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Psichiatria – Disturbi somatoformi Pag. 1
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Disturbo da Conversione

Vi è l'utilizzo da parte del paziente di un meccanismo di formazione di sintomi fisici consistente del trasferimento sul corpo di pulsioni o istinti, desideri o affetti inaccettabili, attraverso vie nervose volontarie. I sintomi hanno un significato simbolico ed esprimono attraverso il corpo le rappresentazioni e/o i conflitti rimossi.

Epidemiologia: il disturbo da conversione è in diminuzione rispetto al secolo scorso, l'insorgenza non presenta un'età definita e si presenta sia nell'adolescenza, sia nell'età adulta. Più frequente nella popolazione femminile, basso livello socioculturale e fattori etnico culturali giocano un ruolo importante.

Clinica e criteri diagnostici: i sintomi mimano malattie fisiche neurologiche, cioè dell'area motoria e sensoriale. Più comunemente paresi, afonia, epilessia, disturbi visivi, anestesia, parestesie, malattie degenerative, movimenti involontari. La diagnosi è

complicata dal fatto che spesso il disturbo si sovrappone a una condizione organica obiettiva, non è possibile riscontrare nel disturbo da conversione una corrispondenza tra una distribuzione anatomica delle vie nervose e i sintomi lamentati dal paziente. Un'altra caratteristica è la cosiddetta belle-indifference, di Janet: il paziente appare poco preoccupato relativamente alladrammaticità e gravità dei sintomi. Fattore cruciale è l'individuazione anamnestica di un evento stressante o di un'acuta conflittualità relazionale che precede a breve distanza la comparsa dei sintomi. d. Eziologia: il termine conversione è stato introdotto da Freud per spiegare il misterioso salto da psichico a somatico; il sintomo diventa la rappresentazione concreta di diversi tipi di pulsioni, affetti o istinti che vengono rimossi o resi inconsci da forze censorie o inibitorie. Per quanto riguarda i motivi della scelta dell'organo, viene presa.

In considerazione dell'ipotesi di una condizione di compiacenza somatica determinata da esperienze traumatiche precedenti, dalla preesistenza di condizioni di inferiorità d'organo che configurano una costituzionale tendenza a esperire attraverso una parte del corpo gli stati conflittuali. Diventano più facilmente sede di disturbi gli organi che furono più attivi e sottoposti alla massima tensione al momento in cui si verificò la repressione decisiva.

3. Disturbo algico:

a. Definizione: presenza di un dolore grave e cronico che limita notevolmente la vita del paziente, nessuna patologia organica, pur presente, può giustificare la sintomatologia.

b. Epidemiologia: disturbo frequente, i costi per la gestione di questi malati sono elevatissimi, la patologia può presentarsi in tutto l'arco della vita con una leggera prevalenza tra i 40 e 50 anni e più facilmente nei soggetti di sesso femminile.

c. Clinica e criteri diagnostici: nelle

Linee generali i sintomi ricalcano quelli del disturbo di somatizzazione. La differenza sostanziale è l'oggetto della lamentela somatica che è strettamente limitata al dolore, e non a sintomi e segni più o meno ad esso correlati. Con grande frequenza si associano disturbi affettivi e quasi sempre sono presenti sintomi depressivi. È molto difficile accertare la successione cronologica dei disturbi, in tutti i pazienti vi sono tratti di personalità premorbosa; il pain-prone patient (pazienti inclini alla sofferenza) di Engel identifica un profilo caratterizzato da diversi fallimenti nella vita, pessimismo e convinzione di non meritare niente di positivo.

Eziologia: fattori socio culturali intervengono nel determinare una condizione di maggiore o minore tolleranza al dolore; fattori relazionali: una condizione di dolore cronico permette di ricevere cure e attenzioni e di essere esentato dall'affrontare responsabilità o conflitti.

L'intervento dell'ambiente familiare e del medico ottiene spesso il risultato di rinforzare e mantenere i sintomi. Questi pazienti hanno il vantaggio terziario, quando il sintomo diventa psicologicamente importante, per la dinamica familiare e viene mantenuto nel tempo. Ricerche neurochimiche hanno individuato una riduzione dei metaboliti della serotonina e delle endorfine nel liquido cefalorachidiano che giustificano il fenomeno dell'amplificazione dolorosa degli stimoli sensoriali.

4. Ipocondria:

  1. Definizione: pervasiva convinzione di avere una grave malattia di cui non viene scoperta l'origine e/o eccessiva paura e preoccupazione riguardo allo stato di propria salute.

  2. Epidemiologia: non si registra alcuna differenza tra uomini e donne. L'insorgenza è più comune tra i 30 e i 40 anni e nell'età anziana. È presente un certo grado di familiarità.

  3. Clinica e criteri diagnostici: la condizione diagnostica di base è

L'assenza di riscontri di patologie organiche sottese alla sintomatologia. Sintomi ipocondriaci possono accompagnare altri disturbi psichiatrici (depressione maggiore e schizofrenia) oppure essere la temporanea risposta (meno di 6 mesi) a condizioni di stress esistenziale. La durata dell'alterazione è di almeno 6 mesi. I sintomi riguardano tutto il corpo e tutti gli organi e sono espressi tramite il dolore e lamentele in sede cardiaca e gastrointestinale. La sintomatologia è cronica e porta al deterioramento degli affetti, degli interessi, della vita relazionale e del lavoro.

Eziologia: espressione di un conflitto mentale. Diversamente dalle altre forme di somatizzazione il pensiero ipocondriaco è più pervasivo e più profondamente patologico, il teatro in cui si svolge la trama ipocondriaca è tutto il mondo interno. Freud la considerava come un disinvestimento dell'interesse e dell'energia vitale dagli oggetti del mondo esterno.

La preoccupazione verso gli organi malati rappresenta l'equivalente dell'angoscia in relazione alle esperienze interne aggressive e distruttive. Si rilevano condizioni di comorbilità con disturbi depressivi, ansia, disturbi di personalità di tipo narcisistico, ossessivo compulsivo e masochistico.

5. Disturbo da dismorfismo corporeo

a. Definizione: in passato chiamato dismorfofobia consiste nella preoccupazione per qualche difetto immaginario del proprio aspetto fisico in una persona con aspetto normale.

b. Epidemiologia: insorge tra l'adolescenza e la prima età adulta. Non sono registrate differenze tra i sessi.

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Publisher
A.A. 2012-2013
4 pagine
SSD Scienze mediche MED/25 Psichiatria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psichiatria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Cedro Clemente.