBO DA DISMORFISMO CORPOREO.
Criteri diagnostici.
A. Preoccupazioni per un supposto difetto nell’aspetto fisico. Se è presente una lieve
anomalia fisica, l’importanza che la persona le dà è di gran lunga eccessiva.
B. La preoccupazione causa disagio clinicamente significativo oppure un’alterazione nel
funzionamento.
C. La preoccupazione non è meglio giustificata da un altro disturbo mentale.
Epidemiologia.
Esordio più frequente nell’adolescenza e prima età adulta. È frequente la comorbilità con: disturbo
depressivo maggiore, DOC, fobia sociale e disturbo delirante.
Quadro clinico.
Preoccupazione iniziale e idee sui propri difetti sempre più frequenti portano a controllo e
osservazione sempre maggiori del difetto, in altri casi all’evitamento degli specchi, frequenti
richieste di rassicurazioni fino ad arrivare alla coazione del pensiero ossessivo. Il decorso è
cronico, con fasi di remissione e esacerbazione dei sintomi.
Diagnosi differenziale con anoressia nervosa e DOC, il disturbo non viene diagnosticato se è
meglio giustificato dalla presenza di un’altra diagnosi psichiatrica.
Trattamento.
Spesso vengono richiesti interventi medici o chirurgici per la correzione del difetto, che sono
invece assolutamente da evitare.
CAP.14- DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
- Anoressia nervosa;
- Bulimia nervosa.
I